LA RECENSIONE DI NICLA MORLETTI
Vitina Calandrino è poetessa sensibile, scrittrice spigliata e fantasiosa capace di arricchire i nuclei della sua ispirazione con un preciso sventagliare di figure, di oggetti e annotazioni, visioni celestiali, attraverso le quali esprime la sua poliedrica personalità artistica, tesa alla ricerca continua di fili radiosi, gioie desiderate e sogni d’amore.
In questo libro di racconti molto originale, ci trascina in spazi celesti e in cieli di “tiepidi ondeggi”, attraverso visioni di “azzurre comete” sulla rotta della rosa dei venti. E ci nutre di miele, latte e infinita poesia.
ANGELI NARRANTI
di Vitina Calandrino
Grafica e Stampa
2008, p. 180
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Da un concetto aperto all’amore nasce la domanda se ancora esiste l’idea del migliore che il cuore vorrebbe ospitare, e se esiste l’abbraccio e lo sguardo nitido e il possibile gesto nel delicato inchino appoggiando la testa sul cuore senza infrangere l’intimo.
Oggi, tornando da un viaggio nel mondo, porto momenti elevati che ho colto da relazioni svettanti con attenzione ai sentimenti, ai toni, ai ritmi.
Ricca di questi elementi che rivitalizzano e distendono i sensi, riprendo gli accenni e la dolce fermezza nelle frasi di ogni storia, per trasferire gli impulsi e intrecciare un legame con il mio lettore, lasciandogli l’ultima parola.
L’autrice
Dalla prima prosa
Liberi di venirci a trovare
Nel silenzio che da tempo li unisce e li nutre di viatici puri e una fresca manna, linfa alla linfa, percepiscono la memoria dell’inverno nell’intrepido assaggio con fiocchi di neve.
Fra colonne d’alberi e candelieri di lassana, Filippo e Gilze abbracciano l’abete bianco presso il quale preme la bufera, e lontani dalla civiltà scivolano e balzano da funambole corde sollevandosi con paraboliche aste.
Proiettati in deliri spaziali hanno visioni galattiche di passi lunari su azzurre comete, e nella meraviglia celeste, vicini all’albore, trovano la rosa dei venti perfetta e leggera che li porta sulla rotta migliore e li trascina nel cielo che li rassicura con tiepidi ondeggi rendendo stabile il sangue. Essi tentano rapidi dislivelli scendendo l’algido spazio con diademi dorati svegliando sogni d’amore, e inseguendo la primavera con la luce negli occhi, nel flusso sottilmente rosato, provano attimi nuovi e, sospirano, giocando a buttare via il cappello e ogni cosa pesante, rimanendo quasi nudi e indifesi.
Sostano a brevi tappe sui piccoli sentieri ascoltando i ruscelli e i pascoli fra i narcisi nella stagione che ristora.
Si nutrono di latte e poesia e di miele sciolto. E nel profumo, piacevolmente vagando su bellezze ambientali, si muovono ora in morbide sabbie sul mare, ora in un’esplosione di caldo in città, ora in lucenti campagne fra confidenze amorose e una fisarmonica allegra. Dove c’è una festa.
Il titolo mi ha attirata e così con attenzione ho letto l’anteprima del libro, l’ho trovata davvero interessante e mi piacerebbe molto ricevere il libro per poterlo leggere.