lunedì, 2 Ottobre 2023
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Alla ricerca dell’anima astrale di Dina Marika Riccardini

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Alla ricerca dell’anima astrale di Dina Marika Riccardini

Lorena è una donna intelligente, colta, coraggiosa, passionale ed è un personaggio che affascina sin dalle prime pagine del romanzo, una protagonista straordinaria. Il tema del libro è un viaggio per mare, un viaggio all’interno del proprio io, un viaggio alla ricerca dell’amore e dell’anima astrale. Molto accattivante l’incipit della storia quando la nave traghetto fila a tutta forza in alto mare, mentre la ciminiera centrale emette un denso fumo nero che il vento dilegua nel cielo. Lorena parte per una crociera in Grecia, gli altri passeggeri sul ponte principale se ne stanno pigramente distesi al sole, mentre lieve si leva la brezza. Di lontano la forza e l’immensità del mare turchese, lastricato di rivoli di schiume. In mezzo a quell’azzurro è dolce abbandonarsi come dentro un materno liquido amniotico, rassicurati e protetti. Poi un incontro: l’amore, quello che turba, che cattura, che brucia in petto, Lorena diviene schiava del dolce incantesimo che, come un fluido magico, pervade ogni fibra del suo essere. La lettura si fa sempre più interessante ed è difficile interrompere questo magico incanto di narrazione dall’intreccio edificante. Protagonista è anche il mare: il nostro Mediterraneo è stato solcato da migliaia di navi, nella sua immensità hanno avuto origine i miti, lì si sono incrociati commerci, migrazioni, battaglie, scontri e incontri. E’ nata lì anche la letteratura con racconti di avventure e viaggi. Partivano gli uomini come lo stesso Ulisse peregrino del mondo e le donne restavano a casa ad attenderli, come Penelope. La protagonista di questo romanzo, Lorena appunto, sovverte lo schema. Questa volta è lei che parte, non le interessano i commerci, né le guerre, la sua Itaca è se stessa, il suo viaggio è interiore alla ricerca della sua femminilità e dell’amore. Così si ritrova a scoprire misteri e misteriosi echi lontani che rivive nel presente. Affascinante, coinvolgente, straordinariamente interessante, questo romanzo fa sognare, apre spiragli di luce inimmaginabili, incuriosisce, rivela cose che aprono la mente a mondi nuovi alla ricerca dell’anima astrale. Nicla Morletti

