venerdì, 9 Giugno 2023
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Giorni ribelli di Andrea Calugi

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Giorni ribelli di Andrea Calugi

Giorni ribelli di Andrea Calugi è un romanzo distopico che, nel suo interrogarsi sul valore e significato del termine libertà, scava nel profondo delle coscienze

Giorni ribelli di Andrea Calugi, un futuro possibile per l’innominabile attuale

Si suole collocare il romanzo distopico nel filone della cosiddetta narrativa speculativa anche se la letteratura, in verità, è di per sé speculativa e non si limita a registrare il dato della vita, anche quando questa assume le forme del “reale” piuttosto che quelle di un nefasto ipotetico futuro. Così accanto all’estremo di autori che, come Hemingway, suggeriscono di scrivere solo di cose che si conoscono bene, direttamente e personalmente, vi sono altri che all’opposto, come Orwell, affrontano con coraggio il pericolo insito nel romanzo distopico e più in generale nelle opere di fantasy e di fantascienza. Il pericolo in questione è quello di non essere credibili e di non riuscire a sospendere l’incredulità del lettore. Questo fa del romanzo distopico, detto con un sorriso, una vera e propria avventura per i lettori e… per l’autore. Occorre uno sforzo non indifferente per cogliere le dinamiche fondamentali della società secolarizzata, in quella architettura del presente dal dopoguerra ad oggi che Roberto Calasso definiva “l’innominabile attuale”, e condurle alle loro estreme conseguenze scegliendo, tra le direzioni possibili, quelle più cupe e angoscianti. Eppure questo tipo di narrativa ha dimostrato tutto il suo potere speculativo e predittivo. Orwell comincia a scrivere “1984”, subito dopo una guerra mondiale che aveva scombussolato gli equilibri del mondo intero ed immagina quel grande fratello che ha assunto oggi le forme più invasive della sorveglianza di massa.
Nel romanzo “Giorni ribelli” di Andrea Calugi, l’impresa di descrivere una società futura, dopo l’ennesima rivoluzione e la conseguente affermazione della élite vincente, è quanto mai arduo e può esporsi, in modo inevitabile, alla incredulità dei lettori ed offrire il fianco a non poche critiche. Tuttavia, come succede spesso, quello che salva il romanzo è la voce dell’autore, lo stile narrativo, quel linguaggio diretto, quel dire tutto senza peli sulla lingua, proprio come farebbe un ribelle protagonista della storia. In questo l’autore dà la migliore prova di sé, coinvolgendo il lettore e stimolando la riflessione su temi fondamentali della comunicazione, del potere, della giustizia e della libertà.
Robert, Manuale di Mari

Letalia, 2070 quinta Era.
La Grande Rivoluzione Universale, secondo la propaganda governativa, ha posto fine alla disuguaglianza sociale ed economica assicurando alla popolazione una nuova stabilità.
Nel nuovo mondo, accuratamente pianificato dall’élite al comando, il benessere generale e ritmi di vita meno frenetici compensano l’ingerenza dello stato nella privacy dei cittadini e giustificano i limiti alla libera circolazione delle idee.
Apparentemente, una popolazione riemersa rinfrancata dalla guerra, grata ai propri governanti per averla saggiamente guidata nei terribili anni della rivoluzione e una classe politica dedita al bene comune. In realtà, i fini dell’élite sono più oscuri e una associazione segreta, l’Estate, fondata da Lorenzo Magnus, detto il Master, si propone di rivelarli e di destituirla nel suo complesso. In poco tempo, l’Estate si diffonde su tutto il territorio nazionale e i suoi affiliati si preparano a un duro scontro con l’establishment, consapevoli che i tempi non siano ancora maturi.
Nella sede di Sbrani, però, nel sud della Letalia, alcuni compagni ritengono eccessiva la prudenza del Master e accarezzano l’idea di sfidare subito l’esercito letaliano.
Giorni ribelli di Andrea Calugi è un romanzo distopico che, nel suo interrogarsi sul valore e significato del termine libertà, scava nel profondo delle coscienze.

