Le avventure di Teo e Ricotta. La nonna scomparsa di Claudia Villani e Federica Baroni
Le avventure di Teo e Ricotta. La nonna scomparsa, narrativa per ragazzi con il giusto mix di avventura e mistero
Teo è un bambino di dieci anni e Ricotta, un cane con tre zampe, il suo inseparabile compagno. Com’è già accaduto altre volte, con la sua famiglia si è da poco trasferito in una nuova città.
Nonostante Teo sia abituato ai cambiamenti, una delle sue più grandi preoccupazioni resta sempre la stessa: riuscire a farsi nuovi amici.
Man mano che i giorni trascorrono, la serenità si fa protagonista, assieme alle giornate di scuola, i nuovi e simpatici compagni, i professori da prendere in giro, le passeggiate con Ricotta e l’amicizia con Rossana, una ragazzina che abita nel suo stesso palazzo.
Teo è timido, Rossana spigliata, Teo è curioso e Rossana sfrontata; insieme condividono tempo, pensieri e passeggiate.
Ogni pomeriggio entrambi percorrono la strada che porta al grande parco a pochi isolati dal loro quartiere, Rossana per recarsi a casa della nonna e seguire le sue lezioni di pianoforte, Teo per fermarvisi a giocare con Ricotta. Un giorno, però, Rossana torna preoccupata, la nonna non è in casa per il loro solito appuntamento e non risponde al telefono. È scomparsa.
Pur non dando inizialmente tanto peso alle preoccupazioni dell’amica, Teo comincia man mano a notare qualcosa di strano in alcuni adulti della città; atteggiamenti che, ritrova nella nonna di Rossana, tornata dopo qualche giorno a casa.
La voglia e la curiosità di non fermarsi alle apparenze, la determinazione di Ricotta e il voler aiutare la sua amica, spingono Teo a scoprire un segreto, un temibile segreto che avvolge, sotto gli occhi ignari dei cittadini, quella piccola e sconosciuta città.
Le autrici
Claudia Villani ama il cinema e la letteratura. Studia a Roma e scrive da sempre. Ha pubblicato racconti e messo in scena uno spettacolo teatrale a Parigi. Scrive per il cinema ed è editor di Coma Empirico.
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Federica Baroni, prima di avvicinarsi alla scrittura, fa volontariato con bambini a rischio. Diventa trampoliera e collabora all’insegnamento di questa disciplina circense. Scrive articoli e racconti.
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Quella mattina Teo si svegliò più tardi del solito, gettando una rapida occhiata alla sveglia si accorse che erano le 7:30. La notte appena trascorsa non l’aveva lasciato dormire in pace, si era ritrovato a girarsi e rigirarsi nel letto senza mai riuscire a chiudere occhio.
<Teo!Svegliati! E’ tardi!> come se già non ci fosse riuscita bene la sveglia, una voce lo fece sobbalzare. Scendendo dal letto poggiò i piedi su qualcosa di morbido, caldo e peloso: era il suo cane, Ricotta.
<Ricotta, che ci fai lì?> chiese. Era infatti abituato a trovarlo ai piedi del letto e non al fianco. Evidentemente anche lui non aveva ancora trovato il suo posto nella nuova cameretta.
Il musetto vispo del cane lo guardò inclinando la testa con aria interrogativa.
<avanti, andiamo> gli disse, e Ricotta balzò in piedi.
Assonnato ed un po’ rintronato Teo scivolò silenziosamente in cucina. Entrandovi, per un attimo spalancò gli occhi: tutto era decisamente diverso dal solito, il tavolo, il lavello e persino i mobili avevano un altro colore. “Ovvio” ricordò fra sé, quella era una nuova casa.
Così si sedette al tavolo e cominciò a sorseggiare la sua tazza di latte e cioccolato.
<Allora? pronto per il primo giorno di scuola?> chiese il padre sbucando dalla porta che dava sull’ingresso. Era già vestito per il lavoro ed aveva, come di consueto, i capelli un po’ arruffati e la barba incolta.
<sì papà, però… mi accompagni? Non so ancora la strada.> chiese.
