Scrivere è tessere trame con i fili d’oro della parola, è dipingere il mondo con i colori dell’iride, è scavare nel profondo dell’anima. Scrivere è amare, sentire, osservare, soffrire. E’ riuscire a riempire la pagina bianca del foglio di emozioni, a fermare immagini e istanti nello schermo dei nostri pensieri. Con la fantasia poi si può andare oltre i confini del tempo e far spaziare così la nostra mente all’infinito. Con il raziocinio si possono affrontare e sviluppare temi attuali come fa Giovanni Minio in questo completo e esauriente saggio dal titolo “Padri separati”, in cui l’autore approfondisce e prende in analisi sul come la struttura della famiglia sia cambiata con il passare degli anni e rispetto al secolo passato. Questa famiglia tanto decantata, luogo di crescita, ma anche sede di dolore e di patologie, con le sue dinamiche di competitività tra coniugi che possono giungere, talvolta e dolorosamente, ad una rottura.
C’è una bella poesia di Giovanni Minio in apertura del libro dedicata ai padri separati, cacciati dalle loro case, sfrattati dai loro affetti che girano per la città con un dolore nel cuore. L’autore si domanda: “Perché giocare questa partita?” Già, perché amarsi, se poi lasciarsi fa tanto male. Scrive Minio nell’introduzione: “Nel corso della vita di ogni uomo, esistono diversi concetti che si sviluppano nella sua mente e che sono tutti collegati tra di loro. Questi concetti ed il modo di come essi sono visti creano il suo percorso, il suo iter, le sue aspirazioni nella vita, e ciò che egli trova e costruisce. Il concetto di amore, il concetto di armonia, il concetto di pace, ad esempio, ed il modo in cui essi sono collegati, creano la sua filosofia, il suo modo di vedere le cose, la propria capacità di affrontare la vita, il divenire… Quindi credo sia di estrema importanza avere dei concetti, spero sempre buoni, e soprattutto la loro interconnessione.”
Un’opera molto valida questa di Giovanni Minio, scritta in maniera chiara, esauriente e con cognizione di causa. Uno studio ed un’analisi importanti, ricche anche di numerose interviste, per affrontare quello che oggi è un tema scottante: padri separati. Nicla Morletti
Anteprima del libro
Padri separati
Cacciati dalle loro case,
sfrattati dai loro affetti,
papà indigenti
girano per la città, raminghi.
Il loro ideale è stato calpestato,
i loro ricordi restano, soli, a
consolarli.
Qualcuno si smarrisce,
altri dissipano il loro affetto
mentre con circospetto dolore,
indagano sull’avvenuto.
Leggi ed avvocati
e mantenimento da sostenere.
Questo in cambio
di una vita con fatica costruita,
di una fiducia spesso tradita.
Perché giocare questa partita?
***
Situazione generale
La situazione europea, per quanto riguarda matrimoni, separazioni e divorzi è in completa evoluzione.
Pur se ogni singolo Paese la sta espletando con diverse proprie caratteristiche.
C’è da dire a riguardo che anche l’Italia, anche se è un po’ un caso a sé, sta seguendo questa scia in piena conformità con quest’onda rivoluzionaria che, da ormai circa un secolo, sta investendo l’Europa e non solo.
Le concezioni dell’unione e della separazione stanno cambiando sempre più rapidamente.
Urgono sempre più prepotentemente leggi nuove che proteggano e tutelino i Diritti di donne, uomini e bambini ed ultimamente anche delle coppie omosessuali con o senza figli e delle coppie di fatto.
Anzi a riguardo, è di pochi giorni fa il primo riconoscimento ufficiale in Italia di una coppia gay: sposatasi in Spagna, per ragioni di residenza è stata dovuta essere registrata dal Tribunale di Bologna e quindi riconosciuta come tale anche dallo Stato Italiano.
Come dicevo, tutta la materia legale per quanto riguarda matrimoni, separazioni e divorzi è in piena ebollizione e tutti gli Stati Europei, compresa l’Italia devono rivedere e stanno rivedendo le leggi in merito, anche quelle relative all’affido dei figli dopo la separazione.
In questo immenso calderone che raggruppa tutte le società Europee, l’Italia, un po’ fanalino di coda di questa evoluzione, sta però anch’essa risvegliandosi da un lungo torpore e sta attuando modifiche alla sua legislazione, dopo la prima grande innovazione, risalente ormai a più di trenta anni fa, quella della legge sul divorzio.
In questo periodo di ” transizione” che stiamo vivendo, quelli che più ne fanno le spese in tutti i sensi mi sembrano i “papà separati”, nuova sofferente categoria sociale.
Separarsi vuol dire mettere fine ad un mondo.
Vuol dire lacerare i legami che tengono uniti i sorrisi, la stabilità che si è venuta a costituire, i progetti, le aspirazioni.
Separarsi, poi, avendo dei figli è ancora più grave.
Porta scompensi, disorientamento mentale, fisico, psichico, lavorativo.
Quindi, poi, vedersi allontanare i figli, e venendo allontanati dalla casa dove si viveva, dalle proprie abitudini, dai propri rifugi, è ancora più sconvolgente.
E certo, dopo tutto questo, vedersi anche sobbarcare di tutte le spese di mantenimento, comprese quelle relative alla ex casa di residenza, non è che sia una delle più rosee esperienze.
Cap. 1 – Interventi
In questo senso, mi sembra opportuno intervenire, come già stanno gridando più voci a tal proposito da più parti, in favore di questa categoria, non ancora difesa bene da un sistema inadeguato rispetto alle reali esigenze della nuova società. Le statistiche parlano chiaro: in Italia sono sempre più in aumento le separazioni e i divorzi.
