La mattina del giorno dopo giunse finalmente a destinazione.
L’aria era fresca e il sole risplendeva nel cielo limpido di un giorno appena iniziato.
Scese dall’auto, prese il fascicolo delle lettere e s’incamminò per un vialetto che portava ad un grande, elegante cancello con ornamenti in ottone. Passò attraverso le sue ante socchiuse e si diresse lungo un viale ornato di aiuole in fiore.
Si orientò secondo le indicazioni che aveva ricevuto e finalmente vide la targhetta con scritto il nome di lei assieme a due date.
Quelle della sua nascita e della sua morte avvenuta un mese prima, così improvvisa da non lasciare loro il tempo di scambiarsi nemmeno una parola, perché la morte non invia e-mail.
Rimase a contemplare in silenzio quella tomba semplice, quasi da bambina così come lei aveva sempre voluto essere: un po’ bambina e un po’ donna, semplice, impulsiva, spontanea. Soprattutto, innamorata.
Depose accanto alla targhetta il fascicolo con la loro storia d’amore scritta su carta, che lei avrebbe potuto finalmente leggere, e per tutta la vita non ricordò i pensieri che ebbe né le parole che pronunciò in quel momento. Ricordò solo di essersi trovato all’uscita del cimitero e, mentre entrava nell’auto, di essersi fermato a fissare un punto imprecisato del cielo sussurrando a fior di labbra: "Grazie Amore". Sapeva che lei l’ascoltava perché era con lui anche in quel momento, come sempre e per sempre.
Chiuse la portiera e avviò il motore.
Timur Lenk
Immagine: Lindenallee di Andreas Scholz
***
Per commentare clicca qui.