L’autore

Andrea Calugi
Andrea Calugi è nato a Empoli nel 1983 e vive a La Scala, una piccola frazione di San Miniato (Pisa). Anarchico inconsapevole fin dall’infanzia, preferisce scrivere le proprie storie piuttosto che leggerle, prima sotto forma di giochi, poi di poesie (o canzoni) e infine come possibili libri.
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Qualcuno può pensare che una volta toccato il fondo sia possibile solo un miglioramento. Invece, anche nell’ora più buia, può esserci destino peggiore: diventare cieco. In poche parole, sapere che non c’è speranza di uscire dal tunnel, di poter tornare a rivedere la luce, neppure fra mille anni. Questo fu il risultato ottenuto con la Grande Rivoluzione Universale (conosciuta anche con il suo acronimo di GRU) del 2070 q.E. (quinta Era). Peccato che nessuno di coloro che l’appoggiarono, combatterono, ma soprattutto subirono, riuscì ad accorgersene: quel volgo composto dalla grande maggioranza della popolazione, quella più povera e fuori da ogni possibilità di entrare a far parte della vita politica del Paese.
Ben consapevole dei cambiamenti fu invece l’élite, la classe ricca e al comando nello Stato della Letalia, una repubblica democratica rappresentativa prima della GRU. In sostanza lo rimase anche dopo, ma ufficialmente il nuovo sistema di governo venne definito come Repubblica di Controllo Universale Autorizzata.
Fu infatti l’élite a volere la GRU e a metterla in atto con l’appoggio del volgo, proprio quando quest’ultimo ormai disperato e alla fame, meditava una propria rivoluzione contro il sistema allora vigente. Come tante altre, forse tutte, fu una guerra organizzata a tavolino dall’élite, che volle piombare sull’evento come un deus ex machina, prendendosi addirittura il riconoscimento di salvatori della patria, sfruttando l’occasione bellica per smaltire la feccia e distruggere ciò che non rientrava nei loro piani. Per poi tornare da vincitori e costruttori del futuro, delle nuove città. Perché fare due soldi non fa mai male, soprattutto sulle disgrazie altrui; e chi poteva farlo se non loro, con le loro illimitate finanze?
La decisione fu presa proprio per anticipare la sommossa popolare, per poter monitorare e avere il pieno controllo dei cambiamenti che sarebbero avvenuti, in quanto l’élite sarebbe stata la prima vittima di una possibile rivolta sociale nata dal basso. Già chiamarli cambiamenti sembra una colossale presa per il culo. La sostanza delle cose infatti non cambiò. Anche questa è una cazzata, perché in realtà cambiarono in peggio. Il potere decisionale rimase in mano all’élite, i ricchi restarono ricchi e i poveri rimasero poveri, fuori da ogni possibilità di farsi valere. Furono sostituiti i vecchi partiti ritenuti ormai inattendibili e obsoleti con altri, incaricati di dover risollevare e ricostruire un Paese ormai abbattuto dalle precedenti amministrazioni, composti da giovani esponenti dell’élite (chi l’avrebbe mai detto?) in quanto ritenuti (da loro stessi) più capaci, competenti ed esperti in materia rispetto agli appartenenti del volgo. Purtroppo quest’ultimo si fece abbindolare (per l’ennesima volta nella sua storia) dalle belle proposte di rinnovamento e sviluppo, e appoggiò incondizionatamente ogni decisione presa dagli altri. Dall’alto.
È la storia dell’umanità. È sempre andata così. Un Paese o un sistema giusto sarebbe possibile in questo mondo e neanche troppo complicato da realizzare. Purtroppo la giustizia è sempre stata una cosa scomoda come un dito in culo, specialmente per i ricchi, dal momento che sono sempre loro a ricoprire cariche di rilievo o di comando e i primi a rimetterci in caso di equità. La storia è piena di guerre e rivoluzioni fatte dal popolo per abbattere monarchie o altre forme di potere con al vertice il più potente e/o ricco. Il risultato è sempre stato il solito: quello di sostituire un potente con un altro, rendendo così vano ogni sacrificio fatto. Ma il volgo non si era ancora avveduto di tutto questo.
La Letalia, così chiamata fin dall’antichità per la sua forma peninsulare simile alla lama di una sciabola monofilare curva, era situata al centro del continente Eutopia. Molti anni prima della GRU, la Letalia aveva avuto il suo momento di gloria economica, durante il quale si era permessa addirittura di trasferire i propri affari in alcuni Paesi stranieri non ancora sviluppati, considerati il Terzo Strato del mondo (quello più in basso, quello sotto e schiacciato da tutto e tutti), sfruttandoli e sottomettendoli al proprio volere e alle proprie leggi e condizioni. Con il passare degli anni quel potere era andato lentamente sempre più scemando, la sua egemonia non era più così riconosciuta, netta e stava percorrendo il solito sentiero ma nel verso contrario. La Letalia infatti, poco prima della Grande Rivoluzione Universale, stava diventando un Paese del Terzo Strato a sua volta, a sue spese, per sue colpe, uno di quei Paesi che fino a qualche decennio prima era lei a sfruttare. Ora, invece, erano proprio quelle ex nazioni flagellate dai suoi dettami a sfruttare e imporsi sulla Letalia. Le si stava ritorcendo tutto contro e quelle new entry tra i Paesi Top Value (così erano definiti gli Stati più influenti e importanti economicamente) venivano in Letalia a sfruttare le risorse. Umane comprese. Soprattutto. La storia è ciclica, continuamente.
Uno dei primi cambiamenti più significativi apportati fu quello di eliminare i calendari; infatti l’ultima data conosciuta fu proprio il 14 gennaio del 2070 q.E., ovvero l’inizio della GRU, ma con il tempo si tentò di cancellare anche questo riferimento temporale. A tale scopo furono per prima cosa soppresse tutte le vecchie ricorrenze prefissate, sostituendole con festività casuali estratte a sorte, anche ripetute ma mai cicliche e fisse. Stessa cosa accadde anche ai weekend, alle ferie e ai periodi di saldi, tirati a sorte anche loro per destabilizzare qualsiasi cognizione. Tutto doveva dare l’impressione di qualcosa che veniva elargito alla popolazione, farlo sembrare un gioco a cui assistere (impotenti) o una manna dal cielo.
La popolazione letaliana era tendenzialmente molto giovane e ciò non era affatto casuale: sempre per raggiungere lo stesso fine, ovvero cancellare la memoria storica della massa, la GRU fece in modo di togliere di mezzo i membri più anziani, gli individui con più reminiscenze da tramandare, così da cancellare più ricordi e passato possibile. Nessuno fu escluso dal reclutamento per la battaglia, soprattutto nessuno di questi matusa; primi in prima linea, primi a cadere. Sia per ordini impartiti sia per quel senso di bontà e sacrificio delle persone anziane verso i giovani che hanno ancora tutta una vita davanti a loro. La stessa guerra involontariamente contribuì in maniera significativa alla causa: avrebbe distrutto più cose possibili risalenti al passato (monumenti, edifici, associazioni, etc.); inoltre durante un periodo di combattimento, bombardamenti, proiettili, bombe e fango ogni essere vivente pensa più a tornare sano e salvo a casa (o ad annientare quante più minacce possibili per la propria incolumità) che al conteggio dei giorni. E in guerra quasi tutti i giorni si somigliano, come fossero un solo lungo e interminabile giorno, dal quale sembra impossibile uscire, cancellando la cognizione del tempo dalla mente.
(Estratto da Giorni ribelli di Andrea Calugi)

