Il letto è una rosa di Monica Vitti, nuova edizione ampliata e curata da Roberto Russo
Il letto è una rosa di Monica Vitti, parla l’eterna icona del cinema italiano
Parlare di Monica Vitti è un po’ come studiare la storia del cinema, poche stelle brillano come lei nel firmamento cinematografico internazionale. Talento innato, versatile come poche altre attrici, passava con incredibile disinvoltura dalla commedia al dramma. Musa ispiratrice di grandi registi, interprete straordinaria di personaggi femminili complessi e tormentati, sarà ricordata sempre per la profonda umanità e sensibilità che le pagine di questo libro ci restituiscono con grande efficacia. “Il letto è una rosa” è il titolo di una vita, la tagline che distilla un’esperienza artistica e umana di assoluto pregio. Il letto rappresenta un luogo molto importante nella vita di ogni persona, dove accadono molte cose, sia belle che brutte, come ad esempio gli amori, gli abbandoni, le discussioni, le risate, le lacrime e così via. In questo senso, il letto può essere visto come una rosa, un simbolo di bellezza e fragilità, ma anche di forza e passione. Sì, bellezza, fragilità ma anche forza, passione. Al di là di ogni convenzione o schema, in grado di farci ridere e piangere, di farci riflettere sulle contraddizioni della vita e sulle fragilità dell’animo umano: questa è lei, Monica Vitti!
Robert Manuale di Mari
Cose di cui Monica parla: gli spaesamenti che fanno apparire strani e paurosi anche i luoghi familiari; gli incontri e le fantasmagorie che proliferano nella zona sfrangiata tra realtà e sogno; l’insorgere improvviso della fame o di altre forme di avidità; i momenti di sconforto e derelizione; la libertà; la solitudine. Cose di cui Monica non parla: una rassicurante monotonia; le abitudini accettate; il grigiore. “Il letto è una rosa” è un libro surrealista e animista; come la luce ravviva i colori, la fantasia di Monica Vitti ravviva tutto quello su cui si posa: il dubbio può trasformarsi in un giovane amante bruno e magro, la sicurezza in un signore di mezz’età in bilico sul naso, o un montgomery rosso sfilacciarsi sino a diventare un vecchio spettatore stanco e ipercritico… “Siamo in fila, in aria, e passiamo in un raggio di luce come granelli di polvere”: chi ha scritto questa frase degna di un grande scrittore? Monica Vitti. La Vitti racconta di aver cercato le parole giuste affondando i denti nella polpa profumata delle mele annurche. Così fanno le vere scrittrici! Anche i pensieri di Monica danzano sulla pagina come il pulviscolo in un raggio di luce, salendo, scendendo, muovendosi in questa o in quella direzione, con piccoli vortici.
Leggi alcuni estratti di Il letto è una rosa di Monica Vitti
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Ricordo e memoria
Qualche amico sorride della mia confusione, della mia smemoratezza più o meno involontaria.
Ma io preferisco il ricordo alla memoria. Perché è più lungo il ricordo che la vita, il ricordo sfuma, ma si ingigantisce, ti aiuta, ti appassiona, ti aspetta. Lo puoi anche cambiare, reinventare, nascondere, riscoprirlo, farti aiutare, farti disperare. Però, il mio ricordo, vorrei essere io a deciderlo, a farlo nascere: partorirlo ogni giorno e amarlo come un figlio. E vorrei anche poter ridere di lui. Sembra un’eresia: chissà perché si ha così rispetto del ricordo? Chi lo perde è colpevole. Per me ognuno può farne quello che gli pare, darlo ad altri, cancellarlo. E poi, non è vero che si rivive qualunque cosa se la ricordi. Per me, rivive solo se c’è la voglia di cambiarla.
Il ricordo dovrebbe durare poco. Bisogna stare attenti, perché invece lui è insistente, caparbio, ottuso, persino insidioso: non mi consola né mi fa compagnia, mi allontana la realtà.
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“Il letto è una rosa, chi non dorme si riposa” diceva mia madre. Ma in che mondo, in che epoca ha vissuto? Succede tutto a letto. Dormire è secondario, solo perché ci si sdraia, ma a letto accadono le cose più belle e più brutte del giorno e della notte.
