Il Brolo di Marta. Alle porte del Borgo sospeso di Beatrice Tognarelli, un racconto in cui la sfera narrativa e quella personale si abbracciano e si fondono
Il Brolo di Marta. Alle porte del Borgo sospeso di Beatrice Tognarelli, tornare a sentirsi parte di un borgo, reale o immaginario
Quella lanciata dalla giovane protagonista è l’idea che può fare da sfondo ad un’esistenza, la sfida in grado di estrarre da ognuno il meglio di sé, la lotta da condurre senza risparmio di energie anche se soli, contro tutti e tutto. Nel nostro caso ne consegue che due generazioni di donne si uniscono e si confrontano su di un progetto di recupero di un vecchio casolare e dell’ annessa serra, destinato ad estendersi oltre le loro persone per divenire condiviso, ma che trova la sua genesi in uno spazio limitato, tanto definito quanto pieno di vita, dove la tradizione, i segreti, le emozioni balzano fuori dalla memoria per incontrarsi con il presente. Il Brolo come luogo della nostalgia, degli aromi e dei sapori, prima ancora che della produzione, mi ha richiamato da subito per certi aspetti il giardino di carducciana memoria, dove la nostalgia riesce ad attenuare anche il più grande dei dolori, e come nel nostro caso, riesce a dare una prospettiva di futuro anche in una fase in cui, per molti è divenuto ardimentoso gettare lo sguardo oltre la siepe degli affetti più cari e del contingente. È evidente la continuità narrativa con la precedente fatica letteraria di Beatrice, la quale, tuttavia, riesce ad innestare, con successo, nella trama i contenuti più cari di un baule di famiglia che tutti noi sogniamo di poter prima o poi scoprire in qualche spazio poco frequentato della nostra esistenza quotidiana. Frammenti di vita e di saperi che hanno viaggiato nel tempo per giungere fino a noi, prima sconosciuti e poi amati, perché parte, al tempo stesso, del nostro passato e del nostro futuro. Quando la nottata sarà trascorsa, molti avranno la necessità di calcolare nuovamente le proprie coordinate esistenziali. La narrazione di Beatrice prova a fornirci alcune idee semplici ma di sicuro valore, quella di condividere con gli altri qualcosa che appartenga alla storia familiare, anche solo delle ricette culinarie tramandate di generazione in generazione e ormai escluse dalla quotidianità alimentare, o quella di ripartire dalle persone, dai luoghi, dalle speranze più care per tornare a sentirsi parte di un borgo, sia quello più vicino, reale o immaginato della nostra mente, sia quello che ci ospita ed è rappresentato dal genere umano.
Bernardo Vellone
Leggi anteprima
Cotogna
Appartiene alla famiglia delle rosacee è molto ricca di pectina, ha meno calorie delle altre mele ed è ricca di potassio, ricca di fibre, ideale per le confetture.
Cotognata
I suoi capelli biondi sul cuscino, il sorriso malizioso che ricordava quello del padre e della nonna, lasciavano intuire che la principessa, di cui la nonna raccontava che viveva all’interno della serra, fosse lei. Fuori si stava avvicinando un temporale, dalla finestra, in lontananza il bagliore dei lampi e il vento, si sentiva sicura nel suo letto, coccolata dal suo caldo piumone. Al mattino, appena sveglia, nel silenzio della campagna si vestì, indossò un maglione a collo alto, una calzamaglia e un jeans, dopo un buon tè bollente si precipitò nel cortile per andare al suo primo giorno di lavoro, in serra. La nonna la stava aspettando, parcheggiò e percorrendo il vialetto che portava al casolare della nonna sentì le galline che razzolavano e il richiamo di Katia “Buongiorno Katia, già in piedi di buon ora!”
Katia aveva una lunga gonna, legata ai fianchi per non sporcarsi, un berretto di lana verde in testa e uno scialle giallo, le si vedeva solo il viso, quella mattina era molto freddo, il temporale della notte aveva reso l’aria umida e la folta nebbia creava un’atmosfera natalizia. “Buongiorno Emma e buon inizio! A breve avrai l’inaugurazione, sono molto felice per te, meriti tutto il bene del mondo”.
