Nel Bistrot dell’Amore
Quante promesse e quanti sorrisi
quanti sguardi e mani sfiorate
su quel tavolino d’angolo
nel piccolo Bistrot dei SogniServito per due è la vita
e un calice di vino rosso
nella notte generosa e semplice
nel Bistrot dell’Amore
Salutiamo la primavera e cantiamo l’amore nel Blog Manuale di Mari con il Concorso di Emozioni!
Dal 23 marzo, per un mese intero, puoi pubblicare e commentare in questo blog poesie e racconti d’amore.
La partecipazione è libera ed aperta a tutti. Condividi belle emozioni d’amore commentando le opere pubblicate. Agli autori dei commenti più belli doneremo un fiore o un libro.
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Vorrei
Vorrei poter sempre avere sul mio viso
la luce dorata d’un tardo pomeriggio d’estate
vorrei poterti sorridere
senza fretta
né rimpianti, né paure
vorrei farti ricordare anche nel più cupo inverno
il calore del sole che cerchi
vorrei guarirti dai mali
del corpo
e della mente
vorrei …vorrei..davvero vorrei
perché
tu
mi hai chiamata
‘amore’
@annalisa fracasso,
I vorrei delle anime belle,
rendono utile alle cose
ogni nostro sorriso
ogni nostro perchè
mentre risponde
a domande
d’assoluto.
Sabatina
@Sabatina, chi ha una sensibilità più profonda di altri certe situazioni le comprende e le apprezza, momento per momento, nessuno escluso!
@annalisa fracasso, leggendoti mi e’ tornata in mente la bellissima canzone di Battiato “La cura”. L’amore che si dona facendosi dono…Complimenti,Manuela
@Manuela pana, certo, per la persona amata si vorrebbero spianare tutte le strade e si vorrebbe che potessero essergli tolte tutte le sofferenze..
@annalisa fracasso, Condivido in pieno il tuo pensiero! Mi viene quasi da reinterpretare la celebre frase dicendo:”datemi un amore (vero) ed io solleverò il suo mondo”. Il dono dell’amore come un miracolo di vita…
@annalisa fracasso,
il titolo della poesia “Vorrei” è emblematico perché chi vuole qualcuno al suo fianco prima o poi lo ottiene. Comunque, è un volere dolce e non prepotente che non lascia né rimpianti e né paure a chi si trova coinvolto in questa storia d’amore. Infatti, l’amore con la sua magia dei sensi è la migliore medicina di ogni anima in pena.
@alba venditti, “vorrei” é, per l’appunto, un “condizionale”, in effetti sono convinta che ci voglia un superiore disegno che ti porti a vivere certe situazioni… solo a questo punto ci é dato sperare e apprezzare o negare quello che ci succede. Non ha senso imporre la propria volontà su eventi che sono totalmente al di là della nostra portata… poi chissà… sperare é lecito e desiderare il bene altrui fa bene anche a se stessi!
@annalisa fracasso,
Dolce Annalisa,
“vorrei”… ma tu puoi, perchè l’amore è un meraviglioso dono
che può far guarire ogni malattia.
Con affetto.
Marinella(nonnamery)
@Marinella, eh già, che l’amore guarisca ogni malattia é vero, ma desiderarlo non vuol dire sempre trovarlo..nella mia poesia volevo comunque proporre una sorta di dono verso chi regala e dimostra affetto per qualcun altro..e qui, credimi, ci vuole un bel coraggio!
Non trovo parole per esprimere il grazie agli innumerevoli complimenti, grazie veramente a tutti, ma che bravi tutti questi amici con cui divido gli spazi a cui non potrei mai rinunciare. La pioggia sta flagellando il mio lago, ma il pensiero è altrove all’altro flagello e ai perchè, troppi perchè, che forse non avranno mai risposte. Spero di non “sforare” il numero del regolamento del Concorso, vorrei rifugiarmi nell’amore, in quello ritrovato e accantonato e che ti fa dire : non è mai finita.
VIBRAZIONI
Per questa accesa passione
metterò i tuoi limiti
negli scaffali della pazienza,
inattesa virtù che non s’addice
al fiume scarlatto che corre inarrestabile
nelle mie vene e nei sensi incantati.
Aspetterò le tue mani
che, avide e carezzevoli, turberanno
colline e insenature mai esplorate;
nasconderò i limiti di questo corpo
stravolto nelle visibili ruvidezze.
Tu sarai buono e amorevole,
a me somigliante.
Ci ritroveremo nelle ore, o negli attimi
ghermiti al quotidiano dovere,
indifferenti ai severi sguardi
degli angeli alla parete.
@mariarosa lancini cost,
Bellissima.
L’immagine dell’amore femminile: calmo, pacato, sereno, materno, rispettoso, stabile. L’immagine di un porto sicuro e fermo, l’affidabilità e la tenacia di chi sa “mettere limiti” insegnato da Amore a pratiche divine che per nostra sola natura non potremmo mai azzardare. E ancora i limiti della donna che ama “nasconderò i limiti di questo corpo/ stravolto nelle visibili ruvidezze”. Un elogio alla natura umana che straripa e rompe gli angeli grazie al suo sguardo volto “agli angeli della parete”
Grazie, rimane dentro…
Sabatina
@Sabatina, esiste una piccola parola che troppo spesso usiamo con noncuranza o con superficialità, questa sera che mi vede particolarmente rattristata, la voglio dire a te: GRAZIE con la mano sul cuore.
@mariarosa lancini cost, le vibrazioni d’amore sono presenti negli attimi quotidiani che fuggono e sono calamitate nell’anima come molecole di un atomo.
@mariarosa lancini cost,
Cara Mariarosa,
ho sentito nei tuoi versi la pazienza dell’amore che rende più forte l’unione di due esseri che si amano con rispetto. Complimenti!
Marinella(nonnamery)
UN RICORDO
Un prato con fiori di campo
sognavo mentre sul banco
sedevo e intanto i pensieri
volavano dall’oggi all’ieri.
Nel prato io ero con lui
e c’erano tanti colori
di petali di tulipani,
di anemoni,viole e narcisi
e lui con lo sguardo celeste
posato sulla mia veste,
posato sul mio pudore
mi regalava l’amore.
Voce del professore
parlava di miti e Platone,
mentre il ricordo di allora
accarezzava il mio cuore,
io con le dita intrecciate
coprivo il mio viso bagnato.
Elisa.
@Elisa Barone, il ricordo di quello sguardo celeste su di te su quel prato con fiori di campo si percepisce vivo come allora. Evidentemente tra te e quel lui c’era un bell’intreccio d’amore diventato un mito.
@Elisa Barone,
“io con le dita intrecciate/ coprivo il mio viso bagnato” intenso e suggestivo quadretto dipinto con mestria e meraviglia: colori che arrivano sbiaditi e pallidi, canditi e struggenti. Impressionistico e elegiaco, tenero, garbato, astuto.
Grazie, Sabatina
Per Alba e Sabatina
Le vostre parole garbate e suggestive mi fanno capire che circostanze vere o immaginifiche possono far percepire ,in chi legge, ricordi di sentimenti e di emozioni perchè questi,a differenza di fatti narrati, non si possono inventare.
Grazie.
Elisa.
@Elisa Barone,
carissima, le tue delicate rime mi hanno fatto pensare a una canzone del grande De Andrè, che – tra l’altro – è una delle mie preferite in assoluto: “La Canzone Di Marinella”.
E in quel prato, tra quei fiori e quel pudore dipinto così bene dalle tue parole, sai far rivivere ricordi lontani di ognuno di noi.
A strega del mare
grazie per aver compreso che i versi son volti a rivivere e far rivivere lontani ricordi animando il passato che laddove non evocato diventa inutile, perduto.
Elisa.
@Elisa Barone,
Cara elisa,
i tuoi versi freschi come il pudore del primo amore, mi ha portata lontana nel tempo…
Un complimento azzardato
un soffuso sorriso
il mio viso si tinge
di rosso scarlatto.
Il sipario è calato
sul primo atto
della mia timidezza.
Marinella(nonnamery)
A Marinella
Grazie per le parole e per i dolci versi.
Elisa.
E’ vita
La vita è come una primavera
dove mi corri sempre incontro
allargando le tue braccia per abbracciarmi
e il tuo profumo si mescola
a quello delle margherite.
La vita è come un’estate
dove camminiamo coi fianchi aderenti
e le braccia allacciate al corpo
quando il sole si confonde con la luna
e il cielo si tinge d’arancio.
La vita è come un autunno
dove percorriamo i sentieri nei boschi
e infuocati baci tra il giallo e il vermiglio
infiammano l’utima aria tiepida
tra ottobre e novembre.
La vita è come un inverno
dove ci teniamo davanti al camino
mentre fuori la neve ricopre la campagna
e la guardiamo scendere come fossimo ancora bambini.
@Arsomnia, è vero la vita è un po’ come le stagioni dell’anno. In inverno ha bisogno di piu’ calore umano; in primavera ha voglia di risvegliare le proprie potenzialità; in estate rinfresca le sue numerose idee per mettere in pratica al più presto; in autunno non vuole far disperdere i nostri sogni altrove come foglie al vento scolorite ed essicate sui prati. Le quattro stagioni camminano di pari passo insomma, verso un profumo inebriante di vita vera-
@Arsomnia, Quando l’amore rientra nel detto:”non ci sono piu’ le stagioni”,quando vive di mezze misure oppure non c’e’ affatto,lo desideriamo sognando le 4 stagioni come parte integrante della ciclicita’ della vita stessa.
L’amore, la vita si vestira’ ancora di umanita’ fino a quando riusciremo a sentire il battito di quel bambino nascosto dentro ogniuno di noi.
@Arsomnia,
E trovare, in ogni stagione, la perla che la rende preziosa.
Così è nella vita, così è nell’amore. Che sa essere così forte e vero in ogni angolo del tempo.
Sei così bella, Ars. E le tue parole, una volta ancora, parlano di te.
@Arsomnia,
In effetti la vita è come le stagioni e se riuscissimo a viverle in pienezza, sarebbe un arcobaleno di sentimenti. Complimenti!
Marinella(nonnamery)
@Arsomnia,
hai scritto questa bellissima poesia pensando intensamente alle stagioni della vita.
La primavera come l’infanzia che serve per scoprire le meraviglie che ci circondano.
L’estate come la giovinezza piena di sogni…
L’autunno come quella parte della vita, dove hai già fatto le tue scelte.
L’inverno come la conclusione del tuoi anni vissuti.
Con nostalgia la tua mente rivive le stagioni che non torneranno più..ormai fanno parte dei ricordi della tua esistenza.
Maria Luisa Seghi
@Arsomnia,
complimenti per i tuoi bellissimi versi, e anche per il titolo, più che mai emblematico e segno di speranza, in questi giorni di lutto. Ti ringrazio per il tuo affetto e ti saluto caramente
Daniela
@Arsomnia,
Mie care, vi ringrazio di cuore per le parole che mi avete lasciato.
E’ vita.. una vita accanto all’uomo che amo e che, di stagione in stagione, di anno in anno si rinnova..
Un abbraccio collettivo
Ars
Come Un’Infinita Danza
E’ una sera strana, questa.
Una sera impalpabile e muta del tuo primo Dicembre fiorentino, in cui i confini del tempo e dello spazio si perdono tra mille fili, e la memoria sfuma nel reale.
Ed è così che, dopo tanta attesa, le tue mani afferrano la penna e, quasi dotate di vita propria, gli scrivono.
Gli scrivono una lettera che non leggerà mai.
“Ti ho sognato stanotte, sai?
Eravamo al Mare, seduti sul bagnasciuga, l’uno accanto all’altra.
Un silenzioso pomeriggio d’Inverno, la spiaggia umida e deserta, solo il volo basso dei gabbiani a farci compagnia.”
E parlavate, pacati e lenti – come a voler essere parte di tutta quella quiete – vi raccontavate guardandovi di tanto in tanto negli occhi, vi annusavate, vi sfioravate appena.
E mentre le onde si rincorrevano festose proprio davanti ai vostri piedi, sorridevate.
Sì, sorridevate – questo lo ricordi bene – come due naviganti stanchi e fieri, con addosso l’odore delle acque e delle rotte attraversate. Ma sereni. Sereni per essersi ritrovati lì, dopo tanti viaggi, porti, mappe, cieli e maree.
Dopo chissà quanti diversi sguardi, dita, corpi, voci, parole. Dopo chissà quanta strada percorsa lontani e mai condivisa. Dopo chissà quanti fogli scritti senza che l’altro potesse più farne parte.
Sorridevate come due bambini un po’ cresciuti, con in bocca il sapore delle favole ascoltate e poi dissolte.
Ma felici. Felici di esserlo voi, forse, una Favola.
Voi che eravate di nuovo e ancora insieme, per terminare le frasi lasciate a metà, pitturare le tele incompiute, sciogliere i nodi e ricomporre i ricami. Voi che avevate di nuovo e ancora il tempo, il fiato e la voglia per essere voi e basta, come una volta, come forse sarà sempre.
Quando ti sei svegliata non saprei dire esattamente che cosa hai provato.
Malinconia? Nostalgia? O smarrimento?
“Non lo so, Piccolo Principe – per quanto tempo ti ho chiamato così – non lo so, come non so adesso dove sei, con chi sei, come stai. Se, da qualche parte, ancora, ci sei.”
Sono passati all’incirca due anni dall’ultima volta in cui avete avuto un contatto, poi è scivolato via ovattato come neve, e, di lui, tu non hai saputo più nulla. Il cellulare costantemente spento, la lettera che non ha avuto mai risposta.
A volte hai avuto paura. Una paura matta che gli fosse capitato qualcosa, pensieri terribili che hai cercato di scacciare non appena ti assalivano.
“E mai, proprio mai, ti ho dimenticato. Non potrei farlo, mi piacerebbe che tu lo sapessi.
O magari, in qualche modo, lo sai?”
Facile e scontato dirlo adesso, ma era tutto più limpido quando c’era lui.
Era più semplice prendere le matite e i pastelli a cera e costruirci il mondo.
Era più semplice meravigliarsi rimanendo a bocca aperta e spegnere la luce senza sentire la paura.
Era più semplice non fare caso ai battiti del tempo e aspettare ogni domani disegnandone i contorni.
Era più semplice affrontare tutto con la leggerezza di un’infinita danza.
“Dimmi, ti ricordi ancora? Ti ricordi ancora, di noi?”
E’ buffo. Tu delle prime parole che vi siete scambiati quel lontano Agosto di sedici anni fa non ne hai mai avuto memoria. Non che avesse poi molta importanza, era un po’ come credere che non ci fosse stato inizio e che ogni cosa fosse, da sempre, così. Simpatia immediata, pulita e insieme timida e impulsiva, e voi sempre avvinti, sempre appiccicati, senza che nessuno riuscisse a staccarvi né a insinuarsi in mezzo a quello che eravate.
“Ma che cosa eravamo? Te lo sei mai chiesto?
Soltanto due bambini, Piccolo Principe, soltanto due bambini, che si incontravano d’Estate, pochi giorni l’anno, se l’orco delle ferie degli adulti ci accordava il suo consenso.”
Ma vi volevate bene con la purezza e la spontaneità di cui solo un bambino può essere capace.
Tu che sceglievi ogni sera il vestitino più carino da indossare, lui che voleva solo te sulle sue spalle per farti fare i tuffi.
Tu che conoscevi mille giochi con le carte e le leggevi a tutti, lui che chiamava sempre te come compagna nelle sue partite.
Tu che non resistevi più di due minuti stesa al sole, lui che metteva puntualmente il suo asciugamano accanto al tuo.
Tu che per lui risvegliavi l’invidia di tutte le bambine, lui che ti diceva serio: Fregatene, loro non sono come te.
Tu che eri l’emblema del maschiaccio e ne inventavi sempre una e correvi chiacchieravi ridevi senza fermarti un attimo, lui che non si stancava di inseguirti e di ripeterti che era quello ciò che gli piaceva e cercava in altre senza trovarlo mai.
Tu che lo sentivi tuo e amavi immaginarvi grandi.
Lui che sua ti considerava, e grande ti sapeva far sentire anche a dieci anni.
E’ incredibile pensare che riusciste a far entrare ogni cosa in quel lasso di tempo così ristretto, così freneticamente limitato. Poi, una chiassosa comitiva di lettere, cartoline, pacchetti e qualche telefonata si snodava lungo gli altri mesi e la vita dell’uno prendeva forma e fiato davanti agli occhi dell’altra senza lasciare posto al vuoto, senza interruzione alcuna.
“Conservo ancora tutto, sai. E in te, c’è ancora il loro posto?”
E pian piano siete cresciuti, mentre l’adolescenza plasmava il vostro quadro in un gioco più sottile di ambiguità e malizie, e vi siete feriti, allontanati, riavvicinati e ritrovati, ma non vi siete persi mai.
E’ stato solo dopo che, senza chiedersi come né perché, il cammino ha cambiato direzione, e non vi siete accorti,
o non avete ammesso, che i chilometri si erano trasformati in irraggiungibili distanze, i prati in lande troppo vaste, i piedi in grandi paia d’ali.
E forse sei stata più tu, di lui, a ritirare l’ancora e ad andare via, a relegarlo decisa in una stiva troppo stretta, tu che per lui eri sempre la sua stessa Principessa.
Finché, quella sera di quattro anni fa, l’equilibrio precario crollò. In un attimo.
E crollarono i vasi con tutto ciò che eravate stati, un tonfo sordo a terra, e miriadi di cocci e schegge a tagliare la pelle e insudiciare il tappeto. Un litigio terribile. Parole come lame.
Il timore di averlo perso sul serio, per aver scelto L’Altro, rifiutando lui.
Lui che era venuto da te apposta, con quel preciso intento, condurti fuori dal giardino evanescente in cui eravate stati fino allora, cercare la passione fra i gesti, sull’amaranto delle tue labbra e conoscere quel tuo essere donna come mai aveva visto prima, far camminare i tuoi piedi accanto ai suoi fuori dal sogno e, come creta morbida, rendere tangibile la Favola lontano dall’infanzia e verso il mondo degli adulti.
Ma era troppo tardi. Troppo tardi.
Il Re era arrivato, e ti aveva portata con sé.
Eppure riusciste a resistere e superare anche quello, perché dodici anni non si buttano nel cesso, non si poteva rovinare tutto, distruggere tutto, perdere tutto. E non lo faceste, anche se da quella sera non vi siete visti più.
“Soltanto adesso mi rendo conto di quanto deve esserti costato, sentirsi dire quello che ti dissi, ingoiare quel boccone avvelenato, e poi prendere a morsi anche l’orgoglio, così che lui non avvelenasse noi.”
Ancora due anni di messaggi, chiamate, promesse di rivedersi presto e ti voglio bene.. Finché è andato via. Volatilizzato, sparito in un soffio – impercettibile alito di vento – come quando era arrivato.
Certe notti ti è capitato di sognarlo ed era comunque un modo per sentirlo più vicino.
“Ma quanto mi sei mancato, quanto mi manchi adesso.
Chissà come sei. Che taglio di capelli hai, che profumo porti, come sei cambiato. Chissà com’è ora la tua voce o come sono le tue mani le tue braccia i tuoi sorrisi. Chissà se da grande sei l’uomo che immaginavo io.”
Ti accorgi che fai fatica a focalizzarlo, a recuperare il suo viso nel passato, e soltanto i suoi occhi di muschio restano fermi come un faro sulle pieghe sconnesse del tempo. Per tutte quelle volte in cui li hai afferrati e solcati affondati graffiati accarezzati. Per tutte quelle volte in cui li hai attraversati.
“E tu, mi ricordi ancora? Pensi mai a me? E tornerai mai, Piccolo Principe? Tornerai mai da me?”
E’ una sera strana, questa.
Una sera impalpabile e muta del tuo primo Dicembre fiorentino, in cui i confini del tempo e dello spazio si perdono tra mille fili, e la memoria sfuma nel reale.
“Dimmi che lo sarai di nuovo anche tu. Reale. Come tanto tempo fa.”
@stregadelmare,
…mi ha preso così tanto questo tuo racconto e sentirlo raccontare da te mi ha così talmente commosso..
Non si può mai dire, mi piace pensare che tornerà 🙂
Un abbraccio
Ars
@stregadelmare,
sbarca i confini della terra e del mare, del tempo e dello spazio, libera la tua mente ed il tuo cuore del Piccolo Principe e lascia che il soffio di una nuova ventata fresca si ricongiunga con la scia che ti porterà verso un nuovo ormai diventato Re, il tuo Re, che ti aiuterà col suo amore a spazzare via quel primo Dicembre fiorentino che ha lasciato galleggiare a metà strada a mezz’aria la tua anima.
@stregadelmare,
Sarebbe bellissimo se il sapore della favola non si dissolvesse, come accade leggendo il tuo racconto scritto benissimo e con profondità di sentimenti.
Sei straordinaria!
Complimenti!
Giuseppina Mira
@stregadelmare,
Cara Stregadelmare, mi sono tuffata nel tuo racconto e ho nuotato tra langhe principi e re. Se non è troppo tardi, ricongiungiti al principe… ormai re. In amore, le follie sono concesse. Auguri.
Con affetto.
Marinella(nonnamery)
@Arsomnia, Manuela pana, Giuseppina Mira, Marinella
Carissime, grazie di cuore per avermi letta e per le parole che mi avete lasciato!
Questo racconto risale al 2004, e la parte di me che avevo messo in lui, come quella sottile malinconia, ormai non mi appartiene più. Ma è stata una parte importante, da non dimenticare.
Ci tengo a dirvi che il lieto fine c’è. Felice è il Piccolo Principe, ora, con la sua Vera Principessa. Felice è la donna, ora, che a lui dedicò quelle parole, mentre divide la sua vita con il suo Vero Re. E non si sono persi, i due. Mi piace immaginare che non si perderanno mai. Perchè le Favole esistono, anche quando le strade cambiano.
Grazie ancora di cuore!
@stregadelmare, Dolcissima Streghina e Principessa,ho appena letto casualmente la tua replica,e,sappi che sono veramente contenta per la tua risposta!Che bello !! ogni tanto qualche Piccolo Principe ritrova la strada verso la sua rosa e l’amore!!Viva l’amore elisir di paradiso riflesso in noi!!
@stregadelmare,
anche quest’anno, Stregadelmare segna il Concorso di Emozioni con un racconto bellissimo che conquista l’attenzione del lettore dalla prima riga fino all’ultima… E non è cosa di poco conto considerando che leggiamo su un monitor.
Complimenti.
R.
@Robert,
caro caro carissimo Robert.. ma così mi fai piangere!!
