È questa una bella favola per grandi e per piccini, uno di quei racconti che sollevano spirito e anima, colorando di gioia, serenità e allegria la giornata. Il giallo della copertina indica solarità, calore e luce. Ed eccoci proiettati subito in un delizioso paese sul lago di Garda, scintillante sotto i raggi del sole. E’ qui che vive, in un bellissimo parco, una giraffa birichina che inforca un paio di grandi occhiali scuri sottratti al povero, vecchio leone innamorato, che sofferente e accecato dal sole, si rivolge al veterinario, il dott. Deluso. Genoveffa è un po’ dispettosa, ma ha tanto bisogno di premure e affetto! E poi con quel lunghissimo ed elegante collo è affascinante, attira gli sguardi su di sé come una diva hollywoodiana. Nel grande zoo ci sono animali di ogni specie: ricci, orsi, volpi, micetti, oche dal becco di rame e feste nel parco. Il libro, ottimamente scritto e illustrato si fa leggere piacevolmente per la scorrevolezza, per il linguaggio snello e moderno, per la grande simpatia che sprigionano i personaggi. Maria Teresa Porta, con la sua grande creatività e fantasia, dimostra tutto il suo talento e predisposizione nel descrivere e narrare in forma spigliata e brillante, una delle più belle favole dei giorni nostri di cui consiglio vivamente la lettura a tutti. Nicla Morletti
Anteprima del libro
In un delizioso paesino sul lago di Garda viveva, in un grande parco, una giraffa. Il suo nome era Genoveffa. Tutti si fermavano per ammirarla, ma lei infastidita nascondeva il suo viso dietro un paio di grandissimi occhiali scuri che aveva sottratto a un Vecchio Leone innamorato.
Il Vecchio Leone, sofferente e accecato dal sole, si rivolse allora al veterinario del parco, il dott. Deluso.
«Dottore — gli disse — la giraffa Genoveffa si è presa gioco di me. Si è finta innamorata, si è avvicinata con aria suadente e con uno stratagemma ha portato via i miei occhiali».
«Non essere triste e avvilito – gli disse il dott. Deluso — devi sapere che la giraffa Genoveffa ha dei grossi problemi alla vista causati dalla luce del giorno ed io stesso gli ho prescritto gli occhiali scuri per proteggere i suoi occhi».
«Ma dottore! Io sono vecchio, stanco e malato! Non riuscirò a muovermi per il parco senza i miei occhiali».
«La giraffa Genoveffa è giovane e guarirà presto, e tu potrai riavere i tuoi occhiali».
«Dottore ed io come posso adesso proteggere i miei occhi stanchi e malati?».
«Starai per qualche giorno all’ombra della grande quercia che proteggerà i tuoi occhi dai raggi del sole».
Il leone, non avendo più la forza di lottare, non osò ribattere e, allontanandosi con aria mesta, andò a sdraiarsi sotto il grande albero. Passò da lì la giraffa Genoveffa, indossava gli occhiali. Finse di non vedere il Vecchio Leone e si allontanò. Il dott. Deluso vide la scena dalla finestra del suo vecchio ambulatorio e decise di andare a parlare con la giraffa. Il veterinario aveva mentito al Vecchio Leone: Genoveffa non si era rivolta a lui e non aveva nessuna malattia agli occhi. Era solo una giraffa dispettosa ed egoista. La chiamò ad alta voce ma la giraffa Genoveffa scappò via. Il dott. Deluso salì sulla sua Land Rover e le corse dietro chiamando il suo nome.
Arrivò in quel momento un gruppo festante di bambini che, nel sentire il dottore urlare a gran voce il nome della giraffa, si unì a lui e in coro gridò il suo nome: «Genoveffa!».
Riuscirono a bloccarla davanti alla recinzione che delimitava il parco e, continuando a gridare il suo nome, la circondarono per accarezzarla. Ma la giraffa si ritraeva indignata e infastidita da tanto clamore. Il dott. Deluso chiese un attimo di silenzio e, a gran voce, rivolgendosi a Genoveffa, le parlò del Vecchio Leone dagli occhi stanchi e malati e di quanto avrebbe avuto bisogno di un paio di occhiali scuri, come quelli che lei indossava, per sopravvivere nel parco.
La giraffa non si commosse. Indignata, rispose che non poteva fare a meno dei suoi occhiali e così dicendo mosse maldestramente il capo e gli occhiali precipitarono al suolo. In quel momento un cucciolo d’elefante, incuriosito da tanto clamore, si stava avvicinando al gruppo e non si accorse degli occhiali da sole finiti tra l’erba. Li calpestò. La giraffa, nel vedere quelli che ormai considerava i suoi occhiali finire in mille pezzi, aggredì il cucciolo di elefante con male parole e subito dopo si allontanò offesa. Cadde il silenzio. I bimbi e il dott. Deluso assistettero alla scena attoniti.
