Concorso di Emoz. 2005, Concorso di Emoz. 2007

Pubblicata l’Antologia del Concorso di Emozioni!

Antologia del Concorso di Emozioni
Clicca sull’immagine per vederla ingrandita.

Attenzione! Il libro è in offerta e puoi ordinarlo al prezzo di soli 9 euro!
Per ordinare il libro scrivi alla Redazione del Portale Manuale di Mari clicca qui !

La vita del Concorso di Emozioni, edizione 2007, prosegue ora fuori dal web nelle pagine della bellissima Antologia del Concorso di Emozioni!

Presento a tutti voi, fresco di stampa, il libro che prende il nome dal Concorso di Emozioni, innovativa iniziativa letteraria ideata dal Blog Manuale di Mari.

E’ un grande memorabile evento per chi vi scrive e per gli amici del Comitato Organizzatore, i Blog Promotori e tutti gli Autori che hanno partecipato alla creazione di questa preziosa Antologia.

Questo libro oltre ad essere presentato ufficialmente il prossimo 11 maggio (vedi programma) nella prestigiosa cornice della Fiera Internazionale del Libro di Torino, merita l’attenzione e la bellissima prefazione di Nicla Morletti, scrittrice ideatrice del famoso Premio Letterario Internazionale “Il Molinello”, che certifica non solo il pregio letterario delle opere raccolte nell’Antologia ma ne riconosce lo spirito innovativo ed autentico che riporta al centro del fervore creativo l’emozione, quel sentimento, quella vibrazione dell’anima che è il sigillo della poesia nella sua forma più pura e sublime.

“E siamo qui
in quest’angolo di giardino
a gustare i frutti
dell’amore.”

Così dice Nicla Morletti, nella lirica che apre l’Antologia, offrendoci le parole migliori per descrivere lo spirito con cui tanti autori hanno partecipato al Concorso di Emozioni e alla creazione di questo pregevole libro, che tutti potete segnalare e promuovere dai vostri Blog con un gesto molto semplice: mantenendo esposto il banner del Concorso di Emozioni, perché il suo link punterà stabilmente verso il libro offrendo a tutti i vostri lettori ed amici l’opportunità di acquistarlo.

Un particolare, sentito ringraziamento va a tanti Blog Promotori dell’Iniziativa che, in modo del tutto disinteressato, pur non partecipando al Concorso, hanno diffuso nei loro blog tutti i nostri annunci. Abbiamo dedicato a loro una pagina del nostro libro, segnalando i loro link.

Grazie di cuore a tutti!

Per ordinare il libro contatta la Redazione del Portale Manuale di Mari indicando il numero di copie che intendi acquistare: clicca qui
Riserveremo una offerta speciale per gli autori pubblicati nell’Antologia.

Per ricevere l’invito a partecipare alla prossima edizione del Concorso di Emozioni, iscriviti al Blog degli Autori.

Concorso di Emoz. 2005, Manuale di Mari, Petali rossi

Sono una bella pianta

Vagheggi in sogno segreto
quell’idea di uomo che ami
a cui abbracciandomi t’avvinghi
ed io mi sento una bella pianta
così lussureggiante e fresca
giovane tralcio d’uva
che si prepari a dar frutto
le tue labbra vedo sui chicchi
colmi del mio desiderio
non sono più uomo ormai
in quell’immagine di me
che sale dentro di te
onda irrequieta di piacere
io appartengo al tuo corpo
in uno con lui mi agito
stormisco come fronda
al vento della notte
le mie braccia sono rami
fioriti intorno a te
mentre distendi nell’estasi
la tua schiena di luna

Robert
Manuale di Mari

Concorso di Emoz. 2005

Nuova alba

I riverberi di fiamma leccano la stanza.
La fioca luce di candela illumina la tua pelle.
E sento basta questo per restare.
Il silenzio toglie fiato e parole alla mia gola.
Ti vedo. Sei farfalla notturna. Sfuggi.
Misteriosa e letale. Ti riscopro ogni volta.
Non so se è amore, sai che non lo chiedo.
Sai che non lo so, ma ha così importanza?
La tua fronte liscia e gli occhi d’ambra,
la tua bocca morbida e i fianchi accoglienti.
Non importa che sia amore, così è già abbastanza.
La cera scende calda, ci sussurra melodie.
Sussurra e lava via pudori rabbia rancore.
Accarezzo le tue ali nascoste dai capelli.
E d’un tratto capisco. D’un tratto riconosco.
Sei tu. Che mi ricordi la ragione e la follia,
Sei tu. Che mi ricordi la gioia e il dolore,
mi tormenti di pienezza e mancanza. Solo tu.
Mi ricordi ciò che sono e vorrei essere.
Mi ricordi gli abissi del cuore in cui annego.
Dalle cui acque mi strappi ogni volta.
E mi ricordi che è dolce attendere così,
muti e abbracciati, il sole. La nuova alba.

