Concorso di Emoz. 2008, Concorso di Emozioni

E le stelle stanno a guardare

Spiaggia del Calambrone

Eravamo nei primi anni ’30.
Vivevamo in una campagna vicino a Livorno, piena di boschi di macchia mediterranea. Questa macchia è costituita da piante di alto fusto, come pino marittimo, cerro, quercia, leccio e da arbusti: erica, corbezzolo, mortella, ginepro.
La bellezza di questo tipo di vegetazione, si avverte in particolare in autunno, per il colore delle bacche e dei frutti selvatici maturi.
Non manca neppure la fauna selvatica come lepri, conigli, fagiani, merli. I merli, a primavera, nella stagione dell’amore, cantano dei motivi molto romantici diretti alla femmina per sollecitarne l’incontro.
L’abitazione era in collina, raggiungibile attraverso una stradina in salita, collegata alla strada principale che arriva a Livorno.
Da qui, osservando il panorama si vedono la costa tirrenica e, qualche volta, anche quella adriatica.
A volte, quando soffia il vento del maestrale, che proviene dal mare, la dolcezza dell’ambiente ci rende romantici e ci fa sognare lidi di primavera e storie d’amore su una piccola isola sconosciuta.
Da quanto sopra esposto vien da pensare a questo ambiente come ad un paradiso terrestre. Ma non era affatto un paradiso. Vi erano i vari lavori agricoli, molto pesanti, la cura del bestiame e noi ragazzi si doveva frequentare la scuola.
Ogni anno, il 10 agosto, quando a San Lorenzo cadono le stelle, noi ragazzi passavamo la notte fuori e ci facevamo compagnia. Eravamo un gruppo di ragazzi e ragazze.
Osservavamo il cielo seduti sull’aia, con lo sguardo rivolto dalla parte del mare.
Qualche volta ci recavamo, in bicicletta, fino alla spiaggia del Calambrone.
Scrutavamo il cielo per vedere le stelle, ma il più delle volte questo era un pretesto. L’importante era lo stare vicino, perché in quella notte magica nasceva anche l’amore.
Parlando in prima persona, era nato un amore grande e spontaneo, illuminato dal romanticismo che ci circondava.
Stavamo vicini e ci legava l’affetto. Guardavo i suoi occhi innamorati e li consideravo le stelle più brillanti di quella notte.

Sergio Doretti

Immagine: Spiaggia del Calambrone

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Autori ospiti del Blog Manuale di Mari che hanno presentato i loro libri e partecipato al Concorso di Emozioni.

31 pensieri su “E le stelle stanno a guardare”

  1. A Manualedimari.

    È già qualche giorno che ci penso. L’ultimo ferragosto l’ho trascorso in Piazza San Lorenzo a Firenze. Ero solo, ma la piazza era gremita di gente. Vi era la banda del Comune di Firenze che suonava davanti alla Chiesa di San Lorenzo… Erano pezzi musicali popolari europei ed americani. Non particolarmente recenti. Mi è venuto in mente quel ferragosto fine anni 30 che ho rivissuto simbolicamente ascoltando quella musica e descritto nel racconto “e le stelle stanno a guardare”. Ritornando a casa , mi sono subito collegato con “manualedimari” ed ho riletto nuovamente, anche se lo conoscevo a memoria, quel racconto, ma soprattutto, mi ha emozionato rileggere i commenti di tanti di noi, che qui non vorrei elencare. Dico soltanto tutti. Si tratta di commenti che racchiudono la dolcezza, l’amore ed il romanticismo della poesia. Ho riscoperto con piacere che il nostro gruppo è meraviglioso e che entrarvi a farne parte per me è stata una fortuna anche se, mi considero, un vecchio ragazzo di campagna.
    “Quel cielo era rispecchiato
    mei tuoi occhi
    ed il buio della notte
    era illuminato,
    da un amore grande."

    sergio

  2. sergio doretti dice:

    Nel leggere i vostri splendidi commenti sul mio modesto racconto “e le stelle stanno a guardare” mi sono emozionato.
    Tanti ringraziamenti a – maya, arsomnia, domenico, nicla, manualedimari, danielaa, alba, luna70, annalisa, nuccio, lenio, laura, daniela, luciana, lidia, astrid, ladySoul, stregadelmare, daniela quieti.
    Un abbraccio.
    Sergio doretti.

