In Il giardino degli dei di Nadia Meriggio, Mistery e Fantasy si fondono, si amalgamano, si uniscono per dare vita ad una storia che ha il privilegio di catturare l’attenzione di qualsiasi lettore
Nicla Morletti
“Il giardino degli dei” è un romanzo fantasy. Tutto inizia con la scoperta di un tunnel che conduce in un posto sconosciuto. In un mondo parallelo. E’ anche un viaggio alla scoperta di sé stessi, un percorso di crescita individuale che si sviluppa nel corso dei vari capitoli. Invece di mettere il mio nome, mi sono firmata con lo pseudonimo J. Livingstone (con la “e”). Questo per ricordare il famoso gabbiano Livingston (senza “e”). All’epoca, nascondermi dietro questo nome, mi faceva sentire libera di sognare, di volare verso altri lidi, seppur solo con la fantasia, alla ricerca di un mondo migliore, un mondo in cui rifugiarmi quando quello reale non soddisfaceva le mie aspettative.
Nadia Meriggio
Anteprima dell’opera
Dal CAPITOLO I
La visita di Emma
Ero tornata a casa da poche ore dal villaggio turistico in cui avevo lavorato come animatrice durante le vacanze e non immaginavo affatto che di lì a poche ore sarebbe successo qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita.
Pochi mesi prima mi ero diplomata presso l’Istituto Tecnico Multidisciplinare “Giuseppe Garibaldi”, situato in Piemonte. Il primo ottobre, sempre nella stessa regione, avrei frequentato con alcuni miei amici una prestigiosa università: la Scuola Moderna di Comunicazione. Questa perla dell’istruzione è nata dalla proficua collaborazione tra le più importanti case editrici del mondo nonché grazie all’ausilio di scrittori, giornalisti e, perché no, anche archeologi e antropologi. Ogni anno vi affluiscono migliaia di nuovi iscritti. Per esservi ammessi bisogna superare un difficile esame, circa cinquecento domande di cultura generale a cui viene attribuito un diverso punteggio a seconda della complessità del quesito.
Per almeno un paio di giorni avevo in programma di starmene un po’ in pace a contemplare i paesaggi estivi ma c’era qualcuno che non condivideva questo mio modo di trascorrere il tempo. Ecco perché, quando sentii suonare quasi timidamente alla mia porta, ebbi la tentazione di non aprire. Dopo un minuto il campanello suonò di nuovo ma io finsi di non esserci. Dopo un altro minuto suonò ancora. Era giusto che mi comportassi così?
“Arrivo subito” dissi e andai ad aprire. E sapete chi mi trovai davanti? Proprio colei che sapevo e che temevo di vedere: Emma Leoni, una mia cara amica e compagna di classe che mi trascinava sempre in spedizioni assurde che lei osava chiamare escursioni. Quando la incontravo le dicevo che ero molto impegnata e non avevo tempo di assentarmi da casa. Eppure lei trovava sempre il modo di convincermi. Questa volta avevo deciso, comunque, di negarle la mia presenza.
“Ciao! E’ da tanto tempo che non ci vediamo… Che ne diresti di partire per un altro viaggio alla scoperta dei misteri del nostro pianeta?” disse.
“No. La mia risposta è no. Qualunque sia la tua proposta” esclamai.
“Non sai cosa ti perdi” ribatté Emma.
“Vuoi un tè? Ho messo l’acqua a scaldare poco fa. Potremo discutere pacificamente e poi congedarci” consigliai.
Emma entrò in casa, si sedette su una poltrona e aspettò che io portassi il tè e i biscotti secchi sul tavolo. Quando mi fui seduta ella riprese il suo discorso: “Alla nostra ex scuola hanno fatto degli scavi nel giardino e hanno trovato una galleria.”
“E con ciò?” ribattei.
“Hanno percorso il tunnel e sono sbucati dall’altra parte. E sai cosa hanno visto? Un altro giardino” continuò Emma.
“Sarà il giardino di un vicino” affermai flemmaticamente.
“Ed è questo il problema: nessuno ha mai visto questo giardino. Anzi, ti dirò di più: dopo aver percorso l’intero giardino si esce, ovviamente. Nessuno però è riuscito a riconoscere il luogo dove si va a finire” disse Emma.
“Ma è assurdo! Hanno consultato le cartine disegnate dall’esercito? Dovrebbe già esserci in vendita la nuova edizione” le rinfacciai.
“Hanno consultato anche le immagini satellitari ma quel luogo… non esiste” replicò.
“Figuriamoci! Penso che sei solo stanca e devi riposare” proposi.
