giovedì, 30 Novembre 2023
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È arrivato il momento di guardarsi negli occhi

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È arrivato il momento di guardarsi negli occhi di Dayla Villani

È arrivato il momento di guardarsi negli occhi di Dayla Villani, giornalista pubblicista, viaggiatrice, project manager

È arrivato il momento di guardarsi negli occhi di Dayla Villani, un romanzo di formazione ispirato in parte ad esperienze reali

Immersa nelle pagine del suo diario, la piccola Angie vive la sua casa come “gabbia”, con il deprimente sottofondo delle liti dei genitori. Sarà l’incontro con Jude, destinata a diventare la sua migliore amica, ad aprire un varco nella corazza che si è creata, dando inizio al suo viaggio alla ricerca di sé e della sua consapevolezza interiore. Esplorando le sue radici attraverso i ricordi della madre, Rosi, e della travagliata storia con il padre, Salvo, Angie diventa così prima adolescente e poi donna, nella convinzione di non essere – né dare – mai abbastanza. Solo quando imparerà a convivere con il proprio passato – e a mettere i suoi desideri al primo posto – riuscirà finalmente a guardarsi allo specchio, e a riconoscersi davvero nei propri occhi.

Leggi anteprima

JUDE
Nella cameretta

Avevo circa sei anni quando iniziò a insinuarsi in me quella sensazione. Si trattava di un sogno? Forse. Anche se alle volte mi coglieva a occhi aperti, costringendomi in una sorta di densa nebulosa. Di certo, la trama assumeva forme sempre diverse, mentre l’immagine davanti a me era la stessa. Un lungo corridoio, oltre il quale volevo vedere, senza però mai riuscirci. E dopo un po’, quello strano intorpidimento, che per qualche istante mi estraniava dal mondo, svaniva, come evaporato. Di solito, era la sua voce amichevole, dolce, rassicurante, a risvegliare la mia mente.
«Sono qui. Vedrai che risolveremo tutto, insieme.»

