Elena si fermò, distratta dalle grida di alcune ragazze che passavano sulla strada. Si voltò in quella direzione, fermando lo sguardo sull’immensa distesa di croci. Un brivido di commozione attraversò il suo volto: “Mio Dio quanti morti!” disse “Quanti drammi dietro queste povere vite stroncate negli anni più belli! Quanta distruzione e quante ferite nell’animo e nel corpo di chi è rimasto! Questo ci ha lasciato la guerra?” Elena non riuscì a trattenere il pianto, quindi asciugandosi le lacrime: “Ora devo farmi coraggio per te, mio caro. Sono qui con te e voglio riprendere il discorso interrotto quella sera. Ricordi quanto mi desideravi? Poi siamo finiti a parlare di amore platonico. Eri dolce e premuroso. Mi accarezzavi e mi guardavi negli occhi dicendomi che mi volevi bene, che avresti voluto restare sempre con me. Non mi volevi lasciare quella sera. Forse avevi intuito che era per l’ultima volta. Ma ora sono tornata e sono qui con te e tornerò altre volte e staremo insieme, mentre curerò i fiori del tuo giardino, le rose piantate dai tuoi amici. Fra poco arriverà la primavera e le rose fioriranno e spunteranno anche le margherite ed io potrò tornare a sfogliare i loro petali come un tempo. Ogni volta sorridevo quando mi dicevano che mi amavi, perché lo sapevo che mi amavi; ero certa del tuo amore. Anche gli uccellini verranno col loro canto. Vedi quel passerotto? Un giorno verrà anche da te e tu potrai affidargli un tuo messaggio. Tu mi credi, vero? La guerra ci ha consentito di trascorrere poco tempo insieme, ma sono stati momenti intensi. Ti ricordi quanto ti dispiaceva che finisse il giorno e quanto ci sentivamo gratificati, quando al tramonto il cielo si riempiva di rosa? Quel rosa ci faceva sperare e credere che le nostre speranze, potessero un giorno diventare realtà, che fosse possibile per noi, dopo avere subito l’offesa della violenza e delle stragi, trascorrere insieme una vita felice”.
Immagine: Evening Sun Poster di Mary Dipnall
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Sono gratissimo a Marghy per il bellissimo dono, la poesia di Henry Scott, con la quale “rende onore” al mio racconto.
Mi sento veramente commosso per tanta generosità. Mi fa sentire parte, insieme a tutti gli altri, di questa grande famiglia di Manuale di Mari, dove, pur essendo lontani tra noi, siamo vicini nel sentire e negli ideali.
Grazie ancora Marghy e un abbraccio.
Alberto Calavalle
Con questa poesia rendo onore al tuo racconto.
La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto
Io sono sempre io, e tu sei sempre tu
Ciò che eravamo prima uno per l’altro, lo siamo ancora
Chiamami col mio vecchio nome, che ti è familiare
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato
Non cambiare il tono di voce,
Non assumere un’aria forzata di solennità o di tristezza
Ridi come facevi sempre
Ai piccoli scherzi che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Gioca, ridi, pensami e prega per me
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima
pronunciato senza enfasi, senza traccia di tristezza.
La mia vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima
C’è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dalla tua mente?
solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Ti sto aspettando, solo per un attimo,
in un posto qui vicino,
proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene.
Henry Scott Holland
Sono veramente commosso nel ricevere i vostri commenti
dove esprimete la vostra sensibilità e la vostra partecipazione ai miei sentimenti.
Un grazie di cuore e un abbraccio a tutti, a Laura, a Daniela, a Nicla, a Lenio, ad Alba, a Maya, a LadySoul,ad Arsomnia, con la speranza che le guerre siano solo un ricordo del passato e che l’amore superi ogni altro sentimento.
Alberto Calavalle
.. eppure caro Alberto, ancora l’uomo combatte le sue guerre e dissemina la terra di morti.. che tristezza!
In questo tuo bel racconto metti in evidenza che, anche nei momenti più bui, l’amore è speranza viva nel futuro.. e, comunque vada, non bisogna mai arrendersi..
E poi, il sentimento di Elena, che resiste.. oltre il tempo, gli eventi, la morte..
bravo e grazie per avercelo proposto
Ars
Commovente. Un racconto a forte impatto emotivo.
Struggente racconto che tocca il tema atroce della guerra, delle giovani vite spezzate nel fiore degli anni, degli amori interrotti sul nascere, in una narrazione che si caratterizza per delicatezza e grazia. Quegli amori continuano a vivere nel cuore di chi resta in un dialogo muto di sentimenti e dolore in cui i ricordi riaffiorano e tornano a respirare quegli istanti lontani. Dolcissime le immagini proposte, i fiori, gli uccelli, la vita che scorre su quelle croci mute…
Una pagina che tocca il cuore
Maya
Spesso nel momento in cui credi di aver trovato la felicità c’è purtroppo qualcosa che la turba per ironia della sorte. La felicità quindi è fatta di brevi momenti e vanno colti quegli attimi fuggenti.
L’amore vero non é quello dei momenti felici quando é fin troppo facile inebriarsi di una bella e giovane fanciulla. L’amore vero é quel sentimento che rimane anche quando la gioventù e la bellezza sono sfiorite, e anche dopo la morte, perché nessun’ altra persona potrà occupare nel nostro cuore il posto della persona amata. Complimenti per queste tue dolci parole, Alberto, soffuse di grande sentimento e rispetto per chi ha dato la vita per i più nobili ideali, Lenio.
Un bel racconto che suscita emozione e forse commozione. Frasi dettate dal cuore dove la verità e il sentimento si fondono armonicamente in un morbido fluire di sensazioni nel ricordo di un tramonto che tingeva di rosa il cielo. Ed era prima che sopraggiungesse la guerra a radere al suolo vite e sogni quando la primavera aveva fiori nei prati dell’anima.
Nicla Morletti
Complimenti vivissimi per questo bel racconto in cui il tema del ricordo, di quel ricordo, raffrontato al presente, coinvolge con intensa tensione emotiva
Daniela Quieti
Belle parole, che nascono dal cuore, attente a filtrare sensazioni ed emozioni restituendo l’autentico significato ad un vissuto sospeso tra un passato ed un presente denso di aspettative! Complimenti Alberto! Con affetto Laura Tonti Parravicini