L’amore vero resta, non se ne va senza lasciare un messaggio, una spiegazione o una scusa.
Lei se ne va. Senza lasciare un messaggio, una spiegazione o una scusa. La grande tenda della finestra affacciata sul mare, da cui tante volte avvinghiato con lei in una notte d’amore, hai guardato l’orizzonte colmo di riflessi d’argento, sbatte come una vela strappata dalla forza del vento. Resti solo. Con una donna in testa. Chi lo ha provato sa come ci si sente. I giorni diventano secoli e le notti abissi senza fondo. Non c’è peggior incubo di quello che vedi ad occhi aperti, ogni ora ogni momento, in pieno giorno. Ci tiene in vita la speranza del risveglio. Le stagioni si succedono tutte uguali, senza avvertire quasi il caldo e il freddo, tanto che i tuoi vestiti sono sempre inadeguati, leggeri d’inverno e pesanti d’estate. E anche in una mite notte di luglio puoi avvertire brividi che ti scuotono l’anima come nella più rigida notte invernale.
Ti sembra che il mondo abbia organizzato la sua fine solo per te mentre intorno tutto continua ed è vita euforica.
Quando sei in questo stato i ricordi non sono un sollievo ma lame che tagliano l’anima. Allora non sai che fare, ritorni da solo in un posto, dove sei stato con lei, dove l’hai baciata. Per un attimo provi sollievo. Ma dura poco. Come certi farmaci che quietano il dolore per farlo riapparire più acuto di prima alla fine della loro efficacia.
Maledizione! Allora, se non sei violento verso gli altri e verso te stesso, cominci a scrivere, a dipingere, a correre, a leggere, a costruire modellini di tutto. Occupando la mente a dispetto del cuore, come se questi due organi non fossero strettamente collegati tra loro. Ma nelle tue nuove imprese ci metti quella voglia antica, quella passione così intensa, irriducibile e pura che muove l’universo intero. L’amor che move il sole e l’altre stelle.
Allora ti rendi conto che l’amore vero resta, non se ne va senza lasciare un messaggio, una spiegazione o una scusa. Nasce con un bacio e come un bimbo cresce giorno dopo giorno. Rimane lì con te. Per sempre. Nel tuo cuore. Accanto a te. E non serve a nulla rinnegarlo, non riuscirai mai a soffocarlo. E’ parte di te e deve trovare una via per manifestarsi, come “l’incedere di un fiume che si curva, / avanza, retrocede, gira intorno / e arriva sempre” (*). E’ indipendente dalle persone e non scompare con loro, è una forza primigenia che permea tutte le cose, le origina, le alimenta, le eterna. Ed è così visibile, tangibile, fisico che attrae altro amore.
Così un giorno di marzo, diverso da tutti gli altri, l’incubo si dissolve e comincia un nuovo sogno. Nella tenda gonfia di vento della tua finestra, nell’orizzonte colmo di riflessi d’argento, nelle pagine di un racconto, nelle parole di una poesia, nel nuovo sorriso dipinto di nascosto sulla tela di un nuovo giorno.
(*) Octavio Paz
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Davvero emozionante quanto descritto. Il dolore del distacco vissuto che queste parole cercano di far emergere con la sua drammatica irrazionalità Il tempo si ferma e tutto sembra organizzarsi per la fine malgrado tutti continuino le proprie vite, bellissima!