Giorni ribelli
di Andrea Calugi
Editore: Giovane Holden Edizioni (31 marzo 2023)
Copertina rigida: ‎328 pagine

41 Commenti

  1. Ecco una bella sfida, almeno per quanto mi riguarda! Non fingo conoscenze e letture di chissà chi..a parte Orwell che tuttavia ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria di lettrice. Che sia giunto quindi il momento di riprovarci? Da toscana, quale sono, Andrea Calugi mi pare sia l’occasione giusta e leggendo questa anteprima non posso che confermarlo.

    • Salve Chiara, le influenze di alcuni autori, come Orwell, si sentono e sarei ipocrita a negarle, spero comunque di essere riuscito a trasmettere idee e pensieri in linea con i nostri giorni ma soprattutto mi auguro di non deluderla, vista la grande responsabilità che avrei nel suo nuovo tentativo verso il distopico.
      Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Un saluto toscano 😀

  2. Essendo un’amante del romanzo distopico, mi piacerebbe molto leggere questo libro. Dalle poche righe che ho letto, sembra promettere bene. E’ la prima volta che leggo di questo autore, spero di poter entrare anche solo un po’ nel suo mondo e di conoscere il suo modo di vedere le cose e di avere la possibilità di leggere la sua opera!

    • Salve, grazie mille per il suo interesse. Il distopico è un genere che piace anche a me e ho voluto provarlo perché dà la possibilità di trattare molti argomenti o dare avvertimenti.
      Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  3. Salve a tutti!
    Ho appena letto qui il sunto del libro e devo dire che mi ha stupito molto.
    Questo perchè a me le argomentazioni di tipo distopico fanno riflettere molto, benchè essi non sono come tutti i libri, visto che i loro autori sono obbligati ad inventare realtà immaginarie con basi verosimili, per poi indurre la riflessione.
    In ciò il signor autore Andrea Calugi ha fatto un lavoro molto interessante da quanto letto e onestamente non vedo l’ora di incimentarmi tra le numerose vicende da lui narrate.
    Grazie e buona lettura a tutti!

    • Salve Yassin, mi fa piacere sapere che le sole prime pagine del libro siano così di impatto per il lettore. Come dico spesso (sempre), le provocazioni e le riflessioni sono sempre al centro dei miei libri, per me è questa la funzione che deve avere un libro… l’importante è stimolare il pensiero indipendentemente dall’opinione che ognuno di noi ha su un determinato argomento.
      Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  4. Conosco già Andrea Calugi come scrittore perché proprio grazie a Manuale di Mari ho potuto leggere e recensire un altro suo libro. Mi piace il suo stile perché non vuole solo raccontare delle storie ma lanciare degli spunti di riflessione al lettore e dargli anche delle lezioni di vita.
    Sono davvero incuriosita da questo romanzo distopico con al centro il tema della libertà che al giorno d’oggi non è scontata ma anzi guardandosi attorno sembra quasi che non ci sia più.