  3. sergio doretti dice:

    per Laura,
    mi hai offerto, su un piatto d’oro, con la tua descrizione poetica e romantica, una dolce ventata di amore e di nostalgia.
    grazie
    sergio doretti

  4. Laura Tonti Parravicini dice:

    Quanti canti inebrianti!

    Di quanti colori,
    di quanti tesori
    vengono formate,
    da quante voci,
    da quanti scritti,
    vengono proclamate
    le tue innumerevoli storie!

    E’ vero oggi l’attenzione del “viandante” è attratta dai villaggi che si stagliano, belli come spose, sul pendio di una valle altrettanto leggiadra ove tu dimori. Ma le capanne di un tempo sono ormai diventate case comode e felici circondate da fertili campi e frutteti in fiore.
    Chissà quando veniva il tempo del raccolto… mezzo secolo fà. Con volti sorridenti, pieni saturi di sudore, si portava via tutta l’offerta tanto umile della primavera e si ammucchiavano i covoni nel luogo della mietitura. Immersi nella gioia, tutto il giorno un vento ansioso emanava sospiri e dentro i sussulti del cuore.
    Quanto la trovo vicina la tua terra, quanto sono vicini i fiori e i frutti, quanto sono vicine l’aria e l’acqua: così l’amo. Sogno.
    Laura Tonti Parravicini

  5. Sergio Doretti dice:

    LA FESTA DELLA TREBBIATURA

    Premessa:
    dopo “e le stelle stanno a guardare, il romanticismo della spigolatrice”, permettetimi di descrivere anche le feste della trebbiatura di un tempo che fu:
    Attualmente, nelle nostre campagne, ma in particolare dei centri più importanti si tiene sempre la festa della trebbiatura del grano.
    Però sono feste che hanno preso il sapore dell’”attualità” e cioè delle feste organizzate dall’”alto” con la partecipazione di attori famosi, “o quasi”con spettacoli organizzati come:
    rappresentazione dei vecchi mestieri, presentazione del classico libro : “Storie di vita e di paese e della vita contadina” premiazione di un concorso di pittura , cena con prodotti locali e non , balli con orchestre famose e cantanti di “grido”.

    Ovviamente non è difficile scegliere fra ieri ed oggi.
    Senz’altro si sceglie oggi anche perché i giovani e i non più giovani che sono rimasti in campagna, ma che fanno altre attività, sono portati a vivere e godere la vita delle luci di oggi, anziché il buio delle campagne di ieri.

    Per noi invece, in quegli anni 30/40, era una festa semplice. La sera dopo la trebbiatura, alla quale partecipavano anche le famiglie del vicinato, per scambiarci il lavoro, si cenava semplicemente, poi si organizzava la festa.
    A questa festa – mi piace chiamarla festa ma in realtà era una “festicciola”- era organizzata da noi ragazzi e ragazze del vicinato, con la direzione e la partecipazione anche gli anziani che si davano da fare per ballare insieme a noi.
    La musica era semplice :come strumenti musicali vi era una sola fisarmonica e si ballava sull’aia, semplicemente. I balli erano di quel tempo: tango, valzer, marzucca, polca, ecc.
    L’aia era illuminata solo dalla luna, se c’era, altrimenti dalle poche stelle.
    Qualche volta, e non sempre, nel bosco vicino alle nostre case, erano presenti già i boscaioli che si preparavano per il lavoro autunnale per il taglio del legname.
    Si invitavano alla nostra festa e quindi cantavano, insieme con noi ragazzi, canzoni della Garfagnana, la loro terra d’origine. Molte volte intonavano anche canzoni spagnole o francesi. Si accompagnavano con la fisarmonica che avevano portato da casa e che la riponevano insieme agli altri attrezzi del mestiere. Accennavano anche passi di danza che avevano imparato in altre “veglie” da altre famiglie che abitavano nelle vicinanze di quei boschi francesi o spagnoli. Insegnavano a noi ragazzi a ballare la “sardana” una danza della Catalogna.
    La loro compagnia a questa nostra festa della trebbiatura era uno spruzzo di romanticismo e ci dava la possibilità di vivere, col pensiero in altri ambienti (boschi sui Pirinei francesi o spagnoli) che noi non conoscevamo.
    Quella cultura semplice e romantica dei boscaioli ci affascinava. Accomunava persone diverse da noi ragazzi e che vivevano in luoghi molto lontani da casa nostra.
    Il calore delle nostre famiglie, vicine a questi lavoratori del bosco leniva il loro dolore per la nostalgia che provavano verso i cari lontani.
    Ad un certo della notte, arrivava la fine. Noi e gli altri delle famiglie vicine si andava al letto, i boscaioli ritornavano nel bosco nella loro capanna e poi tutto finiva: ci aspettava il letto per la notte e la scuola per la mattina successiva.
    Volevo precisare che la mia personalità, anche se di un età avanzata, è rimasta nel romanticismo dei ricordi ed è portata a rivivere con la memoria, e possibilmente a descrivere queste semplici storie della “campagna” di un tempo, prima che fosse “invasa” da quel mare di cemento che nasconde la poesia e provoca danni ambientali.

