giovedì, 30 Novembre 2023
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Dietro i nostri silenzi di Laura Basilico

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Dietro i nostri silenzi di Laura Basilico

Dietro i nostri silenzi di Laura Basilico è l’ultima opera edita della scrittrice milanese

Dietro i nostri silenzi di Laura Basilico, azzeccato mix di Storia, passione sportiva, realtà e finzione

Il 2018 si preannuncia un anno complicato, per la giornalista Margherita Rimoldi.
Ha appena compiuto cinquant’anni e la crisi della mezza età bussa con insistenza alla porta.
La vulcanica figlia adolescente Kira è innamorata di un ragazzo insolito, Isaac, che potrebbe farla soffrire. E lei non vuole che succeda.
Il lavoro la assorbe al punto da rischiare di allontanarla dal marito Aljoša, convin-to che lei lo tradisca. Ma è davvero così?
Il famoso e discusso calciatore croato Luka Luka Modrić di cui sta scrivendo la biografia sparisce improvvisamente nel bel mezzo dei Mondiali di Russia. E lei, studiosa di vicende balcaniche, rischia di passare per la donna che sapeva troppo.

Un azzeccato mix di Storia, passione sportiva, realtà e finzione che ci regala un originale punto di vista sugli stereotipi di genere e una visuale meno scontata -al femminile- sul mondo del calcio. Si propone inoltre di riportare alla ribalta vicende storiche che -pur recenti e geograficamente vicine a noi- sono poco conosciute e poco trattate anche dai testi scolastici (1 pagina su 650 negli attuali manuali di quinta liceo sul XX secolo) e contiene -sottesa- una riflessione sull’etica del giornalismo: fin dove può spingersi il diritto di cronaca prima di sconfinare?

