La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini di Antonio Pascale è uno dei libri della cinquina finalista del Premio Campiello 2022
La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini, la botanica dell’anima
C’è in questo libro l’invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo. Una ramificazione di storie, intrecciate come l’edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. Imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini così come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale. Entrate sotto l’ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.
Cosa racconta questo libro? Di un uomo che più vive più dimentica, più desidera più si abbatte, più legge e apprende, più si ritrova confuso e impaurito: un po’ come tutti. Per questo cerca qualcosa di stabile, dei punti di orientamento ben visibili. Solo che lui, a differenza di tanti, si rivolge alle piante, costruendo una sorta di romanzo atipico, in cui ogni puntata è come un viaggio (nell’infanzia, nel tempo, con le donne). In fondo, queste magnifiche creature sono qui da molto prima di noi e saranno le ultime a morire. Le piante sono dei fari, racchiudono simboli millenari, essenziali, nitidi. Riescono a sfidare le avversità e quindi ci offrono un modello di resistenza, perché con tenacia mettono in mostra la potenza delle contraddizioni: il desiderio di vivere e amare (espresso dal ciliegio) che può procurare frustrazione e insicurezza; la forza (della quercia) che ci può abbandonare all’istante, buttandoci nello sconforto; la democrazia come processo di adattamento tra profondità e superficie (l’olivo); la necessità di un rito di passaggio (grano), di un viaggio che comprenda una morte per rinascere. Questo libro è un oroscopo, un sismografo, una macchina del tempo, oltre che una sorta di botanica dei sentimenti. D’altra parte le piante sono uno strumento d’eccezione per affrontare la nostra misteriosa, divertente, intricata natura: somigliano a noi più di quanto avremmo mai creduto. Al mondo esistono gli esperti di piante ed esistono gli scrittori: poi esiste Antonio Pascale, appassionato conoscitore della natura, uno dei narratori più apprezzati della sua generazione. Come nessun altro sa interrogare gli alberi, ascoltandone la storia e l’intrinseca bellezza.
L’autore
Antonio Pascale, nasce a Napoli nel 1966. È scrittore, saggista, autore teatrale e televisivo, ispettore presso il Mipaaf e si occupa di divulgazione scientifica. Ha pubblicato per Einaudi, La città distratta, Ritorno alla città distratta, La manutenzione degli affetti,Passa la bellezza, Scienza e sentimento, Le attenuanti sentimentali, Le aggravanti sentimentali e La foglia di fico. Collabora con «Il Mattino», «Il Foglio», per cui dirige il bisettimanale di agricoltura «Agrifoglio», «Rivista Studio», «Link. Idee per la tv», «Mind», «Le Scienze», «limes» e ha un blog sul «Post».
Un libro originale fresco che mi ispira molto, anche la cover davvero originale e bella
Il mio voto per questo libro per 5 Libri nei mari del web perché mi ha colpito subito fin dalla copertina. Credo che sia un libro molto interessante soprattutto per la simbiosi uomo-natura, escamotage letterario che è la prima volta che lo trovo utilizzato in maniera così profonda. Un libro propedeutico che non vuole solo raccontare ma anche far riflettere il lettore Mi piacerebbe davvero molto leggerlo.
Sicuramente una bella presentazione e un punto di vista originale, un modo nuovo per cercare risposte. Mi incuriosisce molto.