Nel 2009 ci sono state 85.945 separazioni e 54.456 divorzi con un incremento rispettivamente del 3,4 e del 7,3 per cento rispetto ai due anni precedenti.
La durata media del matrimonio è risultata pari a 15 anni per le separazioni ed a 18 per i divorzi.
L’età media alla separazione è di circa 45 anni per i mariti e 41 per le mogli, e 47 e 43 per i divorzi.
Risultano 297 separazioni e 181 divorzi ogni 1.000 matrimoni. Quindi ogni tre matrimoni uno si rompe.
Dato che nella maggior parte dei casi il mantenimento dei figli e dell’altro coniuge, ai quali viene lasciata anche l’abitazione, viene assegnato all’uomo, risulta evidente come stia nascendo ed espandendosi una nuova categoria sociale su cui gravano grossi e pesanti problemi.
Il problema dei padri separati sta venendo alla luce in questi ultimi anni grazie anche ad associazioni, film, libri che denunciano sempre più questo stato in cui tantissimi padri separati sono, e che li porta sempre più spesso in situazioni di povertà ed indigenza.
Un film di recente visione sull’argomento è “Posti in piedi in Paradiso” di Verdone. Simpatica e divertente commedia che però porta alla luce in modo chiaro il problema. E, per quanto riguarda i libri: “Nei tuoi occhi di bambino”, vicenda vissuta di Tiberio Timperi, giornalista e conduttore della RAI, che si è reso anche autore di diverse iniziative in favore dei “Papà separati”.
Un ruolo fondamentale nel denunciare il problema lo hanno comunque le Associazioni.
Una delle più forti e combattenti in questo senso è ” Figli Negati” di Giorgio Ceccarelli, uno dei paladini dell’affermazione dei diritti dei figli ed in favore dei padri separati, la quale si è fatta promotrice di numerose iniziative come: “La marcia dei Papà” che si svolge ogni anno il 19 Marzo a Roma e “Il Daddy Pride”. Quella di Ceccarelli è comunque una lotta e una vicenda che ha dell’incredibile. Ceccarelli, vittima di un complotto famigliare durante la causa con la moglie sull’affido della figlia, finito anche in carcere ingiustamente e sulle pagine di molti giornali, ha saputo resistere e ribellarsi anche con lo sciopero della fame e dimostrare la propria innocenza ed eroicamente ha creato poi questa associazione che difende strenuamente i diritti dei padri separati. Con manifestazioni, marce e svariate iniziative porta avanti questa lotta anche se viene spesso boicottato. Esistono anche altre associazioni di padri separati che stanno nascendo in tutta Italia e che dai loro siti danno voce a tanti padri che si trovano in difficoltà.
C’è da dire che anche le Istituzioni si stanno muovendo in tal senso.
Stanno sorgendo e si stanno inaugurando centri di accoglienza per padri separati dette “Case del Papà”.
Anche a Roma il Comune ha messo a disposizione per i papà separati due centri:
“la Casa dei papà 1” e “la Casa dei papà 2”, dove i padri separati e senza più alloggio, dopo adeguata richiesta possono risiedere in piccoli appartamenti ma per soli 12 mesi e pagando l’affitto di 200 o 300 euro al mese.
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Padri separati
di Giovanni Minio
2013, pag. 84
Abel Books
Un punto di vista della vita che non conoscevo. Mi piacerebbe davvero leggere tutto il libro!
“Perché giocare questa partita?” è la domanda con la quale l’autore conclude la sua poesia introduttiva. Già, perché? Perché l’amore è una parte imprescindibile del noi, perché se amare fa soffrire, non farlo ne farebbe sicuramente di più. Ma la società di oggi, molto spesso, esclude i padri dalla quotidianità della vita dei figli, E questo non è giusto. Mi piacerebbe davvero leggere questo libro, anche se so che le lacrime scorreranno a fiumi….
“Padri separati” non è un libro ma un documentario scritto. In realtà presenta quella che è oggi la situazioni di molti padri che vivono in Italia, che per colpa di alcune leggi “sbagliate” sono finiti a chiedere aiuto alla Caritas. Separarsi oggi impoverisce, soprattutto i padri che sono tenuti a dare mantenimento ai figli e a lasciare la casa alla moglie. Ancora peggio quando la moglie per rivalsa nei confronti del marito, impedisce a quest’ultimo di vedere il proprio figlio e lo allontana da lui, portandolo in un altro paese o in un’altra città. Il libro è interessante perché consiglia anche come comportarsi, a chi rivolgersi, quai sono i diritti dei padri oggi, quale associazioni difendono i loro diritti. E’ un vadenecum della sopravvivenza da padri separati. Trovo interessante questo libro vorrei leggerlo per poterlo anche recensire. Grazie.
Di solito i figli vengono affidati i alle madri, alle quali – logicamente, direi – spetta l’ appartamento di famiglia. E i padri ? Si suppone che abbiano soldi per comprare o affittare un’ altra residenza. Ma e’ cosi ? Non sempre i redditi – dedotta pure la quota da versare alla consorte per il mantenimento dei pargoli – lo consetono. Sopra tutto in momenti di crisi come l’ attuale.
Me questa situazione e’ degenerata per la mancanza di una cultura famigliare alle spalle ; cultura che -fino a cinquanta, sessantanni fa – permetteva di cementare anche unioni non proprio felici in forza del dovere e per il bene dei generati.
Posizioni superate ? Ah, non direi proprio, alla luce del caos attuale.
Dopo aver cio’ puntualizzato, urge una tutela maggiore dei padri. La quale li metta perlomeno sullo stesso piano delle madri. Non alla stegua perenne degli ” ufficiali pagatori”.
naturalmente sono disposta a pagarlo!
grazie ancora….e complimenti a te, autore.
vorrei leggerlo me ne spedireste una copia? grazie
mi si stringe il cuore.