<Ma certo, tranquillo, vedrai è semplice, ti ci vorrà poco più di un giorno per impararla> rispose il padre dandogli un buffetto sulla testa.
Teo sorrise e guardò fuori dalla finestra coccolato dal rumore che i denti di Ricotta emettevano mentre mangiava i croccantini. Il sole splendeva già alto e per questo, anche se era Settembre inoltrato, il ricordo dell’estate non era ancora completamente svanito; persino i fiori e gli alberi non volevano saperne di piegarsi all’imminente autunno.
Con gli occhi un po’ assonnati persi a veder alternarsi in basso macchine, biciclette e passanti, Teo pensò tra sé che ci sarebbe voluto un po’ più di tempo per conoscere la strada per la scuola, il suo quartiere ed infine quella nuova città. Chissà che cosa gli sarebbe sembrato della scuola. Chissà che impressione gli avrebbero fatto i nuovi compagni. E lui? Che impressione avrebbe fatto a loro?
Di colpo tutti questi pensieri affollarono la sua mente.
Non era di certo la prima volta che si trovava ad affrontare questa situazione, ma ogni volta le domande, i dubbi e le ansie erano sempre gli stessi.
Nel frattempo la mamma era apparsa in cucina pronta per il lavoro, con il classico completo blu e i capelli raccolti in uno chignon che le donavano un’aria seria ed elegante. Si avvicinò e diede a Teo un bacio sulla guancia: < sbrigati però, altrimenti farai tardi sul serio>.
Come svegliatosi da un sogno, Teo poggiò la tazza ormai vuota e corse in camera per prepararsi. Il tipico zampettare di Ricotta, proprio alle sue spalle, gli ricordò della solita passeggiata mattutina.
<Mamma!> urlò fermandosi di colpo e alzando un po’ troppo il tono. <Come faccio con Ricotta?> Cominciava sul serio ad essere tardi, la sveglia segnava le 7:47.
<Tranquillo> rispose la madre dall’altro lato della casa <per oggi ci penso io, gli faccio fare un giretto prima di andare in ufficio>.
La risposta lo tranquillizzò quindi prese a prepararsi: si infilò una maglietta, un paio di jeans, ripensò velocemente a tutto quello che la sera prima aveva messo nello zaino e, sperando di non dimenticare nulla, diede una rapida occhiata allo specchio per cercare di sistemare i bruni ciuffetti scomposti reduci della nottata insonne. Infine, tirando un lungo sospiro, si diresse verso l’uscita.
<Andiamo papà> disse <sono pronto>.
<Comincia a scendere, ti raggiungo in un attimo> rispose il padre mentre cercava qualcosa in salotto.
Non è mai facile affrontare dei cambiamenti, soprattutto quando si è catapultati d’improvviso in una nuova realtà. Agli occhi del Teo bambino tutto ciò era sempre sembrato entusiasmante ed eccitante ma adesso, che aveva compiuto dieci anni, quella situazione cominciava un po’ a pesare. Si era stufato di dover fare ogni volta nuove amicizie e dimenticare quelle vecchie, ambientarsi in un posto sconosciuto e comprendere come funzionassero le cose a scuola. Tuttavia la sua naturale curiosità infondeva in lui una piccola luce di speranza che, anche questa volta, prometteva che tutto sarebbe andato per il meglio.
<Buongiorno!> Esordì una voce al termine delle scale nell’atrio del palazzo. <Tu devi essere Teo, il nuovo arrivato, vero?>. Un uomo dall’aspetto gentile lo salutò calorosamente andandogli incontro. Aveva dei curiosi e folti baffi quasi a voler sostituire la totale assenza di capelli. Il suo sguardo vispo e sorridente colpì Teo che decise di fermarsi un momento per ricambiare il gioioso saluto.
<Ciao, sì, sono Teo, molto piacere> rispose timidamente.
<io sono Amedeo e sono il portinaio, il piacere è tutto mio> rispose sorridendo.
D’improvviso, alle spalle di Teo, apparve la sagoma di suo padre che, avvicinandosi frettolosamente, si presentò: <Buongiorno Amedeo, io sono Marco, il padre di Teo, siamo al sesto piano>.