Ti abbraccio forte, ma tanto forte!
@stregadelmare,
Cara Stregadelmare,
prima di tutto ho letto il tuo raccomto che mi è piaciuto moltissimo, ci sono tanti sentimenti fra queste parole, c’è l’amore, la separazione, il rimpianto, la curiosità, l’orgoglio….spero che poi in fondo, dato che l’amore guida il mondo, ci sia un lieto fine, perchè sono i lieti fini che fanno apprezzare la vita anche se passano le nuvole…
Volevo ringraziarti per il commento che mi hai lasciato. Ho cliccato su Stregadelmare e con mia meraviglia mi sono venute incontro in mezzo al mare due sirene blù nel mare di Atlantide.
Ti prometto che leggerò le parole e i pensieri che ci sono con grande gioia.
Perchè Stregadelmare… e non Fatadimare…?
Ti senti più strega che fata?
Un caro saluto
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi,
carissima Maria Luisa, un grazie colmo d’affetto per queste tue parole.
Voglio rispondere alla tua domanda.
Nella mia tradizione, le Fate sono esseri eterei appartenenti al regno del fantastico, come gli elfi, le ninfe, le sirene.
La Strega, invece, è tutta una realtà diversa. E’ un discorso molto lungo, ma cercherò di esprimerlo nel più breve modo possibile. La Strega non ha niente a che spartire con il concetto negativo di essa tramandato dalla storia superficiale. La sua concezione della vita è un ritorno alle origini, al seno della Madre Terra che da sempre ha regolato la nostra vita. Ella ci insegna a scoprire l’essenza del mondo e della vita nei boschi, sui prati, sulle montagne, nell’acqua dei mari e dei fiumi, nelle caverne, nel sibilo del vento, nella luce della Luna, nel canto degli uccelli. Liberandosi dai ceppi della razionalità limitata, la Strega ci insegna a ritrovare l’armonia con la Natura,ad amarla e rispettarla, a conoscerla, a ballare con lei, godendo della sua musica, ascoltandone la voce, a nutrirci e curarci con i suoi prodotti. La Strega discende dalle Sacerdotesse della Grande Madre, coloro che con la Natura tenevano i contatti, di cui conoscevano i segreti e sapevano renderli utili nella vita di tutti i giorni. Erano Streghe le guaritrici delle Ere buie del Medioevo.
La Strega è una donna libera dai pregiudizi e dai ceppi della morale perbenista e ipocrita. Si affida all’intuizione e al proprio istinto, spesso le chiavi indispensabili e uniche per interpretare i segreti della realtà. La sua mente tende alla luce, alla saggezza, alla comprensione. Lo schema rigido e limitato della razionalità le sta stretto. Suo è quello ben più ampio dell’irrazionale. E’ in stretto contatto con l’arcano, il mistero è il suo elemento, intuisce le forze sovrannaturali e naturali che dominano il mondo, ed entra in contatto e convibra con esse.
E’ ribelle e naturale, disprezza la superficialità, e, forse per questo, la storia ha spesso cercato di condannarla e di farla tacere. Usa la sua sensibilità per comprendere meglio i drammi e le sofferenze degli altri, usa la sua intelligenza per rendersi comprensiva anche verso chi devia dalla norma e trasgredisce, perché nessuno può essere certo di non sbagliare mai.
E, da ultimo. Non è che “la Fata è buona e la Strega è cattiva”. Il Bene e il Male giacciono nel cuore di ogni uomo, e ognuno è libero di fare la sua scelta.
Questa è la mia Strega. Questo è il significato del mio nome.
Mi scuso per essere stata così prolissa, spero di non aver offeso la sensibilità di nessuno, e di non avervi annoiato troppo!
Un grande abbraccio.
@stregadelmare,
Ciao Stregadimare,
Innanzi tutto volevo chiarire che la mia domanda:
” Ti senti più strega che fata?” era un modo bonario e scherzoso riferendosi al concetto strega e fata, perchè vedi io sono una donna in età avanzata e non sono molto colta, e
le favole che ho letto o mi hanno raccontato parlavano delle fate “buone” e le streghe un pochino “cattive” e sono cresciuta con questo concetto sapendo, che era pura fantasia, sia le fate che le streghe, poi con il tempo ho capito che era solo per spiegare la differenza fra il bene e il male, e so benissimo che nel cuore di ogni uomo alberga sia l’uno che l’altro sentimento e giustamente ognuno deve fare le sue scelte.
Ho apprezzato la tua spiegazione per farmi riflettere e capire la differenza, ora so molte cose che prima non sapevo..e lo devo a te.
Se questa è la tua Strega..sei una bellissima strega e scrivi anche molto bene, io invece sono una fata bruttina che scrive alla meno peggio, però è nella scrittura che ho trovato la serenità.
Ciao Stregadimare, non mi hai annoiato né offeso
hai notato come questo spazio nel Manualedimari, ci fa aprire il cuore e parlare con l’anima?
Virtualmente ti invio un filo d’argento che ti circonderà in un grande abbraccio
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi,
splendida Maria Luisa, ri-replico qui per rispondere alla tua seconda replica. Solo per dirti che la cultura non sono gli studi che la fanno (se ti riferivi a questo), e sono certa che tu sei molto più colta di tante persone che credono presuntuosamente di esserlo. La cultura la fa la sensibilità, il saper guardare dietro le cose. E a te questo non manca di sicuro. Perchè non sei nè bruttina, nè una che scrive alla meno peggio. Sei una Fata Meravigliosa. Che non ha niente da invidiare a nessuno.
Ti stringo forte forte, col nostro filo d’Argento.
@stregadelmare,
ciao Stregadelmare,
Questa piccola poesia è la mia risposta alle parole bellissime che mi hai dedicato:
LA STREGA E LA FATA
A te stregadelmare
Che le onde sai ascoltare
Il mare ti parla d’amore
Nemica dell’ipocrisia
E amante della fantasia
Sai riconoscere la differenza
Fra la dolcezza e l’amarezza
il filo d’argento che ti ho inviato
come una carezza ti ha circondato
tu, hai pensato
che sono una fata meravigliosa,
io, ho pensato
che sei una strega favolosa.
Strega del mare
I tuoi racconti
Ci fanno sognare.
Maria Luisa Seghi
@stregadelmare,
E’una bellissima favola, dolce e malinconica, che realizza il suo epilogo nella tua altrettanto bella replica.
Con affetto
Daniela Quieti
@Daniela Quieti,
grazie davvero Daniela. Sono onorata, tanto onorata.
@stregadelmare, Grazie per il bel commento alla mia “Notturna” e complimenti per la tua “Danza infinita”. Mi trovo in piena sintonia con Daniela Quieti che ne ha visto l’epilogo nella splendida spiegazione del perché ti senti una “Sacerdotessa della Grande Madre”. E lascia che ti dica che non solo non hai offeso la sensibilità di nessuno ma tutti dovrebbero esserti grati di quello che hai detto. Difendi sempre la Strega del tuo limpido mare.
Un caro saluto.
Sandro Angelucci
@Angelucci Sandro,
io non credo di averle, sai, le parole per ringraziarti.
Per avermi letto, Per aver capito. E per avermi regalato un commento così speciale.
Grazie Sandro, grazie di cuore.
@stregadelmare, Questa volta ho sugellato il tuo racconto con una perla salata..forse perchè credo alle Favole mi piace crederci e la tua letta tutta d’un fiato mi ha rapito. Mi affascina il tuo regalare sogni, mancano sogni oggi! abbiamo bisogno di sogni! e basta leggerti per scovare di riflesso principi impolverati..Con profondo affetto..
@Ladyviolet,
Sonia carissima, sentire un complimento così da te, che hai l’Arte intessuta tra le dita, è un regalo immenso.
Grazie,grazie dal profondo del cuore.
Ti mando un abbraccio strettissimo!
AGGRAPPANDOMI ALLE NUVOLE
Tra amari dubbi e dolci attese
l’AnimaMia danza in stella.
Divento filamento
di firmamento.
Fermo il mondo
nella magia di uno sguardo.
I muri si sgretolano
con carezze sottili di pelle.
Lacrime prendon vita
scivolando su sorrisi versati.
Rimescolo pianti e sogni
aggrappandomi alle nuvole.
@Nellanimamia, aggrappandosi alle nuvole tutti vogliamo distrarci dai problemi quotidiani che troppo ci inquietano. Poi, ci scappano furtive delle lacrime che si rimescolano a quelle nuvole tutte ammassate e là si trasformano stavolta in sogni all’orizzonte della nostra vita.
@Nellanimamia,
leggo e rileggo questa meraviglia. E mi perdo nell’immagine del tuo “filamento di firmamento” e di quei “sorrisi versati”. Che splendore!
@Nellanimamia,
Cara, nella vita ci sono amarezze e… dolcezze. Nei tuoi versi tanta amarezza piena di speranza. Sii più positiva, sei cosi dolce! Con Affetto.
Marinella(nonnamery)
Ero sveglio
Non abbiamo tende alla finestra, é come si dormisse in una serra. Dentro caldo e fuori il tremometro segnava lo zero.
Dormivi accanto a me, sentivo il tuo respiro riposato.
Vedevo il cielo notturno pieno di stelle, vedevo il bosco nero, pensavo a quello che forse ci stará accadendo, il piú grande mangia il piú piccolo e la vita prosegue. Ti sei girata verso di me e hai messo la testa sulla mia spalla, abbracciandomi. Anche io ti tenevo, ho accarezzato il tuo braccio, ti ho baciato in fronte, non ho detto niente, non ci sono parole in quegli attimi, c´é la vicinanza, lo stare stretti l´uno con l´altro.
E ci siamo addormentati.
@vittorio giannini,
di una bellezza disarmante. E’ l’amore vero che si nutre di gesti naturali e semplici…
Grazie per così tanta tenerezza.
Ars
@vittorio giannini,
poche parole per una tangibilità estrema. Banale, lo so, ma quasi mi è sembrato di essere lì. Tra i respiri di quelle sensazioni.
Complimenti sinceri!
@vittorio giannini,
Dolcissimo racconto dove il tutto si respira senza banalità.
Complimenti!
Marinella(nonnamery)
@Marinella, Stregadelmare e Ars
Grazie per avermi letto !
Vittorio, diciottenne innamorato
Carissimi amici,
leggo con attenzione e gioia le opere pubblicate e tutti i vostri commenti. Grazie per le emozioni che aleggiano nell’aria come petali di rosa portati dal vento dell’anima. Affascinante atmosfera che rende questo Bistrot dell’Amore un vero giardino dei fiori più belli del cuore. Attorno a noi e dentro di noi musica e parole a coronare un sogno di realtà e poesia. Ed è magia.
Un saluto a tutti!
Nicla Morletti
@nicla morletti, ha ragione. Tutto questo esprimerci e confrontarci è la magia nella magia: la forza di un contagio positivo e coinvolgente. Anche a Lei tanti complimenti per questa possibilità di metterci in gioco, che il Manuale ci offre.
Cari saluti. PAOLA PICA
@Paola Pica,
grazie per la sua gentilezza. La poesia d’amore è la più alta espressione dell’io profondo. E’ la magia della vita.
Cordiali saluti
Nicla Morletti
@nicla morletti,
Carissima Nicla,
è veramente magia la poesia d’amore e la possibilità che ci offri, assieme a Robert e alla Redazione, di viaggiare nell’amicizia, nelle scambio di idee e di sentimenti, facendoci stringere tra le mani emozioni meravigliose, in una società che spesso, purtroppo, ha nelle mani del cuore solo ragnatele.
Sempre “AD MAIORA”.
Con affetto, stima e simpatia.
Giuseppina Mira
@Giuseppina Mira,
un saluto affettuoso con la poesia e l’amicizia nel cuore.
Nicla Morletti
@nicla morletti,
..e grazie a te, Nicla, a Robert, alla Redazione e a tutto il grande lavoro che fate per permetterci di alimentare questo sogno. E grazie a tutti gli amici che scrivono, riempiendo d’amore questo angolo e le pieghe dei nostri animi!
@Stregadelmare,
grazie a te e a voi tutti per questo mare di emozioni e di parole che fanno vibrare il cuore. Per questo universo di poesia in espansione. Per questo immenso e meraviglioso vascello che si muove leggero nelle acque dell’amore.
Nicla Morletti
@nicla morletti,
Cara Nicla è bello sentire la sua costante presenza tra noi, nel Bistrot dell’amore. Siamo tutte corolle, sospese tra sogni e realtà.
Con affetto.
Marinella(nonnamery)
@Marinella,
grazie a tutti Voi. Di cuore.
Nicla Morletti
@nicla morletti,
Grazie per la gentilezza e la possibilità offerta per esprimere sentimenti ed emozioni in un’atmosfera di condivisione e affetto.
Cari saluti
Daniela Quieti
@Daniela Quieti,
questo Bistrot dell’amore, questo spazio di emozioni e parole è meraviglioso. Esprimere sentimenti e condividere versi di intensa poesia con Voi tutti è un miracolo dell’anima che si espande all’infinito, là dove i sogni e la speranza non muoiono mai.
Un carissimo saluto, Daniela. Un carissimo saluto a tutti!
Nicla morletti
Grazie Robert,
Per aver segnalato a Paola Pica il sistema più veloce per trovare la poesia che cercava.
Lei ha molte qualità: ha una bella voce, scrive delle bellissime parole, ed è attento ad ogni nostra richiesta.
Qualsiasi informazione le viene richiesta, lei e tutta la Redazione rispondete con velocità e chiarezza.
Questa è vera efficenza.
Questo spazio è “Magico” i suoi abitanti creano la Magia della poesia e della letteratura spaziando con la mente nell’immensità dell’infinito…
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi,
Confermo, cara Maria Luisa.. questo è davvero un posto “Magico”…
e vedrai.. quando tutto questo sarà finito, dopo mesi, ancora avrai voglia di questa atmosfera e non potrai fare a meno di percorrere nuovamente i sentieri di questo “luogo”
Ars
@Arsomnia,
Ciao Arsomnia,
Lo so che questo luogo è “Magico” infatti quando percorro questi sentieri, i folletti mi prendono per mano, le fate del bosco mi conducono a vedere la cascata, l’acqua cascando forma delle stelline colorate ed è dentro i bellissimi colori dell’arcobaleno e della natura che io trovo la vita e la serenità.
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi,
posso quotare Maria Luisa e Ars??
Quante volte ho chiesto una mano a Robert e redazione, anche per cose stupide e ho avuto immediatamente risposte pazienti ed efficienti!!
Grazie, dal profondo del cuore!
@Maria Luisa Seghi,
Ciao Maria Luisa, in questo luogo magico, come lo definisci tu, sto acquistando quella fiducia che non ho mai avuto. Solo in questo magnifico giardino so chi sono, e tutto ciò grazie a Nicla e Robert che con il loro interventi e iniziative ci ivitano a scrivere ed esprimere i nostri pensieri. Grazie a tutti gli amici che ho avuto modo di conoscere seppur virtualmente, perchè sono nate amicizie, che io percepisco vere. Grazie a Lenio Vallati che leggendo un mio commento mi ha invitata ad andare avanti, oggi riesco a superare momeni difficili come la depressione. Scrivere mi aiuta ad apprezzare e ad amare di più la vita.
Ti abbraccio, con affetto.
Marinella(nonnamery)
@Marinella,
Cara Marinella,
Mi riconosco molto nelle tue parole, ho avuto anche io questa sensazione di gioia nel cuore a scrivere, e anche io lo devo a Nicla e Robert e alle loro iniziative che hanno fatto aprire quello spazio che era dentro di me chiuso come un pacco legato con lo spago e con i doppi nodi, loro, piano, piano hanno sciolto questi nodi, io mi sono trovata libera e ho avuto la possibilità di scrivere parole e pensieri come non avrei mai immaginato.
Virtualmente ho conosciuto te e tante altre persone, anche se i volti mi sono sconosciuti, ho conosciuto i loro cuori e i loro pensieri, provando grandi emozioni.
Lenio Vallati, se a te ha dato quella spinta per andare avanti, a me ha insegnato l’arte della poesia, cosa che non avrei mai creduto di poter fare, scrivo poesie semplici ma sono sempre poesia..e lo devo a lui.
Tu sei forte e non lasciare che la depressione ti sfiori l’anima, lasciala scivolare via nei labirinti della tristezza, anche io so che cosa vuol dire, e ne sono uscita grazie anche alla scrittura che per me è magia, come la magia di questo spazio dove ogni parola è pura poesia..
Grazie Marinella
con affetto
Maria Luisa Seghi
LUNGO I VIALI DELL’ALBA
Tra rigagnoli di speranza
e refoli di vento
distillerò le memorie
dei miei silenzi
nell’avido respiro
del tempo che ci disfa
e, lungo i viali dell’alba
ove le melodie del mattino
bagnano di rugiada
i timidi sogni
raccoglierò gocce
del tuo tempo
per farne corolla
del mio cuore.
@aifarfalla,
Dolcissima, l’amore da donare con semplicità, gocce di rugiada per farne corolla.
Idillio all’amore puro e sincero, anche se silenzioso.
Brava, complimenti.
marisan
@marisan,
Ciao marisan,
scusa se solo ora riesco a ringraziarti per il commento.
Il solo fatto di essere riuscita a catturare la tua attenzione, in un così variegato palcoscenico di emozioni, è per me motivo d’immensa gioia…se poi aggiungi anche dei complimenti, mi sembra “di volare un pò più su”.
Affettuosamente Ali
@aifarfalla,
Versi traboccanti di armonia che dissetano come rugiada. Giuseppina Mira
Complimenti per le immagini che formano una corolla dai toni variegati.
@Giuseppina Mira,
Grazie Giuseppina per aver lasciato questo commento ai miei versi.
Grazie per attribuire loro la capacità di dissetarne l’anima, e’ proprio a questo che essi mirano.
A volte ci si perde in deserti di solitudine, ove le notti ghiacciano le emozioni insieme alla capacità e alla voglia di sognare….
La poesia crea una magia tra il reale e l’onirico, rendendo possibile quello che altrimenti non lo sarebbe, e nel farlo ci aiuta a vivere…”dissetando” la nostra anima.
Affettuosamente Ali
@aifarfalla,
sei proprio una farfalla, tu.
Dalle ali variopinte e delicate, capaci di sfiorare con dolce armonia le corde del cuore.
@Stregadelmare,
Carissima Stregadelmare:-),
non potevi farmi complimento più bello!
Amo moltissimo questo simbolo, per quel racchiudere in sè, quasi uno sfondo metafisico, che presuppone affinità tra il mondo visibile ed invisibile…quasi ad essere un punto d’incontro tra il tempo e l’eternità.
La farfalla è un’emblema sia dell’effimero, sia di ciò che dura in eterno. E’ un simbolo dell’anima.
Grazie sopratutto per quel “capaci di sfiorare con dolce armonia le corde del cuore”….
Con affetto Ali
@alifarfalla,
Versi dolcissimi che dissettano l’anima.
Complimenti!
Marinella(nonnamery)
Ho pensato che anche questa testimonianza che mi tocca da vicino sia tutto l’amore non detto ma provato, scritto, dedicato, sono tante le facce dell’amore, per questo e con questo partecipo al Concorso. Ringrazio R. sei e sarai sempre una rivelazione.
PASSO A DUE
Troppo scontato dire: lo sapevamo, non si è mai pronti né preparati agli accadimenti molesti. Per sei anni, e sembra ieri, tutti noi abbiamo esorcizzato il temuto oggi, ligi alle raccomandazioni, illudendoci, nel vederti, che il momento temuto non arrivasse mai. Non è stato così, la vita grande giocatrice, come un ragno che tesse invisibili filamenti, ti ha lasciato libero nell’apparente normalità, poi, con prepotente ardire ha detto: basta! Spesso, in questi giorni, mi sovvengono i nostri viaggi: Umbria, Sicilia, Trentino, settimane o solo due giorni, la mente va alle stanze d’albergo, al piacere delle inusuali tavolate, agli incontri e alle bellezze create dai grandi artisti. Alle tue premure sempre sollecite e forse equivocate da quella parte di me che, ribelle non per scelta, ha prevalso sul desiderio d’abbandono e alle tue timide tenerezze. Bada bene non è un chiederti scusa, è solamente riflettere sul nostro vissuto insieme di questi ultimi anni, due stampelle, io e te che hanno sostenuto una speranza, sapendo che sognare aiuta a vivere meglio, non fosse altro nel non avere poi rimpianti. Ti ho accompagnato il primo giorno nella casa grigia con i lucidi corridoi e le stanze grondanti dolente umanità. Tu tranquillo come sempre, io pavida, ho guardato con angoscia gli aghi sondare le vene azzurrine, il tuo sangue andare e venire, un circolo colorato simile a quei giochi al luna park. Ho pensato che per due giorni saresti stato nuovo, poi avresti ricominciato, e così via, la precarietà dell’esistenza si consuma in gesti ormai usuali per chi sa che senza questi marchingegni, ci sarebbe solamente l’oblio, per te e per molti. Tutto è così nuovo che mi spaventa questa manomissione del tuo corpo, in fondo io e te non siamo una cosa sola? Affiatamento, simbiosi, coesione, belle parole, mi chiedo se bastano a significare la solitudine che poi ti prende, quando si è soli ad affrontare l’ineluttabile, il sottile, naturale brivido di paura che ti percorre, quando è una macchina che decide il tuo destino. Tu, che della forza hai fatto il credo di una vita combattuta e a volte persa, sogguardi con grande amabilità i miei sconcerti. Blandisci le mie rivolte, i rigurgiti impetuosi del mio carattere, che, come lava di un vulcano s’insinuano, addolorandoti, nella tua parvenza di tranquilla accettazione. Eppure il tuo essere totalmente uomo, onesto, coraggioso capitano di ventura che affronta i marosi della vita, inguaribile, seducente narratore di storie antiche, insegni con pudore che la vita va vissuta nella totalità delle gioie e dei dolori. Un filosofo o soltanto il custode di inamovile certezze, temprate dalla conoscenza dei tuoi simili? Io che divido, a volte con fatica, il tuo andare, ti terrò nei miei pensieri e tra le mie braccia, sino a quando, il tuo e il mio respiro daranno fuoco e calore affinchè la mongolfiera della vita, s’innalzi lentamente verso altri luoghi da vivere e conoscere insieme.
Ottobre 2007
@mariarosa lancini cost,
In passo a due Lei ha raccontato vita,amore,dolore,contrapponendo gioia e tristezza ,speranza e disperazione,con struggimento ancora vivo e pacata malinconia;la lettura del brano fa riflettere sull’impotenza di chi ama sulla malattia,ma anche sulla potenza di chi ama nel trasmettere fino alla fine un messaggio d’amore che travalica il confine che divide la vita dalla morte.
