Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, edito da Einaudi, è candidato al Premio Strega 2023, presentato da Franco Buffoni
Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, “l’autrice, ben nota da decenni come indiscutibile voce poetica, non solo conferma le qualità di narratrice di razza (…), ma le corrobora con una magistrale ricostruzione storica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta” (Franco Buffoni)
Nel 1965, una coppia abbandona la loro figlia di otto mesi nel parco di Villa Borghese e poi compiono un gesto estremo. Nel 2021, quella bambina abbandonata, Maria Grazia Calandrone, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato, determinata a scoprire la verità. Il libro racconta la sua storia di indagine emotiva e sentimentale attraverso lo specchio del tempo, illuminando una scheggia di storia d’Italia e le vite interrotte delle donne. Lucia e Giuseppe, la coppia che ha abbandonato la bambina, sono innamorati ma inquieti a causa della situazione in cui si trovano. Lucia è fuggita da un marito violento e ha tentato di costruirsi una nuova vita con Giuseppe. Tuttavia, secondo la legge dell’epoca, la donna si è macchiata di gravi reati, tra cui relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di morire in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Più di cinquant’anni dopo, Maria Grazia Calandrone si mette in viaggio per ricostruire quello che è successo ai suoi genitori. Attraverso la ricostruzione della sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, l’enumerazione degli oggetti abbandonati dietro di loro, e la ricerca di informazioni sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, Maria Grazia Calandrone cerca di capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a “l’Unità” in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Il libro esplora la storia dei genitori di Maria Grazia Calandrone attraverso gli articoli di cronaca dell’epoca, facendo emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive, che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga, fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore.
L’autrice
Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice per la Rai. Scrive per il «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Con i suoi libri di poesia ha vinto importanti premi. La sua ultima opera, Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021), è entrata nella dozzina del Premio Strega. Per Einaudi ha pubblicato Dove non mi hai portata (2022).
Credo sia difficile per una persona accettare un passato cosi misterioso senza sapere, conoscere…ed e’ forse questo che spinge alla ricerca della verità…per trovare un po’ di se stessi, per poter capire, per poter andare avanti senza quel tarlo che fa fermare a pensare…
Una storia vera, estremamente interessante. Un giallo che ripercorre l’itinerario delle vite dei genitori dell’autrice, in un’Italia in cui ancora esisteva l’assurdità del reato per relazione adulterina. Un giallo, ma anche storia del nostro paese. M’interesserebbe leggerlo per poi recensirlo.
Veramente molto intensa la trama, e sapere che l’autrice ripercorre in prima persona un mistero che la riguarda personalmente, mi fa venire la pelle d’oca. Sembra tanto lontana l’Italia che viveva su regole rigide e stereotipi, ma chissà se è veramente così. Affrontare questo viaggio insieme all’autrice sarebbe meraviglioso.
Adoro il genere di storie dove si ripercorrono negli anni vite vissute, emozioni,una parte di storia che emoziona, catapultandomi in un periodo lontano ma cosi’ vivo.
L’anteprima mi ha colpita molto, come Maria Grazia, vorrei conoscere più a fondo le ragioni per cui Lucia e Giuseppe l’abbiamo abbandonata da neonata. Mi interessa moltissimo come siano stati utilizzati gli articoli di cronaca del tempo all’interno del romanzo, spero si poter approfondire questa lettura.
Un’anteprima molto interessante e che mi ha fatto venire la pelle d’oca. Non deve essere stato semplice per l’autrice, in quanto protagonista, ripercorrere la vita dei suoi genitori e scoprire che erano, perché l’hanno abbandonata e quali sono state le circostanze che li hanno portati a fare alcune scelte nella loro vita. Vorrei tanto poter leggere la storia di Maria Grazia, di poterla (in un certo modo) accompagnare in questo viaggio alla scoperta della sua famiglia e di addentrarmi nella sua vita, capire le sue emozioni e come certe scelte l’abbiano portata ad essere la donna che è oggi.
Una storia piena di pathos che fa rivivere uno spaccato di vita che sembra lontano. Due genitori che fanno una scelta difficile e una bambina ormai grande che cerca di rimettere insieme il puzzle della sua vita.
Tematica davvero molto interessante che fa riflettere.
Un libro che già dalle poche righe introduttive mi fa riflettere e sentire i brividi lungo la schiena. Non sarà stato facile per Maria Grazia ripercorrere le sofferenze dei suoi genitori e ciò che questo ha comportato sulla propria vita.
Mi piacerebbe molto poter conoscere la sua storia, viverla attraverso i suoi occhi, le sue emozioni, le sue sensazioni.
Un libro dalla bella copertina (mi piacciono le foto in bianco e nero) ed un titolo accattivante.
L’anteprima invoglia alla lettura, sia per la tematica che per lo stile narrativo.
Sarei felice di poterne approfondire la lettura.
Bello questo argomento, mi piace il tema della ricerca che Maria Grazia compie partendo dagli oggetti che possiede. Mi piacerebbe leggerlo.
Storia d’amore coinvolgente ma tormentato dalla paura dell’opinione pubblica. Mi piacerebbe leggere questo libro.
Un’anteprima toccante e coinvolgente, sicuramente la storia di Lucia e Giuseppe non è stata facile e altrettanto la scelta di lasciare Maria Grazia. La vita è costituita da una concatenazione di eventi, difficili da poter controllare. Spero di poter approfondire la storia di Maria Grazia e la sua ricerca, grazie agli oggetti abbandonati dai propri genitori.
Molto interessante l’argomento trattato- molto veritiero se si pensa che negli anni passati non si poteva lasciare il tetto coniugale- si guardava molto a quello che la gente poteva pensare e dire (era un disonore) – mi farebbe molto piacere approfondire la lettura di questo libro per l’argomento trattato-