    Sergio Doretti.

  6. sergio doretti dice:

    Il mio precedente commento , in particolare, era per rispondere a Laura che avrebbe voluto leggere altre storie romantiche riferite alla “bellezza naturale” della nostra campagna. Sarebbe stato bello.
    Ma volevo confermare a Laura e a tutti gli amici , che nelle nostre campagne vi sono altre storie, anche se romantiche, però basate su un altro tipo di romanticismo: il sacrificio delle nostre “vecchie” spigolatrici.
    Un affettuoso saluto a tutti.
    Sergio Doretti.

  7. Sergio Doretti dice:

    Per Laura Tonti Parravicini.
    È il tuo commento un opera d’arte, come sai fare tu, che sei romantica e centri l’argomento con la poesia e con l’amore.

    "Portaci ancora Sergio dove si possa far memoria d’amore! Una bellezza che si armonizza con l’ambiente, una belllezza naturale, non sofisticata che riporta il canto appassionato di due innamorati senza vergogna, estasiati l’uno dell’altro."

    Io invece ora ti porto, se ti fa piacere, su un altro argomento romantico della nostra campagna.
    È un argomento che, attraverso una Signora a cui facevo compagnia come Auser, faceva la spigolastrice. Un mestiere riservato ai poveri del tempo.
    Buona lettura.

    La spigolatrice.

    Fare compagnia alle persone sole e con qualche anno più di noi è anche un arricchimento culturale. Si conoscono tante storie di persone anziane, ora sole, che da giovani vivevano lontane dalla città.
    Maria, a cui faccio compagnia, da giovane viveva in campagna. In una zona fra le più povere della Toscana La Garfagnana. Faceva la spigolatrice.
    Io nel sentire la parola “spigolatrice” mi sono venute a mente tante storie e alcune poesie, ma non sapevo esattamente di cosa si trattava.
    Pensavo ad un “mestiere” gratificante perchè lo collegavo a tante poesie scritte su questo particolare lavoro.
    Invece questo lavoro, non era affatto poetico, ma serviva per arrotondare i magri guadagni degli abitanti, non contadini, di queste povere zone.
    Avevamo legato al vestito, un grembiule molto largo. Camminavamo piano, piano nel campo, liberato dal grano, e raccoglievamo le spighe che erano sfuggite alla raccolta. Ci chinavamo quando si presentava in terra una spiga di grano. Veniva da noi raccolta e messa nel grande grembiule.
    Così, piano, piano per tutto il giorno, fino a tarda sera. Spiga, per spiga. Una per volta.
    La separazione del grano dalla pula veniva fatta a mano, stropicciando le spighe di grano su una pietra. Poi, servendosi dell’aiuto del vento, la pula più leggera veniva fatta volare.
    Il grano che se ne otteneva, portato a macinare, si trasformava in farina e quindi in pane. Ovviamente la quantità di grano era molto scarsa, ma era qualcosa rispetto al nulla.
    Sergio Doretti.

  8. Laura Tonti Parravicini dice:

    Cap.2)
    Il profumo dei fiori si mischiava alla brezza. Ascoltavamo il respiro della natura addormentata, ascoltando i battiti del nostro cuore. La luna sorse e rispendette sulla costa: i villaggi che orlavano la valle divennero a un tratto visibili emergendo dal buio come apparizioni notturne.

