Leggere un libro di fantascienza è sempre un’esperienza interessante che ci trascina in altri luoghi, in altri mondi, in una dimensione a noi sconosciuta. È un po’ come salire sulle montagne russe con rapide salite e discese, mentre l’adrenalina sale, fascia i nostri corpi, invade la nostra mente in una sorta di sensazione che è a cavallo tra l’eccitazione e la paura. E’ un brivido che rimane, proprio come la lettura di questo affascinante romanzo che ci trascina in un vortice di emozioni tra pattuglie stellari, centrali operative, concentrati energetici, terminali, mentre uno schermo panoramico inquadra il globo azzurro intenso di un pianeta prevalentemente ricoperto dall’acqua, con lontani arcipelaghi di isole. I personaggi sono ben tratteggiati, la trama ben costruita, gli ambienti fanno spaziare in luoghi lontani, lontanissimi del pensiero. Lo stile è fluido, moderno, perfetto nella narrazione che si dipana tra stelle e pianeti, fino a spaziare nel cosmo infinito. La mente del lettore si apre, si libera, vibra insieme ai protagonisti, il cuore palpita al momento di entrare in orbita nella sala di comando. Per scrivere così bene di fantascienza e tessere un romanzo dalla trama così perfetta, bisogna essere abilissimi scrittori, ma soprattutto grandissimi pensatori ed avere una mente aperta, eclettica, libera da angosce e paure. Sul retro di copertina è riportata questa frase: “Noi andiamo dove nessuno ha il coraggio di andare. Noi facciamo quello che nessuno ha il coraggio di fare. Noi apparteniamo alla pattuglia stellare.” Questo insegnamento, se rapportato anche alla vita quotidiana, può renderci sicuramente più forti e positivi, perché la mente elabora nozioni, apprende, assimila e comprende. Trovo che Vittorio Piccirillo, nello scrivere un romanzo così complesso e ottimamente strutturato, abbia dato il meglio di sé e dimostrato la sua eccellente bravura. Nicla Morletti
Anteprima del libro
Prologo
Per ritemprare il corpo e rilassare la mente non c’è niente di meglio di una doccia termica. Credo che potrei rimanere per sempre all’interno della cabina, languidamente sospesa nel confortevole campo a gravità moderata, le palpebre socchiuse per via del torpore indotto dalle pulsazioni di luce rossa, la pelle lambita da continue e piacevoli ondate di calore.
Sfortunatamente, ogni ciclo programmato non dura mai più di venti minuti, così, quando le lampade si spensero e i miei piedi tornarono a poggiarsi sulla pedana, sospirai e mi rassegnai a malincuore a uscire.
Dopo aver attraversato il bagno passai nella camera contigua — che insieme a un piccolo ripostiglio costituisce il mio alloggio a bordo della Pattuglia — e mi fermai per qualche istante a scrutare la mia immagine riflessa nello specchio appeso alla paratia laterale, accanto al letto. Ho il busto snello e fianchi con curve morbide, appena accennate, le gambe tornite e le braccia ben proporzionate. Minuscole scaglie arrotondate seguono il profilo dei miei muscoli e ne suggeriscono la consistenza e la tonicità, senza metterne eccessivamente in risalto le forme. Ho un viso dall’espressione simpaticamente maliziosa, ma soprattutto ho un sorriso irresistibile.
Non posso dire di essere alta, però di sicuro non passo inosservata. Sono consapevole del mio fascino e so che in molti si sentono attratti da me, anche se solo alcuni lo manifestano apertamente. Non credo che dipenda dal mio carattere, dato che sono sincera e socievole. Forse è il mio lavoro a tenerli a rispettosa distanza, ma non ci scommetterei. La verità è che le persone sono strane. A volte inseguono per una vita qualcosa che non potranno mai ottenere, e magari non approfittano di quello che invece è alla loro portata… Comunque sia, io apprezzo un certo genere di interessamento, tuttavia metto subito in chiaro che dispongo di un cervello di prima categoria. Il che rimane il sistema migliore per distinguere chi ha un minimo di intenzioni serie da chi ha soltanto tempo da perdere.
