Riflesso di fuoco colora la pelle e il vento accarezza i pensieri moti dell’anima che si apre alla vita e affida alle onde il suo sogno d’amore. Negli occhi nocciola vivono inquieti attese e speranze che in rivoli verdi increspano appena i laghi profondi emissari del cuore.
Lasciati chiamare amore per un giorno lasciati chiamare amore per una notte
E’ bello credere nei momenti in cui ci sei che ci sarai per sempre
Chicchi d’oro di una storia fatta solo d’istanti pietre preziose uniche e rare che annientano e divorano le briciole di un amore falso giurato in eterno e cancellato in un attimo
Ed è per l’intensità di quegli attimi per quella gioia catturata come una foto istantanea per quella passione che non vedrà mai tramonto per quello stare insieme che finisce senza declino per quello spazio inatteso e regalato dal cielo dal sole dalle stelle dalla notte che voglio e posso chiamarti amore
Il tempo di assaporare il tuo sorriso ed è già tempo di non vederti più
Tu non ci sei ma io sento ancora le tue braccia stringermi e la tua voce che mi chiama amore
La mattina del giorno dopo giunse finalmente a destinazione. L’aria era fresca e il sole risplendeva nel cielo limpido di un giorno appena iniziato. Scese dall’auto, prese il fascicolo delle lettere e s’incamminò per un vialetto che portava ad un grande, elegante cancello con ornamenti in ottone. Passò attraverso le sue ante socchiuse e si diresse lungo un viale ornato di aiuole in fiore. Si orientò secondo le indicazioni che aveva ricevuto e finalmente vide la targhetta con scritto il nome di lei assieme a due date. Quelle della sua nascita e della sua morte avvenuta un mese prima, così improvvisa da non lasciare loro il tempo di scambiarsi nemmeno una parola, perché la morte non invia e-mail. Rimase a contemplare in silenzio quella tomba semplice, quasi da bambina così come lei aveva sempre voluto essere: un po’ bambina e un po’ donna, semplice, impulsiva, spontanea. Soprattutto, innamorata. Depose accanto alla targhetta il fascicolo con la loro storia d’amore scritta su carta, che lei avrebbe potuto finalmente leggere, e per tutta la vita non ricordò i pensieri che ebbe né le parole che pronunciò in quel momento. Ricordò solo di essersi trovato all’uscita del cimitero e, mentre entrava nell’auto, di essersi fermato a fissare un punto imprecisato del cielo sussurrando a fior di labbra: "Grazie Amore". Sapeva che lei l’ascoltava perché era con lui anche in quel momento, come sempre e per sempre. Chiuse la portiera e avviò il motore.
Sempre te cercherò nelle sieste incantate di ogni giorno. Ti rivedrò nelle pallide tinte del mattino, che vanno a dissolvere il nero della notte. Ti sentirò nel crogiolo di luce a toni caldi, quando la mente pigra, si assopisce. Ti sfioreò nell’intimità confidenziale del crepuscolo, nell’ora incerta… Mentre il viola si sfuma all’orizzonte. Ti troverò nella dissolta forma, che si fa scia nella notte chiara nel "Nulla" che dilata ogni pensiero. E sarai ancora: mia aria, mio respiro mia luce… mio trasalimento mio pianto nel disabitato scorrere di vita, dove depongo la mia rosa nera.
Le colline ruvide d’inverno oggi hanno la pelle vellutata e i papaveri adornano le guance di cipria vermiglia. La noia si toglie la ghirlanda e la dona all’allegria. Odori voluttuosi m’accarezzano quando il tuo respiro mi è vicino e la rugiada s’attarda sulle emozioni della primavera. La vita scorre tra rivoli d’amore e il tuo abbraccio è il mio risveglio.