Un caro saluto.
Elisa.
@mariarosa lancini cost,
Una storia d’amore vissuto a…passo a due. La voglia di vivere
sconcerta e lacera il cuore di chi impotente può solo amare.
Un caro saluto.
Marinella(nonnamery)
@mariarosa lancini cost,
bellissimo racconto per il Concorso di Emozioni.
R.
@mariarosa lancini cost,
.. un racconto di vita da cui traspaiono tutti i sentimenti e oltre al dolore, anche la forza, la determinazione di chi ha quelle “inamovibili certezze”… E tutto l’amore che anche in una situazione difficile si dona…
Grazie
C.
GRAZIE. Grazie è una parola corta, l’iniziale dura, la quarta lettera quasi tagliente. Ma, cari amici, in poche lettere condensa sentimenti possenti e aggrovigliate sensazioni, discioglie quasi con una spossatezza d’arresa ciò che parole molto più pompose e roboanti non esprimono anzi confondono, come spessi nembi fumosi. Voglio perciò amici, nel giorno che segue al “Lunedì dell’Angelo”, ringraziarvi di cuore dell’essere così pronti a condividere le mie emozioni, partecipi davvero – come anime volanti – ai miei sentimenti. Elenco con uguale affetto i vostri nomi: Robert, Nicla, Lucia Sallustio, Manuela Pana, Roberto, Mario Prontera, Emma Mazzucca, Lenio, Marisan, Marinella (nonnamery), Francesco Ballero, Maria Luisa Seghi, Ladyviolet4, Sergio Doretti, Daniele mezzalira, Daniela Quieti… non vi sembri un’elencazione fatta dalle dita sulla tastiera… ognuno di voi, con la vostra personalità e sensibilità differente apporta continuo ossigeno al mio cuore e alla mente coinvolti e stravolti dagl’infiniti dolori o problemi della vita.
@Beatrice Bausi Busi,
quando parla di questo nostro incontrarsi con la scrittura nei blog e nelle Iniziative della Stagione letteraria di Manuale di Mari Nicla Morletti dice che nella dimensione del web più facilmente s’incontrano le anime, “anime volanti”, libere di volare e manifestarsi, in modo meno formale e distaccato di quanto succede nella vita reale. Senza gli orpelli, le maschere e le corazze di ogni giorno, nel web, nel regno delle parole, siamo persone e si ripete quel prodigio tipico della letteratura, si forma ed alimenta quel groviglio di sentimenti, sensazioni, emozioni di cui siamo fatti. Non si tratta, come si potrebbe osservare, di un semplice incanto, perché la vita c’è e preme in ogni momento con la sua bellezza ma anche con la sua durezza. Come succede in questi giorni per le vicende che tutti conosciamo. Ma non c’è solo il male. In quel groviglio c’è tanto bene, tanta umanità, speranza, fiducia, fede, amore. Ci sono tutti gli elementi per una continua inevitabile rinascita o, come dici tu, “ossigeno per il cuore”. Dopo la Passione, la Pasqua.
Grazie a te, Beatrice, per avercelo ricordato.
R.
@Beatrice Bausi Busi,
Grazie Beatrice per avermi inserito nell’elenco fatto dalle tue dita sulla tastiera.
Io leggo sempre quello che scrivi anche se non ti ho fatto molti commenti, perchè l’importante è ritrovarsi sempre, la cosa bellissima di questo spazio di Manuale di mari fatto di parole e di sentimenti umani, è che siamo uniti da un filo d’argento che ci fa tenere tutti per mano, e proprio tenendosi per mano cerchiamo di affrontare con il cuore e la mente i dolori e i problemi della vita.
Con sincera amicizia
Maria Luisa Seghi
@Beatrice Bausi Busi,
Cara Beatrice!..mi hai commosso ancora una volta.La tua dolcezza
risuona come musica e le parole? Sono perle preziose, con le quali costruiamo collane di rara bellezza… AMICIZIE! Grazie per avermi fatto apprezzare sempre di più la vita. Con affetto.
Un abbraccio
Marinella( nonnamery)
@Beatrice Bausi Busi,
Bea..dopo la tua parola vorrei aggiungere una semplice sigla che appartiene allo stesso abecedario di una lingua comune e conosciuta alle belle anime…tvb!!…sara’ un marchio di un qualche concentrato succoso tipo lo sciroppo di lamponi ? ::))
C’è una dimensione, credo, al di là degli astri, giusto per dare un senso di lontananza, ma in effetti dentro di noi, tutta interiore, nell’orrido dei travagli interiori dell’essere, c’è una dimensione che ogni tanto emerge. Essa é come un vulcano che arde nel suo profondo e che, quando le tensioni superano un certo valore, quando la crosta e tutto il peso della roccia e dei detriti già deposti non riescono a sostenere più quella tensione, allora il vulcano esplode, scuote la terra, che si muove e si scrolla di dosso i suoi abitanti, e sparpaglia nel cielo tutti i malori che il vulcano teneva dentro di sé. L’amore è un sintomo esplosivo di quello che sta dentro di noi. L’amore è nostalgia per la dimensione altro che sta dentro di noi. L’amore è espressione di quel travaglio interiore che cerca se stesso e che ha senso di essere la nostra vita e perciò non può non essere ciò che è. E si cerca… non si trova, e sembra di poterlo ritrovare in un altro, in un’altra persona, e pure non si cattura… Sì che l’amore ha tante forme. Allora l’amore è anche, e forse più di tanta altra forma d’amore, anche e soprattutto la carità che si manifesta quando rivolgiamo l’affetto a un diversamente abile, a una povera vecchia, a un malato di alzheimer… a un malato e basta e non solo a una bella donna, a un bell’uomo, a un bel bambino che sono facili da amare. L’amore è anche, e forse soprattutto, amore per Dio… In tal senso ho scritto il racconto La spina sulla collina, che non v’è piaciuto.
@gennaro maria guaccio,
amiamoci, mia Lesbia, dice il poeta, che meglio di questo in fondo non sappiamo fare.
@gennaro maria guaccio,
gentilissimo Gennaro il suo racconto non è stato approvato perché è troppo lungo. La Redazione le ha anche scritto in merito. Se legge nel post dell’Iniziativa abbiamo fissato un limite. 10000 battute sono già tante per un blog… Poi se ognuno vuol far di testa sua e cambiare anche il tema dell’Iniziativa che è l’amore romantico tra due persone, che vuole che le dica? Si vede che non siamo riusciti a farci capire.
Quanto alla lezione sul tipo di amore, mi scusi ma credo proprio che sia fuori luogo qui, in questo Blog, quanto in tutte le Iniziative di Manuale di Mari.
Dispiaciuto.
R.
@Robert,
caro robert, vorrei scusarmi,
voglio senz’altro scusarmi per la superficialità con la quale ho considerato la mia ultima partecipazione al concorso di Manuale di Mari. In effetti, avendo scritto di getto quel pezzo, La spina …, troppo lungo, ispirato dai fatti occorsi in Abruzzo, ho ritenuto di sfondare una porta aperta sul tema dell’amore. Non ho invece fatto i conti con le legittime regole del Concorso, che, però, non ho mai inteso volutamente violare.
Mi scuso ancora, che altro dirti. A presto, Gennaro M.Guaccio
@gennaro maria guaccio,
gentilissimo Gennaro non si deve scusare affatto. Ho letto il suo racconto ed è molto bello. Lo pubblicheremo nel nuovo Blog degli Autori, appena sarà on line, dove non ci sono limiti troppo stretti per la lunghezza dei testi. Quanto alle regole sono fatte per dare spazio a tutti ed evitare che la pagina diventi troppo lunga e difficile da leggere su un monitor.
Con i miei migliori auguri a tutti, Vi porgo la mia poesia sul tema AMORE.
SUBLIMAZIONE EMOZIONALE
Nobile arcano,che ho incontrato
nel centro del rovente cerchio,
sul sentiero quasi del naufragio
tendo la mano per afferrare
ancora momenti di felicità
frammentata in libertà.
All’orizzonte… nasce un miraggio
il suo incanto s’impone, illude
dentro il sogno respinto.
Intanto, il giorno s’innalza ignaro e prepotente
si specchia nel sole che ride e riflette: nuove parole,carezze,
dolci emozioni,…ILLUSIONI,
parole che seducono l’animo e
si fissano nel pensiero tra sogno e realtà…
per gustare la vita, la complessa beltà.
Nell’intelletto, s’incastrano le emozioni come un brillante
ad ogni attimo che avanza cambiano alla differente luce
del giorno:COLORE,SAPORE,FREQUENZA.
ODO che:…non ha miraggi
di riscatto
questo tempo
che mi si avventa
al CUORE…
Solo un SEGRETO
che fa lama di luce e sogno
su cui poso
i miei pensieri…
Nella complessità delle emozioni
il dettaglio non presenta via d’uscita,
ma solo un’ignota scia…
così forte, che rischiara il sentiero e
ci fa intrecciare la mano per saltare con coraggio
gli ostacoli alti come le selve d’intorno,
e con affinità elettiva di spirito
cercare la stessa sublimazione dell’essenza
assaporando piano:IL MISTERO DELL’ESISTENZA.
Franca Fasolato
Scritto molto interessante, dal punto di vista dello stile e della poetica sottile e viscerale
i miei complimenti
un saluto
luca
@poetanelcuore,
grazie per il tuo bello, esplicito commento… molto gradito da parte mia.
Vedi Luca, ricevere un commento, una risposta… fa sempre piacere a tutti io credo.E’ una forma di sottile intesa e di rispetto.
Anche questo è un modo per tendere la mano… per non sentirsi soli in un mare aperto, dove si può osservare l’orizzonte sul quale cielo e terra sembrano unirsi,e noi con la nostra anima poetica sempre protesi per raggiugere l’infinito.FF
@Franca,
“Nella complessità delle emozioni
il dettaglio non presenta via d’uscita,
ma solo un’ignota scia…
così forte, che rischiara il sentiero…”
Bellissime immagini in questa tua lirica in cui si delinea quel “groviglio” esistenziale di cui ho parlato poco prima in altro commento…
R.
@Robert,
grazie anche a te Robert…per aver colto nell’imago mio personale, moderno verseggiare:il giusto SENSO figurativo!
Il quale è stato semplicemente da me vissuto, raccolto e donato, in un foglio bianco, nel momento in cui si è presentato a me come una meteorite… fotografata prima, con il gigantesco occhio del cuore, e poi, filtrata dall’intelletto creativo.
Forse per questo è piaciuta molto anche qui nel Veneto.
Ciao alla prossima…F
@Franca,
Il mistero dell’esistenza,andare al di là dei nostri sogni,speranze e non solo illusioni.Vivere e volerlo anche a costo di afferrarlo con tutto l’amore, il cuore scoppia di luce che rischiara l’alba per un nuovo giorno.Complimenti veramente.
Marisan
@marisan,
ricevere tutti questi complimenti, mi rende felice e mi onora! Spero di aver fatto vibrare dentro Voi delle nobili emozioni delle quali oggi più che mai c’è di bisogno per regalarci… un domani migliore sotto ogni punto di vista.
Potrebbe sembrare una utopia, ma se saremo uniti nella volontà e nell’intento molto potrà cambiare e la Natura ci sarà di nuovo amica perchè per risonanza saremo più positivi.
Grazie, spero di leggere e commentare qualche cosa di tuo Marisan.
@Franca,
Cara Franca, è stato bello leggere i tuoi versi e sentire nuova vita. Ho già scritto i miei cinque componimenti e puoi trovarli nel mese di Marzo.
Buona vita a te e spero ancora di leggerti.
Marisan
@Franca,
E’ una poesia molto profonda nel significato e molto originale nel verseggiare.
Complimenti!
Giuseppina Mira
@Giuseppina Mira,
mi è scappato per la troppa fretta qualche errore, ti prego di perdonarmi e non considerarlo. Grazie per i graditi commenti.
@Franca, Ho dovuto leggere diverse volte il tuo verseggiare, per capire alfin la profondità dei versi e la bellezza dell’anima.
Complimenti!
Marinella(nonnamery)
@Marinella, Grazie per il tuo bel commento.
Sì,sì… è vero ognuno di noi ha il suo stile! Ed è proprio per questo che abbiamo sempre qualche cosa da dirci,da donarci,anche solo con le emozioni di semplici o complesse parole creative.
Ma… solo chi si trova nella stessa frequenza d’onda e nella stessa bellezza dell’animo:può coglierne a PIENO IL PROFONDO SIGNIFICATO dentro il personale verseggiare. Infatti, io parlo di AFFINITA’ ELETTIVA DI SIPIRITO proprio per questo…
Allora, ben venuta amica nella mia stessa onda… ciao,ciao, al prossimo salto se vuoi… “potremo unire le nostri ali per non bagnarci i piedi”. FF
@Franca,
Grazie , cara Franca “potremo unire le nostre ali per non bagnarci i piedi…e come gabbiani aspettare l’onda, sposa del mare.
Un caro abbraccio
Marinella(nonnamery)
@Franca,
Vedi, cara Franca, io personalmente sono il meno adatto a lasciare commenti, sia per la mia lentezza di elaborazione, sia perché spesso ho timore di cadere nel banale.
Non posso però certo esimermi dal esprimerti tutto il mio apprezzamento per la straordinaria sensibilità che mostri, per la delicatezza di un pensiero arricchito da immagini straordinarie e da un linguaggio colto, ricco e variegato. Se il mistero dell’esistenza è l’oggetto o, meglio, il soggetto della tua poetica, ebbene molto ritengo che ci accomuni. Ma i tuoi versi splendono di una originalità tutta tua, ben difficile da eguagliare…
Grazie
Francesco
SALE LA SCALA DELLA NOSTRA VITA
Sale la scala della nostra vita
con passo pesante e accorto il tempo
nel momento del vivere dolente,
mentre i gradini pare sorvolare
con frullo d’uccellino
quando tutto è felicità, armonia.
Possiamo incidere con la volontà
su questi differenti modi
oppure è solo un ottuso subire
quel che ci è consentito?
Riusciremo
(immergendoci a fondo
nel dolore senz’annegarvi)
a trascorrerlo più in fretta,
a prolungare invece
attimi di serenità o d’estasi pura
trasformandoli
in ore, mesi, anni di piacere,
sorseggiandoli
senza quasi poggiarvi le labbra,
paghi solo del loro sentore
anziché tracannarli,
pregni
d’avida eccitazione,
com’insensibili ubriachi?
@Beatrice Bausi Busi,
Il percorso della vita,ammirabile nel suo cammino, avvolte ubriaca di felicità,ahime! anche dolore.Ma la scala sale e le verità vengono a confortarci senza fretta.Coinvolgente e misteriosa la nostra esistenza.
Un caro saluto
Marisan
@Beatrice Bausi Busi,
La vita è fatta di gradini e pianerottoli. Facciamo buon uso, e quando stanche di salita soffermiamoci a sorseggiare.
Con tanto affetto
Marinella (nonnamery)
@Beatrice Bausi Busi,
e chissà mai se riusciremo, cara Beatrice…ma ci tenteremo, nevvero?
Una lirica che prende con una musicalità che incalza. Saranno tutte quelle scale?
Grazie per la riflessione sollecitata..
Ars
@Beatrice Bausi Busi,
Con l’auspicio di “prolungare attimi di serenità” che fanno arrivare in alto, dove ci attende l’abbraccio del sole che dipana il buio.
Complimenti!
Giuseppina Mira
Et ardo
Bollente al cospetto del tuo sguardo
si fa il mio sangue, l’anima bruciando,
mentre il cuore, trafitto dal dardo
dell’amore, tonfa e si dimena.
Et ardo, ardo tacitamente sognando
con la mano tua tenera di sirena
che giace nella mia, assaggiando
i dolci profumi della sera.
Dolcemente i tuoi occhi d’avena
carezzano i miei, timidi alla mera
luce della rotonda luna piena.
L’universo intero odo con noi. Et ardo.
Mario De Rosa
@Mario De Rosa,
“Et ardo” è davvero una deliziosa poesia d’amore. Grazie di cuore Mario.
R.
@Robert,
sono d’accordo con te. “Ed ardo” è una deliziosa poesia d’amore. Vera, profonda, delicata e forte allo stesso tempo. Perché così è l’amore: tenero come un bambino, mentre “assaggia i dolci profumi della sera” e intenso, mentre arde nel cuore.
Bello questo verso: “L’universo intero odo con noi. Et ardo”.
Complimenti a Mario De Rosa, giovanissimo talento, che nella sua profonda verità del cuore, canta l’amore che non ha limiti o barriere. E qui Robert, riprendo il tuo concetto dell’amore quando hai scritto in un commento che l’amore spazia oltre i confini del mondo. Attraversa le finestre chiuse e si espande nel cosmo.
La sua voce è un canto libero che scivola piano sulla terra intera, l’accarezza, la culla. E la rende feconda.
Nicla Morletti
@Mario De Rosa, Sono una passionale, un Ariete testarda e sanguigna, ma capace di SQUAGLIARSI come neve al sole per certe espressioni delicate. In fondo amo molto questa contraddizione in termini, è proprio una mia connotazione. E le tue frasi: “la mano tua tenera di sirena” – “i tuoi occhi d’avena” – “….alla mera/ luce della rotonda luna piena” ti assicuro che per un momento hanno messo in atto lo sciogliersi, di questo mio ardere perenne, in una quieta dolcezza MOLTO RISANANTE! Grazie perciò Mario De Rosa, davvero. Beatrice
@Mario De Rosa,
Complimenti! una bella poesia d’AMORE.
Marinella(nonnamery)
@Mario De Rosa,
La lirica denota un animo molto delicato ed eloquenti immagini poetiche.
Complimenti!
Giuseppina Mira
Prima di scrivere il mio pezzo, voglio esprimere tutta la mia ammirazione per IL BISTROT DELL’AMORE e relativa foto. Non potevate scegliere parole e immagine migliori, per infondermi il desiderio di osare. Auguri tardivi, ma sempre validi perchè sinceri, di ogni bene e di serenità.
Dal racconto inedito “L’ADDIO”, dal libro “L’Incontro”, di PAOLA PICA
Lei sospettava già da un po’ che lui non volesse legarsi più di tanto, anche a causa del fatto che si sarebbero dovuti dire addio tra non molto; in quanto Peter aveva già firmato un contratto di lavoro, simile a quello in corso, con la stessa compagnia ma in Svezia.
Aveva capito che lo disturbava non poco l’idea della sua bella girl-friend lontano da lui, con chissà quante occasioni a portata di mano. Tutto ciò traspariva continuamente dalle battute leggere di lui, dai suoi giochi di parole, che Ilaria a volte fingeva di non recepire.
In quei momenti lei avrebbe voluto scoprirsi, dirgli tutto l’amore che le stava nascendo, che le era già nato dentro, e che la spaventava…proprio come spaventava lui.
Continuava a ripetersi che neppure lei voleva lasciarsi coinvolgere troppo in quella che poteva essere una delle tante storie estive; ma poi si trovava a riflettere sul fatto che, per pensare questo, doveva già essere coinvolta abbastanza.
Ne avevano anche parlato,in modo leggero, come se la cosa non li riguardasse troppo da vicino; ed erano arrivati alla conclusione che la loro non poteva considerarsi una storia estiva nel vero senso della parola, perchè si erano incontrati in una situazione di lavoro. Ed anche perchè, aveva aggiunto Peter e lei non aveva potuto dargli torto,quelle che si definivano “storie estive” erano cose da spiagge assolate sul Mediterraneo, come gli era capitato il mese prima in Spagna e come sicuramente sarebbe capitato a lei, al suo ritorno in Italia alla fine di agosto…
Ilaria non condivideva questo punto, ma lui aveva proseguito il discorso favoleggiando che lì l’estate non finiva mai, che si andava al mare ancora per chissà quanto; mentre lui si sarebbe trovato tra breve fra le nebbie e forse, le nevi svedesi.
Anche lì da loro, ad Oxford, il tempo si stava facendo autunnale, in quella seconda metà di agosto: certe mattine, quando uscivano per recarsi al college, dovevano armarsi di ombrello e giacche impermeabili.
Ormai parlavano sempre più spesso del momento in cui si sarebbero dovuti dire addio e non potevano fare a meno di ricordare come quei due mesi estivi, all’inizio, si fossero profilati talmente pieni di promesse da sembrare interminabilmente belli. E in effetti lo erano stati, belli, anzi bellissimi, perchè si erano incontrati…
“Ma guarda che tristezza ora…” aveva detto Peter, sembrando, per una volta, meno filosofo e meno fatalista del solito.
Stavano tornando dalla casa di Chris e Jo, procedendo abbracciati sull’asfalto bagnato, sotto una di quelle piogge che sembrano non finire più in Inghilterra, dopo la metà di agosto.
Camminavano stretti, nel primo freddo della sera quasi autunnale, dopo aver passato il pomeriggio della domenica nella cucina calda degli unici due che sarebbero rimasti insieme dopo l’estate, perchè già convivevano.
Seduti intorno al tavolo,con davanti un boccale di birra o una tazza di tè, avevano passato qualche ora insieme, ripetendosi ogni tanto quanto fossero infelici all’idea che stava per finire tutto…
La ragazza di Michael era già partita per l’Italia e presto anche Ilaria e Peter si sarebbero dovuti separare.
Usciti da quell’atmosfera calda, anche se triste, loro due si erano ritrovati stretti stretti, ma non solo perchè l’ombrello era troppo piccolo…Tutti e due avevano sentito il bisogno improvviso di scoprire le proprie carte con l’altro: il momento triste si stava avvicinando e non aveva più senso non essere sinceri fino in fondo…non esserlo, poi, per evitare che cosa?
Peter le aveva finalmente detto, una volta tanto senza tono di scherzo nella voce: “Non sopporto di non sapere fino a che punto sei felice con me”, e lei gli aveva risposto: “In questo momento vorrei scappare via, per vedere se e quanto ti dispiace…” E si erano stretti ancora di più, non solo perchè l’aria si stava facendo più fredda.
Erano arrivati a casa e si erano ritrovati abbracciati, dietro la porta, quasi prima di chiudersela alle spalle, chiamandosi “Amore mio”, con lo stesso trasporto e allo stesso momento.
Le maschere erano cadute; non era servito a niente prolungarsi a vicenda l’agonia della sete, per paura che poi l’acqua finisse.