Come ogni tanto mi capita di fare, mi sorpresi a immaginarmi con il pancione, in attesa di partorire un uovo tutto mio, e realizzai che in quel ruolo proprio non mi ritrovavo: sono certa che prima o poi succederà anche a me e che sarà indubbiamente un’esperienza meravigliosa, ma non è ancora il momento, non tanto a causa delle responsabilità o degli impegni, quanto perché adesso mi piaccio così e non sono pronta per un cambiamento di tale portata.
Mi strinsi nelle spalle e mi spostai verso l’armadio dei vestiti. Indossai gli indumenti intimi d’ordinanza e sopra misi l’alta uniforme della Pattuglia Stellare, totalmente nera e con le finiture dorate, che trasmetteva un grande senso di autorevolezza: particolare importante in relazione all’incarico ricevuto dalla Centrale Operativa e soprattutto in vista dell’incontro che si sarebbe tenuto nei minuti successivi. Ritornai di fronte allo specchio per verificare che fosse tutto in perfetto ordine, poi mi girai soddisfatta e lasciai il mio alloggio sul ponte 3 nella sezione mediana.
Percorsi il corridoio in direzione della sezione anteriore e poco dopo entrai nella sala ricreativa.
Lo schermo panoramico inquadrava il globo azzurro intenso di un pianeta prevalentemente ricoperto dall’acqua, con isolate macchioline marrone chiaro in corrispondenza degli sparuti arcipelaghi di isole, che costituivano gli unici affioramenti di terra. Al tavolo centrale era seduto l’agente Leam Ne Ashar del pianeta Talanis V, specialista in scienza e risorse.
Andai al distributore automatico e presi una barretta di concentrato energetico, quindi mi accomodai di fronte al mio compagno. Come al solito, lui era talmente concentrato nell’esame dei dati di un terminale portatile che a malapena si accorse della mia presenza e mi rivolse solo un distratto cenno di saluto.
«Lettura interessante?» gli domandai sgranocchiando la mia barretta energetica.
«Come? … Sì,» mi rispose dopo un attimo di esitazione, quasi lo avessi risvegliato da un sogno. «Lo definirei un romanzo storico dalla trama elaborata, non privo di risvolti affascinanti e talvolta dal tono piuttosto cupo.»
Devo ammettere che era riuscito a incuriosirmi. «Esattamente di che si tratta?»
Ne Ashar alzò la testa e mi fissò. «Delle vicende dei due pianeti che hanno richiesto la nostra mediazione per risolvere la loro più recente controversia.»
«Capisco,» commentai non senza un pizzico di delusione. Anch’io avevo studiato i rapporti preliminari sulla missione, tuttavia non c’erano quasi riferimenti alla tecnologia militare, e pertanto non li avevo trovati particolarmente stimolanti.
«Fin dai loro primi contatti, Dervan IV e Tirkam III sono entrati in competizione per il predominio,» proseguì lui. «Nel corso del tempo si sono verificati innumerevoli contrasti e ci sono state di continuo sfide e provocazioni, che però non hanno mai determinato un conflitto armato vero e proprio.»
«Una vera fortuna per loro,» notai. «A molte altre popolazioni non è andata così bene.»
«Già. A un certo punto pareva che lo scontro fosse inevitabile, ma in quel periodo gli abitanti hanno scoperto di appartenere alla stessa razza e per un po’ le acque si sono calmate. Tuttavia, la tregua è stata di breve durata,» aggiunse pensieroso.
Non aveva tutti i torti: somigliava seriamente a un romanzo. «Cosa è accaduto?»
«Hanno iniziato a dibattere riguardo a quale dei due pianeti fosse quello di origine e quale invece fosse la colonia,» spiegò Ne Ashar. «La disputa è diventata rapidamente una questione di prestigio, che tuttora perdura e coinvolge ogni singolo individuo, dal perfetto sconosciuto alla più alta carica istituzionale.»
Scossi la testa per mostrare tutta la mia perplessità. «Non riesco a crederci…»
«Eppure è così. Le rovine, vecchie di venticinque millenni, ritrovate su una delle isole di Bolvis II,» proseguì Ne Ashar indicando il globo azzurro nell’immagine, «potevano gettare nuova luce sulla contesa, ma sfortunatamente gli eventi successivi hanno rimesso l’intera faccenda in discussione.»
Terminai la mia barretta energetica. «Era prevedibile. Le spedizioni archeologiche di entrambi i pianeti sono scomparse all’improvviso e in circostanze piuttosto misteriose.»