***

Conobbi Jude tanto tempo fa. Il nostro primo incontro avvenne in uno di quei giorni maledettamente bui, quelli in cui l’unica cosa che speri è l’arrivo di qualcuno capace di rivelarti, quasi magicamente, la soluzione. A scuola non l’avevo mai vista, anche se la
nostra età doveva essere più o meno la stessa. Forse ne frequentava un’altra? Probabilmente avevamo nuovi vicini. Mi ripromisi di approfondire
in seguito.
Comunque, no, non sapevo chi fosse Jude, ma in lei c’era qualcosa di così familiare che, quando bussò, non esitai ad aprirle la porta della mia cameretta. Porta che mi affrettai subito a richiudere alle sue spalle non appena le urla dei miei genitori ci raggiunsero
come un tuono. Stavano ancora litigando, erano ore che litigavano, forse giorni. A dire il vero, già allora, avevo l’amara certezza che quello fosse il loro unico modo di comunicare. Mai parole affettuose, né tanto meno gesti teneri o sorrisi. Funzionava così in tutte le famiglie? Mi mancavano i termini di paragone, vero, ma avevo i miei dubbi.
Varcata la soglia del mio piccolo regno, Jude mi salutò con lo sguardo, caldo come un abbraccio. Non preoccuparti, adesso ci sono io, dicevano i suoi occhi. Quindi si voltò e percorse i pochi passi che ci dividevano dalla mia scrivania completa di cassettini,
bianca e anonima, ma con quella grande sedia in plastica rosa fucsia, uno dei tanti regali da parte di nonna, di quelli belli appariscenti
come li amava lei. Per un istante puntò il mio diario dalla copertina a stelle colorate, con il lucchetto a cuore che non
avevo chiuso. Quasi non fosse interessata, o ne immaginasse già il contenuto, subito la sua attenzione si spostò sui disegni a pastello
sparpagliati ovunque, che poi prese a uno a uno con le sue dita affusolate. Erano appena iniziate le vacanze estive e starmene
appollaiata su quella sediona a disegnare, guardando fuori dalla finestra, era l’unico mio passatempo.
«Ti piacciono?» furono le prime, titubanti parole che rivolsi a Jude, mentre lei raccoglieva un foglio cadutole sul pavimento, quello che avevo nascosto sotto tutti gli altri. Un trio stilizzato ma ricco di dettagli, tre figure che si teneva per mano, evidentemente la mamma con voluminoso pancione, il papà e la figlia in mezzo.
Alle loro spalle una casetta e un albero, sotto i loro piedi un mare di onde azzurre su cui fluttuavano. Il tipico ritratto di famiglia che
può uscire dalla matita di un bambino. Peccato per le enormi nubi sullo sfondo, calcate e riempite con righe nere spesse e fitte fitte.
Una volta che lo ebbe riposto sulla scrivania, osservai attenta e un po’ mortificata quel cupo ritratto, ma ero più preoccupata che
potesse prendere il diario e magari aprirlo. Jude, però, continuò a ignorarlo. Poi mi chiese: «Sai scrivere?».
«Sì!» E mi venne da aggiungere: Guarda che ho appena finito la prima elementare, io. Ma mi fermai in tempo, uno perché la
mamma mi aveva detto che vantarsi era da maleducati, due perché magari lei non ne era ancora capace, o non bene come me.
«Allora ti va di scrivere il mio nome? Io mi chiamo Giuditta, ma preferisco Giud» e mi passò un foglio bianco.
Avrei potuto interpretare quella sua richiesta come una sfida, ma a dispetto dello sprezzo per certe mie compagne di classe, che
erano tutto un “Sai fare questo? Sai fare quello?”, ovviamente con chi avevano la certezza di poter umiliare, intuii che invece quel piccolo
gesto poteva rappresentare un ponte tra di noi, il simbolico passaggio dall’estraneità a una sorta di fratellanza.
Più sicura di me stessa, occupai il mio trono rosa e con un pastello giallo, il mio colore preferito, impressi sul foglio nuovo, a
caratteri ordinati e cubitali, le lettere: J-U-D-E.
Le passai il foglio soddisfatta. «Ecco fatto! Spero che ti piaccia, Jude! Lo sai che ti chiami come una delle canzoni preferite della
mia mamma? Quella dei Bitlos o dei Bigols… Vabbè, ti piace?»
In tutta risposta ricevetti uno schioccante bacino sulla guancia che presi come un assenso.
Chi fosse Giud, anzi, Jude, ancora no, non lo sapevo. Però mi era chiaro che quella bambina dai modi così pacati e allo stesso
tempo decisi, sarebbe rimasta a lungo al mio fianco.
Superfluo domandarle: “Siamo diventate amiche?” Per me divenne una certezza quando mi prese per mano. È così che ebbe inizio il nostro viaggio insieme.

È arrivato il momento di guardarsi negli occhi
di Dayla Villani

Editore: ‎Rossini Editore (20 ottobre 2023)
Copertina flessibile: ‎264 pagine

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23 Commenti

  1. Ogni giorno ci guardiamo negli occhi, che siano i nostri o quelli degli altri, ma non sempre siamo pronti ad andare oltre o in profondità. Questo libro spero sia d’ispirazione per chi ancora non ha trovato questo coraggio. Sono davvero curiosa di conoscere la storia di Angie e Jude!

  2. L’anteprima così come la copertina mi hanno intrigato molto, vorrei sapere di più di questo viaggio insieme conoscere meglio Jude. penso che questo libro possa essere ispirazione e possa portare alla riflessione in merito all’infanzia. Vorrei poter leggere di più

  3. Ci sono alcuni risvolti leggendo l’anteprima che mi ricordano la mia infanzia. Vorrei sapere, chi è Jude? Da dove è uscita fuori? Aiuterà la protagonista a superare le sue paure? Se avrò la possibilità di leggere il libro, lo capirò.

  4. non è mai facile aprirsi al mondo, soprattutto quando fin da piccola questo ti è stato ostile. ma sono i legami che ti crei con chi ti offre il suo cuore e tutta il suo prendersi cura di te che ti smussa gli angoli che la vita di crea. So cosa significa essere salvati da qualcuno che poteva benissimo lasciarti affogare e invece sentirsi affogare proprio con chi dovrebbe salvarti.
    complimenti per le emozioni e per la scrittura, mi piacerebbe leggerne di più.

    • Grazie Nicole, l’intento è arrivare proprio a lettori che hanno vissuto queste esperienze. Chi ci è passato può capire benissimo cosa c’è oltre le parole.

  5. Al mio commento principale alla fine la “è” di Jude e Angie è grammaticalmente errata ma ho l’impressione che non lo sia del tutto. Due corpi un’anima o due anime un corpo? Se un libro fa riflettere oltre che far piacere, questo di più.