<Oh ma certo, lo so benissimo> rispose cordialmente Amedeo. <Allora siete i benvenuti, per qualsiasi evenienza non esitate a chiedere, buona giornata!> disse notando la fretta che accompagnava i gesti dei due inquilini.
Teo e suo padre lo salutarono e con un sorriso fiducioso Teo si disse che quel primo incontro non era stato affatto male, forse chissà, poteva essere l’inizio di una buona giornata.
Una volta in auto Teo si mise a guardare fuori dal finestrino provando a familiarizzare con l’ambiente circostante; ben presto quella strada avrebbe dovuto percorrerla a piedi, da solo; cercò intorno a sé dei punti di riferimento, delle possibili scorciatoie e, in un certo modo, si lasciò catturare dal nuovo paesaggio.
<guarda lì> disse ad un tratto suo padre indicando fuori dal finestrino di Teo. Proprio accanto a lui infatti, l’ingresso di un grande parco si apriva lasciando intravedere viali, panchine, fontane e tante siepi verdi.
<wow> disse Teo. Aveva già trovato un posto che a Ricotta sarebbe piaciuto tantissimo.
<già> disse suo padre e, come se avesse letto i suoi pensieri, continuò:<a Ricotta non dispiacerà affatto>.
Teo sorrise e si sentì leggermente più rilassato. Non ebbe il tempo di godere di quella sensazione che ancora una volta suo padre intervenne: <appena girato l’angolo saremo arrivati>.
Ecco allora che sentì le mani sudare e lo stomaco cominciò a brontolare proprio come quando si ha fame; ma Teo ne era certo, quella non era fame, era paura. Dopo qualche istante infatti davanti ai suoi occhi si materializzò il grande e temuto edificio.
Scese dalla macchina e salutò al volo suo padre, poi si fermò un attimo: se avesse dovuto cercare delle differenze tra quella e tutte le altre scuole che aveva frequentato, forse non ci sarebbe riuscito.
L’edificio era di colore giallo un po’ sbiadito, aveva qualche crepa qua e là e dei grandi finestroni verdi, proprio come il cancello.
“ok, è il momento” disse fra sé e si incamminò verso l’entrata. Una volta dentro, seguendo i passi frettolosi del bidello, Teo fu accompagnato nella sua classe: la prima
C. L’aula, ricca di disegni colorati appesi alle pareti, era abbastanza grande e, quella mattina, conteneva circa una ventina di alunni. Per sua fortuna l’insegnante non doveva ancora essere arrivato perché i ragazzi erano intenti a chiacchierare e scherzare chiassosamente tra loro. Dando una rapida occhiata all’aula, Teo intravide un banco vuoto accanto ad un ragazzino dai capelli rossi. Cercando di essere il più discreto possibile si incamminò verso il banco. Il ragazzino, un po’ grassottello, era completamente assorto nel guardare qualcosa sul suo cellulare.
<è occupato questo posto? > chiese Teo a voce forse un po’ troppo bassa perché il ragazzino non rispose. Ci riprovò: <ciao, scusa, è occupato questo posto?>
Sussultando e sollevando la testa dallo schermo, il bambino lo guardò con aria stranita e dopo qualche istante esclamò:< ah, ma tu sei quello nuovo!>.
<sì, ciao, io sono Teo> rispose.
<ciao, mi chiamo Mario, siediti > continuò l’altro dopo aver ricambiato il saluto.
Improvvisamente nella classe calò il silenzio e sulla porta apparve l’insegnante: una donna dai lineamenti spigolosi, alta e magra con i capelli corti colorati di giallo. Indossava una gonna beige ed una maglietta nera. Teo la osservò un istante: aveva gli occhi piccoli, gli zigomi appuntiti e sporgenti e il rossetto di un colore rosso accesso. Somigliava a quella vecchia vicina di casa quando abitavano… ah, non riusciva neanche a ricordare dove!