La nonna aveva già sceso le scale e si stava avvicinando con una borsa grande.
“Emma, possiamo andare, nonostante ci siano gli operai per le rifiniture, il laboratorio è pronto”.
Era molto buffa Marta quella mattina, aveva un abito lungo in maglia, un grande cappotto, una sciarpa rosa e un cappello bianco con una rosa ricamata, era stravagante, pronta per stare accanto alla nipote e darle supporto. Il laboratorio, a sinistra della Serra dei Sapori aveva una grande porta in vetro, al suo interno un banco in alluminio con il pastorizzatore, il bollitore per la frutta, lo sterilizzatore per i barattoli e tanti barattoli di vetro di varie misure e forme che un’azienda artigianale aveva fatto su ordinazione. Si diressero nello spogliatoio, si cambiarono, indossarono una casacca bianca con rifiniture rosa, un ampio grembiule bianco con il logo della serra. Nella parte destra del laboratorio vi era la cella per la frutta, fuori scaffali per la manutenzione e contenitori, un grande lavabo per il lavaggio e la pulizia della stessa. Iniziarono con la scelta del prodotto da lavorare: lavaggio, pulitura, fino alla cottura. Le bilance in stile antico luccicavano pesature al grammo, tutto rivelava cura, dedizione e passione. Dopo circa tre ore i primi barattoli di confettura uscirono dal pastorizzatore, lo sguardo di Emma brillava come le stelle nel cielo, la nonna le aveva dato pochi consigli, ma il dono fatto di averla al suo fianco fu per lei determinante. I barattoli passarono all’etichetta, poi al confezionamento con stoffe particolari. Dal laboratorio si accendeva direttamente alla serra dei sapori tramite un tunnel in vetro lavorato. In cesti di vimini i barattoli venivano sistemati su scaffali appositi, altre ceste venivano invece esposte nello spazio dedicato al tè letterario, dove assieme ai libri e ad altri oggetti esemplificavano la cultura del territorio. Mentre erano intente a sistemare sentirono una voce che attirò la loro attenzione. “C’è qualcuno, posso entrare?” Una voce delicata, che a Marta pareva di conoscere. “Adele, vieni ci fa molto piacere rivederti!” Si avvicinarono alla signora che avevano conosciuto al circolo del paese, era elegante, indossava un tailleur grigio lungo, un cappellino in tinta e guanti neri: la fecero accomodare, lei rimase immobile con gli occhi rivolti verso il soffitto della serra, si vetri colorati, dai quali si vedeva il cielo, una visione stupenda. “Sono senza parole, è come essere catapultate in un sogno, complimenti!” Emma le fece vedere i locali ancora da rifinire, i piccoli particolari lo rendevano unico,il tè letterario era una chicca. ” Emma, è una meraviglia! Devo essere sincera, sono venuta a chiederti se hai già qualcuno che guidi i gruppi di lettura, lo so posso sembrare sfacciata”. Emma la fermò subito. “Ottima idea! Sarebbe un piacere per me averti qui, vedi ho voluto creare un luogo magico, vieni ti faccio vedere il retro della Sera, il mio preferito”. Le donne si diressero al Brolo, il giardino dei frutti dimenticati, che Emma assieme a suo padre Daniele, dopo tanti anni di duro lavoro, avevano reso uno splendore.
