Leggiamo insieme...

Glamodama – Milligrammi di Assuefazione

Angela Buccella 

Leggiamo un libro insieme? Questa è una nuova proposta di Manuale di Mari.

Da questo mese proporrò alla vostra lettura un libro e vi chiederò di commentarlo nei giorni seguenti appena lo avrete letto.
L’autore presenterà uno o più estratti della sua opera in esclusiva per Manuale di Mari e potrà partecipare ai commenti dialogando con i lettori.

Mi sembra una bella idea, no? Un modo per condividere anche le emozioni che proviamo leggendo lo stesso libro.
Chi decide di partecipare impegnandosi a leggere l’opera che proponiamo oggi è pregato di lasciare un commento a questo post.

LEGGIAMO INSIEME…

A chi ama le emozioni, anche quelle più forti e intense, presento "Glamodama – Milligrammi di Assuefazione" di Angela Buccella.
Su questo libro potete leggere una recensione bellissima nel Blog di Francesca Mazzucato.

Chi non conosce Angela Buccella può visitare il suo Blog.

Angela ci permette di pubblicare in anteprima i seguenti brani tratti da ""Glamodama – Milligrammi di Assuefazione".

***

"Sono autolesionista.
Ho bisogno di farmi squartare per sentirmi bene.
Di sentire il mio corpo piangere e lamentarsi.
Fino all’endorfina.
Che mi da solo sensazioni di freddo. Nient’altro.

Ho goduto. Mi sentivo bagnata tra le cosce mentre guardavo il bisturi tagliare.
Prima la linea bianca. Strato di grasso. Poi il rosso.
Fausto colore per i miei porno sogni.

Due rondini prendevano forma sull’addome. Forse un giorno avrebbero preso il volo.
Se le tatuavano marinai.
Ricordo dei “Sii paziente.”.
Fanculo.
Conosco a memoria la merda.
Conosco a memoria la merda."

***

"Ti ho guardato fisso mentre mi legavi al letto. Ti ho studiato. Ti ho osservato. Nel tuo intento di immobilizzarmi. Cosa vedevi nei miei di occhi?
Le corde erano strette. Mi facevano male. Sapevamo avrebbero lasciato segni a lungo sulla pelle.
Lo facevi per questo.
Sarei apparsa usata. Rovinata.
Come piace a te.
Come mi hai sempre desiderata.
Come mi hai sempre voluta.
Inerte.
Un verme su cui lavorare.
Ti ho fissato. Ho fissato le mie piccole pupille nere nelle tue mentre mi infilavi un ago tra il collo e lo sterno per poi posizionarci sopra il nodo della corda. Per punirmi. Dicevi. Lo facevi.
Sentivo il dolore. Mi faceva schifo fossi tu a procurarmelo.
Bastardo.
Ora te lo restituisco. Con tutto l’odio che nutro per te.
Ti odio bastardo.

Ti odio."