Eliselle

******

Concorso di Emoz. 2005

Elemosine

Muore il desiderio
Annaspa tra le carni
Nudo sconvolgimento
Ulula fradicio.

Arranca lo sguardo
Lascivo occhio di pena.

Elemosine di umore
Delitti sparsi sulle lenzuola
Invase, straziate e
Maculate.

Ascolta rumori ritrovati
Ridono piano
I bambini del rimorso.

Martina

******

Concorso di Emoz. 2005

Eud

Caro Amore mio,

lo sai, lo senti. In una mano tengo ancora i tuoi occhi. Sono pesanti perché distanti da me. Sono celesti, come il mare. Mi ci perdo piccola mia. Nell’altra, tengo la tua bocca, calda morbida, avvolgente. La stringo forte, è ancora calda di te. Ricordo i sussurri flebili nell’orecchio, ricordo i baci delicati sulla fronte.
Al collo i tuoi capelli come una sciarpa, lunghi, setosi e neri come la pece. Si intonano al mio chiarore pallido del viso. Profumano di te e quando un soffio di vento li agita e mi cadono su una spalla, mi vieni in mente tu in quei giorni di fine estate, quando in cima alla collina, nella nostra casa, ti affacciavi alla finestra per vedere il mare agitarsi. I capelli erano un aquilone nero che annunciava la pioggia, lassù dal nostro nido d’amore. Lontani dalla civiltà, distanti dalle ipocrisie.
Eravamo felici ricordi vero? Ora che non ci sei più, tremo e ho freddo. Sei un ritratto, una visione binaria, una piccola grande evasione dal reale. Mi intrattengo con te ogni giorno, anche nell’assenza forzata e talvolta dialoghiamo nell’anima. Non c’è bisogno che io ricorda il suono della tua voce, mi parlano le sensazioni che mi hai lasciato in questa vita. Il ritratto di te collima perfettamente con la mia idea di passione e amore, ecco cosa sei ora.
Ci siamo amati liberamente, e questo è quello che è contato. Al di là delle rinunce fatte, oltre le difficoltà affrontate. Ma del resto, non capita anche agli amanti comuni di lottare? Due, insieme, ancora. Sempre.

Tuo Eud

Rita

******

Concorso di Emoz. 2005

Appesa a un fiocco di neve

Blu notte.
Note liquefatte a sforbiciare in questi cieli.
La città forse dorme.
Forse dormono i ricordi assopiti nella nebbia.
Ascolta.
Ascoltami, e poi cullami.
Il Mare è silenzioso nelle notti senza Luna.
Il respiro contro i vetri si condensa docile,
e lì, lavagna improvvisata,
traccio il tuo nome con il dito,
come quando ero bambina.

E’ lieve, sai, la vita,
da quando sei con me.

E tu.
Tu non lo sai.
Che da quando, incontrandomi, mi hai chiesto
– Sei libera.. per i prossimi vent’anni? –
credo d’esser rimasta impigliata in mezzo alle tue ciglia.

E io.
Io.
Cacciatrice di parole,
rincorro lucciole e lentamente gocciolo dentro ai tuoi pensieri.
Così che poi posso.

Semplicemente Sentirti,
Sempiterno Sapore Saldamente Scolpito,
Sussurrare Stringendomi, Sorridere Sfamandomi,
Sospirare Senza Sosta, Sempre Salvandomi.
Semplicemente Sentirti,
Sfiorare Sensi, Suscitare Sussulti,
Scoprendo Sottili Silenziose Simbiosi
Sottese Sotto Simili Specchi,
Sospese Su Sentieri Segreti.

Voglio restare con te.
Appesa a un fiocco di neve.