Quella sera la loro sorgente inesauribile era stata ancora più pura e dissetante per loro; la sete aveva vinto e avevano trovato quella cascata di acqua chiara, più chiara del solito, perchè si erano finalmente chiamati con i loro nomi e si erano riconosciuti.
Quell’acqua cristallina aveva lavato i loro corpi, che adesso potevano ignorare il freddo autunnale fuori, nella strada. Due corpi caldi, stretti in quello che doveva essere uno dei loro ultimi incontri, finalmente senza più alcuna remora neppure nelle parole, non solo durante, ma anche prima e dopo…
Erano rimasti abbracciati a dirsi che era valsa la pena di correre il rischio, anzi, era ormai impossibile non correre quello seguente, impossibile evitare di chiedersi reciprocamente di rimanere insieme, anche se lontani.
E la loro musica, quella che era stata parte di quasi tutte le serate organizzate al college, aveva preso a suonare nelle loro teste, con i motivi delle canzoni e delle ballate di tempi lontani, che Peter aveva sempre intonato tenendole gli occhi puntati nei suoi, come a dirle che era lei la sua musa ispiratrice, lei che non avrebbe mai dimenticato.
Lo aveva fatto quasi per due mesi, con la sua chitarra, quando di sera il gruppo, compresi gli studenti, si ritrovava dopo cena nella sala comune del college…
@Paola Pica,
grazie Paola per la piccola oasi d’amore che ci regali con questo racconto in giorni così segnati da altre spiacevoli e pur forti emozioni. Letto con piacere.
Amarsi, chiamarsi per nome e riconoscersi. E’ poco? Io ho scoperto ogni tipo di amore amando una donna. L’amore per la vita e tutte le cose, l’amore per gli altri e per Dio.
R.
@Robert, Grazie a te, per aver commentato così tempestivamente.
Hai ragione: le emozioni di questi giorni sono forti e, aggiungo io, causate da eventi che nessuno di noi può gestire. E’ per questa ragione che non ho voluto neppure accennarvi, rischiando, forse, di sembrare distaccata e cinica. Non è così. Spero che Colui che tu hai imparato ad amare attraverso l’amore per una donna (la tua Ilaria, immagino)voglia ascoltare tutte le preghiere e i palpiti dei nostri cuori, anche troppo evidenti in questi giorni.PAOLA
@Paola Pica,
Cara Paola,
E’ bello ritrovarsi a parlare ad un tavolo del Bistrot dell’amore, sai quì siamo tutti amici e ci stimiamo a vicenda.
hai letto la poesia che ho scritto parlando di questo luogo?
Il tuo racconto è molto bello, perchè parla di un amore vero e impossibile perchè la lontananza li separerà, ma sanno di avere vissuto una cosa unica e irripetibile.
Ti saluto caramente
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi, ci ritroviamo dopo così breve tempo. Mi fa piacere. Grazie per la tua replica così pronta. No, non credo di avere letto la tua poesia sul Bistrot; dove la posso trovare, qui nel Concorso? L’ho cercata, ma senza successo. Se non è qui e vuoi mandarmela al mio indirizzo, sarò felice di leggerla e di riscriverti. Ciao. PAOLA PICA
@Paola Pica,
Per leggere il commento a cui si riferisce Maria luisa Seghi può seguire questo link:
https://www.manualedimari.it/blog/?p=640&cpage=3#comment-17078
Quanto amore! Quante verità! Un plauso a tutti con la mano sul cuore, a Lenio, Francesco, a Daniela,a Sergio, veramente a tutto il mondo di manualedimari. A Robert, nessun complimento riuscirà a dire quello che mi ha trasmesso, così come a Nicla, lascio questa mia ultimissima per il concorso, è il mio grido, il mio risveglio, il mio “altrove”, ma anche il futuro in cui credo e spero.
L’ALTROVE
Ti lascio matite spuntate
e fogli intrisi di parole:
Tu sai quanto ho viaggiato nelle notti
quando la tua mano cercava la mia.
Mi sono persa nell’ansia dei perchè,
nei vicoli bui di sofferte attese,
ho accarezzato la penombra di giorni avari,
e ho riavvolto fili di lana
per farne tasselli di memoria.
Ora, che il mio tempo si scolora
ritrovo, tra le mani offese,
l’altrove di me mai vissuto,
era qui : taciuto per pudore,
confuso nelle pagine ingiallite
dove, la polvere fine ne offuscava l’evidenza.
Ti lascio le fatiche, le insicurezze, il pianto,
il puerile nascondermi dietro graffi di tigre,
libera, ghermirò ritagli di vita nuova
per farne l’abito che mi appartiene.
@mariarosa lancini cost,
“Tu sai quanto ho viaggiato nelle notti
quando la tua mano cercava la mia.”
Che bella questa poesia… Emozioni vere, purissime.
L’amore è sempre quell’altrove, talvolta mai vissuto, avvertito, colto nel momento in cui si manifesta. L’amore mai avuto. Ma l’amore non è né un oggetto né una cosa astratta, ha più a che fare con l’essere che con l’avere e quindi può essere colto, avvertito e sognato persino quando non l’hai mai vissuto o incontrato.
Anche se la grazia di averlo incontrato dona alle nostre parole, quando lo raccontiamo, una magia particolare. Come quella di questi versi.
R.
@mariarosa lancini cost, Ah quante matite nella mia vita…più che spuntate consumate fino all’estremità del mozzicone, e fogli INZUPPATI di parole, abbozzi, schizzi, sensi tesi allo spasimo…
E anche momenti di vittimismi spinti quasi all’autolesionistico: i versi “Mi sono persa nell’ansia dei perchè,/ nei vicoli bui di sofferte attese,/ ho accarezzato la penombra di giorni avari” me li fanno rammentare. Complimenti per la volontà COMUNQUE di farti “l’abito che t’appartiene” anche se costruito con faticosi e dolorosissimi “ritagli” ….però già tratti da una “vita nuova”. Che la Vita ti apporti tanto, cara, penso proprio tu te lo meriti. Beatrice
@mariarosa lancini cost,
Spesso il dolore, la sofferenza non lascia respiro e tutto sembra un’ abisso infinito. Ma le vesti nuove di vita sono lì che aspettano un segno,una luce da seguire.
Sofferto e delicato questo componimento. Bello
Marisan
@mariarosa lancini cost,
già apprezzo questa poesia dall’incipit, per quell’uso delicato delle parole. Ma ancor più per le emozioni che trasmette come “ho accarezzato la penombra di giorni avari” e se ne sente tutta la gravità o anche “era qui: taciuto per pudore/confuso nelle pagine ingiallite/dove, la polvere fine ne offuscava l’evidenza”, dove la polvere fine pare di tenerla fra le dita e si muove nell’aria quasi soffocandomi. E infine quei “graffi di tigre”, quella forza invincibile che si fatica ad immaginare che venga proprio da colei che “lascia matite spuntate e fogli intrisi di parole” .. mi sorprendo a guardare quegli occhi di tigre, che ama e vuole la sua libertà…
L’Amore, comunque sia, comunque vada, compie miracoli dentro di noi, anche quando siamo arrabbiati, delusi, intristiti, anche quando abbiamo dei rimpianti perchè non lo si è vissuto appieno..
Un abbraccio
Ars
@mariarosa lancini cost,
Indossare l’abito della vita, dopo averlo ricucito con pazienza, testimonia un forte attaccamento alla vita.
Complimenti per i versi vibranti di intensa poeticità!
Giuseppina Mira
@mariarosa lancini cost,
mammamia Mariarosa, che poesia stupenda!
La leggo e la rileggo, e un po’, sai, la sento mia.
Hai dipinto quadri di intenso ardore, hai dato voce a profondità nascoste.
Davvero una magia.
@mariarosa lancini cost,
Una dolce poesia che trascrive sul cuore emozioni forti.
Complimenti!
Marinella(nonnamery)
Molto bella questa poesia d’Amore mai consumato realmente.
Proprio per questo si colgono le emozioni più alte, più pure…le note vibrazionali di un Amore incondizionato.
Le quali avendo viaggiato solo dentro le energie dell’anima… rimangono scolpite dentro di te con la stessa intensità…senza essere attraversate da impossibili “delusioni e ferite”, in quanto hanno viaggiato sul piano astrale.
Complimenti per la purezza del sentimento in versi.
VERSO TE
Esco nella notte…
cammino e respiro nebbia…
i lampioni sfavillano
asfissiati da una luce ignota
quando sullo schermo delle illusioni
come corpi ignudi
le foglie improvvisano una danza
cammino
lungo i sentieri del suo corpo acceso
e respiro vita…
rosso il sangue
nel ritrovare il senso del passato
colora il fondo bianco dell’anima scalfita
vertiginosamente inonda le mie vene
avvolge le coste vellutate dei miei sensi
sciogliendo le parole mai dette
in divorante carme
cammino
perduta nell’assolutezza
e respiro… silenzio insonne
e mentre alzo il sipario delle stelle
tra brividi di luce, attonita
– mi chiedo –
chi sei tu che più d’ogn’altra ardi
per così luminosa cifra di graffito?
qual’è la passione che ti scuote
come torcia inquieta?
Vieni restami accanto
indicami la rotta da seguire
per non naufragare nei miei sogni di corallo
e ferma la ruota che macina le mie afflizioni folli
… solamente così
il mio destino
saprò cercarlo ovunque…
Emma Mazzuca
@emma mazzuca,
intensa, coinvolgente e sofisticata questa passeggiata nella notte con te.
Complimenti Emma.
@Robert, grazie Robert, sai camminando nella notte tutto diventa magico e la mente vaga assaporando i suoi profumi, i tesori che nasconde che solo l’anima riesce a rendere vivi e reali tanto da riuscire a parlarci. Con affetto. Emma
@emma mazzuca,
sì, sublime.. complimenti!
Ars
@Arsomnia, Grazie Ars per il tuo bellissimo commento. Ti abbraccio. Emma
@emma mazzuca,
davvero una poesia che rende la notte… magica.
Complimenti!
Marinella(nonnamery)
@Marinella, grazie Marinella per aver saputo condividere con me la magia di quellla…notte. Un abbraccio. Emma
Una tazza di cioccolato.
Seduta sognante ad un tavolo tondo
accanto alla finestra quasi opaca di un bar
guardi la fuga di una foglia infreddolita.
Le tua labbra si colorano
appoggiate ad una tazza di cioccolato
mentre gli occhi si arricciano
scavando profonde fossette sulle guance
nel profumo rotondo
perduto e, nel contempo,
ritrovato.
Il denso cioccolato oscilla grumoso
con lembi ondeggianti della sua veste a lungo contemplata.
Il senso detta tremori come di un’adultera sorpresa
e il sorso caldo sbroglia le corde dell’intimo baule
dove riposano certe bottiglie
di vino dolce,
invecchiato con una punta di assenzio,
nell’ombra dell’antica cantina.
Un sorso breve,
poi lungo puro e filato
come un aereo bacio offerto al cuore.
Il fumo gentile
del magma di velluto
penetra in tutti gli atomi della pelle.
La rotonda tazza riposa svuotata sul piattino,
rivoletti densi scorrono sul fondo
mentre tu guardi fuori accarezzandoti
le labbra soddisfatte.
La foglia infreddolita ha abbandonato il selciato.
Francesco Paolo Percoco
@Francesco Paolo Percoco,
un’ode alla donna o al cioccolato? 🙂
bella in ogni modo, fine, attenta…
Un caro saluto
Ars
@Arsomnia,
Se sei goloso è un’ode alla cioccolata. Se, invece, ami le donne, è un momento malinconico di fronte alla tua amata.
Grazie per avermi letto.
@Arsomnia,
Davvero originale…”se sei goloso”… ” se ami le donne”…risposte incompiute a un’ode dedicata.
Complimenti !
Marinella(nonnamery)
@Francesco Paolo Percoco,
Poesia molto originale che descrive la cioccolata con sensualità, come se fosse una donna capace di suscitare una grande passione.
Bravissimo!
Giuseppina Mira
@Giuseppina Mira,
Sei entrata nella poesia!
@Francesco Paolo Percoco,
davvero originale. “se sei goloso…
“se ami le donne…
risposte inconpiute ad un’ode dedicata.
Piacere di averti letto.
Marinella (nonnamery)
Ringraziamo tutti per gli auguri di Buona Pasqua che ricambiamo di cuore!
Vi prego di postare gli auguri direttamente in replica a questo mio intervento, così possono essere letti da tutti e non confondersi con tutte le opere e gli interventi del Concorso di Emozioni.
Di nuovo tanti auguri a tutti e un pensiero speciale per i fratelli abruzzesi.
R.
@Robert,
Pasqua, un giorno speciale, trionfo dell’amore supremo… insegnamento di una vera vita! L’amore essenza di ogni cosa, che sconfigge la morte dell’anima, vincendo ogni cosa, che guida e spiana la strada verso ogni bene, tendendo la mano disinteressatamente.
Auguri santi e sinceri a tutti, una preghiera e una benedizione particolare ai piu’ provati, bisognosi, soli, malati, emarginati. Che ogni giorno, anche il piu’ insignificante, possa diventare una Pasqua, miracolo dell’amore risorto.
Un caldo abbraccio ad ognuno di voi.
@Robert,
caro Robert, tantissimi auguri di Buona Pasqua!
Tantissimi auguri a tutti in nome della poesia e dell’amore!
Nicla Morletti
@Robert
Ringrazio e contraccambio di cuore gli Auguri di Buona Pasqua ricevuti dalla Vostra Redazionre.
Colgo l’occasione per ringraziare le Vostre importanti iniziative a favore della Cultura e della Solidarietà verso i più deboli e verso i colpiti dalle recenti calamità naturali.
Con affetto,
sergio
@Robert,
Con tutto il cuore e con lo sguardo illuminato dalla Speranza
Buona Pasqua a tutti gli amici, (ed agli amici degli amici), di Manuale di Mari.
Francesco
@Robert,
contraccambio di cuore gli auguri di Buona Pasqua a tutti voi. Come succede in queste feste dimentichiamo per un attimo tante amarezze che poi puntualmente, e mai come in questi giorni, si ripresentano. Ma ci sentiamo vicini nel desiderare e per quel poco che possiamo adoperarci per un mondo migliore.
Andrea M.
@Robert,
Augurissimi di Buona pasqua a te, Robert, a Nicla e a tutti i carissimi amici del Manuale. Che questa festa sia resurrezione per i nostri cuori duramente colpiti dal sisma, un abbracco, Lenio.
@lenio vallati,
agli auguri Lenio unisco le congratulazioni per il meritatissimo Premio Penna d’Autore per la Poesia che ti vedrà protagonista alla Fiera del Libro di Torino
un abbraccio, Andrea
@Robert,
questa Pasqua, rispetto alle altre, è veramente di resurrezione per la gente abruzzese che vorrebbe risorgere con un futuro migliore, ma troppi e grandi ostacoli si trova a sormontare a causa della calamità del terremoto. Invece, noi altri vorremmo risorgere come angeli della speranza per offrire loro quanto ci è più possibile, perchè non c’è niente di più bello che vedere ritornare sul volto dei terremotati un semplice sorriso allora, sì che riusciamo a dire di aver trascorso una serena Pasqua.
@Robert, In questi giorni Santi e pieni di tristezza e vicina a tutto il popolo abbruzzese, con una luce nel cuore di speranza, mi auguro che questa tragedia non venga dimenticata, ci faccia riflettere e comprendere “che non siamo nulla”. Emma Mazzuca
@Robert,
Desidero ringraziare, da abruzzese, tutta la Redazione e gli autori di Manualedimari per l’affetto e il coinvolgimento espressi verso l’immane tragedia che si è abbattuta sulla mia terra. Le immagini drammatiche e angoscianti delle bare allineate, delle devastazioni, degli anziani avvolti dalle coperte, dei vigili del fuoco e degli altri soccorritori che scavano tra le macerie e poi, permanentemente, quella sensazione di instabilità su un pavimento incerto, si attenuano solo davanti ai comportamenti pieni di dignità dei cittadini aquilani e degli altri comuni colpiti dal terremoto.
E’ gente che sa soffrire, con una forza straordinaria anche di fronte a un grande dolore, alla perdita di familiari, della casa, di punti di riferimento. Anche di fronte a un futuro che si preannuncia comunque difficile. Per gli scampati, tutto questo disastro è stimolo per una solidarietà fattiva e operosa per alleviare le sofferenze dei meno fortunati. Ora, siamo tutti aquilani
Con affetto
Daniela Quieti
@Daniela Quieti,
Carissima Daniela, hai ragione:” Ora, siamo tutti aquilani”.
La solidarietà è un arcobaleno che mette in fuga il buio della vita.
La solidarietà è un vortice di amore che imprigiona la paura e libera la speranza.
La solidarietà è energia positiva.
Esprimo a te e a tutti gli Abruzzesi il mio più profondo cordoglio per le vittime del terremoto e la mia più grande stima per il “terremoto d’amore”.
Un forte abbraccio
Giuseppina Mira
Buona Pasqua,
alla Redazione e agli autori numerosi e grandiosi di questo blog. Quando a mezzogiorno brinderò alla festa e alla Resurrezione, il mio pensiero sarà rivolto a tutti voi con i quali trascorro, anche se virtualmente, momenti felici e di condivisione lirica e profonda.
A la santé de mes amis les poètes de Manuale di Mari
Lucia Sallustio
Gentile Nicla, Robert, e tutta la Redazione
In occasione della Santa Pasqua invio tanti tanti auguri per una lieta e felice giornata.
I moltissimi commenti fanno capire quante persone si sono fermate nel Bistrot dell’amore.
Questo è meraviglioso per la mente e per il cuore.
Buona Pasqua a tutti
Maria Luisa Seghi
@Maria Luisa Seghi,
Mi unisco agli auguri rivolti a Robert, Nicla e Redazione tutta. Sinceramente non avrei avuto il “coraggio”visto l’aria di sgomento che respiriamo. Buona Pasqua!!!
Marinella (nonnamery)
Questo ho io in te che è per te, amore mio
Se ho dormito
dentro un letto di paglia e sogni
se ho gridato al vento con fragili disegni
se ho alzato le spalle alla cattiveria
e ho aggiunto coraggio alla fede
se ho attraversato il Sele e son trascorso
dai pascoli di morte alla tua nuova vita
se sono uscito da montagne di sale
che coprivano i miei occhi
e ho visto ancora il cielo
tu sai, amore mio, che l’ho fatto per te
che oggi sei la mia vita e il perdono del cuore
l’anima delle cose e la gioia dell’essere senza limiti
la passione e l’estasi, la comprensione e la complicità
sei la coperta che riscalda l’inverno
e la primavera che fa fiorire l’estate
mentre ascolta d’autunno il calice mesto del passato
attendendo trascorrere il freddo e arrivare ad una nuova estate
questo ho io in te che è per te, amore mio.
@Ugo ARIOTI,
per ogni amore che ti scuote nel corpo, nell’anima e nella mente con forti emozioni si scalano montagne normalmente insormontabili, si conquisterebbe pure la luna. Come se non bastasse si crea anche quel rapporto di complicità che fa diventare la fortunata coppia difficile da scoppiare perchè si sa capire, si sa perdonare, si sa risollevare. Poi ognuno con fierezza ed allegria grida al mondo intero: “Questo è l’amore mio.”
@Ugo ARIOTI,
E’ un grazie sincero alla tua donna per averti fatto credere ancora nella vita. Seppur travagliata è sempre amata vita.
Auguri, Buona Pasqua
Marinella(nonnamery)
@Ugo ARIOTI,
Per amore al di là di ogni nostro limite, per ritrovare il nostro vero essere…
Grazie
Francesco
@Ugo ARIOTI,
una poesia che è un dono… è bellissima Ugo e io credo che ogni donna vorrebbe sentirsi recitare questi versi, con occhi pieni d’amore..
Un caro saluto
Ars
@Ugo ARIOTI,
Bellissima poesia d’amore coinvolgente e convincente!
Complimenti!
Giuseppina Mira
Gentilissimi Nicla e Robert, colgo l’occasione per inviarvi i miei più cordiali Auguri di una lieta e serena Pasqua,con il pensiero rivolto a chi è stato duramente colpito in Abruzzo.
Mi onoro di partecipare al Vostro concorso davvero emozionante con una mia semplice ma sincera poesia:
AI FIORI DEL RICORDO
Il mio cuore stolto
segue le cose che fatalmente
gli accadono intorno
e poco afferra
Il mio cuore stolto
non oppone resistenza
ai cambiamenti
ed alle delusioni,
ma ne è travolto
Il mio cuore stolto
vorrebbe, ma non capisce
Bussa alla porta della mente
pregando
piangendo
mentendo
per nutrirsi di fiori appassiti
Il mio cuore consapevole
sa che non avrò in dono
un solo pensiero
dalle sconfinate praterie
della tua mente,
non un solo seme
del tuo giardino fertile,
nè il sorriso sincero
sarà mai disgiunto
da quello menzognero
Se le tue braccia
mi stringeranno
sarà con disprezzo
sotteso.
Questo il mio cuore
stolto conosce
e indegnamente soffre
*
Aprirò porte e cancelli
e mi guarderò intorno,
troverò fiori del ricordo
vivi e fragranti, mi sazierò
di petali
Le palme rivolte in offerta
la mente ferma in meditazione
a invocare una qualche assoluzione
non per ciò che ho commesso,
ma per ciò che senza colpa
tanto mi grava il cuore
Gianna
@Gianna Campanella,
Bellissima, è il sentimento descritto con delicatezza, che si prova quando le risposte restano mute, a fronte di immenso dolore.
Auguri…
Marinella (nonnamery)
@Marinella,
Ti ringrazio per la tua gentilezza nonnamery e ricambio di cuore gli Auguri.
Un caro saluto
Gianna
@Gianna Campanella,
Tu la chiami una semplice poesia; ma non solo, non dubito, è sincera, ma è anche fortemente sentita ed intensa.
Grazie
Francesco
@francesco ballero,
Apprezzo molto il tuo spontaneo e sentito commento.. Grazie Francesco 🙂 Un caro saluto
Gianna
@Gianna Campanella
complimenti Gianna per la tua bellissima poesia che mi ha commosso.
Vorrei dirti:
Il tuo cuore piange, ma forse una lacrima di pianto, come una goccia di rugiada, cadrà sopra un petalo di rosa.
Ed io ti auguro che questa pioggia fatta solo di pianto, possa far ritornare l’arcobaleno e quindi un amore sincero..
con affetto
Sergio
@sergio doretti,
Le tue parole, caro Sergio, sono carezze per la mia anima assetata di speranza e conforto.