Anteprima del libro

Capitolo I
S’agapò. Una crociera in Grecia

La nave traghetto filava a tutta forza in alto mare. Si avvertiva il rombo del motore che andava al massimo, segnando colpi ritmici ravvicinati e ben cadenzati, ripercuotendosi in ogni fibra del corpo dei turisti che accusavano le vibrazioni fin nell’intimo. Inoltre la ciminiera centrale emetteva un denso fumo nero che per fortuna il vento scompigliava, inviandolo in mille direzioni e rendendolo così più trasparente, quasi rarefatto.
La maggioranza dei passeggeri era ammucchiata sul ponte principale, pigramente distesa al sole, il cui calore era attenuato dalla fresca brezza marina, oppure sedeva ai tavoli del bar a sorbirsi bibite e a conversare in compagnia. I bimbi invece si divertivano a sguazzare nell’acqua della piscina, lanciando spruzzi tutt’attorno e facendo scappare quanti si trovavano vicino.
Lorena si guardava attorno disorientata. Infatti le persone a bordo erano quasi tutte straniere e non c’era verso di poter intavolare una conversazione con chicchessia. Aveva intrapreso quel viaggio in Grecia, con una comitiva, proprio perché in quel periodo era rimasta sola. Ed ora, per l’incapacità e l’inesperienza di una guida giovane che non sapeva tenere unito il gruppo, si trovava anche lì in una solitudine ancora peggiore.
Aveva tentato di socializzare con un baffetto bruno e carino che dall’aspetto sembrava un tipo nostrano. L’occasione le si era presentata mentre lui si stava accendendo una sigaretta che il vento immancabilmente gli spegneva, come un folletto dispettoso. Finalmente, dopo ripetuti sforzi, il baffo aveva trovato la posizione giusta sotto vento ed era riuscito ad accenderla, sbuffando per il disagio. Lorena sorridendo si complimentò per l’impresa riuscita e in tutta risposta udì una specie di grugnito gutturale in una lingua anglosassone. Tedesco! Era un tedesco dall’aspetto latino, così scuro di capelli e di carnagione. Non c’era proprio scampo! Erano tutti stranieri, doveva rassegnarsi a rimanere sola. Per ingannare il tempo e combattere la noia non le rimaneva che passeggiare in lungo e in largo sulla nave. Ormai la conosceva a menadito: all’esterno c’era la passeggiata sui ponti laterali di destra e di sinistra, dove erano disposte sedie e panche per sostare e sdraiarsi al sole. Ma presentavano l’inconveniente, a turno, di essere o troppo battute dai venti o dagli spruzzi del mare, a seconda di dove spirava il maestrale.
All’interno l’ambiente era molto confortevole ed elegante, ma c’era l’aria condizionata tenuta al massimo che disturbava. Era preferibile stare all’aria aperta e respirare a pieni polmoni quella salubre aria salmastra e crogiolarsi al sole, refrigerati dalla dolce brezza marina. Il posto migliore era il ponte principale, situato a poppa, dove funzionava anche il servizio bar circoscritto da tavolini e sedie e confinante con la piscina, che era situata al centro del ponte. Lorena per lo più se ne stava lì, pigramente sdraiata al sole, sopra l’asciugamano steso sul pavimento, guardandosi intorno per passare il tempo.
Le persone che circolavano, ormai ne era convinta, erano tutti tedeschi, inglesi, francesi e greci. Di italiani c’erano forse solo quelli del suo gruppo o tuttalpiù qualche altro raro passeggero. Ormai aveva imparato a conoscerli di vista: le davano nell’occhio quei due spilungoni biondi che dovevano essere inglesi. Lui era un tipo molto stravagante, forse un artista. Infatti il suo abbigliamento lo dichiarava sicuramente: portava copricapo tipo fez e camicette a fantasie hawaiane, i pantaloni alla zuava e scarpe originalissime. La sua compagna invece era di una semplicità disarmante e per la verità era insignificante anche come persona, dovuto forse alla trascuratezza nell’abbigliarsi.
Poi passeggiavano sul ponte diverse famigliole coi figli, alcuni dei quali pestiferi quant’altri mai, che si rincorrevano facendosi dispetti in piscina, spruzzandosi a vicenda. Le persone del suo gruppo o erano troppo giovani per potersi unire al resto della comitiva, o erano coppie di coniugi o fidanzati che avevano bisogno di privacy.
La sera Lorena si poteva distrarre recandosi in discoteca o allo spettacolo del piano-bar.
La discoteca era un locale molto appariscente e ben arredato, illuminato da luci psichedeliche multicolori, che coi magici bagliori lasciavano intravedere dagli oblò allungati la superficie increspata del mare che fuggiva velocemente per effetto del movimento. Ma la musica, mandata a tutto volume, disturbava il delicato udito di Lorena, che preferiva ascoltare il melodioso suono del piano-bar, dove un cantante greco si esibiva ad una cert’ora in appassionanti motivi tradizionali e folkloristici della sua terra d’origine. Si trattava per lo più di struggenti canzoni d’amore (s’agapò) ch’egli sapeva magi-stralmente interpretare mettendoci tutta l’anima e trascinando gli ascoltatori in un’atmosfera di nostalgico romanticismo.
Quella sera Lorena non se la sentiva di recarsi al piano-bar, solo per evitare l’aria condizionata. Preferiva respirare la marina aria notturna. La trovava più romantica delle canzoni greche. Peccato che fosse lì da sola. Le venne da pensare a Coran, il suo amico del cuore, che l’aveva illusa promettendole di accompagnarla in qualche viaggio durante le vacanze e poi, invece, si era proditoriamente tirato indietro all’ultimo minuto, adducendo delle scuse ingiustificabili. Così le subentrò una gran rabbia, come quella che l’aveva fatta decidere di recarsi da sola, con una compagnia di viaggio turistico, a visitare le isole greche, terre di sogno e di deliziosi soggiorni balneari.
L’aria era serena e tiepida, illuminata dal chiarore argentato di una luna piena, che dall’alto rischiarava buona parte della superficie del mare, delicatamente increspata da brezzoline spiranti a intermittenza.
L’atmosfera era propizia per le coppie di innamorati che si vedevano passeggiare sui ponti, mano nella mano, con aria sognante. Lorena provava una punta d’invidia: sarebbe piaciuto anche a lei avere un uomo suo da poter amare. Macché amare! Lei l’avrebbe adorato, tanto il suo cuore era gonfio d’amore da elargire alla sua anima gemella. Ma purtroppo, in amore, era sempre stata sfortunata, o per un verso o per l’altro con gli uomini non era riuscita ad ingranare.
Le sue amiche commentavano che lei faceva paura agli uomini, giacché la sua indipendenza e singolare personalità li faceva fuggire a gambe levate.