Il muretto in pietra a secco che lo delimitava aveva qua e là piccole piante selvatiche di atomi, capperi e timo, tutto curato, al centro due sedute e un piccolo tavolo in ferro battuto con sopra un grande vado in marmo con fioriture stagionali. “È fantastico ! Il Brolo era da una vita che non lo vedevo, complimenti per la cura e la dedizione”. Ci fu un attimo di silenzio poi Marta disse: “Tutto ebbe inizio da qui e tutto qui continua, queste sono le nostre tradizioni. Emma è stata bravissima a fare rivivere in stile moderno la cultura contadina locale”. Si accordano sui temi e i libri da proporre con cadenza mensile. Emma si soffermò con Adele sul modo in cui lei avrebbe lavorato con il tè letterario. “Non sarai sola Adele perché la nonna sarà a tua completa disposizione per qualsiasi dubbio, che ne dici?” Mi piace molto, per me va bene, inizio subito a preparare una lettura per il giorno dell’inaugurazione.” Emma fu felice della risposta. Si stava avvicinando il grande giorno ed ormai tutto era al proprio posto. Cominciavano a cadere piccoli fiocchi di neve. La neve bianca delicata iniziava a cadere sul terreno e si dileguava come se fosse inghiottita dalla terra; sugli alberi piccoli cristalli si tenevano aggrappati, per non cadere. Il cielo grigio faceva prevedere che ci sarebbe stata la neve a Natale. Il tetto in vetro della serra scioglieva i piccoli fiocchi di neve, facendoli cadere come gocce d’acqua lungo le pareti. Il fascino del Natale era nell’aria, i caldi guanti avvolgevano le mani di Marta che a faccia in sù con gli occhi chiusi, si lasciava accarezzare dalle piccole falde bianche.
Sono felicissima… aspetto un tuo commento…buona lettura
Che belli i libri che parlano di generazioni di donne e che parlano di tradizione! Ho letto l’anteprima e mi ha coinvolta, mi piacerebbe molto leggerlo.
Buon pomeriggio oggi a sorpresa, mi è arrivato a casa questo splendido omaggio dall’autrice che ringrazio, non vedo l’ora di poterlo leggere. Grazie Beatrice Tognarelli
Grazie sono felicissima
Aprendo questo romanzo, si respira davvero quel profumo che respireremmo aprendo un baule colmo di emozioni, ricordi, oggetti delle nostre nonne..
Un libro che si legge tutto d’un fiato, che parla di amore, famiglia, tradizioni, ricette, piante.
Memorie del passato che è davvero un piacere riportare in vita nel presente, facendo riaffiorare dolci ricordi.
Sogni e speranze, forza di volontà, e la voglia di recuperare il vecchio casolare, dandogli nuova vita con tanto amore, cura e dedizione.
Amore e attaccamento alla propria terra, alle proprie origini, alle proprie radici, alla famiglia, a dare un futuro e nuova vita alle cose passate con una storia a noi cara.
Scrittura semplice, molto scorrevole, curata, che arriva come una coccola di nonna dritta al cuore.
È stato un piacere poter leggere questo romanzo che mi ha trasportato in questo meraviglioso borgo sospeso.
Carinissime le ricette, e le aperture molto particolari dei vari capitoli.
Sono felicissima di averti fatto tornare un po’ indietro nel tempo… grazie
Un sogno… leggendo questo libro mi è parso di vivere in un sogno…
Nonne che fanno dolci coccole alle nipoti, amori che nascono improvvisamente e dolcemente come le gemme sui rami a primavera, imprese a conduzione familiare che prendono il volo senza difficoltà e con l’appoggio di tutti, un nonno che regala fiori alla propria donna perché ne è ancora innamorato…
Questa è una storia da leggere tutto d’un fiato, e rimane appiccicata alla memoria come marmellata ancora calda in un piatto; sembra di aver letto un romanzo di ottocento pagine, per quanto mi sono affezionata ai personaggi, come se li avessi conosciuti da sempre perché anche io ho fatto parte di quella comunità.
La narrazione è semplice, i termini utilizzati sono di impatto immediato e a volte sono omesse le virgole, e questo ti fa ruzzolare direttamente nella scena.
Questa storia di amori, di speranze, di ricordi, di volontà e di impegno mi ha lasciato in bocca la sensazione di aver appena gustato una dolce crostata seduta davanti a un fuocherello crepitante.