    I raggi della luna risplendevano sul viso, sul collo e sulle braccia di Annalia ed io dimentico del passato, del mio stesso esistere, ero immemore di tutto fuorchè di lei.

    Le presi la mano per accostarla alle labbra, Annalia mi si fece vicina e il destino ci condusse nella pace di una famiglia. Da quel giorno lei divenne pensiero sublime, un bellissimo sogno, un’emozione travolgente ed io iniziai ad attraversare il mondo, facendo del suo cuore una fiaccola affinchè mi fosse illuminato il cammino. Ci sposammo, ma ancor prima di condurla nella mia casa si insediò nel mio cuore.

    La sera sostavamo davanti al tramonto, a sentire il canto dell’addio della natura alla luce del giorno, e la notte mi prendeva fra le sue braccia e sognavamo il mondo celeste dove gli spiriti dei poeti sono in attesa.

    In primavera passeggiavamo al fianco dell’amore tra viole e gelsomini e nell’estate il cielo turchino ci faceva sempre da coperta. Ancora oggi la riconosco negli occhi di Patrizia intenti ad ammirare la bellezza della primavera ed il risveglio della natura.

    Oh, come è grande l’amore! e come è profondo il suo mistero!
    Laura Tonti Parravicini

  9. S’apre una veranda,
    nel vento sonnolento,
    sulla vallata dei ricordi
    a guardare il mare
    che sfiora l’eternità,
    per incantarsi ancora
    ad un battito d’ali,
    al colore d’un fiore,
    per non sentire l’ora
    che ruota sul quadrante
    pungolo ossessionante.
    Campi di nuove messi
    lasciare a creature ignare
    con torrenti di sorrisi,
    magici doni improvvisi
    come le fate ai bambini.
    Nell’attesa di partire
    con nostalgia
    lungo la via.

  10. Mi ha emozionato questo tuo ricordo, così semplice – come dici tu – ma così VERO, Sergio.
    La tua spiaggia, così vicina e somigliante alla mia.
    Quelle stelle cadenti dietro cui tutti noi siamo continuamente in corsa.
    E la semplicità, la spontaneità, non sono dell’amore le più belle perle?

    Un abbraccio.

  11. Marghy dice:

    Profuma di ricordi lontani, di salsedine, di semplicità e complicità. Bello, sottile, un gabbiano che placido osserva e due mani intrecciate che interrogano il futuro.

  12. LadySoul dice:

    Occhi come stelle luminose della notte! Davvero romantico 🙂

  13. sergio doretti dice:

    Per: maya,arsomnia, domenico, nicla morletti, manualedimari, daniela quieti, alba venditti, luna70, annalisa, nuccio, lenio vallati, laura tonti (anche in particolare per la bella poesia), daniela, luciana, lidia ferrara, atrid, e tanti altri che hanno letto o che leggeranno questo semplice racconto.

    Ho letto con immenso piacere i commenti sul mio racconto “e le stelle stanno a guardare”.
    È un racconto riferito alla mia prima giovinezza e prima della guerra.
    Vi assicuro che mi sono emozionato, non pensavo che un racconto semplice di “un vecchio ragazzo di campagna” potesse avere tanta attenzione.
    È vero in qull’epoca ( fine anni 30) la vita era più semplice vissuta direttamente a contatto con la natura anche se la miseria, in tanti casi, la faceva da padrona.
    Noi ragazzi non ce ne accorgevamo perché la vita allora era semplice.
    Qualche volta, la domenica, un gelato (bastavano pochi centesimi di lira).
    Ringrazio tutti per la cortesia e la “bontà”.
    Saluto tutti con affetto.
    sergio doretti.