    • Salve Valentina, infiniti grazie per il suo apprezzamento nei confronti dei miei scritti e del mio modo di scrivere. Sì, le provocazioni e le riflessioni sono sempre al centro dei miei libri, per me è questa la funzione che deve avere un libro… l’importante è stimolare il pensiero indipendentemente dall’opinione che ognuno di noi ha su un determinato argomento, per rafforzarlo oppure cambiarlo o semplicemente per mettersi nei panni dell’altro.
      Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  5. La distopia è un genere che amo particolarmente. Negli anni cinquanta autori del calibro di Asimov, Bradbury, Clarke, P. K. Dick, Orwell, e ancora prima i russi Zamiatin e Bulgakov, l’hanno sdoganato dal pregiudizio di letteratura di serie b. Se oggi il genere è stato riscoperto ed è in auge, lo dobbiamo anche a loro. Affezionato da sempre al genere, sarei felice di avere una copia di questo libro, per leggerlo e recensirlo.

    • Salve Gerardo, gli autori da lei citati, in primis Orwell e Zamjatin, sono tra coloro che ammiro (nel genere) e che più hanno influenzato questo mio libro. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

    • Salve Davide, mi fa molto piacere quanto ha scritto perché la realizzazione del libro è stata un procedimento lungo, dovuto a molti fattori, tra cui la ricerca, lo studio e la volontà di scrivere bene ed esprimere bene concetti non facili. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  6. Adoro i distopici e i mondi che si vengono a creare, alla fine non sono così lontani e fanno riflettere molto. Sembra molto carino anche questo e mi piacerebbe leggerlo 🙂

    • Salve Anna, esatto, una realtà lontana ma non troppo, che a prescindere deve far riflettere. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

    • Grazie per il bel messaggio, spero di essere stato all’altezza, ma ciò che mi preme sempre è stimolare la riflessione, su qualsiasi aspetto della vita, in questo caso più sull’argomento libertà (ma non solo). Grazie ancora e spero abbia modo di leggere il libro.

    • Salve Giulia, mi fa piacere che le sole parole iniziale siano così interessanti. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  7. Lo scenario offerto da questa anteprima ti catapulta in una realtà lontana ma non del tutto… potrebbe rappresentare un futuro e descrivere una realtà a cui ci si avvicina! La lettura mi intriga molto e sarei davvero curiosa di scoprire l’evolversi della storia e poter assaporare il racconto fino alla fine!

    • Salve Valentina, esatto, una realtà lontana ma non troppo, che a prescindere deve far riflettere. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  8. Un Romanzo Complesso Futuristico come dicono Distopico con questo interrogarsi sul senso e del termine libertà di oggi e di un futuro differenza dove tutto cambia e anche la libertà in se, un romanzo leggendo l’anteprima che mi fa pensare e fermarmi a leggerlo tutto, si un libro da leggere lo trovo interessante.

    • Salve Alberto, credo non ci si possa rifiutare di riflettere su ciò che ci circonda, su temi come libertà o altri di grande importanza. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  9. Adoro i libri visionari. A volte sono utopici e fanno sognare ad un mondo migliore possibile, a volte sono rivelatori. Spero vivamente di poter conoscere questa nuova visione.

    • Salve Paola, mi fa piacere il suo interesse… mi auguro sia un libro in grado di far riflettere e magari chissà, può essere entrambe le cose insieme. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

    • Salve Vanessa, mi fa piacere il suo messaggio, il mio intento è sempre quello di provocare e/o stimolare la riflessione. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque per conto proprio. Saluti

  10. Questo romanzo sembra davvero interessante. L’anteprima mi ha incuriosita molto ed è uno dei miei generi preferiti. La copertina molto carina, ha attirato subito la mia attenzione assieme al titolo. Spero tanto di poterlo leggere

    • Salve Maria, scrivere comporta rischi e responsabilità, mi auguro di non deluderla. Spero abbia l’occasione di aggiudicarsi una copia o di leggerlo comunque. Saluti

  11. In questi tempi piuttosto oscuri i romanzi distopici sembrano quasi un preavviso di realtà.Nulla sembra più impossibile , ma quando la narrazione ci riporta a vicende storiche non così lontane tutto diventa più interessante.Mi piacerebbe avere l’onore di poter leggere questo romanzo, grazie per l’opportunità.

  12. Curiosa di scoprire come l’autore immagina la società futura.La condizione attuale,a mio sindacabile giudizio, è catastrofica pertanto mi piacerebbe approfondire la lettura.

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