Una bambina presente alla scena pensò al povero Vecchio Leone senza occhiali e frugando nelle sue tasche tirò fuori alcune monete.
«Bastano queste per comprare un paio di occhiali al Vecchio Leone?» chiese rivolgendosi al dott. Deluso.
Lui commosso la ringraziò e disse che non bastavano ma che le altre le avrebbe aggiunte lui. Gli altri bambini nel sentire quelle parole, misero le mani nelle loro tasche e diedero fondo a tutte le monete in esse contenute e le porsero al dott. Deluso. Poi, tutti insieme, andarono a comprare i nuovi occhiali e decisero di portarli subito al Vecchio Leone. Lo trovarono ancora sdraiato sotto il grande albero. Il Vecchio Leone non poteva credere ai suoi poveri occhi! Mai avrebbe immaginato tanta bontà e generosità per un vecchio debole e stanco arrivato quasi alla fine dei suoi anni. Da quel giorno il leone accompagnò sempre i bambini nelle loro visite al parco e raccontò tante belle storie di cui era stato protagonista.
La giraffa, rimasta sola e ignorata da tutu gli altri animali ospiti del parco, si nascondeva alla vista dei visitatori rifugiandosi tra la fitta e alta vegetazione in un angolo isolato del parco.
***
Genoveffa la giraffa, il Vecchio Leone innamorato e il Dott. Deluso
di Maria Teresa Porta
Albatros 2013, pag. 40
Mi ha colpito la copertina colorata e il bel disegno, cercavo un libro facile da leggere con mia figlia e nella galleria ho trovato questo che ha colpito la mia attenzione proprio per la copertina sgargiante e solare e parla anche di animali e come ogni favola avrà anche la sua bella morale e insegnamento utile per tutti, grandi e piccini. Il titolo è divertente e la storia di animali è un alternativa alla solita lettura di personaggi reali o inventati umani e non fantastici.
Favola carinissima e commovente . Dolce dolce, da raccontare a mia figlia che adora i lieti fine.
Nonostante sia grandicella adoro le favole, e questa che tu ci hai regalato, fa riflettere soprattutto i grandi. In questo caso vale il detto: Chi male fa male si aspetti e la giraffa si merita tutto il disprezzo. Chi però nel male subito riesce a emergere grazie all’aiuto degli altri, deve poi contraccambiare questo aiuto mettendosi a disposizione di chi ne ha bisogno. Una cosa del genere è successa nella mia vita. Nel momento del bisogno alcune persone mi hanno aiutata, quando sono riuscita a “camminare da sola” ho prestato il mio aiuto a chi era in difficoltà. Solo così si “vive”, chi invece fa del male, come in questo caso la giraffa e pensa solo a se stesso nuocendo ad altri, alla fine rimane con un pugno di mosche in mano e nascondersi è la soluzione migliore, perché poi ci vuole davvero una bella faccia tosta a presentarsi. Il libro è interessante, mi piacerebbe continuarlo a leggere. Grazie.
Fiaba moderna, allegra e affascinante! Credo proprio che mia figlia sarà contenta quando glielo leggerò!
ma è una meraviglia ho due nipotini gemelli non è che riesco ad averne una copia per loro…
Le fiabe, un importantissimo insegnamento di vita per i bimbi… ma davvero fondamentali anche per i grandi… favole e fiabe segnano la nostra esistenza indelebilmente… assolutamente da non perdere, questa fiaba moderna, da leggere tutto d’un fiato! Complimenti alla scrittrice!
Grazie, Fiorella… Un abbraccio, Maria Teresa Porta
Ebbi il piacere di leggere il tuo libro appena pubblicato. Me lo inviasti in dono con la tua dedica. Il libro rispecchia il tuo essere, la tua gentilezza e la tua voglia di un mondo pulito e sereno. In quel giardino, che rappresenta il mondo degli animali, si muovono personaggi che rappresentano chiaramente virtù e peccati della nostra società. Il leone vecchio e oramai abbandonato che ritrova la gioia solo attraverso i bambini. La giraffa vanitosa ed egoista. Un campionario umano più che evidente che può aiutare gli adulti nel dare con delicatezza alcuni valori fondamentali ai bambini.
Attilio, ti ringrazio per il tuo commento. La favola è per me un rifugio dove attingere quelle soluzioni che la mente razionale non può trovare. Con affetto, Maria Teresa
Maria Teresa, cerca di inviarlo ad un concorso di libri per l’infanzia. Lo merita davvero.
