lunedì, 25 Settembre 2023
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L’incontro di Massimo Moretti

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L'incontro di Massimo Moretti

Un romanzo coinvolgente, dalla trama raffinata e originale che tiene il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.
Matteo Belforte, il protagonista, è uno scrittore di successo. La sua passione è quella della parola scritta fino al giorno in cui, per caso, incontra a Teatro lei, Giulia, donna bella e raffinata e già impegnata sentimentalmente. Giulia gli rapisce il cuore. E tra i due è amore.
Bello l’incontro, intensi i pensieri, le riflessioni, i sogni. E poi Parigi, l’Africa e il Camerun. Le vicende improvvisamente mutano, i destini si dividono. Le storie cambiano, ma l’amore ritorna. Bussa alla porta del cuore e chiede: “Fammi entrare”.
Al lettore la scoperta di pagine e attimi indimenticabili. Nicla Morletti

L’INCONTRO
di Massimo Moretti

Il Filo – collana Nuove voci
2008, 140 p.

Matteo Belforte è uno scrittore di successo con una vita sociale non proprio movimentata che un giorno, per caso, incontra a teatro Giulia, una donna molto bella e raffinata, ma legata a un altro uomo. Da quel momento tra i due inizia una relazione fatta di brevi e intense parentesi d’amore, lunghe attese e dolori per i continui distacchi. Tuttavia un giorno Giulia è costretta a seguire il marito a Londra e a rompere, almeno per qualche mese, il suo forte legame con Matteo. Da qui la storia prende un’altra piega perché la donna si trova coinvolta in loschi traffici di droga e nel mondo della prostituzione. Successivamente ritorna in Italia pur essendo controllata a vista da una potente organizzazione criminale che opera a livello internazionale. Così le strade dei due amanti si incrociano di nuovo: Giulia e Matteo dovranno passare da una città all’altra per sfuggire ai loro spietati inseguitori, fino a quando non giungeranno in Africa…