Strega del Mare

******

Concorso di Emoz. 2005

Tutto questo

Tutto questo è un gioco, un azzardo, una roulette russa, un poker al rilancio.
Tutto questo è una carezza, la sensazione lieve di dita desiderate sulla pelle, china lieve di colline verdi e silenzio trascinato di prati in fiore.
Tutto questo è rosso, è sangue, è desiderio, è vita che mi batte dentro, sopra, sotto, in testa, in cuore.
Tutto questo sono le tue mani, le tue labbra, che immagino se chiudo gli occhi appena, che vedo ad occhi aperti, che vedo.
Tutto questo è la paura, la paura di perderti e perciò di trovarti, la paura di affrontare la porta della notte, il grigio che c’è dentro, il vuoto, il pieno, il moto, i rumori che fanno tremare.
Tutto questo è la tua pelle sulla mia, tutto questo è bianco, e liscio, frenesia e calma, calma, rendermi conto di averti, di stringerti finalmente e dirti: “sei qui, sei qui. Sei mio, sei mio, sei mio”.
Tutto questo sono parole sussurrate, frasi intere e frasi mozze, imbarazzi e risate, respiri, respiri, perché sentirti respirare per me è come un incanto, un incanto, un incanto che ritrovo nei tuoi occhi.
Tutto questo è sentirti respirare contro le mie spalle, sentire il tuo cuore battere appoggiando la testa al tuo petto.
Tutto questo è ridere con te e farti le facce, tirarti i cuscini, farti i dispetti. Tutto questo è prenderti in giro e poi correre a rassicurarti.
Tutto questo è il pane caldo e gli spaghetti al sugo, tutto questo sono i profumi che salgono dalle cucine, dalle pentole a bollire: il basilico, il rosmarino, il peperoncino.
Tutto questo è un caffè alla mattina presto, con la faccia stanca.
Tutto questo è un caffè alla mattina presto, con la faccia stanca ma insieme.
Tutto questo è volerti mio e di nessun’altra anche se nessuno può essere di nessuno, tutto questo è credere di poterla sfatare, questa verità.
Tutto questo è quel momento, ed ogni momento in cui saremo insieme, se saremo capaci di farlo. E tutto questo è anche il pensiero che con te sia possibile, rendere ogni cosa diversa, speciale, più vera.
Tutto questo è provare a lasciarmi andare, a sentire cosa mi dice il cuore, tutto questo è dire cose vergognose senza vergognarmi.
Tutto questo è prendere ogni cosa seria, stupida, o situazione, momento che passa da che per me ci sei, e sviscerarlo, analizzarlo, dilatarlo solo per te.
Tutto questo è bisogno che tu mi conosca e riconosca, che tu mi condivida.
Tutto questo è desiderio di sentirmi dire che sono tua e di nessun’altro adesso.
Tutto questo è tutto questo, così, semplicemente.
Tutto questo è una canzone, un libro, un quadro, tutto questo sono i tuoi occhi, le tue labbra, le tue mani, la tua voce.
Tutto questo è tutto questo e niente, e ancora, ancor di più.
Tutto questo è imparare ad amarti, impararlo strano, per strade sconosciute.
E tutto questo è imparare a farlo e sapere di non poter più tornare indietro.
Tutto questo è perché mi sono persa e anche perché mi ritroverò solo in te.

Alessandra Elle

******

Concorso di Emoz. 2005

Incantesimo estivo

Rapito dall’estasi di un’atmosfera irreale,
vaghi su melodiose note di pensieri sfuggenti
e questo angolo di vita che ti circonda
accompagna dolcemente il tuo quieto sognare.
Inebriàti…
di questo eterno attimo di pace,
che regala profumi di libertà
e tinge il sogno incolore di nuove immagini.
Ascolta e guarda…
Osserva e senti…
L’incantesimo estivo…
E le onde…
che s’infrangono sugli scogli tiepidi al sole
e vanno a sbocciare sulla scia di un universo che si espande…
E nugoli di bianchi miraggi…
che come sabbia al vento
s’innalzano a riva,
abbagliati dal battito incostante del tuo cuore
profondo come l’abisso.
Mentre cala la sera,
fuggono i raggi solari dalle curve del tuo corpo
e il bagliore della malinconia che sorge
ti invita a pensare all’amore.
Accecato dagli atomi inquieti della grande stella
che all’orizzonte purpureo si spegne,
il tuo spirito respira il balsamo della vita.
Ardi in armonioso contrasto con le ombre rosse del crepuscolo,
che leggere e delicate sussurrano versi fatati
e l’eco di un altro richiamo pervade i tuoi sensi.
Catturi il tuo sguardo, sedotto dall’iridescente creato,
e lo posi dolcemente sulla morbida e dorata pelle di donna.
E’ istante.
E abbandonato al suo fianco la copri
in un groviglio armoniso di corpi.
Donato alla natura,
come onda che s’unisce alla sabbia della riva,
scivola la tua anima nella sua
e la sfiora del nettare salato che caldo t’invade…
e sei incantesimo,
incantesimo estivo…
e siete acqua…
e luce…
e vita.