Grazie.. un caro saluto e un sorriso
Gianna
@Gianna Campanella,
Cara Gianna, grazie per le tue parole di ringraziamento.
Ho pensato che:
Conoscersi attraverso la scrittura su questo blog aiuta a vivere e continuare ad amare sia l’amore perduto che rimane sempre nel cuore sia l’amicizia virtuale che aiuta a lottare con la scrittura e qualche volta a confessare “non so parlar d’amore”.
Con affetto
sergio
@Gianna Campanella,
Che bella, Gianna…
Complimenti sinceri e un abbraccio
lorenza
@Lorenza Caravelli,
E’un vero piacere ritrovarti qui, Lorenza.. Sono commossa e lusingata per il tuo apprezzamento:)
Spero di prendere confidenza e riuscire pure io a liberare le emozioni che mi affollano senza trovare sbocco alcuno se non tramite la poesia in un luogo come questo tanto ricco di valori e di elevata arte.
Mi sento però a mio agio, certa di avere sfiorato un approdo per tutta la vita inseguito..
Grazie.. un caro abbraccio
Gianna
@Gianna Campanella,
può essere un cuore stolto o consapevole, ma è il nostro .. amiamolo Gianna e perdoniamolo ma, soprattutto, impariamo a donarlo a prescindere.. Amerò sempre e comunque e se non avrò nulla in cambio non me ne rammaricherò, perchè ho gratuitamente donato e ciò mi ha arricchito…
l’amore non è un conto di partita doppia con il dare e l’avere…
Ti auguro buoni momenti
Con affetto
Ars
@Arsomnia,
la tua cara Ars è una disamina molto azzeccata ed esaustiva di un sentimento che va donato senza nulla chiedere in cambio, altrimenti che amore sarebbe?
Molto brava.. Grazie! Un caro saluto con stima e gratitudine.
Gianna
Carissimi amici del Manuale, leggo versi bellissimi che la tragedia in Abruzzo ha suscitato nei vostri cuori. Vorrei aggungermi a voi, ma purtroppo non riesco a scrivere nessuna poesia valida sull’argomento. Ecco quindi poche righe per esprimere insieme a voi la mia sincera solidarietà e il mio dolore.
E’ accaduto di nuovo. La terra ha tremato ancora, causando tante vittime innocenti. A loro, e a tutte le persone colpite dal sisma nei loro affetti più cari, va il nostro pensiero in questa Pasqua di profondo dolore. Ma Pasqua è resurrezione, è voglia di rinascita, è speranza di superare questo difficile momento, è augurio profondo e sincero che non accada più una tragedia di questa portata.
A tutti voi, cari amici del Manuale, e alle vostre famiglie auguro una Buonissima Pasqua, Lenio.
@lenio vallati,
mi unisco al tuo sgomento e contraccambio gli auguri di Buona Pasqua.
Marinella (nonnamery)
@lenio vallati,
sono rimasta assente per diversi giorni, per ciò e non per altro l’assenza della mia voce su questi argomenti.
Caro Lenio, nemmeno io riesco a scrivere di quanto accaduto ai nostri fratelli in terra d’Abruzzo. Non viene mezzo verso. Forse è per lo sgomento, forse perchè penso al dolore dei tanti e ogni parola mi sembra inadeguata, inutile, inopportuna. Anche se in ritardo, contraccambio con affetto.
Ars
Riporto qui una replica di Francesco Ballero che merita di essere letta da tutti, in questi giorni che il nostro pensiero va ai nostri fratelli d’abruzzo.
***
RESURREXIT
Resa al dolore la sera corrode
l’anima vuota in gelidi abbandoni.
Il celeste tramonta
dentro un seno di sabbia.
Gli occhi trasmigrano in lande smarrite.
Afflitto sabato tardo a capire.
Taci ed ascolta,
un sole irrompe dentro un sonno gravido.
Un gorgo di luce.
Retrocesse distanze.
Gioiosa fermenta vedute sorgive
resa all’amore una prospera aurora
© francesco ballero – Pasqua 2009
—————————————————-
Col cuore carico di sgomento per l’immane tragedia che ha colpito i nostri fratelli abruzzesi, ci uniamo tutti al loro grido di dolore, reclamando una risposta alla nostra domanda di “senso”.
Uniti a Cristo nel mistero della Sua crocifissione e morte, imploriamo che non abbia il sopravvento lo sgomento del sabato. Penetrati e attraversati anche noi dal mistero del dolore e della croce, rivolgiamo il nostro sguardo alla Domenica, alla gloria della Resurrezione.
Buona Pasqua
FIORILE SOMMERSO
In bizze e zelo di cieli
la bellezza fiorisce al sole fresca,
alle rosacee di luce si svela,
raccese in nuvoli un volo di voci.
Non solo in tramestio di ombre procedo,
ora che insorgono al gelo sorgenti
e giostre di gemme dai sonni emergono
a rischiarare inabissate voci.
Ma ecco che sillabo un ballo tra i fiori
mentre mi stringo già muto al dolore.
© francesco ballero – 7 aprile 2009
ai fratelli dell’abruzzo
@Robert e Francesco, Non so se, in questi giorni di lutto e nella proposta di speranza e di preghiera, posso aggiungere una riflessione. La redazione deciderà se è inerente o ingiustificata.
Non è quantificabile l’amore, non ha una sostanza materica. Non dipende dal numero di corpi, da minuti o centimetri, né dai pianti e dagli abbracci pubblicizzati.
Ma davvero c’è da chiedersi come sta diventando il nostro paese, pur ancora ricco di solidarietà, quando dopo quello che è successo si è sentito parlare in TV entusiasticamente di Share ai record, di milioni di ascoltatori in più. E chiedere allegramente, dalla solita giornalista-valletta, – scusi, perché dorme in auto ? – o – è contenta di essersi salvata ? dica…- .
Uno spettacolo di grottesca e stupida comicità. Che differenza c’è con la pornografia? E che differenza c’è tra questa e il Grande Fratello o Amici ? Il mezzo televisivo, acceso a tutte le ore, in tutti i luoghi ormai, in pizzeria, nei bar, è diventato veicolo di contagiosa ignoranza.
Ho visto e ascoltato molti giovani in questi giorni, alcuni disposti subito ad andare ad aiutare, perché quella è la loro natura, li ho visti ribellarsi alla TV, pubblica e privata, che invece proprio a loro si rivolge presentando un mondo vuoto di valori e ricco di apparenze, per privilegiare il mercato. Forse per questo i giovani preferiscono ormai la conoscenza sul web, e così noi autori. Forse dico cose ovvie ma scrivere è rispettare, conoscere in profondità, riflettere. Caro Francesco, anche il Gesù che amiamo rovesciò i tavoli dei mercanti del tempio. Se la vita umana è un tempio, e forse sei d’accordo, dovremmo anche noi, soprattutto noi che sappiamo comunicare, ognuno nel proprio ambito, fermare i nuovi mercanti. Dobbiamo farlo almeno per i nostri figli.
Andrea Masotti
@Andrea,
caro Andrea, mi hai tolto le parole di bocca. Sono, se si può dire, piuttosto schifata da questa speculazione sulla tragedia, e non potevi esprimere meglio quello che è anche il mio disappunto. Sono un medico, ho sognato fin da bambina di diventarlo, e sono una persona semplice. Ho 30 anni e da più di 5 vedo ogni giorno il dolore di chi soffre. L’ho scelto io, io che spero di riuscire a fare sempre il mio lavoro nel migliore dei modi possibili. E quando vedo comportamenti così bassi e mediocri, tanto più nei confronti di tragedie così grandi, sento una parte di me che vorrebbe urlare solo una parola, con rabbia: rispetto. Perchè è questo, a essere stato violato, con tale e tanta superficialità.
Grazie per il tuo intervento. Di cuore.
@Andrea,
Carissimo Andrea, sono molto fiero di essere tuo amico. Questa purtroppo é la nostra televisione, che sa guardare solo agli ascolti e ci propina trasmissioni come il grande fratello, ma i giovani sono migliori, per fortuna, del mondo in cui viviamo. Amare, caro Andrea,significa anche rovesciare i tavoli se questo é opportuno, se serve a farci capire fino in fondo il valore della solidarietà, i valori veri da seguire. Sono contento che il Manuale non contenga solo belle parole d’amore, ma anche sfoghi di rabbia autentica e genuina come la tua. Complimenti, Lenio.
@Andrea, con compostezza e dolore intimo mi unisco a tutta la popolazione dell’Abruzzo che ha dato a tutto il mondo una lezione di dignità per come il dolore, la sofferenza sono stati e sono vissuti, senza spettacolarizzazioni, ma solo con i grandi valori che quella terra gli ha trasmesso rendendoli unici. Grazie Andrea per le tue parole che fanno riflettere.
Col cuore. Emma
@Andrea,
Grazie Andrea per la tua riflessione che mi sento di condividere in tutto; anzi, ti dirò, non hai ragione a dire che non c’è differenza in tutto ciò che descrivi dalla pornografia; secondo me è proprio quella la vera pornografia, è pornografia; quell’altra, quella a cui attribuiamo quel nome, può persino fare sorridere; non vorrei sottovalutarla, ma fa molto meno male, provoca molti minori danni. Tutto è ridotto a mercato oramai, è tutto ormai un vero mercato; l’uomo stesso è merce e mercato. E non dimentichiamoci che se Gesù ha scacciato i mercanti dal tempio, il vero Tempio, quello che Gesù ha consacrato a Tempio, è l’uomo: e c’è un Tempio più profanato? Annodiamo anche noi una cordicella, caro Andrea, annodiamola e faccaimone una sferza e come Gesù adoperiamoci per cacciare i mercanti!
Grazie
Francesco
@Andrea,
Carissimo Andrea,
sono d’accordo con la tua lettera e mi piace la tua saggezza, virtù, oggi, rara, ma di cui dovremmo adornarci come perle preziose.
Con affetto e stima
Giuseppina Mira
@Robert,
Inviata da Pinoster. Sto inserendo qui testi che non sono collegati all’iniziativa ma che, in questi giorni, non possono non essere pubblicati.
DA SOTTO LE MACERIE
Una manciata di secondi
e il rosario dei ricordi
s’allunga d’altre poste dolorose.
Abbiamo gridato aiuto
e neppure un cane ci ha udito.
Abbiamo gridato
il nostro dolore al cielo
e la terra ha continuato a tremare.
Abbiamo scavato con le unghie
al grido disperato di chi moriva impazzito.
Disseppelliremo i morti,
lasciando sotto le macerie
amori e speranze.
Nella storia dei disastri
sono tanti i fantasmi delle negligenze.
Qui ed ora
hanno lo stesso volto
delle nostre case distrutte.
Qui ed ora
possono far compagnia
ai nostri morti imbrattati di calce.
Come non darsi pensiero
per le centinaia di morti
e per le migliaia che piangono!
Sotto i riflettori
il dolore trascina.
Domani il libro delle tragedie
ha solo qualche pagina in più.
Pinoster
@Robert,
è vero, in questi giorni con la tragedia del terremoto di fronte ai nostri occhi il nostro volto diventa molto cupo e siamo tutti invasi dalla rabbia di non aver potuto evitare la catastrofe. I riflettori delle telecamere sono sempre pronti a registrare con una successione continua di forti immagini la vita e le cose perse in un attimo di terremoto che sembrava un’eternità poichè avvertito come un bombardamento. Non ci resta che unirci a questa moltitudine di persone sfollate e rimediare alle negligenze di ignoti, se eventualmente ci sono, con tanta solidarietà umana. Alla gente dell’Abruzzo la invitiamo soltanto a reagire e non perdere la speranza di vivere perchè chi si ferma è veramente perduto.
@Robert,
A tutti le persone che oggi hanno salutato i loro cari sotto un cielo splendente, a tutti quelli che si stringono idealmente a loro, a questo nostro Abruzzo, a quest’Italia che dimostra ad ogni calamità, ad ogni dolore, quanta buona e brava, onesta gente esiste ancora al mondo, ai capofamiglia che attendono un futuro, ai giovani che hanno diritto a volgersi in avanti con occhi speranzosi, ai dolci nonni e nonne di ogni luogo, a padri e madri, famiglie, amici e conoscenti, agli impareggiabili volontari: siamo con voi, saremo sempre CON VOI, perché “siamo voi”, come voi “siete noi”. Questi eventi servono a riaccorgersi, dolorosamente ma quasi increduli, che esiste solo il NOI. Dalla parte più ferita del mio come dei vostri cuori giunga perciò, in questo Venerdì Santo, il ricordo che PASQUA significa “Passaggio”, e la SICUREZZA che la Domenica che si approssima porterà svolta e ancora amore, infinito amore. “Panta rei”, tutto passa, assurdamente ma è così. I cari che mancano all’appello al desco pasquale sono VIVI in permanenza nelle anime di chi resta e ne manterrà il ricordo. La croce è simbolo luminoso, la Vita che vince su ogni tipo di morte. Coraggio Abruzzo, avanti. Beatrice Bausi Busi
@Beatrice Bausi Busi,
Cara Beatrice, i nostri cuori piangono e si stringono al dolore dei nostri fratelli in Cristo.Siamo mamme, nonne, siamo figli dello stesso” Padre” e come tali sentiamo il dovere di esternare la nostra solidarietà. Questo giorno rimarrà inciso nel cuore di tutti gli uomini di buona volontà.
Con tanto affetto
Marinella (nonnamery)
@Beatrice Bausi Busi,
Se mi sono unito allo sdegno di Andrea, (più sopra), altrettanto voglio unirmi alla tua speranza pasquale e ringraziarti per questa tua riflessione che ci invita ad andare oltre, a “passare” da una sponda all’altra del mare, verso un cammino, seppur doloroso e forse anche pieno di cadute e tradimenti, per “quaranta” anni nel deserto sino alla Terra Promessa.
Cristo è risorto, buona Pasqua Beatrice.
Francesco
@Robert,
Sono una fragile voce, ma in momenti come questi, vissuti di sgomento, urlo la mia preghiera a Dio. Perchè accolga le anime innocenti, come fu Lui, in paradiso. E che dia speranza di resurrezione, ai sopravissuti dell’immane tragedia che ha colpito la terra d’Abruzzo.
Ore 03’35.
L’alba vestita di folgore
scolora il volto della notte
manto che rimarrà inciso
come l’apocalisse.
Cavalieri scesi dal cielo
armati di lance e fiamme
squarciano il ventre della terra
senza pietà dilaniano la pelle
già offesa da relitti di fango travolgente
trasportato da torrenti in corsa.
Vomitano furia tempestosa…
lamine di spade trafiggenti.
Trascinate da reboante tuono
fiamme di fuoco
viaggiano alla stessa velocità
e tra saette e boati
illuminano il giorno ancora giovane.
Al risveglio delle chiuse ciglia
vedrà tela sbiadita
uno dei tanti volti dell’ Italia mia.
@Robert,
Bellissime davvero le parole di Francesco. In un momento come quello che stiamo vivendo ci aiutano a stare tutti assieme. Lenio.
@Robert,
Carissimi amici,
Leggo le vostre parole e la commozione è grande.
Anch’io voglio esternare il mio dolore per ciò che ci colpisce tutti nell’impotenza e nella costernazione … ho riflettuto, ho sperato che un verso potesse nascere in questo momento, ma il mio cuore ammutolito non è riuscito a scrivere nulla, se non queste poche righe che vi offro.
Mi sovviene una parola che mi ha più volte accompagnata in quei terribili momenti: PIETAS, antica ed obliata, disattesa e trascurata, forse da ognuno. Sollecitati da una società dedita al fare ed all’avere, distratti dall’interesse per sè e lontani dal guardare all’altro … triste realtà dei nostri tempi.
Un tempo significava amore verso Dio, affetto, amicizia, rispetto, rettitudine, giustizia,comprensione delle “sofferenze” altrui; poi assunse il significato di uno dei sette doni dello Spirito Santo e, senza dilungarmi, attualmente si è distorto o addirittura non si ha più in considerazione tale sentimento, che è alla base di ogni valore umano.
Mi rattista tutto ciò e mi rammarico ancor più per quell’aspetto evidenziato da molti di voi: la spettacolarizzazione del dolore, le irriverenti, sciocche domande dei giornalisti e tutto quanto già citato.
Perdonatemi, ma la mia Pasqua rimane al margine di un sogno, ancora raffigurata da una bianca colomba portatrice d’Amore e di Speranza, e l’Augurio per tutti voi, amici poeti, Redazione, Nicla e Robert è che il nostro cuore possa riempirsi di “pietas” che possa esplodere d’amore e che la Resurrezione di Nostro Signore sia la molla per ognuno di ricostruire prima delle case il rapporto con l’uomo, la condivisone di un comune destino e che la Morte, compagna di tutti noi, ci spinga a “credere” nel grande valore della Vita, per dare dignità a questa meravigliosa “creatura” che è l’Uomo.
Vi abbraccio tutti ed accogliete il mio cuore triste ma fiducioso! Marisa
@Marisa Provenzano,
Certo, Marisa, tristezza, molta tristezza e fors’anche angoscia. Ma, dici bene, anche fiducia. E speranza. Speranza che alla fine è certezza, perchè la Vita ha vinto la morte.
Francesco
@Robert,
Alla mia Terra:
Sonnecchia la luna
all’ombra di sogni tremanti.
Voci a squarciare il silenzio
urla sorde a graffiare la quiete notturna.
Il terrore divampa
tra chi soccombe
impotente
sorpreso nel suo stesso letto.
Piove cemento da un cielo ormai sbiadito
la città si smaterializza
implode inghiottendo
respiri
sogni
speranze
vite..
troppi fiori recisi
troppi feretri allineati.
Ai posteri… l’ardua sentenza!
Sonia
* Ho un dolore inespiato che mi fa sanguinare impotente violentata da immagini di una terra nella quale sono nata e vissuta il terrore dipinto su volti beffati da una natura maligna che non da, come spesso accade a chi è abituato a coltivare, ma toglie senza scrupoli, recide affetti, ricordi vita! Mi commuove la dignità la compostezza e rifletto addolorata in un silenzio assordante!
@Ladyviolet4,
Cara Sonia, oltre a complimentarmi per la bellezza e l’incisività dei tuoi versi, vorrei abbracciarti forte perchè per essere vicino a te, che sei nata e vissuta in quella terra, il tuo cuore straziato.
Francesco
@Robert,
Terremoto in Abruzzo
Un abbraccio e una preghiera.
Non c’è un pensiero al mondo che possa consolare il grande dolore delle persone che hanno perso i suoi cari, e tutto quello che avevano.
Oggi Sabato Santo uniamoci con un grande abbraccio d’amore e una preghiera a tutto il popolo delle zone colpite da questa grande tragedia del terremoto.
—–
HO VISTO IL DOLORE
Ho visto tante macerie,
tanti corpi inerti
Ho visto tante bare,
Ho visto tanta gente
In quella grande piazza sotto il sole.
I fiori sentivano il dolore
Anche se inalterato rimaneva il suo colore
Con la corolla reclinata guardavano:
I volti affranti e doloranti, le mani tremanti
Le lacrime pungenti, di tutte le persone che
Porgevano l’ultimo saluto ai suoi congiunti.
Ma non saranno mai dimenticati
Anche se si sono “allontanati”
Ora sono nelle braccia del Signore,
la sua vita terrena è finita,
“Il dopo”… sarà…
Una gioia eterna e infinita
Vedranno la luce della
“Vita oltre la vita”
@Robert,
UN SORRISO E UNA LACRIMA
Cosa è stato di te e della tua vita
sotto quelle macerie seppellita?
Dov’è l’amore che sa far volare
ed i sogni insieme a lei fa realizzare?
Ladra la notte che ti ha rubato il giorno,
che ha negato la luce del mattino
ai tuoi 20 anni per portarli via
senza poter parlare e raccontare
e senza neanche poter dire addio.
Forse, fra le macerie rovistate,
chi è rimasto ritroverà un sorriso
che tu hai lasciato,prima di andar via,
sopra la carta di una fotografia,
bagnata da una lacrima di Dio.
Elisa Barone
@Elisa barone,
Cara Elisa,
Ti ritrovo qui con questi splendidi versi … commozione e tristezza per quella notte ladra di ogni cosa!
Grazie per la tua bella lirica. Marisa
@Marisa Provenzano,
Ringrazio te,Marisa,perchè mi leggi,perchè mi condividi
e per le parole di pietà e di speranza.
Grazie.
Elisa.
NEL SILENZIO
Questo silenzio passa piano
troppo piano, è quasi fermo.
Mi riempie le orecchie, l’anima
il cuore.
Mi soffoca e culla allo stesso tempo.
Mi accompagna.
Il mondo mi passa accanto col suo rumore
di gente, macchine, cani che abbaiano alla luna
e gatti in amore.
Ma io non li sento, non li vedo.
Vuoto.
Un vuoto purificatore di pensieri
e padrone di sentimenti confusi, sbiaditi.
Sto cercando un senso a questa lontananza,
una via di fuga dall’angoscia,
un’arma contro la paura.
La trovo in te, nel ricordo del tuo sguardo,
in quell’arrivederci fin troppo veloce, eterno,
nella mia mente.
Nel profumo del tuo ultimo abbraccio,
sfuggente, discreto, ansioso.
Nel sorriso luminoso e terso
come il cielo di luglio che hai rubato,
portandolo via con te.
Nelle tue mani, Amore,
che stringo a vuoto cercandoti nel sonno
e dalle quali aspetto ancora carezze.
Nel tuo cuore che sento battere nel buio
e lancia forte i suoi richiami verso di me,
cantando dolcemente le sue canzoni.
Lo sento, senz’altri rumori di fondo.
E finalmente adesso apprezzo il silenzio.
@Daniele mezzalira,
Il silenzio è voce dell’anima, che riapre ricordi di cuore, profumati di ultimi abbracci.
Marinella (nonnamery)
Lacrima di luna
Langue triste la luna stasera,
svapora alle aeree carezze
che svagano ceree e leggere
a trafugare riflessi dorati.
Fugace da una ruga di cielo
una lacrima amica al poeta
scivola sull’esile stelo d’un fiore
ormai svanito al morire del sole.
Quale di un violino il canto ed il pianto
geme l’amore e non trova allegria.
Quale un suo principe una prostituta,
insegue il cuore un baleno che brucia.
francesco ballero 9 aprile 2009
@Francesco ballero, come ogni volta lasci parole e musica a scivolare sulle nostre emozioni,dipingendole come fossero fiori sulle tele dei nostri ricordi.
Complimenti di cuore!