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Dal capitolo 11

È che ultimamente era stato complicato avere una vera conversazione con lei. Non avevano più studiato insieme, non erano stati soli per più di qualche minuto alla volta, e naturalmente non erano più tornati sull’episodio di quel mezzo bacio. E più il tempo passava, più sarebbe stato difficile farlo. Se non aveva avuto il coraggio di raccontarlo a Evan, figurarsi guardarla negli occhi e ammettere che una parte di lui avrebbe preferito rimanere ferma a riceverlo, quel bacio, e magari ricambiarlo.
Non sono cose che si possono spiegare, né pretendere che l’altro capisca, se non le capisci nemmeno tu.
A distanza di qualche giorno, aveva trovato Kira ad attenderlo in quella che chiama-vano ‘sala prove’, uno spazio inutilizzato adiacente la dispensa del loro ristorante, inten-ta a leggere un libro.
“Che roba è?”
Lei l’aveva sollevato, per mostrargli la copertina.
“Italiano. Lettere di Amalia Guglielminetti a Guido Gozzano. Sono poeti italiani del secolo scorso”. Aveva letto ad alta voce, traducendo direttamente in inglese: “‘Se vor-rete vegliare, ci guarderemo in silenzio. Se vorrete dormire, poserete la testa sulla mia spalla. E poi ci diremo addio. Venite!’. Innamorata pazza, poverina. Lui è diventato piuttosto famoso, chissà perché poi, che è una gran rottura di palle, questo Gozzano, mentre lei è stata messa nel dimenticatoio. Ma era una donna e scriveva cose troppo avanti per i suoi tempi. E comunque aveva ragione in una cosa: ‘Non bisognerebbe mai scrivere lettere, specie d’amore; ti rovinano la reputazione presso i posteri’”.
“Ma nessuno scrive ancora lettere d’amore, dai”
“Lo dici tu!”
Quell’affermazione spavalda, unita allo sguardo un filo sprezzante, gli aveva messo addosso una strizza boia. Per settimane aveva temuto di riceverne una, magari partico-larmente infuocata. Ma erano trascorsi più di due mesi, e non era successo. Avrei avuto una chance. Per rimediare. Per chiarire. Per fare un’altra figura di merda. No, guarda, hai fatto bene a lasciar perdere, a lasciarmi perdere, hai fatto bene a concentrarti sui tuoi esami, così ci siamo visti meno e nessuno ha avuto troppo tempo per chiedersi come stesse l’altro, o quanto fosse deluso. Io sono deluso di me. Immagino lo sia anche tu. Potevo almeno dire qualcosa, invece di scappare come un coniglio. Do-vevo dire qualcosa. Ho la-sciato passare il tuo treno, e come direbbe il nostro poetico Evan, non ci sono saltato sopra.
Eppure l’aveva abbracciato, prima di partire, indugiando a lungo nel contatto. Hai aspirato il mio profumo per portartelo appresso nel viaggio? Dove l’aveva sentita? Forse in qual-che film.
Spinse via il lenzuolo con una pedata e si ritrovò in boxer e canotta steso sul letto, a faccia in giù e con un braccio che penzolava fuori. Erano solo le sei del mattino e lui era troppo inverso per riaddormentarsi. Di spalle dove appoggiarsi non ne aveva, men-tre Evan, nella stanza di fronte, ronfava sodo, quasi spiaccicato contro la parete. Beato lui.
Persino il campionato stava perdendo buona parte della sua attrattiva – la Germania fuori dal Mondiale dopo il girone iniziale, una cosa mai successa! – eppure il fatto non lo rattristava poi molto. A occupargli del tutto la mente, offuscandola, era sentire nel profondo delle proprie pieghe un desiderio atroce, inesprimibile, di essere coccolato, consolato, rassicurato.
Voglio essere cullato. Mi sento solo. Non importa se sei uomo o donna. Cullami e basta. Magari baciami anche un po’. Ma poco.
Suo padre l’avrebbe affettato come uno dei suoi celebri Sauerbraten, se avesse potu-to sentire i suoi pensieri. Ma che poteva capirne, lui, di quella punta di dolore che sen-tiva dentro, continua, sommessa, che scavava senza pietà, una sete costante che non trovava mai risposta, non sapendo bene cosa domandare, né a chi.
E come se non bastasse, Leonard ci aveva riprovato di brutto, la sera prima. Faceva piuttosto caldo nel pub dove stavano seguendo insieme la partita tra Germania e Corea del Sud, e alla terza birra lui aveva iniziato a diventare molesto.
“Sai perché i biondi sono così belli? Per allietare la vita dei bruni!” gli disse quasi in-collandosi addosso.
“Non dare spettacolo, Leo”
Iniziato l’intervallo, Isaac aveva ordinato a sua volta un’altra birra e si era alzato, uscendo dal locale a prendere una boccata d’aria. Ne aveva bisogno. L’amico l’aveva se-guito dopo mezzo minuto, con la bottiglia in mano e un aspetto sempre meno sobrio.
“Non ci vieni in campeggio quest’anno?”
“No. E non chiedermi perché”
L’estate precedente ci erano andati insieme, come sempre, mescolati alla solita banda del quartiere, e una notte, in maniera del tutto inaspettata, Leonard si era dichiarato, sottolineando che si teneva dentro questa cosa da anni, praticamente da quando si ri-cordava. Isaac era uscito dalla tenda in stato di choc, restando fuori fino all’alba. Di ri-torno a Londra, Leonard aveva smesso i panni del fidanzatino modello di Marylinne Thompson, una ragazza che abitava a cento metri da casa sua e che adesso cambiava strada ogni volta che si incrociavano. Come a dire, è colpa tua se mi ha mollata.
“Bella camicia, comunque, eh. Il problema è che ti fa troppo figo”
“Smettila, Leo, ti stai facendo del male”
“Capirai… peggio di così!”
“E ne fai a me. Sto cercando di continuare a essere tuo amico, che ci conosciamo da una vita, ma tu me lo stai rendendo impossibile, con le tue rose, e tutto il resto. Sono bellissime, ma la devi piantare”
“Io non voglio essere tuo amico. No, cioè, non voglio essere solo tuo amico”
“Non c’è alternativa”
“Hai ragione. Per me non c’è alternativa. Mi odiano tutti: Marylinne, la sua famiglia, la mia famiglia. Suona anche strano che tu mi voglia ancora come amico”
“Per quale motivo non dovrei?”
Leonard era rimasto in silenzio con la bottiglia in mano, già vuota. La maschera di sofferenza che gli ricopriva il volto lo rendeva, agli occhi di Isaac, molto più vecchio dei suoi diciannove anni.
“Per una cosa del tipo che continuo a provarci come un coglione?”
“Come ti vanno le cose?”
“Di schifo. Per il mondo quello che sono è un insulto”
“Non è vero”
“Ti hanno mai chiamato frocio?”
“Altroché. Anzi, più bello: nazista frocio”
“Uhm. Gran bell’insulto, in effetti. Gli stavi proprio sulle palle”. Leonard aveva sog-ghignato, amaro, buttando lontano la bottiglia. “Il mese scorso mia madre mi ha spedi-to dritto da uno psicologo. Ha speso duecento sterline per sentirsi dire che non me la devo prendere, che tutti loro non se la devono prendere, sono nato così e basta, fac-ciamocene una ragione. Ma mi spieghi come faccio ad accettarmi io se non mi accetta-no gli altri?”
“Io ti accetto”
“Alle tue condizioni”
“Sì, alle mie condizioni”
Isaac aveva lanciato via anche la sua, di bottiglia. Il cumulo fuori dal bidone ormai era tale da rendere semplice centrare la montagnetta di vetro.
“Allora non è accettare davvero”