Dalle prime pagine

Il ricordo

Naturalmente quella notte non riuscì a prendere sonno, troppi erano i ricordi che gli riempivano la testa.
La prima volta che la vide fu per caso, nel corso di uno spettacolo teatrale al Piccolo Teatro di Milano, erano seduti l’uno di fianco all’altra, lei con il marito, un tipo all’apparenza insignificante, e lui in compagnia di un’amica occasionale, redattrice di una rivista letteraria alla quale aveva rilasciato un’intervista.
Matteo era un giovane uomo piacente, di trentun anni, relativamente famoso, almeno nell’ambiente letterario, pertanto occasioni simili non erano infrequenti.
Nel corso dello spettacolo non si erano ovviamente parlati, ma s’incontrarono tutti e quattro, all’intervallo, nel foyer a bere qualcosa, e iniziarono a commentare quanto avevano visto fino a quel momento.
Matteo notò, nella donna, un atteggiamento distaccato, annoiato, quasi di difesa, probabilmente si era accorta che, in un certo senso, lo aveva interessato e non certamente solo per la chiacchierata su quanto avevano appena assistito.
Giulia, di qualche anno più giovane di lui, era vestita in modo elegante ma sobrio, indossava un tailleur di seta nero con una scollatura che arrivava fino a quel punto dove ancora non si vede nulla ma molto si immagina, nascosta oltre tutto da un foulard Missoni, di una fantasia di tenue color azzurro, aveva scarpe e borsetta Chanel e non era per niente truccata, se si esclude un leggero ritocco di matita agli occhi. A Matteo piacevano le donne senza trucco e soprattutto senza rossetto.
Portava la fede nuziale e nessun altro gioiello.
Nel commento dello spettacolo non sempre si erano trovati d’accordo e Matteo aveva avuto l’impressione che Giulia volutamente contrastasse le sue opinioni. Anche questo, secondo lui, era un chiaro segno di difesa.
Nel corso della seconda parte non si rivolsero mai la parola, ma per due volte girò il capo verso di lei e si accorse che lo stava osservando, distogliendo, però, immediatamente lo sguardo.
Che fosse interessata a lui? L’orgoglio maschile gli fece pensare di sì.
Alla fine si salutarono tutti e quattro cordialmente prendendo strade diverse.
Dopo l’incontro a teatro trascorsero poco più di due mesi prima che si rincontrassero e, nel frattempo, si era quasi dimenticato di lei.
Una sera, poco prima di Natale, stava girovagando tra gli scaffali della libreria Feltrinelli di piazza Duomo, quando si sentì sfiorare leggermente a un braccio, si voltò e vide davanti a lui Giulia.
Lo stava guardando con i suoi occhi brillanti e con uno sguardo sorridente che sembrava dicesse: «Finalmente ti rivedo».
Più tardi gli confessò che aveva sempre sperato di ritrovarlo, dove, come, quando non lo sapeva, ma era convinta che sarebbe successo.
Era piuttosto elegante con un tailleur marrone e beige, una sciarpa di cachemire marrone, che nascondeva una camicetta di seta verde marcio, stivali, guanti e borsa pure marroni.
Aveva i capelli neri corvini come quando si erano incontrati, ma gli sembravano più corti, senza trucco e senza alcun gioiello.
«Ciao, come stai? Mi sembra bene» rispose, piuttosto impacciato, dandole il tu inconsciamente.
Dopo i primi minuti di imbarazzo reciproco, l’atmosfera si stemperò e cominciarono a chiacchierare come vecchi amici finché, vista l’ora, Matteo le propose un aperitivo.
Giulia accettò dicendo:
«Sì, purché sia una cosa breve, non ho molto tempo». Andarono in un bar di piazza Meda, si sedettero a un tavolino e ordinarono un bicchiere di vino bianco.
Dopo quella sera quel bar, quel tavolino e lo stesso vino bianco, divennero il loro solito rifugio e il loro solito aperitivo.
In breve la loquacità di Giulia, dovuta probabilmente anche all’alcool, prese il sopravvento. In pochi minuti raccontò a quello, per ora, sconosciuto tutte le sue aspirazioni e i suoi progetti per il futuro. Era responsabile dell’ufficio pubbliche relazioni di un’importante casa farmaceutica internazionale con filiali in tutta Europa ed era molto gratificata dal suo lavoro.
La sua situazione familiare sembrava serena e armonica, ma qualche cosa non doveva funzionare visto l’interesse che mostrava per Matteo.
Improvvisamente smise di parlare e lo guardò come se aspettasse qualche cosa da lui.
Matteo parlò poco di se stesso e non sapendo cosa dire si buttò sull’argomento letterario commentando alcuni libri che aveva letto scoprendo che alcune letture erano comuni. Gli era parso che fosse interessata all’argomento e le confessò di essere uno scrittore, Giulia non parve sorpresa:
«Lo so» disse. «Ho letto un tuo libro, l’ho scoperto vedendo la tua fotografia sul retro di una copertina in una delle mie periodiche escursioni in libreria. Mi è piaciuto molto, anzi vorrei me lo autografassi, anche se mi sembra tu sia molto crudo e polemico in quello che scrivi, sei molto diverso nella realtà».
Fu piacevolmente sorpreso da quell’affermazione e gli raccontò che stava sviluppando un nuovo racconto e che continuava a lavorare su un libro di poesia e di pensieri che, pomposamente chiamava “filosofici”, che probabilmente non avrebbe mai dato alle stampe, ma che avrebbe regalato a pochi amici.
Matteo si sentiva attratto da quella donna, ma da parte di lei nulla traspariva per cui non sapeva come agire, aveva solo voglia di prenderle una mano e poterla accarezzare. Giulia, che probabilmente aveva capito tutto, gli mise una mano su un braccio, gli si avvicinò e, quasi in un sussurro, disse:
«Scusami, si è fatto tardi, ora devo andare a casa».

Massimo Moretti, è nato a Milano il 29 marzo del 1944. Dopo aver lavorato come responsabile di un settore vendita del più importante produttore nazionale di acciaio, è attualmente in pensione, ma continua a svolgere attività di consulenza commerciale in questo ambito. L’incontro è la sua prima opera letteraria.

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