L’utopia di un architetto di Laura Leoni, finalista del Premio Zingarelli per la narrativa edita 2023, è il secondo romanzo della poetessa e scrittrice fiorentina autrice de La stagione di Olga
L’utopia di un architetto di Laura Leoni, il fascino imperituro dei sepolcri in una storia avvincente fra cielo e terra
Da tempi immemorabili il monumento funerario perpetua la vita dei morti per i vivi. Il sepolcro è la tangibile prova del fatto che l’aver preso atto della finitezza della nostra vita e che questa ha bisogno di tutto, persino della morte, non placa la nostra ansia d’eternità. Nel nuovo romanzo di Laura Leoni, l’antico ricorrente tema dell’ossessione per la morte è svolto qui con un particolare, originale, finemente argomentato punto di vista, quello di una nuova estetica del monumento funebre, e con tale classica eloquenza e caldo passionale lirismo da offrire una indimenticabile lettura. La grande letteratura nasce sempre da una visione poetica e questo è il suo potere: non rassegnandosi alla comprensione dell’esistente ricrea e genera mondi, rivela infinite dimensioni, ricerca nuove prospettive, ci proietta oltre le invalicabili porte del tempo e dello spazio. Nelle pagine di questo romanzo troverete la struggente intensità della prosa di grandi autori come Hesse e Sebald nonché atmosfere e personaggi che ondeggiano tra sogno e realtà come nei più memorabili racconti di Poe. La cura della parola, il gusto della forma, lo stile cromatico dell’autrice rendono la sua voce un fluido magico in grado di rendere corporeo il surreale e immateriale il reale. L’idea è creare un “gate” fra cielo e terra ma anche tra chi scrive e chi legge. Un elemento reale che è allo stesso tempo finzione proprio come le false porte che gli antichi egizi ponevano nel ventre delle loro piramidi, per consentire alle anime di entrare ed uscire dal loro sarcofago. L’operazione riesce e il prodigio estetico evocato da Borges si compie: “l’imminenza di una rivelazione” avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Robert, Manuale di Mari
L’architettura funeraria ha da sempre attratto il giovane Ulrich, un costante desiderio di trovarsi in prossimità di queste città dei morti lo spinge ad avventurarsi in cerca di nomi, fotografie, date, epigrafi per imprimere nel suo animo la memoria di quelle vite disperse. Da quando sua madre è mancata, la morte è divenuta per lui ossessione, continua ricerca della presenza del defunto, idealizzazione. Il suo progetto di tesi si relaziona all’intima necessità di trovare un canale di comunicazione con i trapassati, un congiungimento tra cielo e terra attraverso una nuova estetica del monumento funebre.
E come a individuare una corrispondenza d’azzurro, la linea che solcava il cielo, l’angelo fingeva distrarsi. Ma cosa pensava? L’angelo non pensava, osservava.
Altrimenti, per le visioni pressanti, dentro gli eremi della follia, gli avrebbero estirpato per sempre dal cuore, dall’anima Therese.
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«Che idea ti sei fatto, Ulrich?» chiese Anselm, rivolgendosi all’amico.
E, mentre gli parlava sul sentiero che in mezzo al bosco da Aquisgrana a Montjoie era avvallato, le ruote del calesse ondeggiavano. Ma Ulrich, come non lo stesse a sentire, incitava piuttosto il cavallo a correre, proseguire. Non aveva nessuna intenzione di conversare. Pensava che qualsiasi parola o discorso fossero superflui, che servissero a distoglierlo da quell’immagine, da quell’architettura funeraria che, al ritorno dal cimitero di Aquisgrana, si proiettava nella sua mente. Da un po’ di tempo i cimiteri per Ulrich erano divenuti una passione, un’attrattiva. Lo interessavano talmente tanto che, terminato un percorso, ricominciava a visitarli.
In quasi tutta la Germania, ma anche altrove, i cimiteri costituivano i suoi obiettivi, le sue mete preferite. Non sempre Anselm faceva parte di queste sue peregrinazioni, cioè condividere con l’amico le suggestioni che i luoghi sacri emanavano.
L’élite dei camposanti, mentre assumeva il culto di dimore eterne, pareva eleggere, trasfondere in Ulrich un gusto che si accentuava sempre più. Una sensazione, che, tuttavia dietro alle sue aspirazioni, celava inquietudine. Al ritorno dal cimitero di Aquisgrana, Ulrich si tormentava chiedendosi come mai un angelo di bronzo con le mani dischiuse sulla foto di una giovane donna lo avesse così emozionato.
Sul cippo di pietra era inciso il nome: Therese von Bauer Schroeder deceduta nel 1884 all’età di ventitré anni. Dalla sua morte erano trascorsi ventiquattro anni. Lungo il tragitto, Ulrich considerava se ad averlo così colpito fosse stato l’angelo, la foto di Therese o il contesto sepolcrale.