I miei più caldi complimenti all’autrice e un grande grazie per avermi permesso di fare capolino in questo tenero mondo del borgo sospeso.
Nicoletta
Un vero piacere leggere il tuo commento grazie
Bellissimo commento, vedo che sono riuscita nell’intento..la semplicità di un Borgo Sospeso nel tempo… grazie di cuore
Ho ricevuto oggi il libro e ringrazio infinitamente l’autrice per il gentile pensiero. Non vedo l’ora di immergermi nella lettura. a presto.
Ho ricevuto il libro con molto piacere, non vedo l’ora di iniziarlo e di immergermi in questa bella lettura.
Ringrazio di cuore l’autrice.
A presto
Ho ricevuto oggi il libro da parte dell’autrice, che ringrazio moltissimo. Non vedo l’ora di leggerlo e poterne parlare un po’!
Mi piacciono molto le storie dove si recuperano vecchi casolari – dove si respira l’aria del passato – molto intrigante l’anteprima mi piacerebbe moltissimo poter approfondire leggendo tutto il libro
Mi piacerebbe molto immergermi nel mondo che racconta questo libro, dove i sapori, i profumi e le tradizioni del passato si fanno spazio nel presente.
Mi piacerebbe molto leggere questo libro in cui presente e passato si intrecciano. A volte dobbiamo tornare indietro per poter andare avanti e non dimenticare chi ha tracciato un solco per noi.
Mi piace moltissimo l’anteprima – dove traspare evidente il legame con la tradizione e si rivivono i profumi di una volta – molto bello mi piacerebbe leggere tutto il libro
Fiori di campo e grano in copertina, muretti di pietra a secco, pentole di rame e confettura fatta in casa… Tutto di questo romanzo mi da pensare a come vorrei poter vivere la mia vita: a contatto con la natura, ritrovando i vecchi sapori, odori e sentimenti che solo le nonne ci hanno saputo regalare.
E poi il Natale lascia un tocco magico ovunque!
Che bello, spero di poter ricevere questo libro e tuffarmi anch’io nel frutteto!
È una storia che non pensavo di aver necessità di vivere. Spero un giorno di poterlo leggere e vivere fino in fondo questo viaggio! Ho adorato l’anteprima, vorrei tanto poter continuare a leggerlo.
Davvero complimenti all’autrice!
Innanzi tutto vorrei fare i complimenti a Beatrice Tognarelli per aver intrapreso questa nuova avventura anche qui sul Blog di Manuale di Mari mettendosi dall’altra parte.
Per quanto riguarda il libro dall’anteprima mi è sembrato che a fare da padrone sia uno stile di scrittura fresco e genuino, quello che vuole arrivare direttamente al lettore senza impressionarlo con paroloni e troppi giri di parole: un libro vero insomma.
Forse è anche un libro che vuole lasciare qualcosa al termine della lettura.
Grazie …
Suggestivo e potente! La presentazione è adorabile! Già dalle prime frasi, questo romanzo mi ha catturato.
È una storia che non pensavo di aver necessità di vivere. Spero un giorno di poterlo leggere e vivere fino in fondo questo viaggio!
Davvero complimenti all’autrice!
Bellissime parole il mio scrivere semplice e curato voleva arrivare al cuore….e queste tue parole me lo confermano grazie
Credo che aprendo questo romanzo, si respirera’ davvero quel profumo che respireremmo aprendo un baule colmo di emozioni, ricordi, oggetti delle nostre nonne..memorie del passato che è davvero un piacere riportare in vita nel presente, facendo riaffiorare dolci ricordi
Bellissimo, ho avuto l’impressione di aprire il cassetto dove conservo le cose appartenute a mia mamma e a mia nonna, lo stesso profumo di ricordi lontani che fanno parte del mio essere.Questo libro mi ha fatto respirare il profumo della serenità grazie Mariliana
Dopo essere stati catturati dalla delicatezza del disegno sulla copertina, la breve anteprima ci trasporta in un luogo senza tempo, dove gli odori e i sapori del borgo ti imprigionano e non ti lasciano più. Allora comprendi che una passione può diventare davvero realtà. Una lettura che ha il sapore di un sogno da vivere ad occhi aperti…
Una dolcissima anteprima, dove traspare prepotentemente il legame con le tradizioni.