  14. Bellissimo Testo,
    esposto nei minimi particolari e con una vena nostalgica che riporta indietro negli anni, quando certi profumi erano forti nell’aria, profumi che oggi non ci son più.
    Complimenti Sergio

    Astrid

  15. Devo dire che, a volte, taluni commenti lasciano davvero senza parole. E non si tratta propriamente di meraviglia.

  16. lidia ferrara dice:

    Una leggeraq eppure chiara emozione che si fonda sulla percezione visiva per esprimere e comunicare il sentito.
    Manca la esperienza necessaria a pourificare il testo di parole che lo disturbano e che si rifanno o al troppo gergale amoroso sfruttato o aolla grammatica linguistica quotidiana.
    Anche il ritmo del periodare non assume completamente a ritmo poetico, ma espicativo.
    Se interssato sono disponibile a interagire con esempi e modelli che forse raggiungono la poezia emotiva.
    Questo per indicare che credo solo nella critica costruittiva e che fa crescere il poetare con il poeta
    lidia ferrara .

  17. Laura Tonti Parravicini dice:

    Caro Sergio,
    se le stelle ti furono amiche,
    e la luna sorrideva al tuo amore,
    nel cielo,
    nel mare,
    nel sogno hai vissuto quel dì…
    quando l’ultimo raggio di sole è per due innamorati domani.
    Il tuo racconto
    è una creatura
    che si libera
    dallo stato fragile per diventare
    ritmo
    deliberatamente
    armoniosamente
    musica.

    Con affetto
    Laura Tonti Parravicini

  18. LUCIANA dice:

    Un racconto scritto in crescendo, che parte in sordina con la descrizione particolareggiata dei luoghi, fantasticamente commentati dalla foto, e procede con la meticolosità del ricercatore. Poi, scandita l’ambientazione e il tempo della narrazione, si passa dal presente, ancora lì fruibile per tutti, la spiaggia del Calambrone, al passato del ricordo,dell’infanzia, della semplicità ma della durezza della vita anche per un giovane studente. E qui é implicita una nota di rimpianto per quegli anni ’30 in cui si era semplici e lavoratori ma vicini alla natura prodiga nel donare emozioni. Infine, Sergio, il narratore che attinge a piene mani dal ricordo, fa nascere l’emozione, diretta conseguenza di quanto ci ha pian piano preparato prima. Credo che sia un bello scrivere!

  19. Mi hai risvegliato la nostalgia per un tempo ormai perduto per sempre…toccante racconto della memoria, con gusto dolce-amaro. Bello, complimenti. Daniela

  20. Laura Tonti Parravicini dice:

    Il tuo brano è simile ad un’ouverture musicale. Con il tuo ineffabile sapore e profumo mi lasci un desiderio insoppribile di vivere quell’esperienza. Portaci ancora Sergio dove si possa far memoria d’amore! Una bellezza che si armonizza con l’ambiente, una belllezza naturale, non sofisticata che riporta il canto appassionato di due innamorati senza vergogna, estasiati l’uno dell’altro.

    Laura Tonti Parravicini

  21. Un paesaggio da favola, anche se non manca la fatica del lavoro dell’uomo. Un’isola tra cielo e mare, vegetazione rigogliosa, numerose specie di animali. E stelle cadenti, che in una notte d’Agosto oltre a far esprimere desideri,fanno nascere nuovi amori nei cuori di un gruppo di ragazzi. I miei complimenti, bellissimo e romantico racconto. Gli occhi dell’amata brillano più delle stelle del cielo. Lenio.

  22. nuccio dice:

    Mi ha ispirato, spero che ti/vi piaccia
    Albori del ’30 del secolo scorso/ campagna vicino a Livorno/ immersi nel profumo dei boschi/ nell’acro sapore di macchia/ di resina pura di pini ombreggianti/ di cerri ghiandati di lucidi/ elci giganti,/ sopivano all’ombra nascosti suffrutici/ arbusti, erbe e igrofili muschi,/ sul filo del mare distesa/ del ginepro l’aspra chioma selvaggia/ che del lentisco dissimulava/ il dolce profumo del perlaceo bocciolo,/ nel trascorrere del tempo vivevamo/ il mutare del vento che accendeva/ o spogliava la silente natura d’intorno/ e portava vermiglie bacche/ selvatici penduli frutti/ mentre lepri e conigli, donnole/ volpi e fagiani ascoltavano,/ l’un l’altro intenti, il canto strano/ dei merli spinti dai primaverili istinti/ a esaltare il dolce intento di procreare./ La tortuosa stradina saliva/ dall’asse stradale in collina,/ distante Livorno guardava./ Dalla cima del monte due mari/ lo sguardo copriva,/ un’isola pare, carezzata/ dal vento che profuma di sale./ Romantici giorni imbevuti/ di primaverili amori,/ di storie recenti, di tempi passati,/ paradisi terrestri subito persi./ Il duro lavoro dei campi,/ il rigovernare le mandrie,/ della scuola l’assillo dei compiti/ ma era bello nel frattempo,/ correre lesti di verde sui manti./ E l’estate, la limpida estate,/ e le stelle le splendide stelle/ che a fiumi migravano/ nella notte fatata di San Lorenzo/ mentre il cuore s’apriva,/ d’accanto la Pia, la Sandra,/ la dolce Maria. S’apriva l’incanto,/ e guardavo e illuminato restavo,/ del suol sguardo ammaliato, / al mare rivolto, sulla spiaggia sdraiato.