Ulrich era studente presso la facoltà di Architettura all’Università di Friburgo. Preparava la tesi di laurea: un progetto sulle città funerarie.
All’età di circa sette anni, un evento doloroso, legato alla perdita di sua madre, per molti anni gli impedì l’ingresso ai luoghi sacri, attribuendo agli stessi il ripetersi di certe visioni, incubi notturni. Ulrich ricordava, ma non gli piaceva ricordare, quando da bambino, assalito da sogni angosciosi, si svegliava di soprassalto. Guardava allora attraverso la finestra e non sapeva se le tetre figure sui vetri fossero frutto delle sue fantasie. Gli succedeva quando, tornato dal cimitero a far visita a sua madre, durante la notte la cameretta si popolava di presenze.
E benché non avesse prima ascoltato Anselm, l’idea che Ulrich si era fatta del lugubre girovagare non colmava vuoti profondi. Nel silenzio, mentre poco prima aveva scorso i nomi sui sepolcri, musicalità incomprensibili lo avevano raggiunto, tanto che la visuale del cimitero aveva assunto caratteristiche di paesaggio interiore, di una Gerusalemme celeste.
Con i suoi monumenti, le sue sculture, l’essenza del cimitero si era elevata e non gli appariva più come città luttuosa bensì intima, confidenziale. Leggendo e rileggendo tutti quei nomi, si era insinuato un meccanismo fonetico dentro il cimitero di Aquisgrana. Senza saper da dove provenisse, pensò si fossero sollevate delle impressioni: la solennità, le architetture, le linee cominciavano a estasiarlo sempre più. Di tutto quel tempo Ulrich si consacrò a esorcizzare paure all’aspetto prestigioso, urbanistico cimiteriale. Una sorta di rivincita, contesa individuale ma che, unita a un protendere armonioso delle forme, lo elesse a estimatore del bello.
Le città funerarie, in ogni parte, in ogni dove gli suggerivano modelli, forme, prospettive inusuali, abbellimenti che abbozzava sulle carte. Ulrich cercava di stanare buchi neri dell’infanzia, fobie tali da averlo condizionato a non varcare più le soglie dei camposanti. Ma ora nel cimitero di Aquisgrana un angelo di bronzo dalle dita consunte, con le mani socchiuse sulla foto di una giovane pareva supplicarlo. Lo sguardo era implorante, come era già capitato per altre sculture; al punto tale la scena si ripeteva.
Ma cosa aveva di così speciale quell’angelo da averlo commosso, da non rispondere all’amico?
Finalmente qualcuno che narra della vita che verrà è che si occupa dell architettura funeraria con estrema delicatezza dei luoghi a cui noi affidiamo gli affetti più cari quando loro ci lasciano molto curiosa di proseguire la lettura
Buongiorno Franca, ma il romanzo “L’utopia di un architetto” non è solo incentrato nei luoghi di un camposanto e rivoluzionare la concettualità di un’urbanistica cimiteriale.
Tengo a far sapere che narra di una misteriosa storia d’amore in Germania durante la grande guerra con diversi colpi di scena.
Già solo la trama rapisce. Fa pensare alle mille sfaccettature che il dolore per un lutto può recare ad ognuno di noi. Questa sicuramente la più particolare e che vorrei approfondire il prima possibile.
Strane coincidenze! Io di Empoli l’autrice di Firenze, scriviamo entrambi e non ci conosciamo… Eppure la sua opera pittorica vista a Bagno Vignoni (splendida città con una piscina termale come piazza centrale)…. L’incipit mi ha trasportato subito direttamente in quel luogo e in quel tempo, con la voglia di saperne ancora, di quella romantica passione per i sepolcri… Mi piace lo stile, l’ambientazione, le atmosfere… Insomma mi piace. Complimenti.
Ho avuto modo e il piacere di leggere “La stagione di Olga” e leggendo l’anteprima di questo nuovo romanzo di Laura Leoni, ritrovo il suo stile, il suo modo di fare immedesimare nell’intimo dei sentimenti del personaggio, nel farci riflettere attraverso gli occhi del protagonista per poi cogliere, alla fine, il significato che l’autrice vuole trasmetterci con i suoi scritti, lasciandoci quel qualcosa di suo che facciamo un po’ nostro…
Grazie carissima Laura, per la profondità delle riflessioni che ci regala con le sue opere
Sono stata subito colpita dalla copertina che mi ha invogliata a saperne di più. Che dire poi dell’anteprima? Davvero molto interessante. Non avevo mai pensato ai cimiteri come a luoghi anche di cultura dai quali apprendere e affinare le proprie conoscenze. Infatti il primo pensiero quando ci si reca a questi luoghi è il dolore seguito dal rispetto per chi è lì sepolto. Se penso però anche da archeologa mi rendo conto che anche i cimiteri, come altri luoghi, conservano la memoria del luogo e delle persone assieme al senso di fascino che non guasta mai.
