lunedì, 25 Settembre 2023
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Tutti i posti che ho chiamato casa di Danila Giancipoli

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Tutti i posti che ho chiamato casa di Danila Giancipoli

Tutti i posti che ho chiamato casa di Danila Giancipoli, autrice romana, scrive per il blog de Il Sole 24 Ore Alley Oop occupandosi di cultura, questioni di genere e femminismo

Tutti i posti che ho chiamato casa di Danila Giancipoli, alla ricerca del sacro immaginario della parola

La silloge poetica di Danila Giancipoli sfrutta l’arte del racconto per descrivere frammenti di avvenimenti, e spaccati nostalgici. È nero su bianco evidenziando la quotidianità in uno splendido lirismo prosimetrico. La poetessa in un linguaggio un po’ ribelle e libero come il rock o il jazz, concetto a cui si potrebbe unire la veracità contemporanea mescolata alla lingua inglese, mostra gli strati della sua anima e delle sue radici come origini affettive. Scava alla ricerca di un luogo sacro da chiamare casa e da cui trarre una felicità primordiale: casa è una strada, un sogno, qualcuno da amare. I suoi testi sembrano quasi delle canzoni, immediata comprensione e profondità emotiva.

Prefazione a cura di Rossana Marcuccilli

“Questo amore Così violento Così fragile Così tenero Così disperato Questo amore Bello come il giorno E cattivo come il tempo”. Questo amore, Jacques Prévert In questa silloge la poetessa Danila Giancipoli sposa la sua penna dialogica a quella del poeta francese e scenografo Jacques Prévert che si è distaccato dall’èlite per arrivare al cuore dei lettori più giovani. Dapprima surrealista, il poeta sceglie uno stile personale molto diretto scevro da ricami metrici. I rifermenti alla poetica di Prévert sono assai chiari nella teatralità colloquiale dei suoi versi imbibiti di quotidianità laddove i luoghi dell’anima diventano le azioni quotidiane di ogni persona a partire dalla colazione nella sua dettagliata descrizione dall’odore di caffè che entra nelle narici e al gusto acre dei lamponi. Nella lettura ci si proietta immediatamente in uno spaccato di vita, osservandolo come una scena a teatro, si sentono le vibrazioni degli attori e le loro sensazioni. Ma a volte si assiste a dei veri e propri monologhi interiori che sezionano i sentimenti e le vicissitudini. In modo obliquo entrano le idee e gli stati emotivi accarezzando i singoli momenti della vita. A far da padrone in tutta la raccolta è proprio l’amore al pari del vate francese Prévert, ma in queste stanze è ancora più appassionato e sdoganato da orpelli retorici, crudo e vero come la passione densa del divino precipitato nell’impasto della pelle che cerca il contatto e gli odori che ricordano tutto.

[…] “Prima di tutto, prima di cominciare a fare l’amore mi nascondo dietro la tua schiena e scopro che non vorrei mai andare via. Dio, mi dici. Dio, ti dico. Dio c’è così tante volte che forse ci potrei pure credere. La sfioro, la lecco e ti abbraccio” […].

Questo piccolo estratto racchiude tutta la violenza celestiale dell’amore che ingloba l’immortalità nella parola “Dio”, nella quale gli amanti si riconoscono come un assoluto imprescindibile. Non a caso tale poesia “Tutti i posti che ho chiamato casa” è stata finalista al Premio Zeno, edizione 2022.

[…] “Ti respiro. Sai di famiglia, ora. Sai di estate, […] Di guerre, di terre. Di madri e di padri. Mostrarti le radici è un gioco che asseconda l’anima e comincia raggiungendo le croci più alte” […].

Il secondo elaborato “Tu che ora, nel bianco”, è arrivato al Primo Premio nel Concorso “Una Cartolina da Matera”, edizione 2022. La raccolta è permeata da un forte senso cristologico abbracciato dalla scrittrice che a tratti sfrutta la terminologia cristica ed episcopale a servizio dei suoi versi, che rifuggono però dalla religione intesa come “credo”, aggrappandosi invece ad una più pasoliniana ricerca del sacro nel quotidiano, nelle cose e negli affetti. Le descrizioni appaiono nello stile di una poetessa in prosa più devota al prosimetro, dove fa eco l’influenza dell’autore americano Raymond Carver per una necessità maggiormente esplicativa della materia d’amore e di vita. La libertà del pensiero fluisce con vigore e con vivacità regalando intensità letteraria ed emotiva.