  6. Ho letto l’anteprima e al punto finale mi sono detta di voler conoscere Angie e Jude. I romanzi di formazione sono viaggi in compagnia che fanno compagnia. Mi è piaciuto il linguaggio della bambina, credibile e coerente con la sua età e si è alzata da subito la voglia di continuare a leggere. Trovo che il punto di vista e la prima persona siamo immersivi e mi sono sentita un po’ Jude è un po’ Angie. Vorrei continuare il viaggio. Grazie

  7. Mi sono ritrovata in queste righe quando i miei genitori si separavano avevo sollo 10 anni mi piacerebbe molto leggere questo romanzo grazie

  8. La chiave per il nostro futuro viene dal nostro passato: seguendo questo filo logico, cio’ che andiamo a costruire si basa sulla nostra esistenza (e su quella dei nostri genitori) per arrivare a costruire cio’ che riusciremo a diventare, facendo sempre tesoro degli errori che notiamo.
    Uno spaccato di vita che aiuta a crescere, un libro davvero interessante per una madre con una figlia adolescente, pensando al mio passato e al suo futuro!

  9. Il titolo e la copertina sono già un bellissimo biglietto da visita per profonde riflessioni… l’anteprima, poi, completa il tutto con l’inizio del viaggio insieme di Angie e Jude…un viaggio che, credo – e penso – ci porterà alla scoperta interiore di sentimenti nascosti…e a tirar fuori ciò che, difficilmente, riusciamo esternare…
    Complimenti all’autrice…

  10. Tra queste righe ho ritrovato un senso di solitudine e insicurezza tipiche dell’adolescenza.
    Un romanzo sicuramente introspettivo che permette al lettore di fare un viaggio con se stesso

  11. Questa breve anteprima mi ha molto emozionato, perchà nella protagonista possiamo ritrovare i dubbi e le paure della nostra infanzia. Mi affascina molto la figura di Jude e mi piacerebbe conoscere l’evoluzione della loro amicizia. Mi sembra un romanzo introspettivo, di quelli che lasciano il segno nel lettore.

  12. Già dalle prime righe, si prospetta una bella storia che ci lascerà sicuramente un insegnamento, un qualcosa che porterà ognuno di noi a riflettere su chi siamo davvero. Ripercorrendo la vita della protagonista, potremmo capirla meglio e, per un certo senso, potremmo capire anche noi stessi. L’ho percepita come una sorta di analisi di se stessi, che porterà a guardare la vita in modo diverso, da un’altra prospettiva. Spero tanto di poter approfondire il romanzo

  13. Una vita vissuta che molte volte ingabbia, ma c’è sempre una luce, una scappatoia e questa volta è un’amica, una migliore amica, mi pare di rivedermi in Jude e questa cosa mi ha colpito molto, mi piacerebbe leggere di più!

    • Jude è fondamentalmente in ognuno di noi. Arrivare alla fine ci porta a capire quanta forza possiamo trovare in noi stessi e quando possiamo riconoscere quel valore che molto spesso non pensiamo di avere.

  14. Bellissima anteprima in cui ciascuno di noi ci si può riconoscere. Mi sono immersa nella lettura della prefazione che mi ha fatto rivivere la mia adolescenza che per certi versi assomiglia a quella di Angie. Mi piacerebbe tanto approfondire la lettura.

    • Il senso è proprio quello…penso che ognuno di noi abbia vissuto un’infanzia e un’adolescenza ricca e complessa. E sta ad ognuno di noi tracciare il proprio percorso e trovare la propria linea di evoluzione.

  15. Percepisco una profondità immensa, un bagaglio di esperienze che fa parte dell’intimo di molti di noi. Attraverso il vissuto di una persona si possono comprendere le sfumature psicologiche e questo libro sembra regalarci un pezzo di una vita reale! Mi piacerebbe leggerlo

    • Grazie mille, il senso è proprio quello di accompagnare il lettore in un percorso dentro se stesso. Quel viaggio, spesso difficile e tortuoso, ma che se affrontato nella sua nudità emotiva ci può portare a guardarci realmente in faccia e riconoscersi per quel che siamo veramente – al di là di ogni condizionamento esterno. E’ solo così che si può riuscire ad andare oltre e guardare ogni aspetto della vita da un’altra prospettiva.

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