Per quanto lontano si vada, si ritorna sempre, proprio come succede nei passi del valzer delle stelle.
Lo invitò a ballare, in quell’antico borgo sul mare, dove il tramonto è un cuore rosso che si scioglie all’orizzonte.
– Che ballo è questo? – le chiese l’uomo.
– Il valzer delle stelle! – rispose lei aggiungendo subito dopo: – L’ho inventato io! –
– Io sono un marinaio, sei mai stata su una nave? –
– Io? Certo! Anzi ho una nave tutta mia. Vuoi vederla? – rispose lei, mentre si allontanavano dalla balera verso il mare.
Incuriosito l’uomo la seguì fino al castello, l’antico fortilizio costruito su una estrema lingua di terra, circondato quasi completamente dal mare. Salirono le scale diroccate fino alle alte mura di cinta e, percorrendo un lungo cammino di rotonda, giunsero alla vedetta di fronte al mare. Lei si affacciò sporgendosi tra un merlo e l’altro, distese le braccia verso l’orizzonte e disse:
– Vedi? Questa è la prua della mia nave, qui mi fermo tante sere, chiudo gli occhi e navigo. –
– Non senti freddo? – chiese lui mentre cominciava a soffiare un forte vento di maestrale. Lei annuì e si lasciò abbracciare da dietro da quell’uomo conosciuto solo poche ore prima. La luce biava della luna piena illuminava le mura del castello.
– Sai perché hanno scelto di costruirlo così? Voglio dire con questa forma circolare? –
– Forse per non offrire, lungo le mura, un angolo per nascondersi, questo posto è così esposto…-
Al largo, cielo e mare si fondevano nell’immensa oscurità della notte. Restarono a lungo su quella vedetta. Lui le raccontò i suoi viaggi, un naufragio a cui era sopravvissuto e altre avventure. Lei non dimenticò mai la voce di quell’uomo, come un sussurro di vento tra i suoi capelli.
– Mi aspetterai? – le chiese lo sconosciuto. Lei rispose con un sorriso.
– Certo che ti aspetterò! Ballerò ancora con te. – Così dicendo improvvisò un passo di danza. Lui subito la seguì e cominciarono a ballare, nella luce della luna, un lentissimo valzer suonato dal mare e dal vento.
– Ti aspetterò qui, sulle mura di questo castello, così potrò vederti subito e non potrai nasconderti al mio sguardo. Si ritorna sempre. Lo sai? Tutta la vita è così. Un cerchio perfetto. Non entra e non esce nulla. Danzeremo ancora questo bellissimo valzer. –
Quella notte finì. Il giorno dopo, lui partì per un lunghissimo viaggio. Lei, dopo qualche tempo, conobbe un ricco armatore, lo sposò ed abbandonò quel luogo di attesa. Dopo molti anni, infelice, convinta d’essere ormai perduta all’amore, tornò di nuovo in quel piccolo borgo di pescatori e una sera, all’improvviso, come uno stormo di gabbiani nel cielo azzurro, riapparirono i ricordi. Volle ripetere la passeggiata fino al castello, fatta con l’uomo che l’aveva così teneramente abbracciata ed ascoltata, senza tentare di rubarle né un bacio né una carezza. Nessun altro, da allora, era riuscito a infonderle tanta dolcezza e sicurezza.
Un vecchio pescatore, incontrato lungo la strada che conduceva al castello, le raccontò la storia del misterioso marinaio, lo straniero che, tornato più volte in paese, nel corso degli anni, trascorreva ore ed ore sulle mura dell’antico castello, fissando il mare da quella vedetta.
Un uomo, una donna e una promessa. La musica di tanti anni prima, fatta di mare e di vento, risuonò ancora nella sua mente. Ecco perché era tornata. Perché si ritorna sempre. Per quanto lontano si vada, si ritorna sempre, proprio come succede nei passi del valzer delle stelle.
Ndr. Pubblicato la prima volta il 9 luglio 2007
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…si ritorna sempre. Per quanto lontano si vada, si ritorna sempre
Bellissime parole, anche se, quando si ritorna, ti accorgi che di quel giardino fiorito, di quel radioso sorriso, è rimasto un piccolo fiore appassito…Appassito in un giorno di sole, appassito lontano dal suo grande amore. Un fiore, a cui la solitudine ha prosciugato tutto, che si regge contro il vento e la pioggia delle sue lacrime…
Girovagando tra i blog su internet mi sono ritrovata qua, leggendo questa storia. Anche se il suo finale non è come avevo sperato mi ha colpito la sua semplicità, che mi ha trasportato nel tempo; tempo nel quale si sogna i principi azzurri, nascosti dietro le mura dei bei castelli. Poi mi ha permesso di ritornare indietro di diversi anni e di vedermi come fanciulla, che abbracciava un ragazzo che con me guardava le stelle e nel sottofondo si sentiva una musica, forse la nostra musica.
Il testo mi ha colpito così tanto, lo sentivo così vicino alla mia vita, che Le sono grata di avermi permesso di tradurlo in polacco e di inserirlo nel mio blog. Spero che gli altri miei compaesani, leggendo questo racconto, sentiranno in esso il romanticismo che permetterà anche loro di vivere momenti pieni di ricordi, spesso forse anche dimenticati ormai.
Si torna sempre nei porti sicuri dove la tempesta non ti colga, mai si torna dove il mare è grosso ed i fondali imperfidi si rischia di naufragare.
Ciò e solo per dire che l’amore è il motore ed i personaggi sono le golette accompagnate da si forte spinta.
Complimenti il racconto è molto bello.
Si, si ritorna sempre dove l’amore ha lasciato una traccia, un segno nel cuore. Un valzer meraviglioso in questo racconto intriso di sentimento e nostalgia. Come sempre ci fai sognare sulle onde dell’amore caro Robert. Ti abbraccio Maya
L’amore vero è dentro al cuore. Vive lì e si nutre di lui, dei suoi battiti. Del suo incantamento, della sua fascinazione. Ed ha l’andare dolce e lento del “Valzer delle stelle”. Di un bacio sotto la luna. Di un soffio di vento che sale lieve dal mare. Di una meravigliosa leggenda d’amore che sempre vivrà nel cuore.
Nicla Morletti
Stile e delicatezza di immagini, molto bello davvero Robert.
mi piacerebbe molto ballare un valzer delle stelle.. bel racconto.
forse ha ragione alina.. l’amore vero è quello che non si può avere.. la rosa che non colsi..
clo
..’naggia.. mi sono commossa, così tanto da aver le lacrime agli occhi… eppure l’avevo già letto, ma era stato più un incantamento..
A volte si legge con qualcosa nel cuore di diverso…
un bacio
Ars