Il personaggio di Ulrich fa appassionare subito il lettore e lo porta a riflettere anche su cose che tante volte si danno per scontate. Sicuramente un libro interessante per comprendere ancora di più il mondo che ci circonda.
Ammetto che il pensiero di girovagare per trovare cimiteri dove colmare quella voglia di conoscenza, che alcuni potrebbero trovare macabra, mi invoglia molto a scoprire di più del protagonista, perché sicuramente nel libro c’è molto di lui, del dolore che porta dentro, un protagonista misterioso con doti particolari. Spero di leggere la sua storia
Libro ambientato in un contesto storico che mi affascina, ancora intriso di mistero. Ho letto l’anteprima e mi ha attratto, la storia di una passione che può diventare realtà. La vita di una persona vissuta così lontana da noi che può arrivare a toccare la nostra vita così vicino. Complimenti all’autrice, mi piacerebbe molto leggerne di più .
Un’anteprima veramente intensa, particolare e interessante; sicuramente una lettura diversa dal solito, spero di poter capire e leggere la visione di vita di Ulrich.
L’anteprima mi sembra molto avvincente e mi ha colpito molto, così come il personaggio di Ulrich.
Spero di avere la possibilità di continuare questa bella lettura.
La lettura dell’anteprima mi ha molto emozionata. Mi piace il personaggio di Ulrich che trovo tormentato, ma molto sensibile. Le città funerarie sono un luogo di dolore per chi si reca in visita dei propri cari. Ma sono anche il luogo in cui possiamo entrare in sintonia con la loro anima e che ci permette di accettarne la dipartita. Queste poche righe mi hanno dato la stesa emozione che provavo durante lo studio dei Sepolcri di Foscolo. Complimenti all’autrice.
Leggendo l’introduzione la trama da subito mi fa pensare alla morte e hai luoghi sacri le paure le incertezze il cercare e di quello che si realizza nei luoghi dove si prova ricordare la vita delle persone e il comunicare con loro, in alcune occasioni andando il luoghi sacri ci sono cose particolari che colpiscono e si percepisce sensazioni di caldo e freddo qualche volta . Un libro che mi incuriosisce da leggere.
Ho sempre avuto un certo interesse per tutto ciò che riguarda il cimitero…le sculture che sovrastano le tombe…resti scheletrici.
La trama mi ha voluto molto e spero di poterlo leggere a breve
Anteprima davvero interessante, che tocca un tema difficile da affrontare e che riguarda tutti. Sicuramente una storia che presenta più piani di lettura. Mi piacerebbe molto approfondire…
Mi colpisce l’anteprima di questo romanzo, perché anche io sono attratta da sempre dal fascino dei sepolcri. Forse perché fiorentina, come del resto lo è l’autrice. Non è forse Firenze la “patria” dei Sepolcri? Abituati da sempre a leggere la storia e le storie visitando chiese e cimiteri, questo libro mi suscita grande interesse e sarei veramente felice ne ne potessi approfondire la lettura.
Trama molto avvincente e con l’anteprima mi sono già appassionata a questo romanzo. Affronta tematiche molto interessanti e assai delicate, coinvolgendo il lettore già dalle prime righe. Credo che Ulrich sia un personaggio molto sensibile e tormentato, dovuto al lutto che ha subito da giovane, e che deve essere sicuramente approfondito per poterne capire di più. Inoltre l’architettura è un mondo che affascina un po’ tutti, per cui spero di poter leggere questo romanzo. Mi complimento con l’autrice per questo suo secondo romanzo❤️
Grazie per le piacevoli interpretazioni riguardo alla storia di Ulrich.
Una anteprima ricca di fascino ed emozioni. Affronta tematiche delicate ma allo stesso tempo interessati. L’anteprima coinvolge il lettore da subito. Penso che il personaggio Ulrich sia molto empatico e tormentato (dovuto al lutto subito). Anche l’architettura funeraria è molto interessante. Mi piacerebbe proseguire la lettura per approfondire la storia di ulrich
Un’anteprima meravigliosa… adoro racconti ricchi di emozioni e fascino! Sono un’amante dell’architettura dei cimiteri dove trovo che le sculture e il contesto accompagnino perfettamente l’esperienza. Con questo racconto mi sembra di poter viaggiare sia tramite il luogo che le sensazioni del protagonista, rendendola una lettura intrisa di emozioni ed una vera e propria avventura! Spero di poterlo leggere presto!!
Complimenti per la nuova pubblicazione all’autrice!
Trama intrigante che invoglia alla lettura di questa nuova storia.