“Conosci Giacomo Visconti, il geologo? Egli conosce tutta l’Italia a occhi chiusi quindi se non ci ha capito niente nemmeno lui c’è qualche cosa di strano” enunciò la mia amica “Oltretutto è pure direttore dell’università che frequenteremo… Egli ritiene opportuno effettuare un sopralluogo lunedì mattina. La Zamponi e la Demichelis parteciperanno in qualità di docenti della Giuseppe Garibaldi. Poi ci sarà Patriota ad accompagnare Visconti. La Zamponi mi ha telefonato chiedendomi di convincere due o tre della nostra classe a seguire da vicino la perlustrazione. Ercole, che fa il giornalista part-time mi ha già confermato che ci sarà. Azzurro, che con i computer è il migliore, idem. Manchi solo tu, in qualità di supervisore. Che ne dici?”
“Che? Tu sei completamente impazzita! Cosa c’entro io? L’archeologa sei tu, non io” urlai.
“In questo caso c’è bisogno di una persona colta, fantasiosa, insomma di te. Anche se sulla carta d’identità c’è scritto che sei una studentessa…”
“Che è la mia prima attività” puntualizzai.
“Anche se c’è scritto quello la tua seconda attività è…”
“Quella di scrittrice” le ricordai.
“Premesso ciò la tua terza attività…”
“Non sono una professoressa universitaria” precisai.
“Insomma mi lasci finire di parlare? Volevo solo dire che come hobby…”
“Colleziono cartoline!”
“E piantala! Oltre a tutto il resto, così non puoi lamentarti, ti occupi di storia, geografia, scienze, e così via. Quindi anche di archeologia. E mi hai già bagnato il naso un mucchio di volte!” riuscì finalmente a finire il discorso.
“Non esagerare! Io sono una persona qualunque”
“No, hai una dote difficile da trovare.”
“Infatti sono senza soldi.”
“E’ impossibile parlare con te! Io intendevo dire che hai qualche caratteristica, qualche qualità che nessun altro possiede.”
“Non esagerare.”
“Ci rinuncio. Avevamo bisogno di una grande scienziata ma dovremo accontentarci di scienziati qualsiasi.”
“Tu non sei una scienziata qualsiasi. In bocca al lupo” risposi.
“Ciao, sarà per un’altra volta. Ce la faremo anche senza il tuo aiuto, Agata Argento” annunciò Emma. Poi aprì la porta e andò via. Quando faceva così era davvero antipatica.
Dalla premessa risulta essere un libro molto interessante, mi piacciono i libri fantasy,spesso dietro ad una storia inventata si nascondono tanti punti di riflessione. Sarei davvero grata se l’Autrice volesse omaggiarmene una copia per poter fare un’adeguata recensione. Grazie in anticipo.
Dalla presentazione è un libro molto interessante, personalmente amo il genere fantasy e pure l’archeologia che in questo libro sono strettamente collegati..fantastico! Mi piacerebbe molto leggerlo!!
Fantasy..misteri..affascinante libro..e straordinaria ed originale l’autrice..mi piacerebbe riceverne a casa una copia omaggio! Grazie mille..in anticipo!!
Il ” Giardino degli dei ” sembra una creazione immortale più che botanica. Col suo fascino attira la curiosità degli scienziati. E l’ attenzione di tutti.
Grato se l’ autrice, Nadia Meriggio, vorrà farmene dono di una copia, che adeguatamente recensirò.
Gaetano
La presentazione rende l’idea di un libro da “mangiare”!!! Troppo bello il suo contenuto per non sperare che sia proprio io a riceverlo!!!!
Adoro il genere, al punto di crescere i miei figli a “pane e fantasy”, fino al momento in cui hanno addirittura superato la maestra. Siamo almeno in tre in famiglia ad essere incuriositi dal libro!
Wow, questo racconto è davvero carino! Le storie fantasy entusiasmano davvero tutti, ma ammetto che non sono un’amante del genere. Però sarei davvero entusista di leggerlo, mi farebbe tanto piacere leggerlo.
Il fantasy è il mio genere preferito. Ho letto molti romanzi e conosco miti e leggende pertanto riconosco subito se una storia è nuova o sa di già vista. L’anteprima di questo romanzo mi ha attirata subito perché ho trovato subito due aspetti nuovi: l’alone di mistero e la natura propedeutica del romanzo. Un libro che insegna qualcosa al lettore ha una marcia in più figuriamoci se lo fa anche una storia fantasy che solitamente sembra solo essere un mondo a se. Mi piacerebbe avere l’onore di leggere questo romanzo non solo per vedere se la storia è una novità per me in tutti i suoi aspetti ma anche per scoprire cosa mi può insegnare.