Dietro i nostri silenzi
di Laura Basilico
Editore: ‎Independently published (26 settembre 2022)
Copertina flessibile: ‎228 pagine

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24 Commenti

  1. “Quanta carne al fuoco” per dirla in modo scherzoso… ci sono così tante cose che mi chiedo come possano incastrarsi tutte. Eppure l’autrice ci riesce, regalandoci non solo il piacere della lettura ma anche quello della riflessione. Complimenti!

    • Grazie. Diciamo che intrecciare diversi aspetti della vita in un’unica trama è la maniera con cui spero di attirare lettori e lettrici molto differenti tra loro…

  2. storia avvincente, come una normalissima vita possa diventare così attraente sarà solo merito del modo di raccontarla. Problemi su problemi con i quali ognuno di noi deve interfacciarsi e che solo un buon libro come questo può mettere in stand-by. Mi piacerebbe leggerne di più.

  3. E’ facile immedesimarsi nei problemi di una madre con una figlia adolescente: gli aspetti ci toccano, ci impongono confronti, ci ispirano critiche o ammirazione… ma da tutto cio’ non si puo’ che migliorare la propria esistenza e quella dei propri figli.
    Credo che questo romanzo sia un prezioso spunto per molti genitori.

    • Il rapporto madre-figlia è uno dei punti che sicuramente ho curato di più, ma il complesso della vicenda credo possa essere interessante un po’ per tutti

  4. Amo leggere i romanzi storici, maggiormente se si tratta di vicende che non conosco, inoltre dall’anteprima ho compreso che questo romanzo potrebbe essere una lettura nelle mie corde.
    Spero di poterlo leggere.

  5. Dall’anteprima sono molto curiosa di sapere di più di questo romanzo. Adoro quando c’è il mistero dietro qualche storia. Vorrei tanto poter approfondire questo libro e avere quindi la possibilità di leggerlo

  6. Un’anteprima del tutto coinvolgente, intrigante e curiosa. Vorrei scoprire di più su questo mix di avvenimenti, ripieno di suspense e incertezze. Spero di poter leggere questo libro!

    • Grazie. Ci sono personaggi di varia età, quindi spero di poter interessare una pluralità di lettori, che sceglieranno il loro ‘preferito’!

  7. Il romanzo storico è un genere che leggo molto volentieri, poi se c’è anche un mistero da risolvere la lettura di fa interessante. Apprezzo anche l’idea di parlare di vicende legate alla storia dei Balcani perché non bisogna mai dimenticare il passato.

    • Grazie. Giustamente, la Storia è un ingrediente fondamentale per capire la contemporaneità. Quella dei Balcani è particolarmente ricca e complessa, e i legami con lo sport non vengono esplorati spesso. Spero di averlo fatto in modo coinvolgente.

  8. Trovo che questo libro possa essere un interessante modo per conoscere meglio le vicende balcaniche delle quali mi sembra sempre di non sapere abbastanza.
    In più il calcio e la sparizione misteriorsa, così come il mix tra realtà e fantasia mi sembrano ottimi ingredienti.

  9. Un’anteprima affascinante, mi lascia molte riflessioni! Sembra un racconto che possa suscitare qualcosa di profondo e lasciare un grande insegnamento. Mi piacerebbe leggerlo!

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