***
Alla ricerca dell’anima astrale
di Dina Marika Riccardini
EdizioniGEI, 2014, pag. 233

14 Commenti

  1. Un titolo che ispira curiosità…chissà se esiste davvero l’anima astrale!!Sicuramente è un libro in cui si parla molto della parte interiore e delle emozioni,decisamente un genere letterario che colpisce…

  2. Da queste poche righe… ho l’impressione che l’autrice stia parlando di me… con l’unica differenza che non ci conosciamo… chissà quanto sia simile a me Lorena, o io a lei… sarebbe una bella scoperta…

  3. Appassionante, una storia ricca di speranza, emozioni e profonde riflessioni. Una storia che mi ha subito incuriosito. Inoltre l’autrice è marchigiana come me!

  4. Vorrei avere la possibilità di leggere questo libro dove protagonista è il tema del viaggio: un viaggio per mare, ma soprattutto un viaggio all’interno del proprio io attraverso gli occhi di una protagonista femminile unica e speciale

  5. mi piace tutto ciò che ha a che fare con l’amore e con tutto ciò che lo circonda con quella sfumatura di rosso che non guasta mai.

  6. Un libro così mi mette subito voglia e curiosità di leggerlo. La ricerca di quest’anima astrale che tutti cerchiamo disperatamente, esisterà veramente?
    Magari questo libro ce lo potrebbe svelare!

  7. Con ” Alla ricerca dell’ anima astrale ” Marika Riccardini situa la protagonista nel corso di una crociera, metafora, nemmeno velata, della vita.
    Che cos’e’ infatti l’ esistenza se non un viaggio nei mari spesso procellosi dell’ universo ?
    E sulla nave dei nostri giorni la solitudine c’ adombra e la folla ci ansima, lla ricerca di un giusto equilibrio emotivo , problematico da trovare.
    Un racconto interessante, che gradirei leggere se l’ autrice me ne fara’ dono, promettendo un giudizio accurato dopo a lettura.
    Grazie.
    Gaetano

  8. Molto affascinante sin dalle prime pagine…sarei onorata se potessi leggerne il seguito! Mi rispecchio tanto nella protagonista e come lei vivo di ricordi…

  9. Sarei proprio felice di leggere una storia del genere in quanto anch’io alla ricerca della mia anima che probabilmente vaga sul mare come la protagopnista di questo libro pieno di magia…

  10. La prospettiva interiore vista al femminile. I sogni inelusi che in ogni tempo muovono il vissuto. La via e la verità intimamente legati. La speranza nello scrivere che emoziona.

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