Grazie di cuore Enzo di Faenza, il tuo suggerimento e approvazione per il mio lavoro è per me gratificante e incoraggiante. Maria Teresa Porta
Bellissimo incipit di questa favola molto divertente, ma che con l’ironia e la metafora degli animali riesce a descrivere la generosità e la bonta autentica dei bambini di fronte ad un vecchio stanco arrivato quasi alla fine dei suoi anni.
Ho colto il senso che si potrebbe vedere nella vita di tutti giorni, dove la giraffa impersona certa gente invidiosa ed egoista che pensa solo a se stessa.
Complimenti all’autrice che con la leggerezza di una favola ha toccato un tema mlto attuale come è la generosità, da un lato, e l’indifferenza, l’invidia e l’egoismo, dall’altro.
Grazie di cuore a Nicla Morletti, Enzo Bonzi, Gaetano, Patrizia, Barbara, Simona e Teresa, fa molto piacere leggere che i miei racconti sono apprezzati e trasmettono serenità, positività e sollevano spirito e anima a chi li legge. Ho gradito davvero molto quello che avete saputo cogliere dalle mie favole. Vorrei che Simona e Barbara (con la figlia di 10 anni), potessero leggere tutto il libretto e mi inviassero altri commenti. Un affettuoso saluto a tutti. Maria Teresa Porta
Divertentissimo! Un libro che mescola simpatia e “senso del vivere”. Genoveffa, coi suoi occhiali, sottratti al povero leone, ora sembra capace di sfidare il mondo, lo stesso che vedeva ma che forse, in un certo senso, non capiva. Dietro a quelle lenti, nasce un’improvvisa forza, tanto da farla quasi (e forse senza quasi) una diva hollywoodiana . E mentre il leone, triste ed innamorato si rivolge al dottore, sorrido teneramente a quest’immagine della giraffa e mi ci rivedo un po’ in lei, barricata dietro quelle lenti che colorano la vita che ci avvolge. Non ho il libro e quindi non posso proseguire nella storia ma, le due pagine lette in questo sito, mi hanno già insegnato una cosa: dietro piccoli gesti, si nasconde a volte un immenso bisogno d’affetto che nessuna lente può donare… Grazie all’autrice e complimenti per il libro! Simona
Trovo che questo tipo di libro sia una buona scuola di vita per i piccoli ma soprattutto per gli adulti che spesso non si fermano a pensare a cose all’apparenza banali ma fondamentali alla vita.
Mi piacerebbe nolto poterlo far leggere a mia figlia che ha 10 anni .
Un saluto
Barbara
E’ un libro garbato e pieno di buon senso, adatto sicuramente sia ai grandi che ai piccini. Le storie dello zoo e dei suoi abitanti sono gradevoli e rassicuranti. E’ una lettura piacevole che lascia serenità e ‘leggerezza’ nel senso positivo del termine. Continua così, Maria Teresa! Aspetto il prossimo libro!
Ah, quanti i insegnamenti
dan le fiabe a tutte le genti.
E Maria Teresa con tocco felice
a noi questo dice.
La giraffa egoista e indispettita
non gode nulla della vita;
il leone invece sperimenta
quel che fa’ la gente contenta,
ossia la gioia nel donare,
e cosi alimentare
una bella societa’
tutta sorrisi e solidarieta’.
Gaetano
Ora dovete sapere che Maria Teresa Porta non è solo quella ottima organizzatrice di eventi che abbiamo conosciuto, ma anche una fine e garbata scrittrice di favole.
Ha pubblicato da poco un libretto che si legge al volo, scritto a caratteri grandi per i bimbi e che consiglio anche agli ex-bimbi per una pausa di serenità, dal titolo “Genoveffa la giraffa, Il Vecchio Leone innamorato ed il Dott. Deluso”, ed Albatros.
I racconti sono ambientati in un grande zoo, forse una metafora della società odierna, e si richiamano l’un l’altro nei personaggi e negli avvenimenti. Ricordano le favole di Esopo, di Fedro, di La Fontaine, popolate da animali parlanti ma ricche di riferimenti alla vita degli uomini. Sembra che Maria Teresa usi la penna come un cesello, per scolpire caratteri, suggerire comportamenti, invitare a buone azioni.
Non aggiungo altro, perchè sarei riduttivo. E mi farebbe piacere leggere qualche altra valutazione, magari dopo che il libretto è stato letto al pubblico cui è dedicato, quello della prima infanzia.
Grazie Maria Teresa, e non smettere di scrivere.