@Stregadelmare,
Grazie, “stregadelmare”, per il tuo apprezzamento (che mi inorgoglisce). Sono passato sul tuo blog, anche per cercare il tuo vero nome; non l’ho trovato, ( sono un distratto visitatore? ); in compenso ho trovato versi stupendi ed una cosa che ci accomuna: la passione per il mare. SEMPRE.
Un abbraccio
Francesco
@francesco ballero,
Caro Francesco, sono le tue parole che inorgogliscono me!Ti ringrazio tanto per avermle scritte, e per aver visitato il mio piccolo mondo (attualmente in fase di lento restauro!)..e no, non sei distratto.. là ad Atlantide il mio vero nome non c’è 😉
Torna a trovarmi quando vuoi, il mare ti aspetta.
Un grosso abbraccio,
Simona
@Francesco ballero,
Caro Francesco vorrei commentare come segue.
Misteriosa la notte, accoglie i misfatti
e silenziosa veglia.
Non ode il crepitio delle lingue di fuoco
lambire il cielo
non ode i rombi sfrenati del cuore
ne urla di rabbia e di dolore.
Notte maliarda, bugiarda
notte che inganna, ruba, uccide
conquista, strazia.
Notte senza volto
per chi batte il tuo cuore?
Quante volte il tuo volto sorrise
e indifesa
giacesti tra le braccia di ignoti?
Quante volte implorante
chiedesti alla luna di splendere alta?
Ora il velo è caduto
e tu…non sei più!
Tu… che coglievi i sogni più ambiti.
Sei la notte dei dubbi, di ore insonni
di paure scontate.
Tu …
sei la notte che non finisce più!
@Marinella,
Cara Marinella, quale commento migliore potevo trovare per i mei versi dei tuo stupendi versi sulla notte; misteriosa, (altrochè se è misteriosa!), maliarda … bugiarda … senza volto …
Notte, notte, alle volte dolcissima.
Notte dei dubbi, delle ore insonni … notte che non finisce più …
bellissimo!!!
Grazie
Francesco
@Francesco ballero,
Caro Francesco, bella la tua poesia e leggendola mi vengono alla mente questi semplici versi
Tu stella della mia notte.
Fitte nella notte.
Le tenebre celavano il mondo,
Nel ricordo di fragili,
sprazzi d’amore,
guardo fra le tenebre,
e vedo te, che sei dentro di me,
o mia stella della notte,
di questa notte d’amore.
Nel cielo buio,
ti vedo.
con affetto
sergio doretti
@sergio doretti,
Grazie Sergio, sembra che i “miei” semplici versi abbiano risvegliato in molti la memoria di loro versi. Evidentemente il tema, un po’ da me maldestramente toccato, è molto sentito.
Ma i tuoi versi sono sì “semplici” come tu dici, ma non certo banali. Sono stupendi. Ed a me hanno richiamato alla mente un’altra lettura che di te avevo fatto ed allora sono andato a cercarla.
Ricordi?
“Ma una luminosa cometa
improvvisamente,
squarciò le tenebre
e riportò le stelle
a brillare nel cielo.”
Bellissimo, anche se estrapolato dal contesto.
Grazie, grazie infinite.
Francesco
@francesco ballero,
Caro Francesco, grazie della tua replica e di avere rammentato la mia poesia “Natale”Ti confesso che ho pensato un un po’ a ricordarla.
“un bambino,
in quella fredda notte,
in una grotta nasceva,
e dalle genti,
il calore e l’amore cercava.”
Era lo stesso bambino che ieri è risorto.
Noto che fra noi tutti vi è ora un’atmosfera di solidarietà che cerca di soddisfare le umili richieste di quel “povero” bambino che in una grotta “nasceva”, ovviamente aiutando altri bambini che cercano amore e calore. I bambini dell’Abruzzo.
La tua replica quindi è stata anche uno “stimolo” per portare amore e solidarietà a quelle persone che soffrono.
Grazie Francesco.
In una solidale, umana, profonda riflessione, col cuore triste e ferito preghiamo e speriamo… tenendoci per mano.
Nel rispetto e nel silenzio, del dolore di tante vittime del terribile sisma.
Nell’attesa della risurrezione…come esorta e promette Gesù nell’equa distribuzione del suo pane.
A tutti gli innocenti e, agli uomini e donne di buona VOLONTA’:”terza grande potenza dell’anima”, che con spirito cristiano tempestivamente si sono messi al servizio giorno e notte, nonchè a tutti Voi che mi leggete invio un affettuoso abbraccio PASQUALE! FF
@Franca,
RESURREXIT
Resa al dolore la sera corrode
l’anima vuota in gelidi abbandoni.
Il celeste tramonta
dentro un seno di sabbia.
Gli occhi trasmigrano in lande smarrite.
Afflitto sabato tardo a capire.
Taci ed ascolta,
un sole irrompe dentro un sonno gravido.
Un gorgo di luce.
Retrocesse distanze.
Gioiosa fermenta vedute sorgive
resa all’amore una prospera aurora
© francesco ballero – Pasqua 2009
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Col cuore carico di sgomento per l’immane tragedia che ha colpito i nostri fratelli abruzzesi, ci uniamo tutti al loro grido di dolore, reclamando una risposta alla nostra domanda di “senso”.
Uniti a Cristo nel mistero della Sua crocifissione e morte, imploriamo che non abbia il sopravvento lo sgomento del sabato. Penetrati e attraversati anche noi dal mistero del dolore e della croce, rivolgiamo il nostro sguardo alla Domenica, alla gloria della Resurrezione.
Buona Pasqua
FIORILE SOMMERSO
In bizze e zelo di cieli
la bellezza fiorisce al sole fresca,
alle rosacee di luce si svela,
raccese in nuvoli un volo di voci.
Non solo in tramestio di ombre procedo,
ora che insorgono al gelo sorgenti
e giostre di gemme dai sonni emergono
a rischiarare inabissate voci.
Ma ecco che sillabo un ballo tra i fiori
mentre mi stringo già muto al dolore.
© francesco ballero – 7 aprile 2009
ai fratelli dell’abruzzo
@francesco ballero,
grazie della tua apprezzatissima risposta, il tuo stile mi garba molto… perchè c’è sentimento, amore, professionalità, ma non è una poesia troppo aulica. Ora, leggendoti, anche se non ti conosco, capisco il tuo meritato premio 2008. Complimenti!
Mi fa piacere scambiare commenti, impressioni, poesie con chi è disponilbile aperto/a, e in chi trovo affinità di pensiero e poetica. Certo che la tua è più…
Del resto, il bello di questo grande Vascello… sospinto dalle diverse farfalle colorate, ha ragione di esistere SI…per la bravura dei nostri Grandi Capitani di bordo, ma anche per questo no? Per confrontarci!
Sarebbe carino per esempio, scrivere magari, anche a più mani, chissà… potrebbe uscirne un concerto di origine controllata non credi?
Rinnovo i miei AUGURI! Franca
@Franca,
Condivido umanamente quanto scritto e contraccambio con affetto ” Serena Pasqua”.
Marinella(nonnamery)
Carme
Rasserenati
lontano è il giorno
quando le nostre ombre
si allungheranno
al sole di novembre
voglio sentire ancora
l’umidore dei baci
che come la brina
salutano il mattino
molti segni lasciati
nel viottolo, sul fango
insieme, sulla neve
lasciano ricrescere
in breve spazio l’erba
non riavvolgere il velo
non si disperda
fino all’ultima notte.
@Andrea, delicata e dolce come una carezza, un abbraccio che rassicura e protegge. Complimenti.
@roberta,
sì, è stata concepita così, del resto le poesie nascono come i bambini, il travaglio è più o meno lungo, ma poi nascono creature nuove. E chi non ha qualche timore ? Io non faccio eccezione.
grazie, Andrea M.
@Andrea,
posso lasciarti, così piccina piccina, dei complimenti vivi dal cuore?
Che bello questo canto, Andrea.
La preghiera di un cuore innamorato. Che ha paura, forse. Ma anche la forza di restare avvinghiato alla speranza. Di boccioli a rinascere dopo la neve.
@Stregadelmare,
il cuore di chi ama è adolescente, a volte bambino, anche se d’uomo. L’infinito e la delicatezza di ciò che è minuto si incontrano, come nella poesia ( intendo la Poesia, non la mia ). E una persona con cui si vive e divide da tanto può essere talmente vicina da confondersi a momenti con se stessi. Per questo il tuo commento è molto apprezzato, e chi si sente piccino in fondo si avvicina di più a queste sensazioni
Andrea M.
Un giorno mi farai molto male
(amandomi, naturalmente),
litigheremo per stabilire
le precedenze e le frontiere,
(il confine virtuale senza pietà,
senza Buona notte, senza mestiere
di vivere). Intanto, per ora,
stammi dietro, coccolandomi,
senza amarmi ancora.
Natasha Bondarenko 8.04.2009
@Natasha Bondarenko,
Complimenti per la realtà dei versi e per l’invito all’amore.
Marinella (nonnamery)
@Marinella,
Complimenti soprattutto per lo stile ‘nuovo’, cioè non baroccheggiante e lamentevole e oltremodo ‘ridicolo’ perchè anacronistico, così tanto in voga e di moda oggi… Mario Prontera
@Marinella, vi ringrazio tutti. Il pensiero dolce per tutti e Buona Pasqua!
@Natasha Bondarenko,
che brava che sei, Natasha. Che sia in poesia o in prosa, il tuo scrivere così diretto e vero, sa arrivare direttamente al cuore.
Continua così, perchè è splendida questa tua semplicità.
@Natasha Bondarenko,
Mi unisco senza riserve ai complimenti di chi mi ha preceduto.
Sottoscrivo senza riserve.
Grazie
Francesco
@Natasha Bondarenko,
d’accordo sulle qualità stilistiche, sulla modernità e come detto precedentemente, sull’ironia.
Sono anche parole disincantate, che sembrano aver escluso qualsiasi possibilità di sognare
Andrea Masotti
Le cose andate
***
Due valige senza viaggio
riposte accanto al letto
e un ritorno di pensiero
il caffè
ha acceso l’alba
dei domani, senza;
Le cose andate
sono poesie lente
nel sorseggio delle ore
conversate
d’ombra
alle pareti del tempo
quando il tempo
resta un guardare, dietro
gli orizzonti.
~ © Nunzio Buono ~
@Nunzio Buono,
Una velata malinconia, come “le cose andate sono poesie lente
nel sorseggio delle ore”. Delicata poesia entra nell’anima, lascia la scia dell’emozione.
Complimenti!
Marinella (nonnamery)
@Nunzio Buono,
le cose andate sono e saranno sempre storia per la nostra memoria e come le valige viaggeranno in ogni tempo.
@Nunzio Buono,
sogni irrealizzati in quelle valige?
Dolce la malinconia di questi versi ed allo stesso tempo crude.
Dietro gli orizzonti.
Grazie
Francesco
AIUTIAMO L’ABRUZZO!
Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia, in accordo con la Protezione Civile si sono unite per agevolare la raccolta di fondi a favore della popolazione abruzzese colpita dal sisma.
Fino al 30 aprile per donare 1 euro basta inviare un SMS al numero 48580. Le donazioni verranno raccolte dal Dipartimento della Protezione civile per il soccorso e l’assistenza e verranno utilizzate per i primi soccorsi e per i generi alimentari di prima necessità.
La donazione sarà andata a buon fine se riceverete un messaggio automatico di risposta con scritto “Con questo messaggio stai aiutando la popolazione dell’Abruzzo colpita dal terremoto”. E’ anche possibile fare la donazione mediante telefono fisso: selezionando il numero 48580 da telefono fisso Telecom Italia si doneranno 2 euro.
@Robert,
GRAZIE Robert per il tuo intervento riguardante le popolazioni dell’Abruzzo e mi trovi concorde che di fronte alla tragedia avvenuta due notti fa in Abruzzo siamo tutti costernati ed impotenti. Il nostro amore è rivolto a quelle sfortunate popolazioni.
Ovviamente, questa disgrazia ha portato tristezza nei nostri animi, ma rilevo anche che la maggior parte delle persone hanno preso coscienza e in tanti luoghi, come nel nostro Auser, vi sono persone che contribuiscono alla raccolta fondi che sono un atto di amore e di solidarietà per le persone disagiate.
Con affetto
Sergio
Terremoto
Trema nel ventre delle nostre case
e non c’è preghiera che riesca a fermarlo
Solo l’attesa…lunga dell’impotenza!
Ciò che resta
è il niente!
***
Non mollate, ce la farete a risorgere di nuovo
amici dell’Abruzzo.
La Primavera tornerà anche per voi!
Francesco Luca Santo superstite del 13/12/1990 ore: 01:40 epicentro Augusta (Sicilia Orientale) ottavo grado scala Mercalli. 11 morti . Età 11 anni!
Con rispetto e solidarietà
Francesco Luca Santo
@Robert,
Caro Robert una iniziativa colma di solidarietà. Io ci sono….Speriamo che alle nostre mani tante altre possano unirsi, nel segno della speranza e della fratellanza.
Marinella (nonnamery)
@Robert,
Saluto con rispetto l’iniziativa che rende a questo portale un profondo senso di serieta’ e, che al di la’ di belle parole, passa ai fatti.
Quanto azzeccata la tematica del Concorso d’emozioni!
Non avrei mai pensato che l’argomento che stiamo trattando avrebbe toccato cosi’ profondamente il sociale!
Dopo aver visto e sentito le dolorosissime notizie, essendo poi nella settimana della passione di Cristo, ho fatto alcune riflessioni .Parliamo dell’amore e adesso abbiamo a che fare con il nostro prossimo. Gesu’ dice:”se fatte ogni minima cosa ai miei piu’ piccoli, lo fatte a Me!”
Oggi i suoi piu’ piccoli sono i nostri fratelli abruzzesi che in un secondo hanno visto cambiare drasticamente la proria vita, gettandoli nella piu’ profonda disperazione e dolore. Vite spezzate, famiglie dimezzate, distrutte, sogni infranti, “ferite” aperte, tante mattine perse nella notte.
Una preghiera viva e sincera al Nostro Signore che possa mandare il Suo Spirito Santo chiamato anche “il consolatore” a colamare quei vuoti, quelle voragini aperte dentro ogni persona colpita da questa disgrazia. Siamo noi il Corpo di Cristo, le nostre mani che si operano per fare del bene, i nostri piedi che porteranno aiuto, i nostri cuori predisposti ad amare i nostri simili. Dobbiamo agire senza pensare che tanto lo faranno in tanti altri. Tramutiamo i nostri buoni propositi in fatti per quanto nel nostro piccolo lo possiamo fare.
Un abbraccio forte e sincero a tutte le anime belle, nel donare ogni minimo gesto di amore sara’ come scambiarsi un segno di pace.
@Robert,
Caro Robert
mi sento, anche dopo le festività della Pasqua, confermare i miei più sinceri auguri per le persone ancora disagiate per il recente terremoto.
Ascoltando le notizie e leggendo i giornali mi viene da riflettere: vorrei che la premessa del mio racconto “”le radici dell’amore””, quando si dice: “l’amore rappresenta anche un desiderio di bellezza e dà origine alle arti in particolare: poesia, musica, letteratura, pittura, scultura, etc. qui vorrei aggiungere: “l’amore e passione anche per esercitare la scienza delle costruzioni”.
Questo pensando anche alla Scuola San Giuliano 2002, ed ai 18 bambini e ad una maestra che ora purtroppo non ci sono più.
Con tanti auguri e con tanta speranza.
sergio
Tra mille brividi.
Avvicinerai l’amore al mio cuore remoto
e tra mille brividi
mi accoglierai nel tuo grembo,
mi fonderai nei tuoi occhi,
mi assorderai con il tuo canto silenzioso
e mi sigillerai la bocca con le tue labbra dolcissime
che arriveranno sino all’anima;
null’altro farai
e per me non ci sarà salvezza
se non nel volo tra cirri e nembi
legati insieme da un fulmine ritorto.
Tremo Desdemona,
tremo come infante lume senza scampo!
Striscio… lento,
nel sentiero delle tue lenzuola…
perduto amante ipnotizzato da rosee mammelle!
Grida il mio nome
forte …da incendiare il sole…
Urla la tua passione
dentro queste mura stanche
e fammi schiavo,
servitore dei tuoi peccati…
Uccidimi col tuo respiro!
@poetanelcuore,
In senso positivo o negativo?
in senso positivo, complimenti per la poesia
@Francesco Paolo Percoco,
Come dire, forse un po’ semplicisticamente:
“Tre cose mi piacevano di te:
Il velluto dei fianchi
e delle tue cosce
e il velo trasparente
dei tuoi occhi!
Li desidero ancòra…”
Era il 19 0ttobre 2007
Ciao e cose piccole e belle Mario Prontera
@Mario Prontera,
Forse.
@Francesco Paolo Percoco,
Sono frastornato per l’avvicinamento dei miei versi a quelli dell’…Otello.
Grazie.
@Francesco Paolo Percoco,
potente il fascino di quell’immagine nei versi di chiusura. Un’altra bella lirica. Grazie Francesco.
@Robert,
Mi compiaccio del tuo apprezzamento.
@Francesco Paolo Percoco,
Una poesia bella, forte come l’amore tradotto in passione. Complimenti.
Marinella(nonnamery)
@Marinella,
Sei gentilissima!
@Francesco Paolo Percoco,
i tuoi versi sono molto delicati ma anche intensamente espressivi che sembra quasi di vedere quest’incontro in cui mille brividi attraversano il tuo corpo mentre lei sigilla dolcemente le tue labbra. E’ così che canteranno di gioia le vostre anime in fibrillazione d’amore.
@ALBA VENDITTI,
Carissima, ti rispondo con i versi di un grande poeta cinese (siamo intorno al 800 d.C) che si chiamava Po Chu-i che fu scoperto ed apprezzato da un intellettuale del tempo che lesse la sua poesia sul muro di una locanda.
Ora te la trascrivo.
Il mio goffo poema sul muro della locanda
nessuno finora s’era curato di leggere.
Muschio e tracce d’uccelli ne aveva cancellato i caratteri.
Poi giunse un avventore dal cuore così traboccante,
che, benché fosse Paggio al trono dell’Imperatore
Si degnò con un lembo del suo ricamato mantello
di spazzar via la polvere e di leggere.
@Francesco Paolo Percoco,
Sono versi grandiosi, ma la chiusa con quel fulmine ritorto è un’immagine di straordinaria efficacia.
Complimenti e grazie
Francesco
@francesco ballero,
Grazie a te.
L’amore o quasi
—————-
L’amore o quasi
è lì
incredulo
piuma e conchiglia
in postura incorporea
un cristallo d’acqua dolce
in un velo che ancora indugia
resta immobile
fragile
in un fuoco d’incanto
sommesso dalle onde di risacca
ondeggiando docile
nell’opacità del giorno
nell’argento velato della sera
chiude gli occhi
in una sera di settembre
toccato in una nudità di cielo
spezzato in intarsi di sole
libero in un riquadro d’azzurro
poi vola
in tutta quella vita che è adesso.
@tizianamonari,
Grazie Tiziana, ti posso dedicare questa semplice poesia?
Grazie e affettuosi saluti
sergio
All’orizzonte una stella brillava
ci sono delle onde
d’amore,
come una brezza
divina
che ti carezzano
il cuore
al tramonto
la luce del mondo
si spegne
ma il mio amore per te
è acceso per sempre
e allo spuntar
dell’alba
quando il merlo
canta
sarò il sole per te
e teneramente
ti bacerò.
E le onde dell’amore
ti faranno ascoltare
una musica muta
e una magia di
sogno
con l’anima e
col cuore
con i pensieri rivolti
al tuo amore vicino,
dolcissimo
ed infinito
@tizianamonari,
Carissima Tiziana,
mi viene di dirti:
“…dove finisce questo gioco
di provare a toccare le stelle!!!”
Era il 29 marzo 2006
Cose piccole e belle Mario Prontera
@tizianamonari,
delicatezza ed intensità in questi tuoi bei versi. Grazie Tiziana.
@tizianamonari,
Una poesia delicata, come un amore in boccio.
Marinella(nonnamery)
@tizianamonari,
Straordinaria bellezza.
Grazie
Francesco
@tizianamonari, L’amore o quasi si prova abbastanza spesso e come tu stessa hai detto a volte resta immobile poi rivive ondeggiando docilmente e indugia di nuovo. Si apre nel cuore la speranza di proseguire quell’amore, ma appena chiudi gli occhi vola via l’amore che avevi quasi raggiunto. Malgrado questo, non c’è il rammarico di nessuno perchè anche l’amore o quasi fa parte della vita ed era troppo fragile per proseguire, ma ti ha comunque lasciato la visione di un riquadro d’azzurro. Complimenti per questa tua poesia che trasmette serenità.
Esiste l’amore. E l’amore fa parte della vita. E della vita, purtroppo, fanno parte anche il dolore, la sofferenza e la morte. Lasciateci scrivere due parole di solidarietà per quanti, in questo momento, vivono la terribile incommensurabile tragedia del terremoto. Nella bella Terra d’Abruzzo si ha notizia di paesi distrutti, di molti dispersi e di poveri bimbi che non rivedranno più la luce del sole. Preghiamo e restiamo in silenzio. Per oggi i commenti e gli interventi in questo Blog sono sospesi.
@Robert,
mi unisco a te e a Voi tutti in questo silenzio che è preghiera.
@Robert,
Caro Robert,
grazie per il tuo commento a favore delle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto.
Mi sento di confermare ora che amore è anche solidarietà in particolare per le persone che soffrono.
Questo, purtroppo, in particolare ora per i gravi disagi e perdite umane per questa grave calamità.
Sono disponibile ad aderire ai Vostri eventuali programmi di aiuto.
Con affetto
sergio
@Robert,
Doveroso il nostro silenzio, che è solo di parole in questi momenti. Grazie Robert.
@Robert,
Un’immagine, caro Robert, rimarrà scolpita nella mia mente questa notte, quella di un pelouche tra le macerie di un paese distrutto. A chi apparteneva? A un bambino che forse adesso non c’é più, e per questo motivo e per le tante vittime tutti noi adesso siamo più poveri, e il nostro amore é ostaggio di un profondo dolore. Grazie per il tuo intervento, e per il silenzio che chiedi, per ora solo la preghiera e il pianto e gli aiuti possono alleviare le pene di un’intera regione. Ci sarà tempo domani per interrogarci, per capire i perché da sempre insoluti, affinchè non si ripeta quello che ancora una volta é successo. Mi unisco al tuo profondo dolore e al dolore di tanti amici del Manuale per questa regione che tante volte mi ha accolto con profonda amicizia, Lenio.