Teo non ebbe il tempo di chiedergli perché che una voce si levò:< silenzio! Siete dei maleducati, quando entro in classe pretendo silenzio ed ordine>.
La professoressa Benedetta, che ben presto Teo avrebbe conosciuto come “Maledetta”, continuò:< che figura volete fare con il vostro nuovo compagno? A proposito… Teo… Principe, è arrivato?>.
Teo sollevò una mano tremolante.
<bene, alzati e presentati ai tuoi compagni>. In quel momento Teo pensò che sarebbe stato bello potersi calare giù dalla finestra e scappare lontano pur di evitare quella scena imbarazzante. Tuttavia si fece coraggio, balbettò qualcosa di poco definito e si risedette.
La sua prima giornata di scuola volse al termine con molta fatica, la campanella dell’ultima ora fu per lui un vero e proprio sollievo. Purtroppo, come contrariamente aveva pensato, le prime impressioni non erano state totalmente positive. Ma restò confortato dal fatto che Mario si era mostrato simpatico come anche il resto della classe .
<ora che hai conosciuto lei gli altri ti sembreranno degli angeli> disse Mario mentre si avviavano all’uscita.
<meno male> rispose lui sbuffando.
Teo imboccò la strada di casa, era sicuro di farcela, non sarebbe stato difficile. Camminando riconobbe il tragitto percorso qualche ora prima in auto e dopo pochi minuti si trovò davanti al suo portone. Appena le porte dell’ascensore si spalancarono al sesto piano, Teo aprì la porta di casa: Ricotta gli balzò addosso facendolo quasi cadere. Era bello tornare a casa!
La curiosità di visitare il parco spinse Teo ad uscire un po’ prima del solito quel pomeriggio. Aveva voglia di stare con il suo cane, all’aria aperta e godersi quelle ultime giornate estive.
Ricotta, il suo fidato compagno, gli dava quella sicurezza che adesso, un po’ per la nuova città, un po’ per la sua giovane età, ancora non possedeva. “Sarà divertente” pensò. Decise di non prendere l’ascensore, chiamò Ricotta e scesero giù per le scale.
Man mano che si avvicinavano all’androne Teo sentì sempre più distintamente la voce di Amedeo.
<Divertiti allora! Buon pomeriggio!>.
(Estratto da: Le avventure di Teo e Ricotta. La nonna scomparsa)
Libro davvero particolare curato fin dalla copertina. È da tempo che non leggo più libri per ragazzi ma sono davvero curiosa di scoprire cosa vuol dire rivolgersi ai ragazzi oggi in un mondo dove la tecnologia la fa da padrone ed è proprio per questo che credo sia arduo attirare la loro attenzione.
Grazie Valentina! Riuscire a trasmettere qualcosa a bambini e ragazzini che attraversano un’età difficile è è stato da subito il nostro obiettivo.
Abbiamo cercato di ricordare ciò che sentivamo da bambine, siamo ridiventate bambine in realtà.
E speriamo di essere riuscite nel nostro scopo!
Ho 18 anni ma queste letture mi aprono il cuore, mi fanno sentire coccolata. Ricordo la bimba che ero. Ho un importante rapporto con i miei smici 4 zampe e questo libro sembra parlarne con tanta grazia. Brave.
Grazie Serena! Ci riempie di gioia sapere ciò che le nostre parole hanno suscitato in te Quel senso di calore, comprensione e familiarità che abbiamo cercato di trasmettere ai nostri lettori! Grazie di cuore!
Grazie per il tuo commento! Noi ce l’abbiamo messa tutta per riuscire ad agganciare il lettore già dalle prime pagine e stuzzicare la sua curiosità.
Sai, la copertina è stata realizzata da Coma Empirico, un illustratore che noi adoriamo!
Ho 2 bambini, mi ascoltano con attenzione quando leggo loro delle storie e adorano scegliere dei libri…questo credo sia un ottimo candidato per loro e per la loro fervida fantasia e curiosità.
Complimenti sinceri!!!
Grazie Chiara! Iniziare un nuovo libro è un po’ come partire per un nuovo viaggio, per una nuova avventura.