Un tema a me caro da sempre, che ricerco anche nella vita quotidiana e nei rapporti con i miei familiari. Un libro che mi piacerebbe davvero leggere!
Grazie
Questa bellissima anteprima mi ha catapultato con la fantasia in quei luoghi ad immaginare e visualizzare mentalmente tutto il lavoro e la passione di queste donne. Che grande emozione già con le poche righe appena lette. Grazie per questo regalo. E complimenti all’autrice
“Quella lanciata dalla giovane protagonista è l’idea …” di un sogno!
E appena ho letto la prima riga ho pensato al resto del libro come al racconto di un vero e proprio desiderio trasformato in parole, in racconto, in esperienza.
Ancora prima di leggerla, provo un senso di gratitudine nei confronti dell’autrice.
Grazie ho voluto cercare nel passato ciò che anche al presente è e rimane unico…ti ringrazio
Oggi ho ricevuto una BELLA sorpresa!
Inizio a leggere proprio con l’intenzione di “ascoltare il cuore dell’autore” …
GRAZIE!!
Ringrazio sentitamente Beatrice Tognarelli e Manuale di Mari per avermi donato l’opportunità di leggere Il Brolo di Marta.
Ammetto che, la prima volta che ho letto il titolo di questo libro, mi sono chiesta cosa fosse un brolo.
Dalle nostre parti non si chiama così, noi diciamo semplicemente orto, oppure in gergo “vigna” anche se non poi in realtà non c’è nessuna pianta di vite.
Quindi: al primo step de Il Brolo di Marta ho imparato qualcosa di nuovo.
Ma la sorpresa più bella è stata la dedica meravigliosa.
E io ho ascoltato il cuore dell’autrice e ho percepito un profondo amore per le radici, con riferimento sia alla terra che alla famiglia, e questo è un elemento al quale io tengo particolarmente.
Mi sono piaciute le ricette che Il Brolo di Marta racchiude.
Così come le particolari “introduzioni” di ogni capitolo.
Ho anche trovato con piacere vari riferimenti al caffè, tra i quali questo
“L’odore del caffè inebriò la stanza, lo versò nella tazza, e si mise alla finestra a degustarlo, chiuse gli occhi, mentre le giungeva il fruscio della vegetazione, soave suono della campagna.”
Ancora grazie di cuore.
https://www.keepcalmandrinkcoffee.com/il-brolo-di-marta/
Il mio voler scrivere di questo mondo antico mi ha legato particolarmente all’odore del caffè… grazie
Leggendo l’anteprima si respira la passione della scrittura dell’autrice della voglia di narrare tra realtà e fantasia, costruire una storia non è facile solo una fervida e attenta mente può donarci un’avventura non solo da leggere ma da vivere, se l’introduzione ci apre uno scorcio su tutto ciò vuol dire che vale la pena di leggerlo tutto!
I romanzi di questo tipo mi piacciono molto. Mi trasmettono quasi un senso di nostalgia per cose che, spesso, non ho nemmeno vissuto. Delicati e malinconici, questa è l’impressione. Sembra molto bello.
Adoro queste storie dove si pone l’attenzione sul recupero di vecchi casolari, il ritorno al passato e alle tradizioni. Mi ispira e mi piacerebbe molto leggerlo! 🙂
È assolutamente stupendo questa unione di donne che crea, inventa e soprattutto mantiene vivo tradizioni. L’idea di un ritrovo letterario tra aromi, profumi in una serra immersi nella natura è qualcosa di meraviglioso. Ho adorato l’anteprima, vorrei tanto poter continuare a leggerlo. Complimenti davvero all’autrice.