Leggi anteprima

Tutti i posti che ho chiamato casa

Prima di tutto, prima di cominciare a fare l’amore
mi nascondo dietro la tua schiena e scopro
che non vorrei mai andare via.
Dio, mi dici.
Dio, ti dico.
Dio c’è così tante volte che forse ci potrei pure credere.
La sfioro, la lecco e ti abbraccio.
Io e te siamo come
pareti spesse
e vetri dove entra luce.

Via dall’invidia di chi ci voleva diversi
e codardi e soli
abbiamo trovato modi coraggiosi
per raccontare favole.
Sembrano più racconti di Salinger che robe di torri.

Alla fine tutti i posti che ho chiamato casa
somigliano semplicemente
alle volte che respiro con te.

***

Vedo solo le tue spalle ed è un sogno e sai nuotare

Acqua densa e di una bellezza assurda
che ti fa venire voglia di cambiare vita.
Metterci dentro le mani, sguazzare di buoni propositi
con la riva ciottolata a ricordarti che sei vivo
mentre ti pungono i piedi, e vai più veloce.
Esci zuppo da un bagno che è un sogno,
eravamo liberi e tu sapevi pure nuotare anche se non è vero.
Con la caffetteria all’angolo che sa di posti piccoli dove tutti si conoscono
e come la vorrei la vita così, quindi non svegliarmi ora.
L’aria sembra colorata, ambrata e fresca pure se è estate.
Sembra un purgatorio bellissimo con il paradiso dietro l’angolo
sembra la vita che abbiamo sempre voluto, ma è sorda e si dissolve piano.
Ho tutte le tue promesse tra le dita a bagnarsi con me,
poi mi raggiungi e mi stai vicino e sorridi e mi fai venire
voglia di continuare a scorticarmi su questa montagna
con la vista mozzafiato che è l’ennesima
leggenda di qualcosa che vogliamo così tanto.
Settembre mi sembra un burrone dove non voglio scivolare
ti prego ricordati quant’è bello saper nuotare
stare a galla pure se tutto crolla.
Pure se questo è un sogno, ma giuro, ci torneremo
torneremo sulle rive di un lago a far finta che sappiamo fare tutto.
Questo è quello che si fa,
a volerci pure azzeccare qualcosa,
il tutto per tutto amore mio,
il tutto per tutto.

***

Beating

Se avessi saputo avrei corso, corso, corso
così veloce da inciamparmi tra i piedi
da violentarmi il cuore.
Chi se ne frega se fa freddo,
se qua è tutto sporco
se non mi bastano le città.
Perché era meglio litigare
ritornare da Milano
fare l’amore, ricominciare.
Come due pazzi col cappotto lungo
un po’ scanzonati
gli ultimi ad andarsene
i primi ad arrivare.
Che spostiamo sempre la sedia più vicino
che ci guardano storto
mi buco le calze e ti rinfaccio i jeans strappati
mi regali questo mondo che scalpita ma ci pensi tu.
Il rumore di posate e di persone, odori buoni,
velleità.
Ci sta la radio a farci emozionare
pompa il sangue scoppia il presente.
Allora mi tengo giugno in tasca
e l’autunno in testa.
Il destino è un bastardo.
Adesso lo so.

(da Tutti i posti che ho chiamato casa di Danila Giancipoli)

Tutti i posti che ho chiamato casa
di Danila Giancipoli
Editore: ‎Gruppo Albatros Il Filo (21 aprile 2023)
Copertina flessibile: ‎60 pagine

9 Commenti

  1. Il tema della “casa” è un tema che si affronta spesso e se non ben trattato può diventare noioso. Qui non accade e perciò sarebbe una lettura consigliabile a tutti!

  2. Linguaggio immediato e diretto… Nulla viene lasciato all’immaginazione perchè ogni parola si unisce all’altra in una descrizione reale e semplice. Le emozioni sono tuttavia molteplici. Molto attraente la lettura. Meritevole anche la scelta della copertina che ho trovato innovativa. Complimenti sinceri

  3. leggere le pagine di questo libro é stato come essere travolti da un’infinità di variegate emozioni che ti colpiscono improvvisamente e ti lasciano un segno indelebile

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