Speriamo che questa storia catturi l’attenzione dei tuoi bimbi e stuzzichi la loro naturale curiosità!
Libro molto bello e coinvolgente, copertina fantastica, il titolo è molto affascinante, mi farebbe un sacco piacere leggerlo, un’incipit stupendo, una storia d’avventura fantastica, sono curiosa di avventurarmi in questo stupendo libro con Teo.
L’anteprima già dalle prime parole ti catapulta nella vita e nelle avventure di Teo e Ricotta, una vita che pare essere avvolta da un mistero.
Spero di avere la possibilità di approfondire questa lettura, che dalla lettura della trama mi ha colpito molto.
Ciao Davide! Speravamo di riuscire a catturare la curiosità dei lettori sin dalle prime pagine!
Sai, oltre al mistero della nonna scomparsa, il lettore ha un altro importantissimo mistero da svelare:
Per scrivere questo libro ci siamo liberamente ispirate ad un classico delle fiabe… ma quale?
Tra le pagine ci sono diversi indizi che solo un occhio attento e curioso saprà cogliere!
Già dall’anteprima siamo catapultati nel mondo di Teo e del suo fedele compagno a tre zampe Ricotta, un avventuroso viaggio, sicuramente ricco di scoperte, crescita ed emozioni, che sarà un piacere poter condividere con il protagonista. Adoro libri per bambini e per ragazzi, che hanno sempre messaggi importanti da raccontare anche a noi grandi
Grazie Cristina! Hai proprio ragione. Questo viaggio avventuroso porta Teo, Ricotta e gli altri personaggi a confrontarsi con temi più profondi e importanti.
Ogni passo verso la risoluzione del mistero diventa un’opportunità per crescere e scoprire qualcosa su sé stessi.
Una lettura per ragazzi che cattura l’interesse dei grandi…e questa anteprima così bella e coinvolgente invita a proseguire e scoprire le avventure di Teo e il mistero della nonna scomparsa. Un Bellissimo libro che mi farebbe piacere continuare a leggere…
Grazie mille Annamaria.
Per la scrittura di questo volume ci siamo ispirate a un classico delle fiabe e siamo molto contente di essere riuscite a catturare l’interesse anche degli adulti.
Ancora grazie!
Avventura e mistero, tematiche molto coinvolgenti per il lettore e per chi ascolta. Curiosissima di scoprire le varie tappe di Teo e capire meglio cosa succederà, spero di poter leggere questo libro.
Ciao Vanessa e grazie!
Hai detto bene, Teo percorrerà delle vere e proprie tappe nella sua storia… con sempre accanto il suo fedele compagno a tre zampe.
E non sarà l’unica avventura che attraverserà perché presto sarà protagonista di un nuovo volume!
Che bella storia! L’accostamento “avventura” e “mistero” mi affascina sempre!
Adoro le letture per ragazzi.Sarei davvero felice di leggere questo libro.
Molto interessante questa trama che mi sembra in grado di interesssre lettori di ogni età. Anche lo stile è scorrevole e accattivante, e l’anteprima lascia la giusta dose di attesa dell’evoluzione della storia.
Grazie Maria! Il nostro scopo era proprio quello di riuscire a catturare il lettore sin dalle prime pagine senza però svelare troppo.
Nello scrivere questa storia ci siamo ispirati ad un classico delle fiabe.
In questo modo il lettore si troverà davanti a due misteri da risolvere: quello della nonna scomparsa e quello della fiaba nascosta.
mi piacciono le storie d’avventura,mi sono ritrovata un’adolescente insieme a Teo in questo meraviglioso incipit
Ciao Anna e grazie mille!
Il nostro intento era proprio di riuscire a trasportare in questa storia anche chi l’adolescenza l’hai già passata.
Ma che carino 🙂 adoro sia la copertina che l’anteprima. Bella idea chiamare il cagnolino Ricotta 🙂
Ciao Anna, grazie!
L’idea di chiamarlo Ricotta è legato a un episodio che riguarda l’intera relazione di Teo con il suo cane.
La copertina è stata realizzata da un illustratore che apprezziamo molto: Coma Empirico.