Il letto è una rosa, un fiume, il luogo degli amori, degli abbandoni, dove si parla e ci si lascia, si ama e si odia, si tradisce, si piange, si ride, si ricorda e si dimentica.
Il letto per due amanti deve essere larghissimo, perché ci si possa allontanare al momento giusto. Lenzuola di lino ben tirate e cuscini di piuma.
Con due letti separati sembra di stare in treno o in America. Se uno dei due vuole la propria intimità, è meglio trovarsi subito un amante, cioè un’altra intimità, perché: il letto deve essere “una” rosa, non “due” rose. Anche se Marlene Dietrich diceva: “Mon lit n’est pas trop grand pour moi”.
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Lo psicanalista
Certo, con questi precedenti si finisce dallo psicanalista, io però ci sono stata due volte soltanto. Che cosa ridicola andare da qualcuno a raccontare i propri fatti, poi pagarlo e andar via. Io voglio la partecipazione: lo psicanalista non dovrebbe essere indifferente, dovrebbe piangere con me. Troppo facile, ascoltare e prendere i soldi. Venga a casa a risolvere i miei problemi, compreso quello dell’idraulico. Non faccia finta di essere un vero medico, non lo è, è uno con cui si parla, un confidente. Dove vanno a finire tutti quei sacchi di parole che la gente gli ha lasciato sulla scrivania? Avrei voluto riportarmeli via appena finito di parlare, perché lui li avrebbe potuti usare o cestinare, e io non ero d’accordo. Erano miei quei dolori, mi servivano, mi appartenevano.
Il compito dello psicanalista dovrebbe essere quello di trasferire i sacchi: praticamente è un trasportatore, si occupa dei sacchi, ma non ha un indirizzo dove mandarli. Per me, gli restano in casa, dietro quelle porte chiuse, come valigie. Avete visto gli studi che hanno, atoni, ottusi, freddi? Sembrano presi in prestito, come i quadri e le sedie che li arredano: disponibili e disperati come a un’asta senza successo. Chi altri se li comprerebbe, quel divanetto e quelle due sedie? Sono improponibili. In America ci sono sicuramente negozi per studi di psicanalista, gli americani riescono a investire anche su un’attività così precaria.
Tornando ai miei sacchi di parole, chissà se possono servire ad altri. C’è di tutto lì dentro. Forse potrei anche fare un cambio e portarmi a casa sacchi altrui, sicuramente troverei delle novità. Già, e se poi mi capitano i sacchi di un assassino? No, ognuno si tenga i sacchi propri fino al deposito.
Davvero un libro interessante non solo per conoscere l’artista ma anche la donna che c’è dietro.
Quello che dice Monica è semplicemente fantastico. Ti mostra tutta la fatica necessaria per dare senso alla vita e ti affascina.
Ho sempre amato la Monica Vitti attrice, ma in primis la donna e mi piacerebbe molto approfondire la conoscenza attraverso questo libro e scoprire il più possibile su questa donna meravigliosa.
Ho apprezzato molto Monica Vitti come attrice e donna. E “leggerla” sarebbe il completamento dell’immagine che ho sempre avuto di lei. Anteprima bellissima!
Affascinante e superba da sempre e per sempre nel cinema italiano…mi piacerebbe scoprire di più della sua personalità più che del suo privato…spero questa possa essere l’occasione giusta.
Bellissime e struggenti le parole di Monica Vitti. In esse ho ritrovato la lucidità e la schiettezza con cui si presentava sempre. Un’icona anche nei momenti bui. Da leggere per ricordarla e sentirla vicina.
Una grande icona del cinema italiano, che meraviglia. Spero di poter conoscere nel dettaglio il talento e le capacità di preparazione di questa donna nel mondo del cinema! Ma soprattutto entrare nella sfera emotiva tra sogno e realtà di questo suo grande cammino.
Ho sempre amato Monica Vitti, una donna oltre che bella anche capace, un’attrice sensazionale d’altri tempi che mette anima e core in quello che fa❤️Mi piacerebbe tantissimo leggere questo libro, curiosa