Separati da raggi dispersi di Marco Mastromauro, opera poetica prima classificata al Faraexcelsior
Separati da raggi dispersi di Marco Mastromauro, poesia che trasfigura il “vivere quotidiano”
Mediante una scelta lessicale raffinata e fortemente connotata in senso lirico unita ad una struttura sintattica accurata, l’autore sa conferire respiro classico alle alterne vicende del vivere quotidiano, che sono poeticamente trasfigurate. Il lettore si immerge così in un’atmosfera pensosa e dolente in cui, in una cadenza dai tratti talvolta montaliani (ma riassunti in chiave del tutto personale), prendono vita i temi salienti di questa silloge: la problematica ambivalenza dei rapporti familiari, il paesaggio e le immagini enigmatiche del mondo, il tempo lento che tutto muta, il dolore del vivere, la tenace malinconia dei ricordi. (Fabrizio Azzali)
“Qui / nel regno del ricordo / del perdono”. Questi i versi che chiudono l’intera raccolta restituendone interamente il senso: ci troviamo di fronte ad un regno di memorie abitate da persone (alcune mirabili dediche a figure note ed amate), luoghi reali ed accadimenti. Un mondo che piccolo non è, anzi si espande e si dilata: talvolta un particolare è punto di partenza, occasione per indicare qualcosa di più grande o profondo, qualcosa che resta anche un po’ segreto. Il passato guardato in questo modo rende il tempo presente, quello dell’osservazione, quasi rarefatto. Forse per questo è consentito il perdono, inteso come accoglienza di ciò che alla memoria, e quindi alla vita, di volta in volta si presenta. (Valeria Raimondi)
Leggi anteprima
All’improvviso
All’improvviso sembra assoluto
il silenzio che fa a meno di noi.
Nessun grido, nessun fruscio.
Nell’acquaio le stoviglie che ieri
hai spezzato con furia animale:
oggi la rissa dei respiri squassa i muri,
strazia, distrugge equilibri indolori.
E, poi, si rassetta, si raccoglie, si tace.
Le pareti ripulite, il pavimento a specchio,
il gelo scolpito nel marmo
scheggiato a metà dentro e fuori.
***
A Paul Celan
Il cane
Il cane scava con la zampa
scava e scava fino ad aprire una breccia
tra le rovine.
Tu rotoli giù dal letto e anche tu scavi
e ti segni il petto e la fronte:
ti offri come mediatore al tavolo degli umili,
speri si possano decifrare enigmi
disseminati ovunque, terribili parole
e altre in volo
affinché, nei negoziatori,
attoniti,
dimori un canto silenzioso
come il sussurro tra le labbra di lei
che ieri ti ha reso fedele.
***
A Etty Hillesum
Non siamo più noi
Oggi non siamo più noi.
Riprendiamo a disegnare piazze e strade
attraversando i pochi giorni rimasti
al di qua di orizzonti invernali, sventure e abissi.
Riconciliati con le lacerazioni della fede,
separati l’un l’altro,
sfiniti i nostri cuori inospitali,
ci perdiamo ad ogni curva tra segreti subbugli.
Spaesati
siamo la corrente che gli argini trattengono
sotto le coltri ghiacciate,
cerchiamo calore, ricordi,
gioie incessanti tra i notturni spegnimenti.
***
Occasioni
Non capita sorte clamorosa
che distorce obblighi,
intenzioni, false soluzioni.
Attendi,
stai sul sagrato,
non preghi,
non invochi assoluzioni,
t’aggiri piano,
ripeti nella mente proverbi,
promesse,
frastorni frasi tramandate.
Ti aspetti
che il capo non si chini,
che non si ritrovi tra le tue mani:
cerchi il mio sguardo
oltre i banchi allineati,
un riscatto dal non detto, dal bisogno.
***
Da dove stai tornando
Da dove stai tornando è una terribile dimenticanza, lo sai.
Hai l’aria di una sconosciuta, t’aggiri, t’avvii.
Con il dorso della mano sulle labbra trattieni un nome.
Ti seguo bevendo dalla tazza, al mattino, dai segni
della testimonianza
stando seduto, le spalle alla porta, le scale del palazzo
risonanti di grida infantili.
Ti seguo svoltando dalla città che ieri abbiamo percorso
fino al dedalo di fumi, vicoli e mercati,
fino all’ansa del fiume,
fino a te
dove il ponte di ferro risuona sotto i passi dei prigionieri.
***
Leggendo i testi dell’anteprima ho colto un senso di profondità, forse anche di dolore e introspezione. si nota come le parole siano scelte con criterio. Spero di poter leggere di più, questo breve assaggio è stato emozionante
E beh… Grazie! Se chi legge s’immedesima e prova un po’ d’emozione… Chi scrive ha raggiunto il suo scopo.
Se la poesia è un’arte..qui trova decisamente espressione! La lettura di queste poesie mi ha rapita. Lo ammetto, non conoscevo questo autore e adesso la curiosità è grande. Spero sia questa l’occasione per farlo. Sinceri complimenti all’autore di così tanta bellezza espressiva.
Grazie Chiara: troppo buona! Comunque sì, scrivere è anche “lavoro artigiano”. Ci ho messo circa quattro anni per questa raccolta… (Certo non ogni giorno!)
Belle le poesie dedicate. I termini usati semplici ma ricercati. Perfetti. Viene voglia di leggere l’autore in tutte le poesie. E vorrei leggerlo. Grazie
Grazie Michela!
Adoro la poesia quando questa è lo specchio dell’anima, dove non solo si riescono a percepire le emozioni del poeta quando ha messo nero su bianco le parole ma anche quando i versi riescono a trasportarmi all’interno di quanto raccontato facendomi provare a mia volta emozioni. Che siano positive o negative la cosa importante è che mi lascino qualcosa: poesia del vero insomma. Ecco dall’anteprima mi sembra che queste poesie lo siano.
Grazie Valentina. Anche il lettore partecipa e crea poesia.
Parole forti e coinvolgenti, la poesia “All’improvviso” è stupenda! va dritta al cuore del lettore, spero di poter scoprire le altre.
Grazie Vanessa. È il testo che più mi coinvolge personalmente. Penso, però, che certe prigionie familiari ricorrano spesso. Spero che il fatto di provare a descriverle sia anche liberatorio.
La cosa che più mi piace delle poesie é il loro doppio significato…quello che lo scrittore ci trasmette chesi mescola a quello che noi, lettori, interpretiamo e facciamo nostro…ed è una doppia emozione. I versi di questa bella anteprima hanno già il potere di saper emozionare…
Grazie Anna Maria: hai colto proprio quelle che sono le mie intenzioni i quando scrivo.