  23. annalisa dice:

    Le parole del racconto sono tanto belle quanto la foto, peccato non essere lì ora!

  24. Luna70 dice:

    Un amore che è sul nascere ha sempre in sé qualcosa di romantico, specie se un paesaggio così bello e sapientemente descritto dall’autore fa da sfondo. Nel racconto sembra di rivivere la spensieratezza della giovinezza, ormai lontana. Forse c’è un po’ di malinconia, ma si tratta di ricordi senz’altro dolci e piacevoli. Molto bello, complimenti!

  25. ALBA VENDITTI dice:

    Complimenti è un bel racconto. Chi è romantico ha la capacità di coinvolgere chiunque lo circonda in un’atmosfera sognante che lo distrae dalla vita frenetica di tutti i giorni. Il romantico con i suoi occhi pieni d’amore è sempre è alla ricerca della sua stella esemplare per guardare insieme il cielo della vita.

  26. I più vivi complimenti per questo bellissimo racconto che ci dona, in una natura da favola, una magica notte d’estate densa d’amore e di emozione.
    La saluto con affetto
    Daniela Quieti

  27. Sorge l’amore sulla spiaggia del Calambrone, la spiaggia che tanti di noi hanno avuto o avranno, e gli occhi dell’amata diventano le stelle più luminose. Le stelle più belle della notte di San Lorenzo, la notte dei desideri.
    Grazie Sergio, ci hai donato una bellissima emozione e complimenti! Hai vinto anche il fiore per il commento più bello della settimana!

  28. nicla morletti dice:

    Un bellissimo racconto della memoria. Affascinante la descrizione della macchia mediterranea tra ginepri, bacche e frutti di bosco. Di lontano il profumo del mare. Il profumo degli anni ’30 con le stelle che di notte stavano a guardare, mentre solenne nasceva l’amore.

    Nicla Morletti

  29. domenico dice:

    trovare quelle stelle è come aver trovato il proprio cammino…un saluto

  30. Arsomnia dice:

    E’ un racconto che emoziona tantissimo, perchè rende l’idea di un vissuto. E, anche se “eravamo negli anni ’30” è un racconto molto fresco: la stessa freschezza dei ragazzi che nella notte di San Lorenzo stanno vicini e guardano cadere le stelle, esprimendo i propri – infiniti – impossibili – desideri.
    Le immagini proposte da Sergio, mi rammentano i ricordi narrati dai miei genitori, le cartoline provenienti da ogni dove, d’estate e le vecchie fotografie in bianco e nero.
    Sergio, ho letto ed ascoltato questo tuo racconto con grande piacere.
    Bravo!
    Ars

  31. Maya dice:

    Un bellissimo e coinvolgente racconto che nella prima parte ci regala un paesaggio incontaminato ed una natura ricca di fascino di profumi, di colori. Sembra di esserci fra quei pini e quelle querce, fra gli arbusti di ginepro e di corbezzolo, davanti al mare che splende d’azzurro.
    Ed è una narrazione che riporta ad anni lontani, anni in cui la notte di San Lorenzo diventava magia per la presenza delle stelle e per quell’amore che fioriva nella notte d’estate, fra palpitazioni e romanticismo. Quanta tenerezza nel rammentare quegli occhi più brillanti delle stesse stelle, occhi in cui perdersi cedendo al sentimento.
    Una pagina che sembra un piccolo film, di quelli che lasciano nello spettatore una lacrima di commozione.

    Complimenti vivissimi a Sergio Doretti

    Maya

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