@Robert,
EMOZIONI DI SBIGOTTIMENTO, DOLORE, COMPARTECIPAZIONE.
Porgo tutta la mia solidarietà, non di scrittrice o poeta ma di persona, di donna, moglie, mamma a coloro che vivono questi momenti terribili, lo choch, l’incertezza di sapere la sorte di coloro che amano, ai genitori dei ragazzi della casa dello studente, ai parenti delle suorine del monastero, a TUTTA la forte e salda gente dell’Aquila e delle zone colpite da questo disastro immane. Fino all’anno scorso non conoscevo per niente questa regione e giusto nel 2008 ne ho avuto un assaggio scoprendo l’incantevole Pereto, denominata appunto “la porta d’Abruzzo”, andandovi con tutta la famiglia in occasione di un Premio Letterario. Vi invio con tutto il cuore amore, partecipazione, la mia sofferenza che sarà poca cosa ma vuole unirsi alle vostre per far sì che allo smarrimento e l’opacità dei momenti presenti possa gradualmente sostituirsi una fievole luce, necessaria, indispensabile: quella della voglia di andare avanti, della SPERANZA. Beatrice Bausi Busi
@Robert,
Quello che poteva essere me,
col tono solenne
senza stelle pasquali
solo il panico e il dolore.
La secchezza dell’estrema
desolazione
in rumori grumosi
pascoli impolverati
macerie e lacerazioni
dell’anima
tutto intorno odori
di sconfinati desii
in frantumi precettuali
solitudini
pieni di infausta ragione
io non posso
io non posso più volare..
@Robert,
esprimo il mio cordoglio per la popolazione colpita, in una regione di gente buona, nobile e laboriosa. Una particolare vicinanza agli autori abruzzesi in questo momento doloroso.
Andrea masotti
@Robert,
06/Aprile/2009
Il risveglio è stato scioccante!
La notizia dell’immane tragedia in Abruzzo, risuona come un boomerang da un telegiornale all’altro. Gli occhi velati di lacrime, non sanno dove guardare. Le mani, vorrebbero stringere quelle mani che con gesti disperati, raccontano la paura di una notte da tenere a memoria.
Marinella(nonnamery)
@Robert,
Carissimo Robert,
mi sento di dire così:
“…ed è ancora una mano, quella che vuoi,
che ti dò, a mettere in fuga la paura:
Di andare da solo ad annusare nuove vie,
dove le stelle sono chicchi di neve
e “lumache dal volto di cenere” se ne stanno a danzare,
contando veloci il bagliore dell’alba
e lo sfinimento dei tuoi giorni e dei miei”.
Era un giorno di settembre del 2008
Mario Prontera
Semenza fruttuosa e fedele
seminiamo il ricordo di ciò che fummo
Zingara usuraia di cuore,
metti i tuoi occhi sull’anima
e pivieri d’estate vivremo di noi… sempre!
@poetanelcuore,
Molto bello quell’ossimoro, se così possiamo chiamarlo, dei “pivieri” “d’estate”, a conclusione di un breve splendido componimento che a me richiama alla mente uno sguardo nostalgico, ma allo steso tempo proteso in avanti, lo strazio e la vitalità.
Bellissima poesia.
Grazie
Francesco
Grazie mille Francesco e Buona Pasqua
Il profumo sparso di un ricordo
***
Fu il giorno dopo
che il vento occupò il tuo lascio
nel gelo delle stanze
lo specchio
guardava la tua voce
nelle immagini riflesse
che ci vide accanto
e non disse
nulla che silenzi
andasti via lasciando
il tuo profumo sulle scale
sparso
di un ricordo
vuoti
di una fotografia tagliata al viso
calpestata al suolo di un passaggio
cancellato sulla sabbia
anche il mare
timido di un’onda
depose stanco
il suo respiro.
@Nunzio Buono,
“depose stanco il suo respiro”
Bellissima poesia, dove si sente forte la rassegnazione, nonostante nelle stanze del cuore, vaghino ancora le ombre di questo amore perso tra i silenzi del tempo e i ritagli della vita.
Con stima Ali
@Nunzio Buono,
che belli quei versi:
“andasti via lasciando
il tuo profumo sulle scale
sparso
di un ricordo”
Complimenti Nunzio.
@Nunzio Buono,
“il profumo sparso di un ricordo”
Una poesia triste,dalla quale traspare un’addio.
Marinella(nonnamery)
@Nunzio Buono,
Il tuo stile inconfondibile per dei versi straordinari, di una delicatissima tristezza, come tu solo sai descrivere dipingendola con toni lievi, sfumati, rarefatti. Eppure le immagini si succedono incalzanti …
Grazie
Francesco
@Nunzio Buono,
Complimenti, splendida come tutte. Un abbraccio.
LA MIA GUERRA
Alita pure il fiato
che sa del vino bevuto,
l’adolescente che sei
è nelle parole che dici,
nelle domande che fai.
L’ansia di vesti mature
fa vela tra gli abissi
di tanti ricordi.
M’inquieta la tua fragile mano,
mi fa sognare il tuo seno.
Ma il sole sorge altrove.
Dichiaro la mia guerra
contro il tempo che ci separa.
Nuvole siamo in cieli diversi.
Il vento ci porta
in isole lontane
dove alti muri m’attendono.
@pinoster,
Un amore finito che ha lasciato rammarico e ricordi.
“Nuvole siamo in cieli diversi”
Con affetto
marinella (nonnamery)
@pinoster,
leggo, è una mia sensazione, anche un po’ di rabbia in questi versi, bellissimi! L’atmosfera si coglie sin dal primo verso anche se pian piano l’emozione che essi hanno suscitato si dirada, pur lasciando la loro impronta.
Grazie
Francesco
@francesco ballero,
Hai ragione, caro Francesco. C’è la rabbia che può derivare da un amore impossibile…
@pinoster, dichiarare guerra al tempo che ci separa da chi amiamo serve a ben poco, ma almeno regna la speranza che quelle nuvole ora in cieli diversi prima o poi vengano avvicinate dal vento e fatte piovere sulla stessa isola. Purtroppo, ora la tua anima ancora è inquieta perchè lei, il tuo sole, sorge altrove ma chissà, se la tua guerra al tempo che vi separa avrà finalmente la sua vittoria. Complimenti per la tua poesia molto espressiva.
@ALBA VENDITTI,
E’ una guerra perduta in partenza… le distanze geografiche si possono eliminare, le distanze di tempo per nulla… purtroppo si resta nuvole in cieli diversi e non ci sarà vento che possa avvicinarle. E’ la vita…
@pinoster,
un amore irrealizzabile che cerca quasi di giustificarsi. Per essere così forte, pur appartenendo quasi a un’altra dimensione.
Versi possenti. Come il sentimenti irrefrenabile.
Complimenti!
Pipa e sigaro
Nel cortile del mio vecchio studio che assomiglia più ad una casa contadina (una casa rustica in mezzo ai campi, qualche chilometro fuori dal paese), quasi sdraiati su vecchie poltrone di plastica, siamo solo noi due. Il suo sigaro mi entra nelle narici. Cancella completamente l’aroma del tabacco. Vorrei che un po’ di arietta fresca se lo portasse via, ma la nuvola ci avvolge come in un bagno turco.
“Ho deciso…” – gratto la mia barba bianca con un gesto di routine. So, che a lei lo posso dire, – “mi trasferisco qua”.
Le sue gambe lunghe cambiano posizione: la destra che prima era sopra, va sotto. Mi guarda con gli occhi mezzo socchiusi, facendo un lungo tiro dal sigaro e aspetta con pazienza che finisco il discorso. Sento le cicale impazzite stravolgere il silenzio.
La mia pipa si spegne. Cerco nella tasca l’accendino.
Lei sa tutto. Lei sa anche troppo. Sa che con mia moglie non ho più nessun rapporto da dieci anni e che vado a casa solo per dormire e cambiarmi. Sa che mi sono innamorato come un cretino di una donna sposata e, adesso, come un struzzo devo nascondermi e proteggermi dagli occhi e dalle orecchie indiscrete. E che più bel sesso che ho fatto, l’ho fatto dopo i miei primi cinquanta anni. Tutte queste cose le potevo dire solo a lei. Magari perché non abbiamo nessun amico in comune e perché, da sempre, non posso confidarmi con nessuno: il paese dove abito ha solo un centinaio di case e ci conosciamo tutti. Non hai tempo di starnutire che tutti dicono che hai preso l’influenza.
Dal suo viso rilassato vedo che non si sorprende neanche un po’.
“Ho deciso di lasciare Stefania” – parlo di mia moglie.
“Ma senza divorziare, spero!” – si preoccupa lei.
“Certo, che no. Ma mio figlio ormai è grande. Nessuno di loro due ha più bisogno di me. Ho deciso. Questa volta lo faccio davvero” – dico con sicurezza. Anche il by-pass nel mio petto all’improvviso si fa sentire: cerca di mettersi d’accordo con il cuore che cerca di scappare dalla gioia per questa decisione presa da un po’ di giorni.
“Abbiamo deciso di stare insieme … con la mia donna” – dico.
Lei non sa come si chiama la mia donna, non la conosce. Non è di qua: una o due volte a settimana viene a trovarmi. Prima la guardavo più come possibile preda. Bella, bionda, alta, vichinga, che mi piaceva, ma anche spaventava con la sua appariscenza: una russa che piaceva a tutti i miei amici e non solo. Non so perché non mi sono mai esposto più di tanto. Ma poi, dopo qualche tempo, dopo le prime confidenze, ho scoperto in lei una mentalità molto liberale e comprensiva: scambiarsi confidenze con una donna che ti accettava senza giudicare e non si preoccupava di quello che avrei pensato di lei, era un’esperienza magica e confortante.
Ora possiamo stare ore e ore a parlare: dipende da quanto dura il suo sigaro. Quindici centimetri significano un’oretta di sicuro. A volte, per trattenerla di più, le regalo un sigaro cubano, tra i più grandi che si possono trovare in commercio.
Parliamo di tutto: incominciando dall’arte e finendo con i particolari piccanti, che con l’arte hanno poco a che fare. Ridiamo e ci prendiamo in giro. Senza esagerare, chiaramente.
“Immagino, che ci farete una festa per l’inizio della convivenza…” – cerca di buttarla sul ridere. Il suo sigaro ormai è a metà. Ma non era grande. Faccio il conto che abbiamo ancora una ventina di minuti. E devo raccontarle ancora tutte le stupidaggini che ho fatto dopo aver preso la mia decisione.
“Certo!” – le dico, ma all’improvviso un dubbio trafigge la mia sicurezza.
Sorseggiamo Merlot dai calici larghi e enormi; sono un suo regalo per gustare un vino giusto nei recipienti giusti. Se non fosse per lei, continuerei a bere vino rosso dai bicchieri di plastica. E il vino, si sa, non è acqua.
“Ma lei sa che ti piace stare di sera con gli amici e bere un bicchiere di rosso?” – mi sfotte con la sua dolcezza tipica russa, ridendomi in faccia. Mi conosce bene.
“Certo che lo sa…” – dico una bugia per non deluderla. Sento il by-pass litigare con la bugia: un leggero dolore e un grande dubbio.
“Allora, non cambierà niente…” – la sua ingenua persuasione all’improvviso mi fa sentire l’amaro gusto della pipa.
“In ogni caso, stasera dormirò qua. Ho portato due valigie con la mia roba” – e gratto la barba per distrarmi dai pensieri.
Parliamo per altri venti minuti. Parliamo dell’amore per una donna. Per la mia donna che mi ha fatto sentire vivo di nuovo, dopo un intervento cosi delicato al cuore. Parliamo solo dell’amore e come amavo anche prima dell’intervento, amavo sempre le donne degli altri. Parliamo come potrei amare ancora per molti anni perché non ho mai avuto problemi a non essere amato. Lei mi capisce e annuisce. E poi dice che deve scappare perché è tardi. Sono le undici di sera.
Si preoccupa se la fermano i vigili che si mettono sempre all’uscita del paese: ha bevuto molto, ma da vera russa, sembra che abbia bevuto solo acqua. Mi sorprende sempre la sua resistenza ai gradi.
Sale in macchina, mette in moto e sento partire la musica a tutto volume.
E poi va via, lasciando l’eco del subwoofer che prepotentemente batteva un ritmo, contrastante con le pulsazioni del mio cuore.
Sento ancora il sigaro. Sento la vergogna della prima bugia e voglio capire perché l’ho sparata. Sto fermo come uno spaventapasseri mezz’ora. Credo anche di più. L’ombra creata dalla luna fa paura perfino a me. “Ma tu, cosa vuoi veramente?” – la sua domanda che è scappata nel mezzo dei nostri discorsi, mi è si avvitata nella testa come una vite.
Entro in casa per aprire le valigie. Dal quadro che è ancora sul cavalletto e che devo ancora finire, mi guarda la mia donna, provocandomi con il suo seno, piccolo, ma molto sodo. I suoi fianchi larghi ed invitanti arricchiscono la stanza e si mescolano con l’odore prepotente del sigaro: l’ho portato fin qua, me lo sento addosso. “Ma tu, cosa vuoi veramente? Perché, sai, come si dice qua?” – E me lo dice una russa?! “Volere – potere!” Guardo i fianchi della mia donna e …sotto le mani mi trovo un cavatappi. In un secondo mi scaglio contro il quadro, puntando la parte puntigliosa in mezzo al suo petto, ma la tela resiste. “Ma tu, cosa vuoi veramente?” – mi viene da vomitare ripensando alla domanda. Prendo il quadro e con le tutte e due le mani lo scaglio contro la mia vecchia scultura di bronzo, facendo uscire in mezzo la testa del cavallo. E all’improvviso mi sento bene. Faccio un giro per lo studio. Altri quadri, non finiti, lasciati a metà, governano tutti gli angoli. Non ho fatto nulla di buono da quando mi sono innamorato. Raccolgo tela per tela e le porto fuori. Vorrei dar fuoco al mucchietto, ma fa troppo caldo. Una per una le scaglio contro il palo in ferro che tiene il recinto di rete. Più mi scaglio contro quel palo, più sto bene. Volere – potere. Sto bene perché devo soffrire, perché devo soffrire per dipingere come sempre ho dipinto, e, per dipingere come sempre ho dipinto – devo stare solo! “Ma tu, cosa vuoi veramente?” – sorrido con rassegnazione e tristezza, grattando la mia barba bianca e disfo la valigia, dicendo addio a tutto il passato compreso la mia donna. Tranne il sigaro e la pipa, naturalmente.
E anche il mio by-pass finalmente va d’accordo con il cuore.
@Natasha Bondarenko,
Carissima Natasha,
brava davvero anche in prosa. ( non sarai mica dell’Acquario o dei Pesci? o forse sei dello Scorpione!).
Mi piace il tuo racconto per il tema affrontato, molto più presente nella mente degli “animali ragionevoli” di quanto essi stessi ammettano.
Ma mi piace anche il tuo stile semplice, cioè essenziale e perciò stesso “dolce”.
Complimenti ancora e se non ci sentiremo più, auguri sinceri e affettuosi di Buona Pasqua. Cose piccole e belle Mario Prontera
@Mario Prontera, Caro, Mario! Sono dei Gemelli con Mercurio (parola) nel Cancro che , a volte, produce i scrittori. In Acquario ho il Giove che porta fortuna. Ma credo che per scrivere devi avere un passato vissuto più avere qualcosa da raccontare. Mi piace scrivere una storia vera che nel suo nucleo ha un’idea forte e una svolta improvvisa, una sorpesa che rimane nella mente a lungo. Creo, finché posso, piccole scenografie, piccoli cortometraggi sulla carta senza dare nessun giudizio e solo raccontando la storia. E devo anche devo ringraziare il mio Editor che mette tutti miei articoli in italiano a posto.
@Natasha Bondarenko,
condivido molto quell’affermazione:
“Ma credo che per scrivere devi avere un passato vissuto per avere qualcosa da raccontare”.
Giusto, anzi giustissimo. Perché gli accenti e gli apostrofi si possono correggere ma il “nulla” di cosa si racconta non ha riparo…
Complimenti.
Come burrasca è giunto a me il tuo amore,
con occhi d’uva e chioma di pece…
Ero bambino alla ricerca del mondo.
Nell’albore della tua pelle,
sovrano adesso regno…
Abile predone del tuo desiderio!
@poetanelcuore,
Pochi versi e sembra di vedere la persona alla quale sono dedicati. Bello quel “Nell’albore della tua pelle”, davvero conciso ed elegante, complimenti Lenio.
Grazie mille Lenio, apprezzo molto il tuo sincero commento
poetanelcuore
@poetanelcuore,
Cara poetanelcuore, questo amore arrivato come burrasca, ora regna sovrano nel tuo cuore. Versi delicati…dedicati all’amore. Complimenti!
Marinella (nonnamery)
@poetanelcuore,
Io credo che questo nome “poetanelcuore” ti rappresenti in modo perfetto! I tuoi versi sono struggenti e graffianti, intensi nel messaggio che vuoi dare… Il bersaglio non può essere indifferente a tanta profondità e passione. F
Grazie mille Franca, sei gentilissima
un saluto e Buona Pasqua di cuore
luca
@poetanelcuore,
caro Luca, dipingi questa tela con maestria, così che quasi li vedo questi “occhi d’uva” e quasi sento la foga di questo “predone”.
Bravo, bravo davvero!
I fiori
Si avvicinò allo specchio e reclinò il capo leggermente indietro. Vecchio, stanco, quale egli era, nell’ora tanto attesa eppure ormai imprevista. L’ora più assurda. Inghiottì saliva amara. Giulia l’aveva cercato. La ricordava per nome: Giulia, ma forse non l’aveva mai chiamata. Giulia Ferriani, ecco come avrebbe dovuto pensarla, ma non l’aveva mai fatto. No, niente lettere o lunghe telefonate, solo un messaggio, poche parole dirette e precise come pallottole: – Mario è morto ieri. Posso chiamarla. –
Così, senza punto interrogativo. Con il lei. Come se quel nome, Mario, che lui non conosceva, fosse scontato, un amico o nemico di vecchia data. Giancarlo si riguardò distrattamente, poi andò nella camera silenziosa dell’attico, il pavimento luccicava dei passi mancati. Si riassettò il nodo della cravatta rosa e blu acquistata pochi giorni prima. Un vezzo che lo aiutava, gli acquisti, come il golf o le scommesse sui cavalli. Vestiva da Lord. Portava a spasso un setter. Era un signore solo.
Giulia, un marito rude che non l’amava, così intuiva, un manovale, due figli allora in tenera età che forse faticavano a mantenere, commessa nel negozio di abiti che lui spesso frequentava. Giulia triste che lo seguiva con lo sguardo dalla vetrata quando usciva. Ammirata dalla sua disinvoltura, forse dal suo stato di benestante, dalle sue frottole, lei che non rideva mai. Lui invece con quel sorriso falso che spuntava solo lì, un’aria importante senza esserlo, chiacchierone vacuo senza uno scopo, la sera qualche banconota cacciata di fretta in mani dalle dita lunghe e le unghie laccate. Mani ogni volta diverse.
Un brivido lo colse e rilesse il messaggio, aveva voglia di gridare tutta la rabbia di un’esistenza finita nel grottesco – E’ morto e io dovrei festeggiare ? – uscì a passi svelti – forse è meglio non rispondere. Non sa neanche se ho ricevuto il messaggio. E’ meglio cambiare strada, nella sua abitazione, sopra il negozio, ci sono i figli. Forse i nipoti – ma i piedi correvano avanti, non riusciva a fermarli, il portone era a soli duecento metri e lo stavano trascinando in quella direzione – Andrò là di persona, a fare le condoglianze..si usa così – la boutique era chiusa, la porta di casa era cambiata e montata a vetri, il campanello che non aveva mai sfiorato era d’ottone brunito come allora . Spinse l’uscio dopo il tiro. Ripensò l’alta e fredda figura che lo cercava con gli occhi sgranati in attesa di una parola. Da allora la sentiva vicina, impalpabile eppure presente. Lo accompagnava silenziosa nel letto, tutte le sere, come un demone, per poi dileguarsi. L’ascensore si fermò al piano. – Ora che ci rivedremo avrà i capelli tinti, una signora distinta, con la collana che si allunga sopra il petto sgonfio – si strinse il nodo della cravatta – e i due bambini che la tenevano per mano saranno due uomini. Forse mi guarderanno male. Avrebbero ragione – rigirò i bottoni ed entrò. Gli sfuggì un colpo di tosse, aveva ripreso a fumare. Poi vide Giulia: eccola là davanti alta flessuosa la pelle candida e rosea i sopraccigli sottili i capelli neri ravviati indietro e sciolti sulle spalle. Il tempo si era fermato. Giancarlo rimase attonito a guardare, incredulo, la giovane commessa della boutique. Vide i figli ai lati del letto, più maturi di lei, un po’ stempiati, in doppio petto scuro. Dietro c’era un grande tavolo in massello con un vaso di cristallo e un mazzo di fiori di campo secchi dai cento sbiaditi colori. Comprese in un attimo che avevano adorato quell’uomo anziano ora sdraiato inerte sul letto, tra i ceri accesi. E la loro madre così fedele. Lo prese lo sgomento. Fece un passo verso di lei e si accorse che le gambe non lo reggevano.. come poteva salutarla, lui ormai maturo e lei che pareva sua figlia ? E in quella circostanza ? Giulia lo attendeva con un sorriso smagliante, quel sorriso che non aveva mai irradiato il suo volto quando la conosceva. Giancarlo non aveva rinunciato invano, ora sapeva: lei era stata felice. I fiori sul tavolo, i fiori appassiti, si aprirono e spuntarono nuove foglie. – Signor Giancarlo..? – disse Giulia – poi rivolgendosi ai figli – mi pareva fosse entrato un uomo, un tipo distinto.. dov’è andato ? Chi ha suonato il campanello ? Non avete visto entrare uno, uno della vostra età ? –
I due la guardarono stupiti e lei stanca si sedette pensierosa presso il tavolo ed allungò una mano a toccare i fiori. Nel vaso di cristallo per la prima volta c’era l’acqua.
@Andrea,
Un racconto condotto magistralmente con la tecnica che ormai conosco. Non posso che rinnovarti i miei più vivi complimenti, Lenio.
@lenio vallati,
grazie caro Lenio, qui muovendomi tra realtà e metafisica ho rischiato un po’ e credo che tu l’abbia capito, per questo apprezzo particolarmente il tuo parere. Del resto il confronto tra autori è l’ambiente ideale per volare con l’immaginazione e raccogliere le impressioni altrui.