«Infatti. Pur senza dichiararlo formalmente, ciascuno dei pianeti ha lasciato intendere di sospettare che ci sia l’altro dietro alla sparizione del proprio gruppo. La fiducia reciproca si è ridotta ai minimi termini e ciò ha reso necessario il ricorso alla Pattuglia Stellare quale osservatore imparziale.»
«Ecco la ragione di un protocollo tanto elaborato.»
Lui sbuffò. «Non immagina quanto sia stato difficile raggiungere un accordo. Speriamo solo di non scoprire che sono veramente passati dalle parole ai fatti, altrimenti la questione si complicherà, a conferma di quanto le cosiddette razze senzienti si possano comportare in maniera estremamente insensata.»
Ne Ashar è una persona scrupolosa, che riflette a fondo sulle cose e sulle situazioni, analizzandone i diversi aspetti. Prima di esprimere un’opinione e prendere una decisione su un argomento, lo considera da tutte le angolazioni possibili, sforzandosi di rimanere distaccato e di non farsi coinvolgere. A volte, secondo me, tende un po’ a esagerare, ma in quel caso ero d’accordo con lui: è sconcertante come spesso siano proprio i soggetti più intelligenti e razionali a prendere le decisioni più stupide e irragionevoli, e come spesso le convinzioni più nobili e le intenzioni migliori siano all’origine delle azioni più indegne e delle conseguenze peggiori.
Stavo per aggiungere qualcosa, quando la voce calma e vibrante del computer principale risuonò.
“ATTENZIONE! PROSSIMI ALL’ORBITA. TUTTO L’EQUIPAGGIO IN SALA COMANDO.”
Guardai Ne Ashar. «Ci siamo.»
Lui annuì. «È meglio andare. Non è il caso di alimentare la tensione facendo aspettare i due contendenti più del necessario.»
«No di certo,» convenni.
***
La voce della distruzione
di Vittorio Piccirillo
2013, 232 p., brossura
Solfanelli
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Leggendo la trama di questo libro mi sono subito sentita incuriosita dal leggerlo tutto.
Mi piacerebbe molto leggere questo libro, perché adoro il genere!
Arrivato oggi il libro, grazie appena possibile lo inizierò a leggere!
Un libro affascinante come il suo genere che ha coinvolto sia me che mio padre nella sua lettura avvincente! Mi è piaciuto molto e spero di leggere altri libri di questo autore!
La fantascienza: il tema che ho scelta per la mia prima prova alla maturità. Evito di leggere l’anteprima per non rovinare il racconto 🙂
Devo ammettere che la fantascienza non è il mio genere preferito di libri, però leggendo la trama devo dire che l’ho trovata interessante.
Gentilissima Ilenia per poterle spedire copie omaggio dei libri deve indicarci il suo indirizzo postale completo di nome e cognome.
Sono sempre stata attratta dai libri e le storie di fantascienza, mi piace pensare che non siamo soli in questo universo e tutto ciò che è fantascienza mi affascina! Mi piacerebbe leggere questo libro e farlo leggere anche a mi padre che adora il genere!
Tra i generi letterari che più mi affascinano vi è proprio la fantascienza per portarmi in un mondo parallelo e diverso, mi é piaciuta molto la linearità e particolari dell’anteprima da desiderare poter continuare a leggere questo libro.
Nonostante sia una grande divoratrice di libri, la fantascienza non mi ha mai affascinata più di tanto, non sono mai andata oltre Asimov.
Devo dire però che questa anteprima mi ha davvero incuriosito, mi piace molto il suo stile di scrittura: è lineare e mai troppo prolisso, anche nelle descrizioni. Apprezzo molto la tecnica di lasciare al lettore soltanto piccole briciole d’informazioni… spero di ricevere il testo per intero, così la mia curiosità sarà appagata.
I miei complimenti
Marina
Vittorio Piccirillo ci porta con l’ astronave della fantasia in un mondo planetario tutto da esplorare. E con ” La voce della distruzione ” ci parla di conflitti interspaziali.. Segno che la prepotenza non e’ un dato solo terreno.
Come si concluderà il romanzo ? La mediazione avrà buon fine ?
MI piacerebbe conoscerlo, se la generosità di Vittorio mi consentira’ una lettura meditata del romanzo, cui seguirà una recensione meticolosa.
Grazie in anticipo.
Gaetano