Un sorriso. Click. Un’espressione buffa. Click. Ti fotografo mentalmente, per averti per sempre nei miei ricordi, anche quando sarai lontano. Ma sarebbe impossibile ricordare tanta perfezione. Come potrebbe un battito di ciglia rubarti al mondo e sigillarti nel mio cuore? Ti voglio tutto per me e non è un capriccio. Non posso farne a meno. Tu sei amore, tu sei vita. La mia vita. E non mi va di liberarmi di ciò che di più caro ho al mondo. Sorridi ancora. Potrei illudermi… potrei pensare di avere un posto prenotato di fianco a te sul prossimo aereo. Sul prossimo volo che porta al tuo futuro. E anche al mio. Al nostro, se vogliamo. Quel sorriso che ora è solo per me, un giorno sarà un ricordo. Tu partirai, ed il sedile di fianco a te sarà vuoto. O forse ci sarà una ragazza di un altro paese, a cui donerai quegli stessi sorrisi che un tempo parevano essere miei. Tu hai già una tua vita, inutile negarlo, ed io non sono compresa, non sono prevista. E lo spettacolo deve andare avanti, non può calare nessun sipario. Ma non ci penso, non voglio perdere nulla, nemmeno un secondo. Voglio vivere tutto, ogni singolo istante. Voglio vivere te. Voglio riempirmi di te. Respirarti a fondo per non scordarti più. Voglio che tu rimanga per sempre indelebile, seppur intangibile, nella mia anima. E vorrei dirti tutto questo. Potrei riassumerlo in due parole, ma così assurde suonano alle mie orecchie… eppure così sincere. Così pure e così vere, ma talmente ingenue ed insensate che la paura di dirle le blocca lì, a metà gola, tra un sospiro ed un battito. Con quale coraggio ti chiedo d’amarmi? Non è giusto che io ti costringa qui accanto a me, ma non voglio che il tuo posto nel mio letto si raffreddi. E tu sembri non vedere nemmeno nei miei occhi che brillano la tua immagine riflessa. E ti ho sentito, sai, quando mi sussurravi all’orecchio parole in una lingua che pensavi io non conoscessi. Parole d’amore, ma le più amare che potessi udire. Perché chissà quante altre orecchie le hanno sentite prima di me, chissà quanti sguardi hanno incontrato quegli occhi di ambra prima che incrociassero i miei, chissà quanti cuori hai infranto prima del mio, chissà quanti sogni hai rubato. Le tue labbra mi sfiorano, e dimentico tutto, perfino di esistere. E tu, così bello e così lontano, seppur io senta il tuo respiro sul mio collo, esci silenzioso dal mio sguardo e dalla mia vita in una lacrima, che ti consacra a me come unico ed eterno amore.
Valeria De Gennaro e Alessandro Bonalume
Immagine: Swept Away di Irene Sheri
*** Ascolta la lettura proposta nel podcast di Nicla Morletti e Robert: clicca qui. Per commentare clicca qui.
Ti cercherò fino alla fine dei tempi oltre le stagioni che trascorrono mute sugli orizzonti perduti.
Nelle braccia del cielo navigherò la notte infinita e tra le stelle troverò i tuoi occhi persi dentro i miei in un abbraccio tenero di corpi per respirare insieme il tuo respiro anima nell’anima come radice nella terra avvinta.
E tornerà il dolce canto della primavera e sarà luce sulle foglie morte dell’autunno e sulle lacrime del tempo che la malinconia intrecciate aveva come fragili cristalli ai rami secchi della vita.
Ti cercherò in ogni angolo sperduto fino alla fine dei giorni oltre le stagioni che trascorrono lente sui miei velati tramonti.
Amaranto d’Estate fuso nel cobalto del mare, un’era lontana, un mondo che fu. Io, come fiera fulgida falce, lassù me ne stavo, ancorata alle maglie della notte, i respiri in bilico verso l’orizzonte. Lei trafelata correva, da una vita o forse mille, amazzone dei suoi stessi timori, rapita dall’orma di quel nome. Lui ancora attendeva, da una vita o forse mille, assorto nel culto di quella donna, carnefice della sua rassegnazione. Finché poi la vide. Gli occhi serrati attorno al suo profilo alla stregua d’un miraggio e niente ebbe il tempo di capire quando Lei a pochi passi si fermò. Amore mio. Ma dove sono stato prima che arrivassi a me? Lei, dal canto suo, restò a fissarlo immobile, il fiato incatenato in una morsa, a non incrinare l’equilibrio. E io? Come ho fatto fino a quel giorno senza te? E furono sentori sospesi a mezz’aria, sapori affondati nel sangue, al crinale tra sogno e verità. I baci di Lui sul suo ventre il seno le gambe, miele negl’incavi delle sue forme, le carezze di Lei tra i capelli le spalle giù fino ai fianchi, nettare sulle curve della sua carne. Rivoli di devota perdizione sulla pelle, vincoli d’eburnea appartenenza stretti ai polsi. Io, che non li conoscevo, ero inchiodata da tanta meraviglia e una lacrima, impertinente e calda, dalla rete delle ciglia si staccò. Quindi un’altra, un’altra ancora, stillicidio d’oro e madreperla sulla tela di quel velluto blu. -Guarda lassù. Sei così bella da incantare anche la Luna- "Prometti che saremo così sempre" -Sempre è l’unica realtà- E fu così, adesso lo sapete, che da allora nel mio nome si specchiano i sospiri degli amanti e nelle stelle cadenti si celano i loro più preziosi desideri.