Sempre te cercherò
nelle sieste incantate
di ogni giorno.
Ti rivedrò nelle pallide
tinte del mattino,
che vanno a dissolvere
il nero della notte.
Ti sentirò nel crogiolo
di luce a toni caldi,
quando la mente
pigra, si assopisce.
Ti sfioreò nell’intimità
confidenziale del crepuscolo,
nell’ora incerta…
Mentre il viola si sfuma
all’orizzonte.
Ti troverò nella dissolta
forma, che si fa scia
nella notte chiara
nel "Nulla" che dilata
ogni pensiero.
E sarai ancora:
mia aria, mio respiro
mia luce… mio trasalimento
mio pianto
nel disabitato scorrere
di vita, dove depongo
la mia rosa nera.
Immagine: Line of Poetry II di Hans Paus
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@Bruno Balzan
La poesia e il romanticismo esistono da secoli.
Scrive un anonimo egiziano:
“Così breve è il nostro
cammino in questo sogno.
Ma noi lo rendiamo
immenso
con soste di lunghi dolci baci
sulle foglie aperte”.
Che ci vuol fare? Gentile Bruno, c’è chi preferisce i “lunghi dolci baci” alle incerte disquisizioni.
Leggendo queste poesie, bisogna dare ragione a chi considera la poesia semplice irrealtà.
Che cantico merviglioso, Lia.
Dolce e forte nel medesimo istante, il palpito di un cuore, una melodica danza da imprimersi addosso. Per non dimenticarla mai. Come l’Amore che ne è stato Musa.
Sai, la tua poesia mi ha ricordato lo scorrere di un ruscello di montagna. Ogni verso un gradino verso il basso. Ogni verso un abbassarsi verso il cuore, verso l’amore dell’altro. Non rimanere solo piantati al proprio amore, ma SENTIRE l’amore dell’altro. Una volta l’ho provato. Ed e’ stato cosi, come nella tua poesia. A gradini, verso l’altrui anima.
Bravissima.
Bellissima poesia, Lia, delicate intense armonie alla ricerca dell’amore perduto. Dal mattino al tramonto, nella notte chiara ti cercherò. Ti cercherò nella quotidianità della vita, nel suo disabitato scorrere. Meraviglioso il finale.
La rosa nera è emblematica di un sentimento non dimenticato ed ancora turbato che ha perso la sua freschezza e il suo vivo colore. Ma anche le rose nere appassiscono e non bisogna disperare che sbocci una nuova rosa rossa.
Hanno splendida forza questi versi,la forza dell’amore, quello che veste e colma ogni ora dei giorni, presenza nell’assenza.
La chiusa è un incanto:
“E sarai ancora:
mia aria, mio respiro
mia luce… mio trasalimento
mio pianto
nel disabitato scorrere
di vita, dove depongo
la mia rosa nera.”
Grazie per le emozioni che mi hai regalato e che mi hanno rammentato l’Amore Supremo.
Permettimi di applaudirti.
Ars
Il reiterare in crescendo di questa poesia (“Sempre te cercherò…/ Ti rivedrò…/ Ti sentirò…/ Ti sfiorerò…/ Ti troverò…”) è davvero esemplare …. accanto alla provata e matura capacità letteraria dell’Autrice.
Sandro Angelucci
Meravigliosa!!! Versi intinti di colore e sentimento, vivo, in ogni strofa regalando brividi di emozione. Bravissima
Poesia molto intensa e dolce i cui versi si muovono in un’armonia di suoni, visioni e parole.
E i toni caldi incipriati d’amore divengono respiro immenso nella sublime frase: “Sempre te cercherò”.
Nicla Morletti
Versi belli e penetranti che evocano atmosfere dolorose fino alla commozione.
Complimenti vivissimi
Daniela Quieti
Meravigliosa poesia! Un amore perduto, una ricerca continua ed un ritrovarlo in ogni cosa, in ogni istante, nel fluire della natura e dell’esistenza. L’autrice con maestria ci trasmette un sentimento profondissimo che è radicato nell’anima e ci trasporta in immagini di rara bellezza poetica e di rara intensità, trasmettendoci appieno il suo stesso sentire. Sono rimasta davvero molto colpita da ogni verso, perché ogni verso è impregnato di amore e di lacerante dolore, fino alla chiusa che commuove fino alle lacrime. Quel “disabitato scorrere di vita”, mi strugge il cuore.
I miei più sentiti complimenti per questa emozionante opera.
Maya
Parole dolci, che profumano d’amore…
🙂
Carissima Lia,
ogni giorno, dolcemente canterò i tuoi versi: Tu dammi le parole, dammi il tono e poni la Tua mano delicata sopra le nostre pene.
E dirti grazie è poca cosa!
Laura Tonti Parravicini
I versi di Lia Bronzi,
sono improntati a una sorta di rievocazione di momenti e di situazioni visti con particolare aderenza al vissuto, al ricordo e alla memoria; con l’uso della forma dialogica la poetessa si pone come di fronte a un interlocutore che come in una fiaba l’ascolta e la rincuora. I richiami e i rimandi, le allusioni e i riferimenti benché nati da una fantasia creativa molto spedita, hanno un aggancio con la realtà di una presenza quasi di carne che commuove.