Andrea
Elena
Rivesto la notte
come rugiada malsana,
e adesso l’usignolo è qui,
non lascia più la mia casa
dentro il dolore tacito della fine.
Nave maestra dell’inganno
fu la stupida voglia di non lasciarti volare …
Solo l’inferno brucia più del mio cuore adesso!
Sono creta insensata,
in un abisso di silenzi
Portami vento nella casa dall’eremo crudele
la mia patria non ha più cure per questi occhi …
Ora la mia vista è insulsa e devastata
ed il tuo volto Elena,
non vedrò più… mai più!
@poetanelcuore,
Lascerò, per te. parlare il cuore!
Dove c’è dolore…c’è amore oltre l’infinito.
Travolgente vive l’anima come onda
e ti abbraccia
come il sale…lo scoglio.
Con affetto.
Marinella(nonnamery)
@poetanelcuore,
L’abisso dei silenzi, oltre ogni confine. L’amore, come in guerra non vuol perdere. Non perdere la sua amata Elena.
@poetanelcuore,
Struggente questo canto dell’anima!
Il cuore, nell’abisso del silenzio urla tutto il suo dolore, consapevole che più nessun inganno riuscirà a far vivere le sue fragili illusioni di vita.
Con stima Ali
Scrivo in replica a un commento di Sergio Doretti.
L’amore è l’unico antidoto contro ogni forma di odio e violenza. Ed i poeti, che scrivono d’amore, sono cavalieri che lottano per la giustizia e la pace. Liberi, corrono su cavalli bianchi attraverso le praterie del cuore sventolando bandiere con messaggi d’amore. Le poetesse, sono dame cinte d’alloro e quando passano per le vie, lasciano scie di luce e armonia. Di tanto in tanto scivolano fiori sull’asfalto, che hanno il profumo della primavera della vita.
Nicla Morletti
Ciao! Così mi disse con un sorriso così morbido e dolce da aver voglia di baciarla subito.
Ciao risposi io con voce un po’ assorta guardando una fila di formiche che saliva su una scarpa per poi scendere di nuovo a terra e continuare un percorso infinito. Come va? Diceva mentre inclinava leggermente la testa per raggiungere il mio sguardo. Bene, anche se poco convinto come se fosse una risposta presa a caso dal cappello. Ci sono novità? Si, dissi con voce sicura come risvegliato da un profondo torpore, ci sono ma non posso anticiparti niente, sarà una grande sorpresa per quando arriverai a casa. Mi guardava incuriosita come una bimba davanti a un leccalecca incartato di cui non sa ancora il gusto, fece una breve pausa aspirando il fumo e mentre gli usciva denso dalla bocca disse, di che tipo?… un anticipo piccolo piccolo?, quasi pregandomi dalla curiosità.
Ti dico solo che è una cosa che servirà ad entrambi. Basta non dico altro!, la mia faccia divertita faceva finta di fare quell’espressione irremovibile, quella che ogni tanto hanno gli arbitri sul campo di calcio, mentre lei spegneva la sigaretta con la punta degli anfibi con estrema delicatezza come una ballerina classica accenna la danza di un cigno nero.
Un Golden Retriver che tiene compagnia a Valiant! dopo una lunga pausa come cercando nell’aria, Morirebbe di gelosia risposi subito mentre mi alzavo mettendomi le mani in tasca. Dai che scherzo!!! sorridendo mettendomi il braccio sotto braccio. Ci incamminammo verso casa il sole di primavera scaldava la pelle ed eravamo felici come sempre. Sembrava che tutto fosse per noi, i semafori diventavano verdi al nostro passaggio, la gente si fermava con un sorriso vedendo i nostri baci appassionati e anche l’uccellino che cantava durante la notte pareva essersi risvegliato. Ho scritto molto in questi giorni sai? irruppi nel silenzio timidamente, lei si fermò e mi guardò negli occhi, amor la foto che ti ho fatto l’altro giorno mi fa venire il batticuore ogni volta che la guardo… non mi ci sono ancora abituata; wow, un po’ imbarazzato dandogli un bacio a fior di pelle, anche la tua è molto bella, intanto pensavo a quel momento impresso nella memoria di un portatile ormai saturo di informazioni. Mi ricordai degli indiani d’America che non volevano essere fotografati e pensai che forse avevano ragione loro, ma ormai è troppo tardi. Starebbe troppo bene in fondo ad un tuo libro, appena prima della biografia e aggiunse con uno sguardo orgoglioso come per sottolineare le ultime parole, …fa fico! svoltammo a destra con il cammino lento di chi non ha fretta in una stradina sommersa nell’ombra e all’improvviso sentii il cambio della temperatura. Un giorno sarà così, te lo prometto dissi quasi mettendomi a ridere, e sulla prima pagina ci sarà scritto: dedicato al mio unico e grande amore.
@Miskin,
così intensa sa essere la spontaneità.
E tu la rendi così bene!
@emma mazzuca,
E’incredibile come il conflitto Ragione e Sentimento si impossessino dell’amore e lo tengano incastonato ad allietare i momenti bui di una vita che troppo razionalmente ci schiaccia. Molto toccante il tuo racconto!
@Ladyviolet, carissima, non è facile fondere Ragione e Sentimento, ma quando i sentimenti sono molto profondi è proprio quell’Amore che hai nel sangue che riesce a guidarti verso la giusta via affinchè mai, neanche una goccia, possa disperdersi.
Grazie. Un abbraccio. Emma
“LA ZONA UMIDA”
La zona umida
del mio cuore
è densa di felci d’amicizia
spesso lussureggianti,
solo a volte
bruciate alle punte.
La zona secca
del mio cuore
ha il profumo raro
d’incenso alla noce moscata.
Aromatica e forte,
sa dei momenti in cui lotto
per sopravvivere alla vita
che m’improvvisa tranelli,
odora dei momenti
di gola prosciugata
dal coraggio
fattosi necessità.
La zona fredda
del mio cuore
è lucida e asciutta
invernale giornata di sole
che non scalda
ma basta a veder chiaro.
La zona calda
del mio cuore
batte ritmi passionali d’amore,
s’emoziona,
compatta e sanguigna
ha parola e carezza frequenti
ma pure
eloquenti silenzi
accosto ad altr’anime.
La zona fradicia
del mio cuore
è commista
al sentire del mondo
di lui se ne intride
e imbevuta trasuda
dolore allegria
tacere ed urla.
E’ sempre colma,
ché l’acqua
di mille sensazioni
evapora sì poco.
La zona arida
del mio cuore
per fortuna
non esiste.
@beatrice bausi busi, Non esistera’ mai una zona arida,perche’ nel tuo cuore c’e’ solo amore che doni incondizionatamente a tutti coloro che ti circondano trascinandoli con la tua positivita’.
Con tantissimo affetto all’anima piu’ pura ed angelica che conosco!!
@beatrice bausi busi,
Davvero originali e suggestive ‘queste previsioni degli umori’ di un cuore femminile, descritti in un linguaggio poetico senza fronzoli, tanto semplice quanto efficacissimo nella trasmissione del messaggio. Complimenti sinceri sig. ra Beatrice.
Mario Prontera
@beatrice bausi busi,
Un quadro d’autore veramente originale per le zone del cuore, come diamante dalle mille sfaccettature, come ogni stagione ha il suo tempo.Complimenti
Un caro saluto
marisan
@beatrice bausi busi,
E’ vero, Beatrice, non esiste zona arida nel tuo cuore anche perché tu impedisci al deserto di formarsi nel tuo animo. In te tutto parla di felci d’amicizia, di sincera disponibilità verso gli altri, forse la zona fredda e la zona fradicia sono dentro di te come per ognuno di noi ma tu sai mascherarle con un ampio sorriso di amore. Sei solo zona calda, caldissima dall’aspetto di un vulcano in continua eruzione di idee e sentimento, e per questo io, più distaccato di te ma ugualmente ricco dentro, ti ammiro. Un abbraccio, Lenio.
Lo scarabeo turchese
La nave scivolava silenziosa lungo il Nilo superando delle piccole feluche e costeggiando la lussureggiante vegetazione alle spalle della quale svettavano le aspre alture della Valle dei Re. Come un fulmine la suggestione s’impadronì di me. I miei occhi sembravano non essere sufficienti a contenere il fascino di quelle visioni che pian piano dilagavano lungo il percorso.
A rendere ancora più magica l’atmosfera c’erano i mille colori del tramonto che come un grande affresco dipingevano l’orizzonte e non riuscivo a rendermi conto se il mio era sogno o delirio intelligente.
Le emozioni che m’invadevano mi distanziavano sempre più da tutti i cupi pensieri che, prima della partenza, schiacciavano la mia anima perché, in quei momenti riuscivo a ricreare, come la quadratura di un cerchio, la misteriosa congiunzione tra l’umano e il divino.
Pregna di tutti quegli elementi reali ed irreali che ruotavano attorno a me, non mi accorsi che al mio fianco, un uomo dagli occhi neri e profondi che spiccavano su un volto ambrato, mi fissavano, quasi volessero strappare alla mia interiorità tutte le molteplici sensazioni che mi soverchiavano e che, appieno, lui sembrava intuire.
La nostra storia iniziò così, con un sincero dialogo pur se spinti da un inavvertito desiderio di approfondirci.
Mi confidò essere egiziano e appartenente alla marina militare, dislocato nei servizi segreti e pertanto in borghese. L’osservavo attentamente. Ero ammaliata dal suo sorriso e dalla sua bellezza al contempo dolce e forte.
Ad un tratto mentre parlavamo, l’uno di fronte all’altro, ci scoprimmo confusi ed emozionati e completamente persi dentro i nostri sguardi; da tempo non provavo un’attrazione così forte, intensa, mi sentivo felice e spaventata ma, nello stesso tempo, pensavo che nella vita ci sono momenti in cui non conta più il vero o il falso, è unicamente il nostro istinto a decidere e noi, siamo pronti a fare la cosa giusta solo quando il nostro spirito lo è.
Ci riproponemmo di trascorrere insieme tutti i giorni della mia permanenza. Mido, compatibilmente con i suoi impegni, gioiva quando riusciva a mostrarmi i tesori e le bellezze della sua terra e del suo mare ed io avvertivo a livello cellulare la sua vicinanza, la sua rassicurante presenza.
Vivemmo il nostro tempo tra l’incanto della natura, la sensualità e l’amore che giorno dopo giorno, senza tante parole, era esploso dentro di noi come un fuoco che travolge e stravolge e che, riuscivamo ad arginare vivendo all’unisono in quell’aria impregnata dal profumo della vita dove corpo e anima sembravano liquefarsi in una fusione primordiale. Inconsapevolmente, eravamo discesi nell’essenza delle nostre anime. Molte volte pur di non separarci trascorrevamo la notte abbracciati sulla spiaggia, sotto le stelle, grandissime e luminose ed io pregavo affinchè quei giorni non avessero mai fine.
Purtroppo arrivò il giorno della partenza, Mido mi chiedeva di prolungare la mia vacanza poi, appena possibile, avrebbe fatto in modo di raggiungermi in Italia.
Amore e ragione sono nemici giurati, ben lo sapevo, come ben sapevo che il mio amore andava oltre la ragione, malgrado ciò fui costretta a raccogliere tutto il mio coraggio per riuscire a staccarmi da lui. Le parole che dissi a Mido fuoruscivano dal profondo del mio cuore, eravamo stati sfiorati da un incantesimo, da quella magia che solo l’amore possiede; avevamo ricevuto un dono celeste, ritrovarci nel giardino dell’anima a gustare la vita e a vivere un sogno che, a tutti i costi, dovevamo proteggere, anche perché, quell’alchimia creatasi tra noi, non poteva essere trasportata altrove, doveva rimanere lì, custodita in quell’infinito angolo di mondo dove era stata vissuta.
Ci aggrappammo l’uno all’altro senza parlare, Mido mi mise nella mano uno scarabeo di turchese pregandomi di non staccarmene mai; di scatto mi slacciai dal collo un nastrino con l’iniziale del mio nome e glielo donai poi, mi allontanai senza voltarmi mentre le lacrime devastavano il mio volto.
Molte volte mi sono chiesta, alla luce di tanta sofferenza durata anni per entrambi, se la decisione da me presa fosse stata quella giusta – chissà – ma di una cosa sono certa, quell’amore è rimasto e rimarrà per sempre splendente come una gemma incastonata in una roccia, inattaccabile dall’usura del tempo.
Lo scarabeo è sempre con me e quando, ancora oggi, devo affrontare qualcosa di importante lo stringo nelle mani ed è come se avessi Mido vicino a me pronto ad infondermi sicurezza.
Emma Mazzuca
@emma mazzuca,
Carissima Emma…che emozione! Sono entrata senza accorgermi nel personaggio e quasi per istinto quando ho finito di leggere, ho guardato la mia mano, ma era vuota. Lo scarabeo non mi apparteneva. Sono tornata alla realtà con un sapore inconfondibile: amore! Grazie per questo meraviglioso racconto, con affetto.
Marinella(nonnamery)
@Marinella,
cara Marinella la vita a volte ci fa dei doni stupendi, sta a noi saperli vivere nel modo giusto conservando, anche se con sofferenza, quell’incanto e quella magia con la quale sono stati vissuti e che li rende eterni. Grazie per aver condiviso con me le mie emozioni, con affetto. Emma
@emma mazzuca,
una storia d’amore con la A maiuscola. E lo è nel momento in cui questa non si mescola con i luoghi, con la quotidianità, ma rimane impressa nel cuore attraverso il tempo.
Emozionante!
Un caro abbraccio
Ars
@Arsomnia, carissima, sono felice che tu abbia condiviso la mia sofferta decisione, è stato tutto troppo magico, mai e poi mai, come tu dici, in un altro luogo o nella quotidianità avrei potuto ricreare quella che io chiamo “alchimia d’amore”. Ti posso confessare che ho fatto fatica a postare questa storia, per l’emozione che mi suscita fino alle lacrime, ma non sono lacrime di dolore, azzardo nel dire che sono lacrime di piacere, che mi fanno bene. Grazie di cuore. Un forte abbraccio. Emma
@emma mazzuca,
Il mio viaggio in Egitto, anelato per anni prima del suo svolgimento effettivo, lasciò impresse emozioni indelebili. Che ho rivissute anche nel tuo racconto. Bello, coinvolgente, concordo sull’alchimia che a volte sentiamo di colpo prodursi tra noi e un “apparente” estraneo, apparente perchè riconosciuto dal cuore e – forse – dal Tempo che portiamo in noi. Beatrice
@beatrice bausi busi, cara Beatrice sono contenta che anche tu abbia fatto quel viaggio, le emozioni da me raccontate sono una minima parte in confronto a quelle vissute durante i 25 giorni trascorsi in Egitto, la cosa più bella e sconcertante è che, con il passar degli anni, mi accorgo che il Tempo rende sempre più viva questa mia esperienza costringendomi, inevitabilmente, a fare dei paragoni che, purtroppo, reggono molto poco. Ma sono felice così perchè per me l’amore deve essere vissuto solo quando ciò che provi ti “travolge e stravolge”,l’amore è “lucida follia” e totale fusione “corpo e anima” con la persona che ami. Con affetto. Emma
@emma mazzuca,
Cara Emma, mi hai fatto rivivere come per incanto la bellissima crociera sul Nilo compiuta ventidue anni fa durante il mio viaggio di nozze. Quella volta non c’era, come nel bellissimo tuo racconto, un’egiziana dagli occhi neri e profondi e un volto ambrato ma mia moglie Adriana. Penso, Emma, che nella vita poche volte passa la felicità, e va saputa cogliere, perché poi quelle occasioni ti mancheranno quando non ne avrai più. E’ difficile mediare il cuore con la ragione, é vero, ma il più delle volte il cuore riesce a giungere così vicino alla ragione più della ragione stessa. Il tuo racconto é meraviglioso, mi ha fatto emozionare, anche se é molto triste. Insieme all’avventura, all’amore, vi é purtroppo presente il volto che non vorremmo mai conoscere nella nostra fugace vita, quello del rimpianto. Complimenti ancora, Lenio.
@lenio vallati, caro Lenio ti ringrazio per il bellissimo commento, conosco la tua grande sensibilità e pertanto, forse, dopo queste parole, riuscirai a capire meglio la decisione presa, una decisione d’Amore. Vedi, io e Mido eravamo due persone libere da ogni vincolo, ma io avevo un figlio che usciva dall’adolescenza ed era cieco di gelosia verso sua madre. La fase in cui l’amore di un figlio diviene quasi giustificato egoismo, e tu non puoi fare altro che stargli vicino attendendo lentamente che la sua mente si evolva , cresca, dandogli certezza attraverso la costante presenza.
Sapevo cumunque che dovevo affrontare il dolore, ma decisi che la sofferenza doveva rimanere circoscritta tra me e Mido perchè eravamo due persone adulte, già toccate dalla vita e di conseguenza più forti e temprate nel nostro io. Il vedere oggi mio figlio adulto, pieno di serenità e di gioia verso il futuro mi fa capire che, forse, la vita ci pone dinnanzi ad un bivio, ci obbliga a scegliere, solamente per farci crescere all’interno di noi stessi.
Grazie di tutto, un abbraccio fortissimo. Emma
@emma mazzuca,
Ciao Emma,
ho letto il bellissimo racconto, che a quanto pare, non è frutto di fantasia, bensì storia di vita che ha lasciato segni indelebili sulla tua pelle.
Tante volte siamo costretti a scegliere, e nonostante la nostra anima ne esca quasi sempre a brandelli, chiudiamo le porte all’amore.
Lo facciamo pur sapendo che ciò lascerà conficcati nel nostro cuore aghi di solitudine e dolore che mai più andranno via.
Affettuosamente Ali
@alifarfalla, cara Ali, è vero, è storia vissuta sulla pelle,
che per molto tempo mi ha lacerato di sofferenza. Posso dirti che la sofferenza fa crescere anche se, dopo aver conosciuto una persona straordinaria come Mido, ho avuto molta difficoltà con altre persone, Mido era e sempre resterà la pietra di paragone, nessuno, per sensibilità, onestà, altruismo, e tantissime altre doti ha mai retto il confronto, ecco perchè è ancora dentro di me. Con affetto. Emma
@emma mazzuca,
anche questo è il volto dell’amore e spesso le ragioni dell’amore non coincidono con quelle della vita.
@emma mazzuca,
un incontro segnato dal destino Emma. Come avresti potuto sottrarti a tale “incantesimo”?… che ancora oggi nel mondo sottile dell’energia vi unisce. Quando due anime s’incontrano amalgamandosi in una fusione di incontrastabili intense emozioni,la loro vita e dolcezza resta incisa nel tempo e nella memoria, che tu puoi commemorare ogni volta che lo vuoi esorcizando… se ci fosse un momento di solitudine stringendo fra le mani lo scarabeo turchese ritorna la fusione. Complimenti per la bella storia d’amore che, a mio avviso… molte persone in essa, hanno potuto cullarsi dentro le emozioni da te con eleganza e amore hai descritto. Ciao al prossimo Franca
@Franca, Grazie Franca, è vero posseggo ancora questo dono splendente che, come tu dici, nei momenti grigi, illumina la mia vita, mi dà forza e speranza e mi fa ancora credere che nella vita la magia, l’alchimia d’amore esiste, basta sempre rimanere fedeli al proprio modo di essere e mantenere intatte le proprie emozioni. La vita poi farà il resto. Ti abbraccio. Emma
Voglio piangere.
Non voglio dimenticare,
voglio pensare ancora,
non importa se fa male,
io voglio ricordare;
il tempo fa paura
perchè allevia il dolore
e gli anni che trascorrono
appannano l’amore.
Le voci si allontanano
insieme all’abitudine,
i volti un pò sbiadiscono
sulle fotografie che guardo sempre meno
in questa corsa mia
con addosso la vita
lungo tutta la via.
Mi fermo per soffrire,
rivoglio il mio dolore,
non voglio questo oblio,
voglio piangere ancora.
Elisa.
@Elisa Barone,
Molto belli e sentiti questi versi e ricchissimi di significati esistenziali.
Come dire:
“Ora è…un giro di memorie,
giocato sul filo delle cose
e storie di sogni inseguiti
cancellano il bianco delle pagine;
ma dove non sai più cosa annotare
ora è ancora ieri,..
.. è già domani.” di anònimo capuàno
Complimenti anche, sig.ra Elisa, per lo stile.
Con simpatia Mario Prontera
aMARIO PRONTERA
Grazie per le sue parole e per i bellissimi versi inviati.
Elisa
@Elisa Barone,
Carissima ELisa, ho provato profonda emozione nel leggere i tuoi versi velati di tristezza.
Ho sentito uno scalpitio di cavalli
attaversare la prateria del cuore
che custodisce il mio fresco dolore
che non voglio dimenticare
e non posso poichè radicata rosa rossa
è nell’anima mia deserta della sua assenza.
Con Affetto
Marinella(nonnamery)
@Marinella
Cara Marinella,grazie per aver compreso i miei versi e avermi inviato i suoi, forti e struggenti.
Se la corsa della vita quotidiana ci impedisce di ricordare chi abbiamo amato,dobbiamo fermarci perchè il dolore ci appartiene e nessuno ce lo deve togliere.
Affettuosamente.
Elisa.
@Elisa Barone,
tocca le corde dell’anima questa lirica, così intrisa di tristezza, di dolore. Come se la vita si potesse esprimere in quanto tale solo attraverso le lacrime..
Un caro saluto
Ars
@ARS
Io non credo che la vita si possa esprimere solo attraverso le lacrime,ma credo che tristezza e dolore siano degni sentimenti da contrapporre all’indifferenza e all’oblio per ciò che si è amato e non c’è più e che però può ancora esistere se resta il ricordo,se resta l’amore.
Grazie per le sue parole e un caro saluto.
Elisa
@Elisa Barone,
Le lacrime sono come la brina del mattino, servono per dissetarci, per poter nutrire con il ricordo la nostra gemma, il nostro amore.
Complimenti.
marisan
@marisan, Grazie per le Sue sintoniche riflessioni.
Elisa.
@Elisa Barone,
quanta voglia ha la gente di versare lacrime per quei piacevoli ricordi che sono sfuggiti via come tanti uccelli in volo verso altri orizzonti. Piangere è vivere sia nel bene che nel male con l’aiuto costante del nostro cuore che ha il coraggio di gioire ma anche di soffrire pur di potersi aggrappare a quei ricordi di vita vera.
@ALBA VENDITTI,
Ecco, Alba, vita vera. E’ vita vera fermarsi per ricordare il dolore, anche il dolore.
Un caro saluto.
Elisa