Viviana

******

Concorso di Emoz. 2005

Sogno

Inondami alito di leggenda
portami i sapori della sua terra
accompagnami nei suoi respiri.
Accecami cielo puntato da tanto splendore
Illuminami luna monella
brilla stella nei desideri
Addormentami dolce melodia
portami le note
delle sue parole
culla alibi d’amore.
Accoglimi uomo solitario
stringimi fra le tue braccia
fammi sentire il tuo cuore
che batte all’unisono con il mio
Infrangi ogni timore placa i turbamenti
portami nell’oblio dei sensi
dove danzeremo fino all’alba.
Amami
ora che ti appartengo.

Federica

******

Concorso di Emoz. 2005

Il Caso

Avevo atteso che l’aula si svuotasse del tutto, facendo finta di sistemare gli appunti. Sperando che anche tu non avessi fretta e non uscissi da lì tanto in fretta. In realtà, mi sembrava impossibile poter rimanere da solo con te, mia Francy, ma quel giorno avvenne il
miracolo. L’aula andò svuotandosi, io ogni tanto guardavo verso la cattedra e avevo paura che tu potessi da un momento all’altro andartene. Ma forse anche tu avevi visto che io temporeggiavo, forse anche tu stavi facendo finta di correggere non so bene cosa. Ogni tanto ci guardavamo, ma non come uno studente con la sua docente. Sì, furono interminabili quei minuti. L’aula era completamente vuota, ma io non sapevo come attaccare bottone. Un conto era fare le domande durante le lezioni, e ora? Io in fondo sono timido, poi, non era
come parlare a una mia amica o a una mia compagna di università. Avevo il cuore che mi batteva fortissimo. A un certo punto, però, mi decisi. In fondo, anche se più piccolo, ero pur sempre io l’uomo. E forse ti sembrai banale, quando, avvicinandomi a te, chiesi: “Scusi, volevo chiederle alcune cose sull’esame…”. Che approccio… Singolare. Ma, d’altronde, cosa potevo dire? Eppure, iniziammo a parlare, osservando quanto la matematica potesse essere interessante, per nulla arida. Ti stavo vicino e sentivo il tuo profumo. Avevo lo stomaco in subbuglio, ma non riuscivo a staccare i miei occhi da te. A un certo punto, con naturalezza (ma per me fu un gesto molto sensuale), ti sciogliesti i capelli. Li avevo visti sempre legati. E lì la mia timidezza svanì. Fu spontaneo dirti: “Sta davvero bene con i capelli giù”… Forse non attesi neanche la risposta. Me ne andai con quella immagine negli occhi.
Non so se il ghiaccio era rotto. So che il mio cuore era pazzo di te.

Finita la lezione, rimanemmo soli nell’aula…Tu ti attardavi ad uscire, io scribacchiavo qualcosa per aspettare non so bene cosa… ad un tratto con passi flessuosi, leggeri e felpati come quelli di un micio timidone, ti avvicinasti alla cattedra e con un filo di voce mi chiedesti
ragguagli sull’imminente esame.
Fu facile rispondere senza sentirmi in imbarazzo, d’altronde parlavo di matematica, e Tu, mio dolce Paolo, mi guardavi come imbambolato, sempre con questi occhi meravigliosamente espressivi e dolci… Credo che Tu non sentissi nemmeno una parola, di ciò che dicevo, mi guardavi le labbra, come un bambino davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli con il naso schiacciato sul vetro, con l’illusione di avvicinarsi sempre più vicino all’oggetto desiderato. Dopo la caduta dei libri mi si erano sciolti i capelli, e li tirai su alla meglio per non essere in disordine davanti agli studenti… E, non so per quale ragione, mentre Tu mi guardavi e mi parlavi, mi venne istintivo scioglierli del tutto.
Vidi i tuoi occhi brillare, e mentre scuotevo la testa da una parte all’altra per sistemarli in tutta la loro lunghezza… A mezza bocca con una rapidità supersonica mi dicesti che stavo bene con i capelli in giù… Stavo per rispondere… Ma già eri sparito…
Rimasi per altri dieci minuti ad aspettare il tuo ritorno, poiché avevi dimenticato una specie di sacca con libri, quaderni, cd… E anche il tuo tesserino universitario… Non avevo saputo resistere e prima di portare tutto in segreteria guardai dentro e finalmente seppi il tuo
nome… Paolo… Ma vidi anche la tua data di nascita…

Paolo e Francesca

******